L'opera
Personalità
Essere puri ed inconsapevoli è l'unico modo per
riuscire a non essere sospettati.
Non credere di aver commesso un crimine, creare una
diversa realtà nella propria mente, è l'unico modo per sfuggire a
chi ti da la caccia, a chi vuole, per la seconda volta, avere la
meglio su l'unico male che vuole salvare il mondo.
Il telefono squillò improvvisamente in casa Matsuda, il
cellulare del ragazzo per l'esattezza, quello destinato al lavoro, al
gruppo di indagine del caso Kira.
-Ovvio, Near attribuirà immediatamente la morte del
criminale a me, e a chi sennò?, sono l'ultima persona ad aver
toccato il Death Note-.
L'omicidio è stato ormai compiuto, non si torna
indietro.
"Pro...pronto?, qui e Tota Matsuda, chi parla?",
sicure le ultime parole della frase, da dove viene tale certezza e
sicurezza?, da quando il giovane agente possiede tali
caratteristiche?.
"Matsuda, sono Near...gradirei incontrarti
personalmente domani stesso alle 16:00 se per te non è un problema,
ovviamente verrai scortato dai miei uomini.".
Richiesta certamente già prevista, -Ecco lo sapevo,
eh mo che faccio?, devo andare, questo è certo; il contrario
significherebbe irrimediabilmente la confessione della mia nuova
natura-.
Le pupille si dilatano, le palpebre quasi scompaiono, la
bocca si socchiude leggermente.
-Un momento?!, nuova natura?, cosa mi sta
succedendo!!, io non voglio essere un assassino!; io non voglio
essere Kira!, non voglio fare parte di tutto questo!- pensiere
sconnessi, sospesi solo con qualche immagine di un presunto e
plausibile futuro: lui, il nuovo Kira, a capo di un nuovo mondo.
"Perchè?!!" un urlo tonante il seguente,
carico di disperazione e di odio contro se stesso, odio contro la
persona che sta diventando, senza nemmeno un motivo per altro, lui
non vuole diventare Kira, lui odia Kira, non appartiene a quella
realtà.
"Perchè!, Perchè!, cosa mi stai facendo brutto
mostro!!" ora le grida rivolte Ryuk, per nulla scomposto da tale
scenata, anzi , parecchio divertito.
"Hehe, niente Matsuda...perchè mi accusa di una
tale sciocchezza, io non posso manipolare la mente degli esseri
umani, e poi...non ne vedrei una utilità, stai facendo tutto da
solo...hehe".
Un altro urlo straziante proviene isterico dalla bocca
di Matsuda, ora in ginocchio nuovamente, fissante il pavimento ormai
assente, totalemente sconvolto.
"Io...Io...non sono un assassino...non....non lo
sono" dei biascichii i suoi, non più parole, distrutte da una
disperazione sempre più incalzante, ormai al culmine, all'apice
della sua devastazione.
Non getta la pagina del Death Note però, l'idea non gli
passa nemmeno per la mente, perchè?, perchè tanto dolore e
sofferenza e non pensare nemmeno di gettarne la causa?.
Il giorno dopo, 16:00 in punto.
Lo sguardo sgomento fisso al pavimento, con passi
indecisi e strascinati il giovane Matsuda si dirige verso la stanza
nella quale si trova Near.
"Ben arrivato Matsuda, sono felice di averti qui"
immediate le parole del bambino appena entrato l'ospite nella stanza.
"Verrò subito al sodo con te Matsuda...hai visto
il telegiornale ieri?", un breve silenzio, e subito la risposta,
quasi inaspettata dai presenti "No Near, purtroppo non l'ho
visto, che è accaduto?, spero nulla relativo il caso Kira?".
Si è irrimediabilmente tradito, stolto Matsuda,
assolutamente neanche lontanamente alla pari con Light.
"Io non ho certo parlato del caso Kira Matsuda, ho
solo fatto una semplice domanda, perhcè menzioni il passato ora?,
sono quindi sicuro che ti riferisce alla causa della morte del
criminale alla guida dell'auto", una pausa, come a voler
somministrare ulteriore ansia nel cuore dei presenti, "Arresto
cardiaco, ti ricorda qualcosa Matsuda?", gli occhi dell'agente
sono ora già nuovamente persì, in crisi immediatamente, pare non
abbia resistito nemmeno alla prima "battuta".
"Già...strano, chi supponi sia stato, potrebbe
esserci un qualsiasi collegamento con un altro possessore di Death
Note?", occhi fissi su quello che ora potrebbe rappresentare un
avversario.
"Possibile, certo ovviamente tu sei in cima alla
lista dei sospettati, con un 70 percento delle possibilità di essere
il colpevole.", altra la pausa tra un discorso e l'altro, "Lo
supponevo Near, in fondo sono stato l'ultima persona ad entrara in
contatto con il Death Note, chi altri avrebbe potuto ...",
deduzione semplice ma corretta la sua, "I tuoi uomini però
immediatamente mi hanno seguito nel caveau, e soprattutto, non farei
mai una cosa del genere!".
"Esatto signor Matsuda, lei non farebbe mai una
cosa del genere, pur tuttavia le sue deduzioni non la tolgono affatto
dal primo posto tra gli indiziati, che per tutta verità, comprende
solo e soltanto lei.",il silenzio dei presenti non lascia scampo
al giovane agente, il quale lentamente, sprofonda in una crisi sempre
più nera; come può tenere testa ad una avversario tanto scaltro?.
"Se non le dispiace infatti, vorrei andare a dare
un occhiata al Death Note che senz'altro, ora si dovrebbe trovare al
sicuro e soprattutto immutato nella propria cella."
"No...no...certo, controlli pure senza problemi,
almeno in questo modo potrò uscire da tale situazione." veloce
la sua risposta, stranamente sicura di se.
"Po...posso andare ora?", uno sguardo
agghiacciante ancora da parte di Near, "Certamente signor
Matsuda, non la tratterrò un minuto di più".
Sconfitto, sconfitto in partenza il presunto nuvo Kira,
forse, almeno questi sono i fatti sino ad ora mostrati.
-Ora cosa faccio, io sono consapevole dei crimini che
ho fatto, perchè mi sto opponendo?, perchè?, non posso essere
scoperto però, che ne sarà di me successivamente?, qual'è il
destino che mi attende?!, è ora di agire, ormai è tardi, il guaio è
stato fatto-.
Pensieri naturali nella sua mente, puro istinto di
sopravvivenza, quasi come un bambino consapevole di aver compiuto una
marachella.
Torna a casa, a piedi, un passo dopo l'altro,
continuando a pensare, pensare alla propria vita, a quello che era
capitato.
Come è possibile?, il buono e puro agente Matsuda,
accanito nemico di Kira, aspro oppositore, ora si ritrova nei suoi
stessi panni, perchè tutto ciò?, perchè.
Domanda che continua a rimanere in sospeso, annebbiata
nella menta del ragazzo.
Si sdraia sul letto, è esausto, accende il televisore
della propria stanza.
"E' in corso un blitz da parte della polizia nella
città di Osaka a danni della mafia giapponese, il latitante da ormai
venti anni Atsumori Baiko è stato scoperto dalla polizia la quale si
sta immediatamente dirigendo sul posto".
Sta succedendo di nuovo.
Quasi d'istinto Matsuda si scaglia sul comodino
raccogliendo in preda ad una frenetica follia la pagina strappata del
Death Note.
"Eliminato!, Eliminato!, Eliminato!" urla
tetre, riecheggianti in tutta l'abitazione.
Intanto Ryuuk è ormai apparso al suo fianco, intento a
cercare mele nella casa dell'agente, "Hehe, sei cambiato
Matsuda, non ti riconsco più davvero...ma quardati un po'".
-Un altra volta, ho ucciso ancora, un altro nome
sulla pagine del diario della morte, è mio ora....è soltanto
mio...- è travolto da una sinistra forza, da una psiche ormai
distrutta, da una personalità ormai scomparsa.
-Ho ucciso ancora, ormai non mi controllo più,
questo non sono io....non posso essere io.-, sguardo che va a
portarsi prima alla ricerca di quello di Ryuuk, poi al televisore,
atterrito, spento.
-Devo ucciderlo, a questo punto è l'unica cosa che
mi resta da fare...non vi è altra soluzione.-, il pensiero truce
congela la mente del ragazzo, ormai svanito nella sua stessa mente,
ormai perso in mille personalità, da lui per nulla riconosciute,
bensì ormai dominanti.