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Autore: orphan_account    13/02/2012    6 recensioni
Dal primo capitolo:
Mi chiamo Alexandra, ma potete chiamarmi Alex. Ho quindici anni e una lista di cose che voglio fare prima di morire. Su un totale di più o meno 50, per ora ne ho completate sei. Quindi, vi chiederete, dov'è il problema? Ecco, è che questo non rientrava nella lista...
Dal tredicesimo capitolo:
Mi chiedo dove sarei ora se non mi avessero costretta a venire qui. Sicuramente mi sarei persa tutto questo, e non li avrei mai incontrati. Ho idea che insultare... lui... sia stata una delle migliori idee del secolo.
Però un po' mi dispiace...
[...]
"Stai scherzando." gli dissi con voce atona. La sua risata riempì la stanza.
"Decisamente no, sono serissimo." disse lui scompigliandomi i capelli.
Questa era una follia, pura e semplice: "Ma questa da dove l'hai tirata fuori?"
Mi prese la mano. Era calda e sicura: "Vedrai."
Si sentì un urletto: "Posso venire con voi? Ti prego Zayn, ti prego!"
"Uhm, come vuoi Louis."
STORIA IN REVISIONE
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Intanto mi ero portata di fianco a mia cugina, e fissavo il tizio alla ricerca di qualche indizio che mi permettesse di identificarlo. Da vicino dovevo ammettere che più che moro era, non so... un colore strano, a metà tra il marrone e il biondiccio. Aveva una camicia a quadri e una paio di jeans veramente normalissimi.

Oddio, scusa. Posso avere un autografo?” mia cugina era così eccitata che praticamente stava squittendo.

Il ragazzo esibì un sorriso smagliante, anche se c'era qualche cosa di leggermente perso nel suo sguardo.

Mia cugina fu folgorata da un'intuizione, perché provò a ripetere la sua frase in inglese: “Oh, sorry. Can you autograph me?”¹ chiese convinta mentre spingeva la penna nelle mani del ragazzo.

A quel punto non riuscii più a trattenere le risate e nemmeno il ragazzo si astenne dal farsi una lunga risata.

Stavamo ridendo come due scemi. Quella era una delle cose più ilari che avessi sentito da moltissimo tempo.

Il ragazzo si ricompose prima di me e prese la penna che gli veniva offerta da una Marianna più che confusa. Poverina... E lei che era convinta di aver detto una frase sensata!

Decisi di illuminarla: “Mery, guarda che gli hai detto che volevi essere autografata.”

Lei diventò rossa come un pomodoro.

Il ragazzo le lanciò un altro sorriso: “What's your name?”²

Se possibile, lei diventò ancora più imbarazzata e cominciò a balbettare: “M-Marianna.”

Il ragazzo fece uno svolazzo sul foglio sotto la scritta Ciao Marianna. Mi sporsi un po' in avanti per vedere se riuscivo a leggere il suo nome. Era... Gin? No, aspetta, non poteva essere, no? Magari quella era un C, non una G... Cim? Bah, al diavolo...

Thanks. Can I take a-a”³ si ritrovò a corto di parole, avevo idea che non sapesse come dire foto. Infatti sbuffò e tiro fuori la macchina fotografica, agitandogliela sotto il naso.

Lui fece un passo indietro, forse spaventato dalla foga di mia cugina, ma annuì.

Lei mi lanciò la macchina e io ero così distratta che per poco non mi cadde di mano.

La acciuffai per un pelo: “Fai più attenzione, perché la prossima volta non la prendo.” borbottai, non facendomi sentire. Era appena riuscita a inasprire il mio umore già acido.

Inquadrai le loro facce e scattai un paio di foto, tra l'altro molto carine.

Poi le guardai per un secondo più del dovuto. La faccia del ragazzo aveva un sorriso brillantissimo, che però non raggiungeva del tutto gli occhi, che invece erano comunque confusi.

Peggio per lui, pensai con una scrollata di spalle.

Il ragazzo sembrava star cercando una via di fuga dall'ardore di mia cugina.

Io gliela diedi. Lo salutai agitando la mano e presi Marianna per un braccio con l'intenzione di trascinarla via.

Ma il ragazzo scosse la testa e mi picchietto leggermente la spalla mentre io ero girata. Lo guardai con un misto di noia e irritazione. E questo cosa voleva ora?

Vuoi un autografo anche tu?” mi chiese con l'ennesimo sorriso, stavolta un po' più timido. Stava fissando la mia maglietta con un filo di sospetto.

Mia cugina si porto una mano sulla bocca con un gesto teatrale e sussultò: “Parli italiano!”

Vero... non me ne ero nemmeno accorta, dato che ero troppo scioccata dalla sua domanda. Comunque era un italiano abbastanza stentato.

Io scossi la testa. Non credo che ce l'avrei mai fatta a parlare dopo quello che avevo sentito.

Il suo sorriso crebbe: “Non c'è bisogno di essere timida.”

Io non ero timida. Non lo ero mai stata e mai lo sarò.

Ma se nemmeno so chi sei!” esclamai.

Le sue sopracciglia si aggrottarono e lui guardò da me a mia cugina e poi il suo sguardo di nuovo su di me.

Liam. Liam Payne. Ora mi riconosci?” chiese con dolcezza.

No, io-” cominciai a dire. Poi mi tornò in mente quando, sull'autobus, Marianna aveva cercato di dirmi chi diavolo faceva parte dei One Direction.

 

Se non vuoi fare figuracce farai bene a ficcarti in testa quello che ti dirò ora, Alex.” disse schiarendosi la voce, “Ci sono cinque membri, beh, sei se conti anche Kevin...”

Alzai una mano: “E Kevin chi sarebbe?”

Lei ridacchio: “È il piccione.” Ma che... Aveva perso il cervello per caso?

Mi stai prendendo per il cu-ehm, giro? Mi stai prendendo in giro?” le chiesi.

Lei fece finta di non avermi sentito, mettendomi sotto gli occhi un'immagine di cinque ragazzi. Adesso, in tutta sincerità, erano belli, e anche se la loro musica mi piaceva poco. O meglio, non mi piaceva per niente.

Me li puntò uno per uno: “Niall, Zayn, Louis, Liam e Harry.” pronunciò l'ultimo nome in una vocetta sognante.

Mi ritrovai a ridacchiare: “Ti piace, eh?” le chiesi, punzecchiandole il fianco.

Lei arrossì.

 

Lo guardai bene in faccia, ed effettivamente qualche somiglianza con la foto c'era.

Tu sei Liam!” dissi puntandogli un dito addosso.

Lui spostò il peso sulla gamba destra e mi guardò stranamente: “Sì, è quello che ho detto.”

Io agitai una mano, come per farlo star zitto e mi girai verso mia cugina: “Sul serio, Mery? Ti sei agitata così tanto per questo tizio?” Lei aprì la bocca per protestare.

Io gliela tappai.

Liam ora era decisamente imbarazzato, e anche io dovevo ammettere di aver dato spettacolo, ma tanto non è come se l'avrei visto ancora dopo oggi, se non da lontano al concerto.

Va beh, se non volevi un autografo bastava dirlo.” si difese lui.

Ma l'ho fatto rinc-bambito! Rimbambito.” dissi, bloccandomi prima di dirgliene quattro.

Lui arrossì: “Scusa allora.”

Oddio... Era tenerissimo quando diceva scusa con quell'accento inglese!

Ridacchiai e glielo dissi.

Liam sorrise un filino prima di chiedere con voce tristemente compassionevole: “Ma sei bipolare?”

La mia faccia si indurì di nuovo: “Ma vai a farti fot... friggere!” gli dissi prima di tornarmene in camera incavolata col mondo.

Soppesai in mano il mio quadernetto con la lista. Non sapevo se cancellare il punto trentasei, insultare un personaggio famoso. Voglio dire, non è che l'avessi proprio insultato, ma ciò che volevo fare era stato di sicuro quello...

Alla fine lo cancellai, perché, come si dice, è l'intenzione che conta.

 

N.d.A. Vi prego ditemi cosa ne pensate! Io personalmente non sono una grande fan dei One Direction, quindi non ho idea di come far comportare i ragazzi in questa fanfiction. Visto che questa è stata la prima volta che ho introdotto uno dei ragazzi vorrei sapere se ho fatto un buon lavoro o se è una schifezza. Magari ditemi anche come posso fare per migliorarmi.

E prima di ricevere commenti stupidi, lo so che i ragazzi non parlano in italiano, ma sarebbe stato troppo complicato altrimenti. A proposito, grazie a quelli che hanno recensito, i vostri commenti hanno fatto la mia giornata :)

¹Oh, scusa. Posso essere autografata?

²Come ti chiami?

³Grazie. Posso fare una-una...

   
 
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