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Autore: picci 1989    14/02/2012    4 recensioni
Sempre 2031.
Il Mondo Magico è arrivato al suo limite.
I NeoMangiamorte sono bestiali cannibali pronti a sbranare i propri nemici. E James, Generale del Mondo Magico, lancia la sua armata contro questo esercito di dannati.
La corona ministeriale è sempre più sbilenca sul capo di Albus Severus Potter. Molly Jr è un insicura e scostumata Ministro della Sicurezza Nazionale, legata dal doppio filo dell'amore e della carnalità a due uomini: James e Albus.
Rose è pazza, o presunta tale, Scorpius cerca di curarla, anche da se stessa. Ma Rose è anche una spregiudicata giornalista in cerca dello scoop della vita. Ama ancora Scorpius o lo scoop che i segreti del Dumbledore Hospital nascondono?
In una storia al limite della comprensione, al limite della legalità...
ATTENZIONE: STORIA REVISIONATA
Genere: Dark, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Lily Luna Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: AU, Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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CAP 09(CF)

Rapporti In Bilico – La Camicia di Forza

 

CAPITOLO IX

 

Sono diventato pazzo; ma siete voi che mi ci avete costretto

 

Whitechapel. Tower Elements

 

…Con quella veste; con quei guanti lunghi e quei bavagli sui volti erano in tutto simili agli assassini dei loro zii. E in parte ne dividevano la colpa. Perché anche se i beati e i santi sono tutti uguali e i peccatori invece si distinguono l’uno dall’altro, la colpa invece unifica tutti, beati e satanassi. Perché la colpa è di tutti e non lascia in vita nessuno.

“Ne sei proprio sicura?” era la voce timida di Dominique a parlare mentre stendevano sul corpo di Mary Ann un velo nero e la rimpicciolivano per farla entrare in una borsa.

“Si” il monosillabo freddo apparteneva a Roxanne, che era sempre stata la pecora nera della famiglia per quel suo comportamento gelido. Era la cattiva che aveva detto a suo fratello maggiore che Babbo Natale non era davvero un omone grande e grosso che portava doni ai bambini buoni. Lei era sempre stata la razionale della famiglia ed indossando quella borsa aveva di nuovo incarnato questo ruolo.

Perché chi nasce cattivo lo rimane.

Roxanne” la vocina del salotto fece fermare la scura giovane che si voltò a fissare una Lysander molto più calma e anche più vestita. Malgrado il triste fardello entrò nuovamente nel salotto seguita da Dominique. Solo gli occhi scintillanti e contriti di Roxanne si potevano scorgere in quel nero vestimento.

Le si avvicinò fin quasi a sfiorarla con la veste e Lysander le afferrò la borsa con mani disperate come Dante afferrato sul fiume Flegetonte.

 “No, Roxanne non puoi farle questo, pensa…pensa ai genitori” Roxanne la fissò addolorata ma non riuscì nemmeno questa volta ad essere gentile o dolce, se si fosse comportata in questo modo non sarebbe più riuscita a smettere di piangere e Mary Ann sarebbe divenuta una carogna sgradita a tutti.

“A loro penso” ringhiò fra le due fila di denti, rabbiosa per il tono duro con cui risuonava la sua voce e fuggendo alle mani imploranti della piccola spia strinse quelle di una frastornata Dominique per smaterializzarsi.

“Pronta?” Dominique annuì e sparirono in uno schiocco.

 

                                                        ˜

Lorcan si voltò a guardare la sorella, aveva un paio d’occhi rossi da fare spavento e la bocca non smetteva di tremare. Era sempre stato una persona pacifica ma avrebbe pagato caro e amaro l’uomo che aveva fatto piangere sua sorella.

Lysj  la voce di Lorcan si abbassò di un’ottava e avvicinò maggiormente sua sorella a se; per riscaldarla, malgrado non servisse più.

“Invidio molto Lily” rispose Lysander fissando l’amica ancor svenuta dormire placidamente stesa sul divano. Il viso perfettamente immobile e il respiro solo leggermente accelerato.

Dimmi che cosa ti hanno costretto a fare” rispose Lorcan ignorando totalmente lo sguardo assente di sua sorella minore che con fatica si spostò su di lui a fissarlo con attenzione, prima di sbuffare.

“Non ho fatto quello che credi, Mary Ann mi ha difeso anche da quel tipo di avances e Fred Weasley non ha riscosso altro pagamento se non una sbirciatina del mio profilo. – Lorcan pensò che bastava anche solo aver fissato il profilo di sua sorella attraverso una tenda per subire un distaccamento degli organi riproduttori dal resto del corpo, ma non disse nulla, lasciò che Lysander continuasse a parlare – Per quanto riguarda la tortura, mi ha solo legato i polsi, per il resto è stato davvero molto corretto. Spero di rincontrarlo, credo che sia un ottimo avversario…” Lysander non guardava il suo interlocutore ma lasciava che il suo sguardo assente vagasse per i giochi persiani del tappeto di Dominique.

Che cosa dici Lysj?” Lorcan fissava attentamente Lysander, doveva trattarsi di sindrome di Stoccolma, sicuramente si trattava di quel tipo di sindrome. Fissò anche lui Lily e si chiese se poteva dare qualcosa a Lysander per farle passare quella sindrome.

“ È stato lui a liberarmi, Lorcan, mi ha protetto da James e poi mi ha lasciato andare. Ha schiantato le guardie e ha trasfigurato Mary Ann nel topo che stringevo” Lorcan si innervosì di quella apologia così insistente.

“Sa che sei un animagus” non era una domanda.

“Sono stata costretta a trasformarmi davanti a lui” Lysander continuava a guardare il tappeto e questo innervosì maggiormente suo fratello.

“Ora come farai a nasconderti?”

“Non me ne preoccupo – fissò con circospezione Lily poi assicurandosi che ella dormisse guardò suo fratello per la prima volta con un paio di occhi così seri da far paura – Mi ha rivelato un segreto spaventoso”

Perché ti avrebbe raccontato un segreto?” Lysander lasciò che il suo sguardo vagasse per la stanza senza rispondere a suo fratello.

“Albus, James, Molly e Fred hanno un tatuaggio” Lorcan sollevò un sopracciglio senza però scomporsi troppo a quella rivelazione.

“Un tatuaggio?”

“Non un tatuaggio qualsiasi, una specie di Marchio Nero attraverso cui si chiamano l’uno con l’altro” Lorcan sbuffò

“Il Marchio Nero è un sigillo oscuro”

“Appunto, per questo è segreto. Hanno un tatuaggio disegnato proprio sotto l’ombellico, un cerchio in cui sono racchiuse delle antiche rune”

E come si comportano questi tatuaggi?”

“Come si comportava il Marchio Nero ma ogni tatuaggio è diverso. Le Antiche Rune seguono una gerarchia al cui vertice c’è Albus che ha le Rune più forti – Lily nel suo sonno pacifico sorrise dolcemente e ancora Lorcan desiderò ardentemente che Lysander potesse fare la medesima cosa, ma si costrinse ad ascoltarla, le informazioni erano importanti – a seguire nella gerarchia ci sono James Potter, Molly Weasley e infine c’è Fred. La gerarchia esiste perché alla chiamata del vertice non ti puoi sottrarre; le Antiche Rune non te lo permetterebbero”

“Le Antiche Rune sono un sapere antico, non credo ci siano più troppi libri su quest’argomento” Lorcan pensieroso spostò il suo sguardo a uno dei scaffali striminziti della libreria e si chiese se la biblioteca più vasta di Hogwarts vantasse più tomi su tale argomento. 

“Non ho mai studiato le Antiche Rune ma sembra che i mostri non sono più dove pensavamo che fossero”

“Sai come si dice; i mostri quando sono soli, si abbracciano al terrore

 

Molo Imprecisato. Tamigi

 

Tristi sono i funerali dei maghi come quelli dei babbani ma più tristi ancora sono quelli dei morti che non possono avere alcuna sepoltura. Dannati sono coloro che non fanno dormire i propri morti nella terra, perché a loro stessi sarà preclusa tale sorte e i morti si sdegneranno dell’offesa fatta e non ci sarà altro che buio e stridore di denti.

“Ci siamo” la nebbia fitta come un sudario ricopriva le ormai ghiacciate rive del fiume Tamigi. Il terriccio ghiacciato scricchiolava sotto le scarpe pesanti e il fiato sconnesso delle due giovani ombre si condensava davanti ai loro visi arrossati dal freddo. Boccate di fumo perlacee come fantasmi del rancore.

“Ne sei sicura?” annuisce la prima ombra, più scura e più determinata che sfila dalla sua borsa un lungo involto nero.

Rox ne sei sicura?” annuisce ancora l’ombra silenziosa e punta la sua bacchetta contro l’involucro. I babbani penserebbero a un piccolo animale, i maghi avrebbero qualche dubbio. L’ombra silenziosa respira pesantemente.

Sectusempra un singhiozzo e la seconda ombra punta la sua bacchetta contro l’involucro appena strappato.

Stupeficium” un fosco pop indica che la carne contenuta al suo interno è stata deturpata.

“Non basta gettarla nel fiume” piange l’ombra malgrado punti nuovamente la bacchetta contro l’involucro spezzato.

“Non basta” borbotta l’ombra che non piange.

“Ti prego Rox” trema la voce e la mano dell’ombra che piange  e la seconda gli afferra il braccio fissandola in volto intensamente. Gli occhi di entrambe scintillano anonimi alla poca luce della prematura serata.

“Il fiume in questo punto è poco profondo e con il fondale argilloso, il cadavere arriverà in pochi giorni al centro di Londra e non ci sarà alcuna possibilità che il fiume deturpi i tratti di Mary Ann abbastanza da renderla irriconoscibile”

“Non ce la faccio più Rox

“Devi Dominique, devi farlo, pensa a Neville e a Hannah, hanno perso già una figlia, vuoi far perdere loro anche la vita?” Roxanne, l’ombra più crudele, lanciò un nuovo incantesimo, quasi con rabbia, l’involucro si squarciò e un liquido denso andò a sporcare le mani di Roxanne.

“Oddio” sussultò Dominique, Roxanne posò la bacchetta e le sue mani tremarono mentre provava a scuotere via il sangue.

“Ora basta gettiamola nel fiume” con le mani congelate e sporche di sangue le due donne afferrarono l’involucro insanguinato e dopo due dondolii lo gettarono nel fiume.

La Bibbia condanne le spie, dicendo che il loro sangue ricadrà su di loro.

Eppure il suo sangue era dappertutto.

Era su di loro.

 

 

Numero Otto. Dumbledore Hospital

 

“Dottore, chi mi ha portato oggi?” Aracne balla ancora, inseguendo e allontanandosi dalla luce, Rose è al mio fianco, chiaramente distinguibile nei suoi vestiti pallidi e i suoi capelli rossi.

“Una Donna Insipida” gli rispondo e Rose mi guarda, arriccia il nasino infastidita e poi torna a fissare Aracne che a sua volta ironicamente mi risponde.

“Ho sempre avuto il Colesterolo alto, il Dottore mi ha detto di mangiare insipido”

“Simpatico, capisco perché ti piace tanto” Rose è chiaramente piccata e mi viene da sorridere maggiormente perché il suo viso è chiaramente alterato da una nota di panico ben visibile.

“Lei è Rose, Aracne, non crederle, in questa stanza è lei la più pericolosa” Aracne fiuta l’aria con interesse e sente l’odore di Rose, impossibile non sentirle l’odore firmato, chissà come è riuscita a portarlo fin qui.

“O la più pazza” tenta Aracne ridacchiano ma non è Lily, Rose è tutta un’altra storia e si ritrova a fissarlo con un leggero astio disegnato in volto.

“Divertente Zorro, ora proviamo a toglierti quella maschera” Rose si avvicina provando a mostrarsi coraggiosa, l’ironia e l’arma che usa quando è terrorizzata.

“Il Dottore non te l’ha detto, Rose, non si può togliere la mia maschera” Rose sorrise al Ghost, non sembra farle più tantissima paura, malgrado Aracne tende a rimanere nella penombra.

“Credimi Aracne, quando Scorpius era a scuola diceva sempre che non si poteva o non si doveva ma poi chiamava la sottoscritta e riusciva sempre a risolvere tutto” Aracne le si avvicina maggiormente interessato, al luce tenue mostra le sue braccia scheletriche e la sua posizione accucciata tanto simile ad un ragno.

“Non mi dica, lei è la Signora Dottore

“No” lo sibiliamo entrambi poi ci lanciamo uno sguardo ostile per la concomitanza del monosillabo e Aracne ride sussultando.

“Io credo proprio di si” ride sarcasticamente

“La maschera non può essere sfilata perché chiusa con una chiave che noi non abbiamo” passo a spiegarle il caso mentre lei lentamente gli si avvicina, la penombra non permette una visione maggiore ma il braccio destro sembra molto scheletrico e percorso da una fitta peluria bionda.

“Non hai la chiave?” dice Rose ridacchiando piano, lo fa anche Aracne, i bambini si piacciono.

“Parla con i tuoi adorati cuginetti!” le dico con rabbia, la sento ridacchiare nuovamente e mi risponde prontamente, bloccandosi davanti ad Aracne.

“Certo non ti dispiaceva la loro amicizia quando hai avuto questo posto”

“Ti sembra, forse, una benedizione?” si volta a fissarmi e a prendermi nuovamente in giro, lo capisco dalla sua espressione maliziosa quando sentiamo un leggero colpo di tosse provenire dalla parte in ombra.

“Non vorrei disturbare, ma si stava parlando di come togliermi la maschera”

“Non può essere forzata?” dice allora Rose tornando a guardare Aracne che è tornato alla luce e sporge la sua maschera.

“Rilascia una pozione a base di veleno di Billywing” dico con voce professionale e Aracne si avvicina fino a sfiorare il camice di Rose che lo guarda continuandosi a torturare un unghia.

“Interessante” studia la maschera per alcuni secondi poi si inginocchia al fianco di Aracne e guarda la piccola serratura sotto al suo mento “Credo di aver avuto un’idea”.

L’improvviso rumore di un pugno che si schianta sopra la porta fa sussultare tutti e tre. Aracne si nasconde nell’ombra improvvisamente spaventato e Rose si volta a fissare la porta che ha smesso di tramare. In risposta dei nostri sguardi stupiti entrano due infermieri;  uno basso e tozzo, l’altro alto e con un tatuaggio di un grosso basilisco sull’avambraccio destro. Il Basilisco ha gli occhi che brillano e sibila come dovrebbe fare un vero Basilisco e la pelle dove c’è il tatuaggio è squamata come se appartenesse davvero a quell’animale.

“Cosa diavolo…” sussulta Rose guardando confusamente i due infermieri; io la sospingo fuori dalla camera numero otto.

“Non concepisco i tranquillanti, volevo che smettessero subito di somministrarli ma dopo nemmeno ventiquattro ore il paziente è andato in shock anafilattico, ne aveva bisogno” Rose mi fissa apprensiva e sposta una mano sul mio avambraccio stringendo leggermente.

“Non ti preoccupare Scorppy, lo aiuteremo” mi tolse subito la mano come se si fosse scottata.

˜

“Ripetimi perché mi sono fatto convincere” sussurra Scorpius quando chiude la finestra della sua stanza da Primario. O sbuffo per la sua ritrosia.

“Hai inviato a mia madre una lettera chiedendole un fermaglio per capelli, non è certo qualcosa di indecente” siedo sulla poltrona in cuoio e vedo Scorpius stranamente nervoso e felice di togliermi dai piedi più che mai. Non ne afferro il motivo.

“Io sono un Dottore non dovrei ridurmi a dare ascolto a queste cose…” alle sciocchezze di una pazza vorrebbe aggiungere ma non lo fa, non vuole ferirmi, per un attimo nel corridoio fuori alla stanza numero otto i nostri sguardi erano sembrati davvero vicini ma adesso mi sembrava nuovamente lontano anni luce.

Cosa ti preoccupa? Una volta ti fidavi delle mie intuizioni” gli rispondo con un leggero broncio che non lo fa ridere, diventa gelido improvvisamente.

“Una delle tue intuizioni ti ha portato in questo posto”

“Non è stata una mia intuizione”

“E allora mi dici come ti è saltato in mente di baciare un molliccio?” ancora questa storia, se non lo conoscessi dire che è mortalmente geloso. Una volta avrei sorriso e baciato la ruga di malcontento che gli si formava al centro della fronte ma adesso non era più possibile.

“Ho baciato di peggio” dissi volutamente maliziosa, le labbra calde per il bacio che mi ero immaginata di posargli sulla fronte.

“Veramente?”

Segue un lungo secondo di silenzio, i nostri occhi si incatenano nuovamente li uni negli altri e un languore intenso fa capolino nel mio stomaco.

La porta alle nostre spalle si apre e Scorpius alza lo sguardo a fissare qualcuno dietro di me, io non mi muovo, sono pazza e posso permettermi la maleducazione.

“Scorpius, credo che Rose deve tornare al suo posto”annuisce rigidamente e mi sento afferrare per le spalle e sollevare dalla poltroncina. I miei occhi non lo lasciano e Scorpius arrossisce furiosamente prima di dire.

“Dottoressa dopo io e lei dobbiamo finire quel discorsetto della scorsa settimana” guardo i suoi occhi e poi guardo lei che arrossisce leggermente e ridacchia con la mano nascosta dietro il palmo, improvvisamente mi sento di troppo e capisco la fretta di Scorpius e l’ironia della dottoressa che quando prova a prendermi per le spalle per condurmi fuori e accelerare i tempi mi innervosisce maggiormente e mi libero dalla sua fredda stretta.

“Posso fare da sola” Scorpius mi sorride sarcasticamente, lo sa benissimo perché mi sono innervosita.

“Ti farò avere ciò che hai richiesto, Rosie”usa il mio nomignolo apposta non perché gli sfugge e i sporca di opportunismo quella tenerezza tutta nostra e io mi sento ancora più rabbiosa mi volto per passare la porta quando poi un pensiero mi blocca sulla porta. Volto il capo e lo fisso con intensità.

“Ho visto te” la brunetta può aver vinto una battaglia…

“Dove?” diciamo che con il tempo con cui gli sono stata lontana, ne avrà vinto molte di battaglia…

“Il molliccio si è trasformato in te” Scorpius rimane immobile come una statua di sale…Ma non ha ancora vinto la guerra!

 

 

St Mary Cray. Bromley

 

Roxanne Weasley riapparve nell’appartamento di Dominique con gli occhi rossi e il naso che colava, Lily si era appena ripresa e abbracciava con un certo trasporto Lysander.  Dominique Weasley apparve un secondo e trenta centesimi dopo Roxanne e si strofinò copiosamente i guanti da cui caddero alcune schegge di giaccio.

“Ragazze dove siete andate?” la domanda di Lily cadde nel silenzio della sala, Roxanne venne verso di lei senza proferire alcuna parola. Era stanca di parlare e spiegare qualsiasi sua mossa.

“Lily dobbiamo andare” la voce di Roxanne è così stanca che Lily si lascia afferrare senza discute o salutare gli altri.

Roxanne le afferra la mano sinistra, il guanto è gelido e anche Lily si sporca la mano di un fluido rossastro.

“Sangue?” sussulta cercando di lasciarle la mano per ripulirsi.

“Inutile che te lo togli Lily, Mary Ann è morta per salvare tutti noi, il suo sangue è sulle nostre mani” dice questo Roxanne e si smaterializza nel salotto di casa Potter.

Delle urla acute simili a quelle di una veela accolgono la loro materializzazione. Non è ancora nitido il salotto che Lily le lascia la mano bruscamente e posa i piedi sul pasquette chiaro, corre a una poltrona rossa e consumata dai cui provengono le urla.

“Madre ti prego calmati” sussulta la vocina di Lily, la madre fissa con occhi vuoti e terrorizzati il corpo vestito di nero di Roxanne, la sua carnagione nera, i suoi occhi lucidi e arrossati.

“Madre, sono io, sono Lily” ripete la ragazzina provando a sfiorare Ginny Weasley e a riscuoterla dal suo terrore. La madre però continua a fissare Roxanne che se ne rimane in silenzio e immobile, dai guanti continuano a scendere diluiti dal ghiaccio fuso lacrime di sangue che sporcano il pavimento. Dal suo punto di vista anche Roxanne guarda sua zia con uno sguardo scandalizzato. Sono molti mesi che non la vede.

Ginevra Weasley non si è mai ripresa dalla morte di Harry James Potter, Salvatore del Mondo Magico e suo unico, eterno amore. Inizialmente era stato un periodo di sei mesi in cui Ginny aveva smesso di mangiare e di dormire, poi erano subentrati altri problemi, legati alla magia e al suo uso.

Ginny Weasley mago purosangue, aveva dimenticato la magia ed era terrorizzata da tutto quello che di magico c’era in quel mondo. Lily era l’unica dei suoi tre figli che gli era rimasta accanto. Albus e James erano sempre in viaggio e non avrebbero potuto tenere la madre. Avrebbero dovuto chiamare un’infermiera che potesse mantenere il riserbo sulle condizioni oramai dementi della madre del Ministro della Magia. Ma in quei tempi non c’era nessuno di cui si fidavano. Lily era quindi costretta a vivere in una casetta appartata, lontano dalla Londra magica e da quella babbana. Questo non la spaventava, non più, oramai sua madre e lei avevano trovato il loro equilibrio.

Mamma su non spaventarti è solo un’amica”

Lily riuscì fortunosamente a trovare il modo di calmare sua madre e si voltò con impeto verso Roxanne che se ne rimaneva immobile, spauracchio di tutto quello che faceva più paura a Ginny. Magia e Morte.

Roxanne quante volte ti ho detto che non devi utilizzare la magia in questa casa”

La giovane ombra sempre più stanca e sempre più spossata annuì per poi scomparire nuovamente e totalmente dimentica delle parole di Lily.

Ginny riprese ad urlare.

 

W come Weasley. Diagon Alley

 

Roxanne era stanca.

Era sfinita già quando l’aveva chiamata Dominique; era spossata già quando aveva portato il cadavere di Mary Ann alla sua ultima ubicazione; era snervata già quando aveva accompagnato Lily da sua madre e la vista di sua zia Ginny che la guardava come se anche lei fosse una bestia era stata la goccia che aveva colmato il calice.

Non toccò nemmeno il pavimento che le sue ginocchia le si piegarono di botto e cadde pesantemente sulle mattonelle in cotto dell’appartamentino che aveva sopra il negozio W come Weasley. Il suo negozio.

“Sei stanca non è vero?” la voce era la sua, inconfondibile farsetto divertito.

Che cosa fai qui?” non tentò nemmeno di alzarsi rimase a terra e sentì lo scricchiolio delle giunture che si piegavano. Fred le si era inginocchiato accanto.

“Devi essere davvero esausta se non ti alzi a fronteggiarmi” Roxanne non si mosse.

“Sei qui in veste di Luogotenente?” chiese cercando di sfilare la bacchetta dalla sua veste ma Fred fu più veloce di lei le fermò il polso e la prese di peso in braccio, Roxanne lottò debolmente per liberarsi ma la fiacchezza ebbe la meglio su di lei e si fece trasportare sul letto.

“Ti sembrerà strano ma sono qui in veste di fratelloRoxanne sbuffò, non credeva minimamente che suo fratello Fred stesse dicendo il vero; Fred sorrise sfilandole i guanti e il mantello.

“Sono stato sospeso dalla mia nuovissima carica di Luogotenente” le tolse le scarpe e la fece stendere sotto le coperte, Roxanne lo guardò attentamente.

“Sospeso?” Fred sorrise e le carezzò la fronte.

“Non lo sai? Ho lasciato andare una spia” Roxanne spalancò gli occhi e si rese conto che l’amorevole attenzione di suo fratello era dovuta a quello. Si era pentito di aver lasciato andare Lysander.

“Una spia?” Fred le sorrise ancora e fece apparire una sedia, così da poterle sedere accanto.

“Non sei mai stata una bugiarda Roxxie non comincerai a mentire a tuo fratello proprio ora – la guardò attentamente e poi sorridendo aggiunse – parlo di Lysander, la sorella del fidanzato che tu non hai da almeno cinque anni” Roxanne si alzò di scatto ma Fred le mise una mano su una spalla e fece pressione in modo che non si alzasse dal letto.

“Non gli farai del male” sussultò stendendosi nuovamente, obbediente  suo malgrado. La stanchezza era tale che non riusciva più a muoversi.

“Non voglio fargli alcun male, ti prego di tenere Lysander al sicuro, si sta preparando qualcosa di grosso – Roxanne pensò che appena lui se ne fosse andato sarebbe andata ad avvertire le altre – Ora dormi sorella, devo sbrigare un’ultima cosa prima che tutto finisca” Roxanne avrebbe voluto urlare che intendeva per tutto finisca? Ma non lo fece e quando una polverina soporifera le fu soffiata in viso tutto si risolse nelle tenebre.

 

 

St Mary Cray. Bromley

 

Ginevra Weasley sedeva come una diligente bambola accanto alla specchiera. Indossava una lunga camicia da notte bianca, e spazzolava i suoi lunghissimi capelli rossi almeno trentatre volte ogni sera. La sua specchiera era bella; la cornice dorata con i putti che giocherellavano intorno.

Era stato un regalo del suo amato Harry.

Lilian cara, dov’è il mio talco?” Lily le posò la boccetta di lozione in polvere che sua madre credeva fosse talco. Era una pozione soporifera che aveva avuto da  Scorpius, era l’unico modo che aveva per far dormire sua madre.

Lilian sai quando torna Harry?” Ginny viveva nel suo mondo in cui Harry era ancora vivo e il Mondo Magico non era nuovamente in bilico sul baratro di una nuova guerra.

“Non credo madre che stasera tornerà aveva i straordinari in ufficio” Ginevra annuiva e continuava a spazzolarsi i capelli oramai sbiaditi.

“Lavora troppo Harry, devo dirglielo quando torna” Lily annuiva stanca e si stendeva nel letto matrimoniale.

Dove sono Albus e James?” Lily sussultò a quell’insolita domanda e sua madre posò la spazzola sulla specchiera.

“Sono…a casa di un loro amico, Scorpius Malfoy, te lo ricordi?” si morse il labbro quando vide sua madre voltarsi a guardarla.

“Un Malfoy, sai cosa dirà mio fratello Ron quando lo viene a sapere?” rise gioviale e arrivò al letto per poi stendersi anche lei e volgersi verso sua figlia Lily che lei ostinatamente chiamava Lilian.

“Ci toccherà stare solo io e te, bambina” Lily annuì e posò la testa sul cuscino. Fece un sogno agitato intervallato da strani urli e singulti. Ma era così stanca che nemmeno se ne accorse. Una donna urlava e parlava nel sonno, si costrinse ad aprire gli occhi, per quanto le costasse quel gesto, la sveglia l’avvertì che aveva dormito un’ora. Stava per richiudere gli occhi quando un urlo più intenso distrusse il suo mondo ovattato e si alzò di botto al centro del letto.

Al suo fianco Ginevra si dondolava sui talloni e urlava con gli occhi spalancati.

“Mamma che cosa succede?” Lily si alzò per cercare il talco, la boccettina era sulla specchiera, non l’aveva usata.

Lilian, oddio, un mostro, c’è un mostro dentro di me – Lily si voltò a fissarla temendo un nuovo scoppio di magia repressa ma la madre non sembrava in se, le braccia sottili stringevano le gambe e dondolava con uno sguardo folle e vuoto –

Lilian devi uccidere quel mostro oppure lui ucciderà me e te. Ha gli occhi rossi, enormi e spaventosi occhi rossi come il sangue, oh quanto sangue Lilian c’era quando trovai Harry, e il corpo del mostro è lungo viscido e verde. Oh Lilian erano nel fango verde di una palude i corpi delle persone che ho amato di più al mondo. E sono morti Lilian, sono morti, ti prego figlia mia non abbandonarmi come hanno fatto i tuoi fratelli, non abbandonarmi. Il mostro striscia dentro di me”

Lily le si avvicinò e la abbracciò stretta, due secondi dopo le versò sul capo mezza pozione soporifera e sua madre crollò di peso sul letto.

Ma le parole di sua madre le rimbombarono nelle orecchie e Lily non riuscì più a prendere sonno.

 

Stanza del Primario. Dumbledore Hospital

 

Il piccolo gufo planò sulla scrivania vuota del primario, Scorpius dal lettino fissò il piccolo pacchetto in cartone e la lettera che accompagnava quel pacchetto.

“Che cosa ti prende Scorp?” la brunetta che era stesa al suo fianco lo fissò con apprezzamento e si alzo per prendere il pacchetto e la lettera.

“Dottoressa appena sei pronta portami di nuovo quella Weasley” Scorpius si tirò suo e indossò la camicia abbottonandola. La dottoressa bruna tornò al lettino porgendogli il pacchetto e la lettera al Primario.

Scorp è inutile che la chiami per cognome, lo hanno capito tutti che te la tiri in questo studio per ben altre visite” Scorpius non rispose nulla ma fissò con attenzione la lettera che aveva liberato dalla ceralacca e cominciò a leggere con una certa apprensione le parole che Hermione Granger gli aveva inviato.

“Dottore?” insistette la brunetta poi sentendosi ignorata, sollevò gli occhi al cielo, si infilò nuovamente la gonna e la camicia e indossato il camice mise le mani in vita guardando nuovamente il Primario.

“Vai a chiamare Rose” scosse il capo innervosita la brunetta e uscì di volata dalla stanza. Inconcepibile come veniva trattata, suo padre Theodore ne sarebbe stato informato e avrebbe dovuto scambiare quattro chiacchiere con Draco perché non le piaceva essere trattata così.

˜

“Mi ha fatto chiamare” Rose era davanti al Primario, impettita e insofferente, non sembravano più una buona coppia di ricercatori, erano d nuovo due ex. E Rose era più che certa che il disordine in cui si trovava Scorpius Malfoy non era dovuto alla stanchezza, la Dottoressa bruna era stata più che felice di sorriderle e mostrarle il suo stesso disordine. Credersela tanto indossando delle sciatte Blu Marines con tacco cinque non era concepibile.

“Rose è arrivata la lettera di tua madre e questo pacco, - sbirciava ancora la lettera e le allungò il pacco ancora intatto lungo la scrivania senza notare il comportamento distaccato della partner – immagino che lo vorrai aprire tu” Rose si avvicinò frettolosamente alla scrivania e aprì con una certa ansia il pacchetto.

“Perché hai fatto tanto per avere questo oggetto” Rose gli sorrise stringendo fra le mani l’oggetto in questione. Dimentica delle considerazioni precedenti.

“L’oggetto che tu intendi è un fermaglio per capelli, ma non un semplice fermaglio. Questo fermaglio è stato il primo regalo di anniversario che mio padre ha fatto a mia madre. Il simbolo del loro amore” percorse con una carezza timida il fermaglio di dieci centimetri, bianco come l’avorio e lavorato ad arte.

“Interessante ma a noi che serve?” Rose lanciò uno sguardo in tralice al Dottore che gli sorrise sarcasticamente aggiustandosi ancora una volta il colletto spiegazzato della camicia.

“A te niente, perché non sai che cosa significa amare una persona e maggiormente non sai quando si sono dichiarati i miei genitori”

“Illuminami” chiese Scorpius, il sorriso non c’era più sulle sue labbra.

“I miei genitori sono eroi del Mondo Magico…” iniziò Rose ma fu nuovamente interrotta da Scorpius.

“Lo so, questo lo sanno tutti” Rose pensò che avrebbe potuto ringhiare come un cane e lo fece, Scorpius la fissò stralunato.

“Non interrompere”

E tu non dire ovvietà” ma aveva la stessa espressione stralunata e Rose riprese più soddisfatta di prima.

“I miei genitori sono eroi del Mondo Magico e hanno fatto la Battaglia di Hogwarts, durante quest’ultima per eliminare un horcrux utilizzarono denti di basilisco e si diedero il primo bacio. Mio padre per il primo anniversario di matrimonio fece un fermaglio con quella zanna a mia madre. Il veleno si è essiccato ma la zanna ha mantenuto le sue proprietà”

“Meravigliosa intuizione Rosie andiamo a provarla, subito” Scorpius si alzò e fece il giro della scrivania ma Rose lo bloccò posandogli una mano sul petto.

“Certo ma ad una condizione” Scorpius la guardò dall’alto, infastidito per quel nuovo gioco. Non gli interessava il prezzo di Rose lo avrebbe pagato, avrebbe pagato tutto quello che voleva.

“Quale?”

“Voglio un bacio” sorrise Rose e lo fissò intensamente, sotto quell’esame Scorpius s sentì imbarazzato per il disordine della camicia o per la macchia rossa dietro il lobo destro.

Rosie smettila di scherzare” ma Rose gli si avvicinò maggiormente proprio al lobo destro e gli sussurrò all’orecchio, ogni fonema soffiato con ardore.

“Non sto scherzando Scorppy, se questa cosa funziona, voglio un bacio da te”

E sia” ringhiò Scorpius una rabbia improvvisa e un ardore che credeva spento dentro di se. Non credeva di provare ancora quel sentimento per Rose.

“Non fare quella faccia, da quello che dicono bacio abbastanza bene” non sorrise Scorpius ma sentì la gelosia montare in lui.

“Certo se i tipi che baci sono tutti mollicci” Rose sorrise maliziosa comprendendo il perché di quella frase e comprese che era vero, poteva ancora risvegliare quel tipo di gelosia in Scorpius.

“Vedremo se è tu sarai più bravo del molliccio” si avvicinò alla porta e Scorpius le venne dietro spingendo indietro la porta che Rose stava aprendo.

“Ne hai dubbi” Rose si voltò a fronteggiare il suo ex fidanzato con lo stesso sguardo di quando aveva diciotto anni ed era successo quel piccolo incidente culinario… ma quella era un’altra storia!

“Mi piace mettermi in discussione” avevano altro a cui pensare, un paziente da smascherare o forse un tradimento da rivelare?

 

˜

“Così Rose aveva ragione” commentò Aracne seduto diligentemente di fronte a una Rose che armeggiava da almeno dieci minuti con la maschera del ghost.

Aracne, io ho sempre ragione” sentì il ragazzo ridacchiare, malgrado la peluria da uomo matura l’ossatura era davvero troppo piccola per essere quella di un ragazzo di più di venticinque anni.

“Basta parlare, apri questa maschera” si innervosì Scorpius che era alle loro spalle e sbirciava l’operato di Rose attenta a tenere le sue mani lontane dal buco della bocca di Aracne.

“Al Dottore non piace avere torto” disse maliziosamente Aracne.

“Al Dottore non piace perdere le scommesse, Aracne” Rose si voltò con un espressione trionfale disegnata in volto.

“Di che tipo di scommessa stiamo parlando?” chiese Aracne che subito dopo si zittì, l’ironia scomparsa dal suo volto perché lo scatto di una serratura aveva gelato tutti sul posto. La maschera si aprì ma Aracne urlò come scottato.

Cosa diavolo…” Rose prese il volto del ghost fra le mani. il volto era livido e pieno di bruciature, la pelle si accartocciava come della carta da parati toccata dall’umidità. Le sopracciglia non c’erano più, gli occhi erano neri e lucidi e la bocca era un buco nero. Non aveva alcuna identità.

“Una fattura pungente” Rose fissò ancora con raccapriccio quello spettacolo osceno; tolse le mani dalle sue guance e Aracne non più scherzoso si nascose nell’ombra.

“Allora non ci resta che aspettare” ma prima che il sollievo scendesse su entrambi qualcosa uscì dal buco della bocca del ragazzo.

“Oddio, guarda la sua bocca”

 

St Mary Cray. Bromley

 

La notte più spaventosa che Lily avesse mai passata si era appena conclusa, aveva un disperato bisogno di dormire. Lo stomaco le si rovesciò al pensiero dell’odore nauseabondo del chiostro di fritture che stazionava sempre: pioggia, neve o altro. Accanto all’ospedale psichiatrico. Maledetti babbani!

Indossò quello che dormiva sulla sua sedia da almeno due giorni e lo stomaco fece un nuovo capitombolo quando si accorse che il camice odorava di vomito. Chi era stato? Perché non se n’era accorta?

Scese in cucina e prese del caffè.

L’unica cosa che rendeva quel mondo sopportabile alle sei del mattino di un piovoso lunedì mattina di fine novembre era sicuramente il nauseabondo caffè espresso italiano che era amaro quanto una medicina ma aveva lo stesso repentino effetto di una pozione rimpolpasangue senza le sue indecorose controindicazioni.

“Vado mamma” non le rispose, non poteva, lo scatto serale di Lily aveva reso inoffensiva la madre per almeno otto ore e ne erano passate a stento tre.

Uscì da casa ugualmente senza usare la magia, oramai non si smaterializzava più e arrivò al giardino. Una pioggia sottile e dispettosa le tagliava il viso e le congelava le mani. Sembravano spilli di ghiaccio. Faceva ancora troppo caldo per la neve ma non abbastanza per il giaccio. Un mocassino scivolò, Lily riuscì a non cadere inginocchiandosi e si materializzò all’angolo dell’ospedale.

“Lily” la voce di Roxanne, sua cugina, le si materializzò davanti correndole incontro come se avesse appena visto un cadavere.

Rox, ti prego non è il momento”

“Ieri sera è venuto mio fratello a casa mia, mi ha narcotizzato e prima di questo mi ha detto che doveva sistemare un’ultima cosa. Ho paura che possa fare qualcosa di brutto a Lysander” Lily era sfinita ma non abbastanza per lasciare sua cugina e una delle ragazze sole, non dopo quello che era successo a Mary Ann.

“Andiamo a casa mia, lascio queste cose e prendo qualcosa di pensate per raggiungere casa di Lysander” avrebbe pensato dopo ad avvertire il Primario del suo piccolo problema. Avrebbe inventato una scusa.

Prese la mano della cugina che era tiepida in contrasto con le sue dita gelide e parzialmente blu per il freddo.

– Portami a casa – pensò e i suoi piedi toccarono nuovamente il prato davanti casa, lasciò andare Roxanne ancor prima che i suoi piedi toccassero terra  guardò la villetta a due piani, i maghi hanno sempre strani sentori e adesso il suo stomaco sotto sopra le diceva che qualcosa non andava.

Roxanne, temo che mi mamma si sia svegliata” mi affrettai verso la porta ma scivolai sul prato ghiacciato e successe qualcosa che non avrei mai creduto potesse succedere.

Il fischio leggero come quello di un petardo e un esplosione mi gettò indietro,

E poi ci sarà il fuoco… Sentì Roxanne corrermi incontro e afferrarmi per le spalle;

ma nessuno vedrà le fiamme e nessuno vedrà il fumo.. Ma io mi tirai su forzando il suo abbraccio, sentivo la pelle lacerata del viso e delle braccia e il mio cappotto era infiammato E tutto sarà trasformato in cenere…Ma non importava perché mi resi conto che dove prima c’era la casa c’è solo un cratere nero come la pece.

E quella cenere conterrà la morte.

 

 

 

Note:

 

1-    Sono diventato pazzo; ma siete voi che mi ci avete costretto. Questa citazione è di San Paolo.

 

2-    […]i mostri sono soli e si abbracciano al terrore. La frase di una canzone degli Afterhours, gruppo rock milanese.

 

3-[…] buio e stridore di denti. La frase biblica dell’evangelista Marco si trova alla fine della Parabola dei Talenti in cui quell’uno che aveva nascosto il suo talento senza farlo fruttare viene mandato in una stanza dove non vi fu altro che buoi e stridore di denti. Una scena davvero molto evocativa se pensiamo che potrebbe trattarsi dell’inferno.

 

4-    E il loro sangue ricadrà su di loro. Questo verso sempre biblico appartiene questa volta all’Antico Testamento nel libro del Levitano, versetto 13 in cui vengono enunciati i divieti e le pene. Il versetto scarcera gli assassini, dando le colpe agli assassinati.

 

5       - fattura pungente. Quella utilizzata da Hermione su Harry per renderlo irriconoscibile ai Ghermitori, la Fattura non è permanente nel Mondo della Rowling infatti poco dopo l’identità di Harry viene scoperta da Bellatrix Lestrange.

 

6-  E poi ci sarà il fuoco; ma nessuno vedrà le fiamme e nessuno vedrà il fumo E tutto sarà trasformato in cenere e quella cenere conterrà la morte. Questa frase è presa dall’Apocalisse secondo una Monaca di Dresda.

 

Aggiornamento il 21/02/2012

 

Marti

  
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