Capitolo 5
“Salve! Come ti senti?” Una voce profonda
risvegliò Hime dai suoi pensieri e la fece voltare di scatto.
“Eh? Oh, sei tu, James.” Proferì con lo
sguardo perso nelle pieghe delle coperte. Erano le undici del mattino ed era
decisamente tardi. James intuì subito che c’era qualcosa che non quadrava e che
Hime non gli aveva detto proprio tutto.
La bionda gli aveva raccontato di questo suo
desiderio di avventura e scoperta scaturito dalla partenza di un suo caro
amico, un viaggiatore a tutti gli effetti. A primo impatto gli era molto
dispiaciuto che la sua amica avesse perso così un caro amico, ma non ci aveva
fatto caso più di tanto. Non era possibile che stesse così per quel motivo.
“Ci conosciamo, e sai bene che non me la dai
a bere così facilmente! Dimmi che ti è successo … Veramente.” Accentuò in
particolar modo l’ultima parola, guardandola fisso negli occhi. La ragazza non riuscì a reggere quello sguardo
così profondo per molto tempo, infatti poco dopo diede sfogo ad un pianto
liberatorio, per troppo tempo lo aveva represso. James la osservò con uno sguardo
dolce e dispiaciuto.
“Sc-scu-u-sa-sa-mi.”
Balbettò fra i singhiozzi, cosa che alla gran lunga colpì il ragazzo. Quest’ultimo
ebbe un moto di compassione, mai l’aveva vista piangere a quel modo. “Non
preoccuparti cara. Me lo dirai quando te la sentirai.”
Nel frattempo Hime si era pulita gli occhi e aveva ripreso a respirare con
regolarità. “Grazie per la comprensione.” Gli donò un sorriso dolce e
amichevole. “Be’, basta piangere!” Strinse forte il pugno destro mostrandosi
forte e smagliante.
“Ecco, questa è la Hime che conosco!” E prese
a ridere contagiando anche l’ospite che dopo un po’ gli mollò un pugno in
testa.
“Ahia! Ma che ti è preso?” Domandò mentre si
massaggiava la testa e con occhi interrogativi.
“E’ un modo per darti il mio –ben
ritrovato-.” Sorrise a trentadue denti portandosi le mani ai lunghi capelli.
“Ah … Ehm … Benvenuta.” Disse un po’
stranito, quella ragazza era una sorpresa continua.
James la lasciò sola per darle il tempo di
prepararsi e mettersi a posto e non appena avesse finito sarebbe scesa in
soggiorno.
Hime ci mise più tempo del dovuto a
sistemarsi, cosa che stupì il giovane visto che l’aveva sempre ritenuta una
ragazza fuori dai canoni.
“Ma salve, come mai ci hai messo la bellezza di
due ore? Volevi farti bella per me?” Domandò sarcastico, ancora ignaro della
sorte che gli sarebbe toccata di lì a
poco. La bionda lo colpì ancora col suo pugno, questa volta con molta più
forza. “Si, caro.” Sorrise con altrettanto sarcasmo e si andò a sedere su una
delle poltrone.
“ok. Devo a-ammettere che non sei cambiata
molto in fin dei conti.” Sorrise cordiale il biondo.
“tu invece si! Dico fisicamente!” Esclamò
sgranando gli occhi e osservandolo con più attenzione.
James le fece l’occhiolino “Sempre più
bello.”
“Bene, la tua timidezza è andata a farsi
benedire.” In quel momento nella mente di Hime iniziarono a scorrere tante
immagini circa quel ragazzo.
Flashback
“Buongiorno ragazzi” disse la professoressa
di matematica mentre entrava, sorridente come al solito, in classe. Gli alunni
si alzarono tutti in piedi e salutarono a loro volta. Tutti sapevano con
certezza che di lì a poco quel sorriso si sarebbe trasformato in un ghigno
sadico. Però questo ghigno tardò a presentarsi. “Prima di iniziare la lezione,
vorrei presentarvi un nuovo alunno. Il suo nome è James Harris. Viene
dall’America, dalla California, con più esattezza da Oakland. Bel posto, o
sbaglio?” L’insegnante sorrise radiosa e poco dopo entrò nell’aula un ragazzo
di normale statura, dai capelli di media lunghezza, selvaggi e biondi, e con un
particolare che folgorò tutti. Aveva gli occhi neri ed elettrici, erano un
qualcosa di assolutamente assurdo.
“Buongiorno a tutti. Sono James e sono lieto
di fare la vostra conoscenza.” Il
giovane salutò i presenti e prese posto accanto a Daichi.
La lezione era continuata come al solito, fra
risate, schiamazzi e rimproveri. All’uscita, tutte le ragazze, come di prassi,
erano corse dietro al nuovo arrivato curiose di sapere di più circa il suo
passato. James non rivelava nulla a nessuno; anzi, se qualcuna lo fermava,
semplicemente sorrideva e passava avanti.
Hime fece la sua conoscenza, più
approfonditamente, nella biblioteca della scuola.
Lo trovò seduto in silenzio, mentre gli occhi
scrutavano il libro, rigo per rigo.
“Ehm … Ciao. Tu devi essere James. Piacere
sono Himeko Nonohara.”
“Ciao. Si piacere tutto mio.” Disse tenendo
lo sguardo inchiodato a quelle pagine. La cosa fece parecchio alterare la
ragazza, la quale gli rispose per le righe.
“Non ti costa molto portare più rispetto,
sai?” sbottò acida e immediatamente fece come per andarsene quando James parlò.
“Scusami, non era mia intenzione.” Puntò i
suoi profondi occhi tenebrosi in quelli color nocciola di lei. Hime sussultò e
si sedette accanto a lui.
“Perché tratti così male tutti? Sembravi
molto più simpatico.” Disse sinceramente la bionda senza curarsi del fatto che
quelle parole avrebbero potuto farlo anche rimanere male. In fin dei conti, gli
aveva detto che non era simpatico, anche se lo aveva fatto con parole più
miti. “Sono problemi personali. Voglio
restare solo.” Disse per poi tacere. Hime lo guardò perplessa e dopo un paio di
minuti decise di andarsene.
Quel ragazzo le rivelò molti particolari una
sera, mentre si trovavano in biblioteca, come per il primo incontro.
“Sempre qui ci incontriamo, eh?” sorrise
cordiale andandosi a sedere di fronte a James.
“Voglio parlarti. Sei una ragazza solare e
diversa dalle altre. Non posso tenere questo macigno tutto per me ancora a
lungo. Sei, assieme a Daichi, l’unica amica che io abbia trovato.” Disse tutt’un fiato, sorprendendo
particolarmente Hime.
“Certo. Raccontami tutto.” Proferì quasi come
un sussurro, fattasi più seria.
“Mi hai sempre chiesto il motivo di questo
mio isolamento. Be’ la verità è che si tratta della mia famiglia. Due anni fa i
miei genitori sono rimasti coinvolti in una rapina, l’unico che si salvò fui
io. I miei si erano preoccupati di salvare almeno me, però, così facendo, sono
morti. Non si sa ancora chi sia stato e si pensa che forse sia stato un ladro,
un po’ sanguinario. Sapessi che trauma fu averli visti lì a terra esangui. Se
ci ripenso … Il fatto è che per anni sono stato accusato io della loro morte.”
Raccontò a brevi linee la sua storia; storia che fece raggelare la ragazza.
“O Dio … Mi dispiace molto. Io non sapevo,
non volevo... Ecco insomma.” Abbassò lo sguardo triste.
“Non preoccuparti. Anzi ti ringrazio per la
tua attenzione e ascolto.”
Quello era stato l’ultimo loro significativo
incontro. Si videro altre volte, formando così un’amicizia davvero forte e
speciale, seconda solo a quella con Daichi. Anche quest’ultimo, però, era
diventato molto amico di James.
Un
giorno Hime e Daichi seppero che il loro amico se ne era andato via senza che
avesse detto nulla a loro. Non ne ebbero più notizie.
Fine Flashback
“Piuttosto, dimmi. Come mai sei sparito
così?” disse dopo alcuni attimi di silenzio.
James arrossì di colpo. “Ecco. Una storia
molto difficile e lunga.”
“Ho tutto il tempo del mondo” fece imitando
la voce profonda del ragazzo. Sul volto di quest’ultimo di dipinse una smorfia
di disappunto. Doveva raccontarle tutto.
Sarà
il caso che mi inventi una bella bugia. Pensò affranto. Non poteva
dirle veramente tutto quanto.
“Allora, il fatto è che mi sono riconciliato
con la mia famiglia.” Sorrise falsamente cercando di convincerla.
“Sono molto contenta di ciò. Ma non spiega il
fatto che tu sia sparito così!” Esclamò con lo sguardo deciso. Esigeva di
sapere tutto quanto.
James sbuffò. “E va bene. Mi ero innamorato,
ma non ero ricambiato. Lo ammetto, sono –scappato-.” Fece spallucce, e si mise
a braccia conserte con gli occhi bassi. Sussultò nel sentire Hime ridere.
“Ma dai! Veramente? E di chi?” riuscì a dire
fra le risate. Le lacrimarono persino gli occhi per il ridere.
Il biondo arrossì di colpo per l’imbarazzo.
Trovò una bugia sul momento. Forse così si sarebbe tolto dall’impiccio.
“Monica. E adesso basta.” Disse serio e con
la voce falsamente innervosita.
“Ok la smetto. No, non posso! Monica?” Rise
ancor più forte. “Sei un caso perso!” Hime gli diede una pacca sulla spalla. Il
malcapitato arcuò le labbra in un flebile sorrisino. “Eh, già.”
Angolo autrice.
Ecco il quinto capitolo.
Ringrazio Amorina ed Elisa Nico per le
loro recensioni :*
Ad Elisa Nico, si hai ragione, lo so. Cerco di migliorare
quell’aspetto.
Spero che vi piaccia un bacio :*