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Autore: gpthepanzer    13/02/2012    0 recensioni
"Era una calda mattina nella città di Nompret." il piu brutto inizio del secolo per una storia che parla di un giovane(non troppo) ragazzo che stanco della sua ricerca, decide di cercare finalmente aiuto nelle poche persone che conosce. ricco, con successo, il nostro protagonista(wulfen per l'appunto) è all'arrivo per scontrarsi con la realta in cui vive in modo "a tratti idiota" definirebbero alcuni sani di mente "a tratti disperato ed idiota" altri sani di mente.
ispired by "infinite jest"(libro), e dalla "lady strepta"(pseudonimo di persona reale)
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una calda mattina nella città di Nompret. se si può definire "una calda mattina" una temperatura appena superiore allo zero, gli scherzi dell'inverno. come al solito Wulfer stava pregustando le gioie mattutine di un letto caldo, una sveglia presto per rilassarsi ancora un po’ nel letto, ed evitare i fastidiosi problemi mattutini dell’essere umano medio al bagno di prima mattina. Aveva un inciso dei "clockwork feeling" sulla sedia accanto al letto, che non si trovava al suo solito posto, vicino alla scrivania, poco voluminosa e spaziosa su cui lavorava a quelli che lui definiva "i suoi sentimenti". Grossi wafer di silicio, pezzi di meccanismi che sembravano usciti da un film steampunk, come la sua camera, e tecnologie all'avanguardia.
Non c'era un singolo ingranaggio che non fosse appositamente studiato per essere tecnicamente universale per tutti i suoi figli. La sera prendeva i suoi attrezzi, e circondato da una luce soffusa, smontava, allargava, stringeva, toglieva, riutilizzava, implementava. Si potrebbe dire che quasi viveva in un mondo tutto suo nella sua camera. C'era un solo altro simbolo umano oltre a lui, una foto, di lui con una figura sbiadita e piena di polvere che si stentava a riconoscere. Nessuno all'infuori di lui era dato conoscere l'identità dell'uomo, donna o bambino che era rappresentato, mentre la figura di Wulfer, gli mordeva un braccio, quasi cannibalisticamente, all'altezza della spalla. La sua espresisone in quella foto trasmetteva un non so che di maligno e macabro, ma anche quasi euforico, e allo stesso tempo un’enorme tristezza. Il cocktail di sentimenti che erano usciti fuori in quell'immagine difficilmente veniva provato a descrivere dal suo amico, tesnir alias "il mansmark"che non era sicuramente conosciuto per le sue doti di mira né perche praticasse sport riguardanti le armi, né per il successo con le ragazze. Non era nemmeno abbastanza "nerd" da poter giustificare un tale soprannome. Non aveva voglia di alzarsi nemmeno a cannonate, se non fosse che avrebbe dovuto finire il suo lavoro oggi. Si alzo nella sua tuta da notte grigia, stanco del solito, un po' meno di ieri, dopo un sorso di ballate d'amore non corrisposto e aver ascoltato il suono del suo alchol. entro in bagno, molto velocemente infilo un vecchio paio gi pantaloni imbottiti, il suo passamontagna con scritto "forget your dreams and &*#ing create something", che veniva nascosta completamente dal poderoso giubbotto, e dal resto dei suoi vestiti. se lo portava ancora non aveva dimenticato.
 
Usci di casa in fretta, chiudendo la porta con una striscia di pelle incastrata nella serratura, cosicché tirandola si potesse aprire. Non era la piu geniale delle idee, se non fosse che gli unici beni che aveva erano quei pezzi di ferro, anche se ci teneva molto. Era diretto nel quartiere residenziale, lontano dalla periferia dove viveva lui. Prese il 86F per un bel pezzo, imbardato nei suoi vestiti un po troppo ingombranti, poi continuo a piedi fino ad arrivare alla via dove aveva proposto di incontrarsi con lei.. La persona che doveva incontrarlo, una ragazza riccia, sposata da quasi 7 anni, la conosceva fin da piccola. Aveva condiviso gran parte della sua infanzia in una casa vicino alla sua, finche lui non provo a far volare il suo sogno di fama nel campo tecnologico. Effettivamente ci era riuscito, ma non amava i lussi, cosi continuava a vivere nella sua casa da 4 soldi. Lei, la zsofia, zsofì praticamente per tutti quelli che la conoscevano, non era veramente molto attraente fisicamente, ma era ben vista da tutti, per il suo carattere forse o per la sua personalità. prima che arrivasse, si sedette su una panchina di gelido marmo, che piu che comoda sembrava fosse ricoperta di spuntoni d'acciaio per il suo fondoschiena, la sua temperatura era glaciale , come il resto 
 
Inizio lui a parlare, per rompere il ghiaccio. Sapeva cosa voleva ottenere quella giornata<< sai perche ti ho chiesto di uscire in una giornata cosi fredda, in cui persino i cani non vorrebbero uscire? >> in quel momento inizio a spirare una leggera brezza, che data la temperatura sembrava fosse fatta di coltelli. Lei non sapeva cosa rispondere a una domanda cosi stupida << ....perche mi volevi rivedere? >>
<< no perche ho finalmente bisogno di un favore che puoi fare solo se mi vuoi veramente bene. oltre l'amore classico, prima dell'amore platonico e prima di quello idilliaco dei film >> << cosa?? >> << quello che ti ho detto quando eri ancora giovane e senza rughe >> lei gli diede un vigoroso schiaffo. Lui non fece una mossa. Sapeva cosa gli frullava nella testa, ma lei probabilmente non lo ricordava. << non ti permettere di dirmi che ho le rughe, sono già abbastanza senza che te le nomini >> << ancora non capisci vecchia? - un altro schiaffo. Lui impassibile. - va beh fa niente... >> << invece fa! Ci sono poche volte in cui dici queste cose: hai un problema ma non vuoi dirlo. Solo perche non hai una moglie, non vuol dire che devi fare cosi tutte le volte >> << ho un regalo per te. Ma, mi devi promettere che lo userai appena puoi >> gli diede un meccanismo di sua invenzione, simile a una balestra in miniatura in grado di sparare piccoli proiettili calibro nove millimetri. Probabilmente non era calibrata per sparare più di un colpo, poiché l'esplosione avrebbe sicuramente distrutto il meccanismo. o incredibilmente l'arma avrebbe sparato il colpo e reso inutilizzabile. << questa è buona, un altro dei tuoi affaracci, ma cosa sarebbe? >> << un’arma da fuoco. E questo è un proiettile - e gentilmente gli desse il fine proiettile, probabilmente fabbricato e caricato in casa - tutto è testato per funzionare correttamente una volta, una volta sola >> << tu sei un...... IDIOTA >> << te l'ho chiesto perche io provo un affetto indefinibile per te. che va oltre all'amore semplice, ma prima dell'amore dei film >> << come pretendi che io faccia una cosa cosi orribile?! >> il suo tono si era fatto più gentile. Lui l'abbraccio. << poiche tu sei l'unica motivazione che mi rimane per vivere l'unico motivo per cui mi sento vivo. Perche mi vuoi bene. >> inizio a piangere come un disperato, come se stesse riversando tutta la tristezza che aveva da quando era nato in un unico singolo istante. << non faro una cosi orribile. Non me lo provare a chiedere >> << te lo chiedo solo perche io ti voglio bene. fallo , non ne avrei mai la forza di farlo da me. E sai che non potrei mai chiederlo a nessun altro. >> Inizio a piangere anche lei. più composta di lui, che oramai sembrava un fiume di lacrime. << cosa ti aspetti che faccia io? >> << qualunque cosa >> la sua mente era offuscata, non capiva piu cosa dire, si limito a stringere forte il petto della sua amica contro il suo, sapeva che difficilmente la sua amica sarebbe riuscita ad esaudire il suo desiderio
 
nel caso fosse riuscito ad ottenere ciò che voleva non l'avrebbero ritrovato in mezzo alla neve, ricoperto di sangue. o forse appena macchiando la neve. nel caso non fosse riuscito, per quanto ancora sarebbe riuscito ad andare avanti? Mah.

scritto, rivisto, e provato a mettere su codesto forum in un evidente stato di semi-disperazione/illuminazione-semi-divina/chaos-mentale-alla-caparezza
  
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