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Autore: anthropocene    13/02/2012    5 recensioni
"perchè ti piace così tanto la sequenza di Fibonacci?"
"boh, amo la matematica."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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947. (XVI)
Camilla.

Chiusi la chiamata.
“Joshua, non posso, ciao.” Ricancellai. Troppo bastarda.
“Ciao, non posso, scusa” Troppo sbrigativa.
“ciao Joshua, sai che sono Dakota, ovviamente. Beh sì dai, quella che ti viene dietro da una vita, quella che ogni santo sabato si nascondeva nella panchina per fotografarti, sai, con me ho sempre una tua foto, o sull’i-phone o su qualsiasi altra cosa. Ho qualcosa che mi ricorda te ovunque. Sai, sembro una stalker, ma in realtà il mio è amore, solo quello. Ti amo Joshua, ti amo davvero.”
Presi, e cancellai.
“scusa, ma venerdì sono impegnata, magari per un’altra volta !!”
Inviai. Ero arrivata. Scesi.
Presi il primo autobus per l’ospedale.
La gente che ti guardava era troppa, tutta pronta a giudicarti per quello che eri, non per come sei.
Era frustante, non avere qualcuno con cui parlare.
Ero arrivata.
Entrai nel mondo dove regnava il caos.
Odiavo gli ospedali, quell’odore di malato, di schifo.
Non posso proprio sopportarlo.
I vecchietti con i maglioncini infeltriti che indossavano, e quelli che giravano con il catetere e la flebo attaccata all’asta.
Stavo per cadere quasi uccisa da una barella coperta da paramedici che urlavano frasi senza senso.
Ero per terra, nell’attesa che tutto finisse.
Mi guardavo attorno atterrita, sentivo il dolore che avanzava.
Il dolore di cosa, poi ?
Mi alzai, e andai alla reception, se così si può chiamare.
«scusi, Kendra Jones?»
«chi sei?» una vecchietta sulla sessantina mi squadrava dall’alto al basso. Con gli occhiali a mezza luna tenuti sulla punta del naso e una buona dose di cartelle cliniche appoggiate davanti al monitor.
«la figlia addottiva»
«documenti»
Seccata presi il portafoglio e gli diedi le carte.
Annuì lentamente. «camera 216»
Mi ritrovai di nuovo nel caos più totale, e non avevo la più pallida idea di dove fosse la camera 216.
Avanzai verso un’infermiera.
«scusi.. mi sa dire dov’è la camera 216?»
Mi guardò e andò via, di corsa sbiascicando un «scusami».
Presi l’ascensore e  andai al secondo piano, dove dovrebbe esserci il reparto in cui era collocata Kendra.
Presi l’i-phone e chiamai Jhon.
«dove siete?»
«tu vieni al secondo piano che ti aspetto davanti all’ascensore, ok?»
Premetti il tasto rosso.
«ciao Jhon!» dissi appena uscita dall’ascensore.
«Dakota, è viva, è viva!» Jhon mi abbracciò saltellando.
«chi è vivo? Chi?»
«la bambina!! è viva !! è un miracolo!»
«come lo chiamerete?»
«abbiamo deciso una cosa.» disse poi, facendosi più serio. «dovrai decidere te il nome»
«io?! Ma io non ho la più pallida idea di come chiamare un bambino, io non lo so, c’è dai come puoi darmi un responsabilità tale?! Io no lo so, c’è potrei chiamarlo anche pupù data la mia scarsità di immaginazione, non so come chiamarlo non potete dirmi una cosa del genere c’è dai, non lo so  io-»
Jhon mi bloccò «la tua capacità di ripetere più volte “c’è” e dire una frase alla velocità della luce quando sei in panico è incredibile. Comunque tranquilla, avrai tempo.»
«Camilla»
«cosa?»
«voglio chiamarla Camilla»
«Kendra lo adorerà»




ciiiiiiiiiiiiiiiiao gggggggggggggggente !!! ça va?
allour, io direi che vi ringrazio tutte delle 5 recensioni che mi avete lasciato!!
per il prossimo capitolo, aspetto sempre 5 recensioni !!! <3
se lo fate vi vengo a baciare una per una.
capitolo dedicato a quella sfigata della Giulia, con la camera 216. ;D
love you so much.

   
 
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