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Autore: Roxar    13/02/2012    29 recensioni
Vi ho mai raccontato di quella volta in cui James decise di dichiararsi a Lily? Oh, quello sì che fu un giorno memorabile, miei cari amici lettori. Un giorno che, come disse lo stesso Potter, sarebbe rimasto a lungo impresso nelle menti dei presenti.
Le cose, comunque, andarono più o meno così...

Buona lettura!
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Vi ho mai raccontato di quella volta in cui James decise di dichiararsi a Lily? Oh, quello sì che fu un giorno memorabile, miei cari amici lettori. Un giorno che, come disse lo stesso Potter, sarebbe rimasto a lungo impresso nelle menti dei presenti.

Le cose, comunque, andarono più o meno così...

 

 

 

 

James ripassò mentalmente le tappe fondamentali del piano, controllando poi l'orologio.

Meno otto minuti all'ora X.

«Felpato, Lunastorta, Codaliscia, siete pronti?» domandò, ghignando, una luce pericolosa negli occhi.

«Siamo nati pronti, Ramoso» replicò Sirius, stringendo le braccia attorno alle spalle di un esaltato Peter e di un contrariato Remus.

«Ci butteranno fuori a calci» gemette Remus, sospirando. Sirius lo mise a tacere con una possente gomitata tra le costole, sorridendo innocentemente del suo rantolo di dolore.

James, tuttavia, non prestò loro attenzione, troppo concentrato sul proprio compito.

Il trillo incessante della sveglia lo ridestò, portandolo a sorridere malandrino.

«Ragazzi, si va in scena. E come è vero che il mio nome è James Potter, stasera Lily Evans cadrà ai miei piedi».

 

 

 

 

Quella sera nulla lasciava presagire che i famosissimi Malandrini avessero elaborato un piano tanto eclatante. Le loro espressioni erano impassibili maschere di cortesia, mentre prendevano posto alla lunga tavolata, chiacchierando svogliatamente, scambiandosi discreti sguardi di intesa. Il piano sarebbe scattato al dessert, quando gli studenti avrebbero avuto voglia di dissipare la classica sonnolenza post-pasto.

James non dovette attendere a lungo; i ragazzi, quella sera, parevano particolarmente affamati e le portate si susseguivano velocemente, fino a lasciare il posto a squisiti budini e deliziose crostate.

E quando anche l'ultima forchetta tintinnò nel piatto, James si alzò lentamente, gli occhi fissi in quelli di Sirius. Con disinvoltura, aggirò la tavolata, puntando dritto al tavolo dei professori che, vedendolo avanzare, tacquero bruscamente. Gli occhi di Silente, notò James, brillavano di divertimento; era come se fosse palesemente al corrente delle sue azioni, a riprova del fatto che allungò una mano verso la professoressa MGranitt, impedendole di parlare.

James lo ringraziò con un sorriso appena accennato, posizionandosi quindi nell'esatto punto in cui Silente soleva tenere i propri discorsi di inizio e fine anno. Dunque, diede le spalle ai professori, volgendosi agli studenti. Il silenzio calò come una cortina spessa e pesante. Fissò i volti di ognuno, sorridendo poi a Sirius.

«Miei cari compagni, per intraprendere questo mio discorso della massima importanza ho bisogno dell'atmosfera giusta, quindi... Musica, prego» chiese pomposo, alzando un braccio in direzione di Sirius che, a bacchetta sguainata, mormorò qualcosa in direzione delle migliaia di candele, prontamente Trasfigurate in un oceano di violini, accompagnati da viole, violoncelli e perfino da un cupo contrabasso. Le note crearono una melodia armoniosa e frizzante, tenuta a basso volume.

«Grazie, mio talentuoso amico. E adesso, permettetemi di abusare della vostra attenzione, cari amici», iniziò, allargando le braccia, muovendo un passo in avanti.

«Come molti di voi sanno, da anni cerco di conquistare il cuore di una bellissima fanciulla» sorrise innocentemente, soffermandosi a lungo sul viso di Lily, che, ad occhi sgranati, lo fissava attonita.

«Come fare?, mi sono spesso domandato» disse, passeggiando lentamente, avanti e indietro, le mani intrecciate e la schiena un poco curva in avanti. Poi, dopo aver finto un'attenta riflessione, si arrestò improvvisamente, drizzandosi.

«Ci vuole qualcosa di straordinario, mi sono detto, qualcosa che resterà negli annali di codesta magnifica scuola, qualcosa di memorabile, di eclatante, qualcosa che i nostri beneamati professori ricorderanno anche tra molti, molti anni» sorrise apertamente, allargando le braccia, per poi richiuderle lentamente.

«Ma anche qualcosa di romantico, qualcosa che faccia impazzire una ragazza, che la ponga al centro dell'attenzione» proseguì, misurando ogni tono ed ogni parola, incrociando infine le braccia al petto.

«E allora, eccomi qui!» gridò improvvisamente e molti studenti sussultarono.

«Lily», iniziò, fissandola insistentemente, «sono sette anni che mi dai buca, sette anni che vanifichi ogni mio sforzo, sette anni che rifiuti il mio appassionato, incondizionato, perfetto amore» disse malinconicamente, scuotendo la testa, afflitto.

Un coro di risolini divertiti si amalgamò al suono degli archi che, quasi intelligentemente, mutavano melodia e volume ad ogni sua affermazione.

«E io mi domando» indietreggiò rapidamente, arrestandosi ad un passo dal tavolo dei docenti, «cos'ho che non va? Professoressa,» iniziò, aggirando freneticamente il tavolo e afferrando la mano di Minerva McGranitt che, avvolta ancora dallo stupore, si vide trascinare dall'altra parte del tavolo. James fece due passi indietro, aprendo le braccia.

«Mi guardi, professoressa, mi guardi e mi dica cosa vede».

«Un rimbambito che sta per far perdere molti, molti punti alla sua Casa» replicò a labbra serrate, suscitando il riso generale.

James scosse freneticamente la testa, stringendole la mano e allontanandosi, le loro braccia ben tese nel vuoto che li separava.

«Non trova forse che io sia di bell'aspetto?» le domandò, ammiccante. La donna espirò violentemente dal naso.

«Non trova forse che io sia un discreto studente?» incalzò, «Non trova forse che io disponga di simpatia e buonumore a volontà?»

E senza darle il tempo di rispondere, James aggirò nuovamente il tavolo, afferrando il sottile polso di Silente, costringendolo a seguirlo. Quando fu ad una debita distanza (di sicurezza) da Lily, mise un braccio attorno alle spalle del vecchio, quasi fossero due grandi amici di vecchia data.

«La guardi, professore, la guardi e mi dica davvero se sono un pazzo. La guardi, guardi come è bella – perfino adesso che vorrebbe Schiantarmi – la guardi e mi dica se sono un pazzo a pretendere una piccola, piccolissima possibilità con lei, dal basso della mia umiltà».

«E come darti torto, mio giovane amico?» domandò retoricamente il vecchio, sorridendo divertito.

James esultò interiormente. Tutto scorreva come da piano, stava andando tutto perfettamente bene.

Ricondusse Silente alla propria sedia, ignorando lo sguardo di fuoco della McGranitt.

«Lily, io voglio farti conoscere l'amore. E che cos'è l'amore, se non un apostrofo rosa tra le parole James e Potter?» un coro di risate si levò dagli studenti Nati Babbani, così come un fitto scroscio di applausi.

«Lily, voglio che tu venga al mio fianco, ora» e tese la mano, gettando un eloquente sguardo a Peter che, velocemente, s'alzò, prendendo sottobraccio una scioccata Lily, conducendola sino al fianco di James.

«Mia amata, mia diletta, cara, carissima Lily, ho solo un'ultima domanda da porti. Prego, messer Lunastorta» gridò e Remus, accucciato oltre la schiena di Sirius, sollevò la bacchetta.

Gli stendardi delle quattro Case vennero prontamente rimpiazzati da un unico, ripetuto messaggio:

"Lily, esci con me, sabato prossimo?"

La musica s'alzò improvvisamente di volume, facendosi cupa e frenetica, dando tono all'attesa e alla curiosità collettiva mentre un applauso dirompeva poderoso ed ammirato.

 

 

 

 

Quello che successe dopo ve lo risparmio. Vi basterà sapere, amici lettori, che James trascorse un paio di giorni in Infermeria; a quanto pare, Lily non gradì particolarmente quell'appassionata dichiarazione d'amore.

I restanti Maladrini, come molti di voi avranno immaginato, furono messi in punizione. E nonostante i rimproveri della McGranitt, la donna era così intimamente divertita dal gesto di Potter che si rifiutò di sottrarre punti alla Casa dei Grifondoro, con gran sollievo dei Malandrini, i quali già sentivano il dolore delle eventuali percosse dei propri compagni.

So bene, adesso, qual è la domanda che vi state ponendo: Lily accettò di uscire con James, il sabato seguente?

Ebbene, dopo averci a lungo pensato, e ripensato, e ripensato, Lily accettò.

E quel che accadde durante quell'appuntamento, quella, be', è tutta un'altra storia.

 

 

____

 

 

NdA: Dopo aver definitivamente distrutto la poca fama che ero riuscita a guadagnare, mi congedo, avvisando i gentili lettori che nessun Malandrino è stato maltrattato durante la stesura di questa fanfiction e sperando vivamente di aver mantenuto l'IC dei personaggi, anche in questa...cosa.

EDIT del 16.02.2012: Un enorme grazie a tutti coloro che hanno commentato; le vostre recensioni mi hanno fatto sorridere, accresciuto pericolosamente il mio ego e, ultimo ma non meno importante, mi hanno fatto veramente, veramente piacere. Al momento attuale mi è praticamente impossibile rispondervi singolarmente, pertanto, vi prego di accettare questo grazie collettivo.

A presto rivederci!

 

 

 

 

   
 
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