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Autore: Agapanto Blu    14/02/2012    3 recensioni
Questa fan-fic è la storia di due angeli profondamente innamorati, Miriam e Nicola... La loro relazione è ostacolata dal fatto che lui è un Caduto mentre lei è uno degli Angeli più importanti del Paradiso perchè è destinata a succedere a Gabriele come Arcangelo... A cent'anni dalla loro separazione arriverà qualcuno a scombinare le carte in tavola: una ragazza di nome Lucia che potrebbe spazzar via il passato e dare ai due angeli una seconda possibilità...
Autrice: Non sono brava e questa è la prima long-fic che scrivo... Siate clementi e recensite!!! Anche per scrivere critiche, mi raccomando!!! Ne ho bisogno!!!
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La saga degli Angeli di Victoria'
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Eccomi qui…
Non so davvero che dire…
Questa storia è la prima long fic in assoluto che io abbia scritto e, di riflesso, anche la prima che io abbia mai pubblicato…
Mi rendo conto che sia un storiella e non ho mai avuto la pretesa di considerarla un capolavoro, anche perché di errori ce ne sono un sacco, però mi ci sono affezionata e sono cresciuta al fianco dei miei personaggi…
Spero che voi, come me, vi siate divertiti a seguire la storia di Nick e Miriam…
Questa storia finisce oggi, 14 Febbraio: San Valentino. Giuro che non era una cosa voluta ma una semplice casualità (ma chissà: qualcuno dice che il caso non esiste)…
Fatto sta che Nick è Caduto il 14 Febbraio e io, in questa ricorrenza, pubblico il capitolo che lo vede finalmente al fianco della sua Miriam…
A voi il capitolo, ci vediamo nel prossimo epilogo…
Ciao ciao!
Lady Catherine

 

 
33.
 
“Viva Miriam e il nuovo gruppo d’Angeli!”
La voce del proprietario del Fallen’s risuonò forte nella hall dell’enorme grattacielo resa stretta e quasi invivibile dalle centinaia di corpi di Angeli, Nephilim e umani innamorati stretti nella sala per festeggiare la libertà riconquistata.
La musica iniziò a suonare nuovamente e camerieri sorridenti portavano in giro cibo e bevande di ogni tipo mentre tutti festeggiavano la fine di un bruttissimo periodo.
I bicchieri si alzarono e tintinnarono in un brindisi spontaneo mentre le luci cambiavano e la festa si distribuiva su tutti i piani dell’edificio.
Entro la mattina dopo gli Angeli sarebbero quasi tutti andati via, alcuni sarebbero rimasti chi per lavorare e chi per semplice abitudine e il Fallen’s Skyscraper sarebbe tornato tranquillo come al solito senza l’assembramento degli esseri immortali che vi si erano rifugiati per sfuggire alla caccia di Zira.
Miriam riuscì a svicolare tra i corpi sfuggendo a un Angelo che non smetteva più di parlarle e scivolò con grazia alla ricerca di Nick.
Non avevano avuto molto tempo per stare insieme ma ora era tempo di festeggiare e lei era decisa a farlo.
Con lui.
Ma tra Angeli e semi Angeli era impossibile individuarlo, specialmente con le luci che si alzavano e si abbassavano in un’atmosfera da discoteca.
La ragazza scorse Lucia e Mattew, abbracciati, che chiacchieravano con Joe e Betty e cercò di raggiungerli per chiedere informazioni.
Mattew baciò Lucia e l’Arcangelo sorrise continuando a muoversi per raggiungerli quando una mano la afferrò per il polso e la trascinò indietro fino alla porta delle scale di servizio.
La giovane tentò di girarsi e divincolarsi e lo sconosciuto le posò una mano sulla bocca, facendola tacere.
Ma, una volta nel buio della scale con come illuminazione solo i riflessi delle luci fuori, la presa del misterioso rapitore si allentò sensibilmente e divenne una delicata carezza sul collo di lei.
Una carezza nota.
Miriam ridacchiò.
“Non avrai davvero voluto disturbarli!” la rimproverò con dolcezza Nick portando le labbra al suo orecchio, “Stanno tanto bene insieme… E poi è maleducazione interrompere un bacio…”
La ragazza scosse la testa continuando a ridere.
“Sei un pazzo! Mi hai fatto preoccupare!” disse la ragazza.
Tutti e tre gli Angeli Caduti avevano a disposizione sia un aspetto umano sia uno angelico e tutti avevano preso quello normale per la festa: Nick era tornato quello di sempre e Miriam la ragazza umana che era stata in passato con i capelli di un biondo chiarissimo che le scendevano fino ai fianchi e con gli occhi di uno strano misto di azzurro e grigio.
Nick le baciò il lobo.
Innamorato pazzo, prego….” rettificò tirandola lentamente verso le scale e convincendola a salire.
“Dove mi porti?” chiese lei percorrendo i gradini tenendolo per mano.
“Vedrai…” replicò lui enigmatico.
Salirono le scale ridendo e scherzando ma senza mai smettere di sorridere, troppo felici per la riconciliazione avvenuta.
Arrivati al sessantesimo piano, Nick continuò a salire per raggiungere la terrazza.
Quando aprì la porta lo spettacolo che li accolse fu inaspettato e meraviglioso: l’intera città brillava per le luci delle case attorno a loro come migliaia di candele che non tremavano e il buio nascondeva il grigio dell’asfalto e del cemento trasformandolo in una tonalità scura di blu, nel centro della terrazza stava un piccolo registratore.
Miriam osservò il tutto stupita.
“Mmm…” commentò Nick alzando un sopracciglio, “Dovrei stupirti più spesso…”
La ragazza lo lasciò un secondo per avvicinarsi al cornicione e ammirare lo spettacolo.
“L’altra volta non era così bello…” si lasciò sfuggire e si morse la lingua quando vide l’espressione accusatrice di Nick.
La ragazza sbuffò.
“Senti un po’, come credi che ci sia arrivata Lucia quassù?!”
Nick annuì.
“Immaginavo che tu e lei foste in combutta da quando vi siete abbracciate nella radura… Le avevi già raccontato tutto, per questo non era così scioccata…”
Miriam annuì semplicemente.
“Le ho raccontato tutto, le ho indicato il tatuaggio di Dimitri e le ho salvato la pelle mentre ti aspettava quando è arrivato John…” ammise.
“E in cambio?” chiese lui ancora sospettoso.
“In cambio lei ti ha tenuto d’occhio e lontano dai guai per me…” rispose tranquillamente Miriam.
“Non ho bisogno della baby-sitter…” bofonchiò Nick mettendo su un mezzo broncio da ragazzo offeso nella sua virilità.
La ragazza scoppiò a ridere e lo raggiunse poi gli portò le braccia dietro il collo e gli si avvicinò.
Nick posò le mani sui fianchi di lei con un sospiro di resa poi le sorrise.
“E così avevo un Angelo custode…” scherzò.
“E io non ho un Angelo che possa salvarmi da quello?” osò Miriam indicando con un cenno del capo il registratore.
“No…” le rispose Nick sorridendole poi raggiunse l’apparecchio e fece partire una musica lenta che la ragazza non conosceva ma con un ritmo facile da ballare in due.
Nick tornò indietro e la riprese tra le braccia.
Iniziarono a ballare piano, semplicemente dondolandosi.
“L’ho aggiustata…” esordì Miriam all’improvviso appoggiando il capo sul petto di Nick in modo da avere un orecchio sul suo cuore e ascoltandogli il battito.
“Cosa?” chiese lui stupito ma dalla voce la ragazza capì che non aveva perso il sorriso.
“La quercia…” rispose l’Arcangelo.
Nick si paralizzò.
La ragazza alzò la testa per guardarlo in viso e capire cosa avesse detto di male ma quello che vide furono solo due guance un po’ arrossate dall’imbarazzo.
“Eri anche lì?” chiese Nick abbassando la testa e vergognandosi all’idea che la sua fidanzata fosse presente al suo sfogo.
Miriam sorrise e annuì.
“Scusa…” disse Nick ma lei gli mise un dito sulle labbra troncando sul nascere ogni altra parola.
“Anche tu mi sei mancato tanto… Solo che se io urlavo, mi sentivano…”
Nick scostò con delicatezza la mano di Miriam prendendola nella sua e lei pensò che si sarebbero rimessi a ballare ma lui si piegò in avanti e la baciò con dolcezza.
Quando lei fece per rispondere al bacio lui si ritrasse come avevano sempre fatto in passato: non si poteva passare dall’amore al piacere in Paradiso.
La ragazza mise il broncio, gesto insolito da parte sua, e causò le risate di Nick.
Il ragazzo si sentì tirare per un braccio di nuovo verso l’interno e guardò spaesato Miriam.
“Che ho fatto?” chiese ma lei non rispose.
Continuò semplicemente a tirarlo con dolcezza verso le scale e lo fece scendere di alcuni piani.
Nick era così stordito dal cambiamento di Miriam che si accorse di essere sul suo piano solo quando lei aprì la porta del suo appartamento.
“Allora non me le sono sognate le ali!” esclamò collegando la sua presunta allucinazione alla conoscenza della ragazza del suo alloggio.
“Eh no…” confermò la giovane tirandolo ancora fino alla sua stanza.
Entrarono e lei chiuse la porta appoggiandocisi contro con la schiena.
“Sai qual è il lato positivo dell’essere l’Arcangelo dei Caduti?” chiese con serietà.
Il ragazzo scosse la testa fissandola, impalato davanti a lei.
Miriam si avvicinò a lui premendo i loro corpi assieme e portò le labbra a un soffio da quelle di Nick.
“È che, come i miei protetti, sono totalmente immune alle regole del Paradiso…” mormorò la ragazza suadente mentre faceva scivolare le mani sui fianchi del fidanzato mirando a sollevargli i lembi della maglietta.
Lì per lì, Nick tentò di fermarla ma poi assimilò le sue parole e comprese le implicazioni.
“Vuoi dire proprio tutte?” chiese temendo di aver capito male le intenzioni di Miriam.
In tutta risposte lei, trovato l’orlo della T-shirt, iniziò a sfilargli la maglia con espressione maliziosa.
Nick le tolse la mani da i fianchi e alzò le braccia per lasciarla fare rimanendo poi a petto nudo.
Tra i due non ci fu neanche un istante di imbarazzo, per lei era normale vederlo semivestito anche se la situazione era diversa e lo sapevano bene.
“Aspetta!” la fermò Nick e le mise le braccia ai lati del corpo premendola contro la porta.
Prima che potesse parlare, Miriam sentì lo scattare della serratura e capì che Nick si era accertato di non avere terzi incomodi.
“Previdente…” sussurrò staccandosi dal muro prima di baciarlo mentre sentiva le dita di lui risalirle lungo la schiena e scioglierle i lacci del top.
Si sorrisero e Nick la fece girare per spingerla con dolcezza verso il letto mentre lei lanciava per terra il piccolo pezzo di stoffa.
La ragazza aveva appena posato la schiena sul materasso che delle voci iniziarono a chiamarli nell’ingresso.
“Oh no!” bofonchiò Nick scocciato, a gattoni sopra di lei.
La ragazza rise a bassa voce.
Al di là della porta, Joe e Betty lo chiamavano.
“Nick!” chiamò l’uomo e la maniglia della porta si piegò anche se quella non si aprì.
“Ehy! Ragazzo, sei qui?” chiese l’uomo iniziando a bussare con forza.
“No!” gli rispose Nick scocciato, “Vattene!”
L’uomo rimase sbalordito per l’accoglienza e Miriam scoppiò a ridere con forza senza riuscire a trattenersi.
“Ehy! C’è anche Miriam lì dentro?” chiese sorpreso, “Perché vi siete barricati in camera tua, ragazzo?”
Entrambi i giovani arrossirono e si guardarono alla ricerca di una risposta.
“Joe!” urlò Betty, “Lasciali in pace, Santo Cielo!”
“Che sto facendo di male?” chiese l’uomo e Nick iniziò a sospettare che in realtà avesse capito benissimo la situazione.
“Secondo te perché due ragazzi giovani come loro si rinchiudono in una camera da letto ad una festa?” bofonchiò Betty e Miriam divenne bordeaux fino alle orecchie.
“Ah!” esclamò Joe, “Allora niente! Divertitevi, ragazzi!” urlò loro mentre usciva dall’appartamento con Betty.
“Lo accoppo!” promise Nick, “Prima o poi, lo accoppo!”
Miriam sorrise e la sua pelle tornò chiara poi alzò la testa e si tirò su qual tanto che bastava per baciare Nick e mordergli il labbro tirandolo giù con sé.
Quel che accadde da lì in poi, non riguarda nessuno al di fuori di loro due. 
  
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