8
CAPITOLO
L'infanzia dovrebbe essere il periodo
più felice e sereno per ogni bambino, ti fa sentire al sicuro, protetto da ogni
problema.
Ma quando nasci in una famiglia
reale, senti il peso di un intero paese sulle tue spalle e non ci può mai
essere tempo per vivere una vita normale, perché si cresce con l'aspettativa di
essere sempre il migliore.
Tasmin ricordava bene l'infanzia passata
con suo fratello e sua sorella, e i primi giorni in cui aveva conosciuto Cassandro; fin da bambino era sempre stato scontroso, di
carattere chiuso e solitario. Tuttavia
se ne stava per giorni immobile a fissare le sculture e statue greche, sentendo
il cuore ardere dall'amore per l'arte, smanioso di comprendere ogni filosofia e
cultura del suo paese.
Ma nessuno si accorse di questo suo
lato umano, perché erano tutti occupati a vedere solo quello che lui mostrava
apertamente: non si era mai vergognato di apparire cinico e senza scrupoli,
anzi incitava sempre di più le persone a credere che in lui ci fossero
unicamente queste caratteristiche subdole.
E i discorsi che esponeva nelle lezioni con Aristotele facevano rabbrividire.
Fin dall'inizio Tasmin
non poteva non riconoscere quanto fosse difficile stabilire un rapporto
d'amicizia con Cassandro visto che trattava chiunque
con arroganza e superiorità, soprattutto col povero Filota,
con il quale non perdeva mai occasione di offenderlo, gridando ai 4 venti che
era un pappamolle e un rammollito.
Tasmin intanto lo studiava come si usa fare
con le cavie scientifiche: c'era qualcosa in lui che lo rendeva diverso da
chiunque altro avesse conosciuto, e questo aumentava la sua curiosità su di
lui.
Un giorno, quando ormai nessuno lo
credeva possibile, gli amici scoprirono che Cassandro
era capace di sorridere senza doppi fini e la sua risata era bella e fresca
come quella di un neonato.
"Hai visto? É un bambino proprio
come noi" puntualizzò Tasmin ammirando per la
prima volta il volto sorridente e felice di Cassandro.
Filota sentendo la frase della principessa,
ne fu così geloso per quell'apprezzamento che replicò con odio:"Ti sbagli,
quello é fuori di testa vedrai che ho ragione" Disse continuando a
osservarlo con occhio scrupoloso.
Col passare del tempo, gli amici di
Alessandro cominciarono a condividere anche delle audaci imprese, e qualche
volta Tasmin sfuggiva dallo sguardo attento e
preoccupato di Luna e li seguiva ricolma di divertimento. Una volta quando Alessandro e gli altri
avevano 12 anni si allontanarono dalla reggia poiché Efestione
aveva sentito la servitù che parlava di un brigante esposto su una forca su una
collina non molto lontana, e Cassandro sfidò gli
amici ad andare a toccare il macabro cadavere.
All'inizio tutti avevano pensato che
fosse una grande avventura ma nessuno di loro aveva mai visto un cadavere e la
maggior parte si tirò indietro. Cassandro corse a
toccare il corpo facendolo dondolare e Tasmin
ammirando il suo coraggio, dichiarò che avrebbe toccato il brigante e tutti si
voltarono sbalorditi. Non avrebbe mai dimenticato lo sguardo di ammirazione di Cassandro che le diede il coraggio sufficiente per
avvicinarsi.
Dopodiché toccò il turno di
Alessandro, Efestione e Tolomeo e questi passarono la
prova senza difficoltà.
Quando fu il turno di Filota, lui si fece assalire dal panico e andò a
nascondersi in mezzo ai cespugli, facendo piegare in due dalle risate i suoi
amici, così il "piccolo Parmenione" morì
dalla vergogna e si sentì invadere dalla rabbia.
Quando ritornarono a casa ad
accoglierli c'era un Filippo imbufalito insieme ad altri consiglieri, tra il
quale Parmenione, e Filota
piagnucolante corse verso il padre urlando che Cassandro
li aveva sfidati e provocati a farlo, e che aveva pure costretto la piccola Tasmin a toccare quell'orrore.
La povera Luna urlò angosciata per
quello che Tasmin aveva assistito, non adatto
sicuramente a una bambina, e la prese in braccio, tenendo anche per mano
Alessandro per tornarsene dritti in camera.
Ovviamente grazie alla spia di Filota, Cassandro si sarebbe
preso qualche frustata ma nei giorni a venire non ne parlò né fece la vittima, affrontando la punizione con
stoica dignità.
Ma da quel giorno in poi i rapporti
tra Filota e Cassandro si
incrinarono notevolmente e non migliorarono affatto col passare degli anni,
fino ad arrivare al presente in cui era Cassandro ad
avere il coltello dalla parte del manico questa volta.
Il re irruppe nella stanza della
sorella in fretta e furia come se fosse un tornado e Tasmin
sobbalzò per questa sua entrata improvvisa, visto che era ancora stravolta per
il confronto, a dir poco furibondo, avuto con Cassandro..
quel ragazzo riusciva sempre a farla impazzire nella maniera più sbagliata.
Alla fine non ne valeva la pena
rodersi il fegato per qualcuno che non voleva essere aiutato o non volere avere
nessuno accanto.
Si distolse dai suoi pensieri e andò
a salutare il fratello con un leggero bacio sulla guancia.
"Ti devo parlare" disse lui
mettendo una breve distanza fra loro.
"Dimmi" rispose facendosi
seria.
"Tess..
hai l'onore di sapere per prima che finalmente il desiderio di nostra madre
sarà presto esaudito" mormorò accennando a un sorriso anche se lo sguardo
rimaneva sempre tirato.
Tasmin lo guardò perplessa non riuscendo a
capire cosa intendesse ma quando vide il fratello imbarazzarsi e darle le
spalle in modo nervoso, lei capì e gridò euforica.
Si mise a battere le mani dalla
contentezza e gli salì in groppa alla schiena, come facevano da bambini:
"Finalmente ti sei deciso!
Credevo di invecchiare prima di assistere al tuo matrimonio! Bravo bravo!" esclamò sommergendolo di baci sulla testa.
Alessandro si mise a ridere ma poi
cercò di mettere giù la sorella per cercare di spiegarle tutta la faccenda;
probabilmente non sarebbe stata così euforica dopo aver saputo chi intendeva
sposare.
"Allora chi é la fortunata che
hai scelto? Dovrà avere delle doti speciali se ti ha riportato sulla retta via!
Chissà come sarà sollevata nostra madre.. e devo avvertire subito
Cleopatra!" ma la gioia di Tess fu subito
interrotta dal fratello che le disse di frenare l'entusiasmo e le spiegò
velocemente chi sarebbe stata la sua futura cognata.
La reazione di Tasmin
fu immediata: non ebbe neanche il tempo di ridere e chiedere se fosse uno
scherzo. Conosceva benissimo suo fratello ed era da lui immergersi in
situazioni folli e senza senso come il matrimonio con una barbara; lo vedeva
come un atto di provocazione, per dimostrare che lui poteva fare quello che
voleva senza chiedere il permesso a nessuno:
"Perché? Cosa vuoi dimostrare
comportandoti così?" domandò irrigidendosi.
"Non cominciare anche tu.. se
mia sorella non capisce una così importante per me, figurati cosa ne penseranno
gli altri.. vuoi negarmi il tuo appoggio proprio ora?" le domandò avvilito
come se le recriminazioni di Tasmin lo ferissero.
Lei allora sospirò profondamente per
calmarsi e cercare di capire i suoi sentimenti:"Ne sei così innamorato Alessandro?
Da quanto la conosci? Un'ora? Non fraintendermi sono contenta che tu finalmente
ti sia interessato a una donna così per dare un erede all'impero..dopo la
storia con Efestione credevo non fosse più possibile..!"
Alessandro alzò la testa esasperato
ma Tasmin continuò:"Se vuoi averla accanto,
nessuno ti impedisce di averla come amante.. ma come moglie?! Lo sai che danno
recheresti alla Macedonia? Sarebbe un'offesa per il tuo popolo!"
"Sembri nostra madre quando
parli così.. sempre a cercare più potere e approvazione! Ma non intendo
discutere di questioni politiche con te.. e la decisione ormai é stata presa e
nessuno mi impedirà di farlo. Non pretendo che voi capiate" rispose
duramente dandole le spalle.
Tasmin allora lo guardò intristita e scosse
la testa per le idee fin troppo bizzarre del fratello e la sua innata
testardaggine:
"Io invece ti capisco.. e ti ho
sempre capito.. infatti mi sembrava strano che non avessi commesso qualche
follia in questo periodo. Hai aspettato il momento buono per sbalordirci
tutti!" rispose in tono ironico mettendogli le mani sulle spalle.
Alessandro sembrò rilassarsi ma
rimase lo stesso immobile davanti a lei:
"Questa volta non puoi capire Tess.. tu non sei mai stata innamorata" sussurrò
profondamente. Tasmin lasciò subito la presa sulla
sua spalla, sinceramente colpita da quella frase; il fratello non sapeva di lei
e Cassandro e mai lo avrebbe saputo perché era tutto
finito. Ma lei invece sapeva cosa volesse dire amare.. ecco perché stava alla
larga da quel sentimento..perché ti faceva soltanto star male e ti indeboliva
fino a non riconoscere più te stesso. E quando il sentimento svanisce vorresti
non averlo mai provato...
Ecco perché ne stava scappando..
conosceva bene gli effetti collaterali di un amore tormentato e non voleva più
sentirsi ferita in quel modo; anche se non sapeva bene se scappare da Cassandro fosse la soluzione più giusta perché ormai non
poteva dimenticare quello che aveva provato per lui, e che provava anche ora
nonostante tutto.
"E quindi lo fai solo per
questo? Per amore? Non essere ridicolo.. quella donna ti procurerà soltanto guai visto che gli asiatici non sono
buoni a nulla." esclamò severa come se avesse di fronte un bambino.
"Se non ti va bene puoi anche
andartene, nessuno ti costringe a presenziare ad un matrimonio che non ti
garba" rispose furioso Alessandro guardandola dritto negli occhi. Ma Tasmin non ci diede peso alla sua frecciatina visto che il
fratello si comportava sempre così quando si trovava sotto accusa.
"Questa tua scelta é un errore
Alessandro! Il consiglio ti farà terra bruciata per i tuoi desideri capricciosi
e insensati!!" Ma il fratello non la stava più ascoltando e si diresse
velocemente verso la porta per interrompere la discussione.
"Alessandro!!" lo chiamò Tess per fermarlo visto che non aveva ancora finito ma il
suo richiamo venne respinto dal rumore rimbombante della porta chiusa con
violenza.
Non appena si venne a sapere che
Alessandro aveva intenzione di sposare una barbara, priva di alcun titolo
nobiliare e peso politico, si scatenò il panico a palazzo e in Macedonia nacque
un malcontento nei confronti del re, che preferiva prendere in sposa
un'asiatica piuttosto che una di loro.
Molti chiesero udienza al re e subito
la servitù si preparò per organizzare l'evento; in tutto quel trambusto Tasmin notò in lontananza un Filota
un pò malridotto, sicuramente Cassandro
doveva averlo pestato per bene o incutergli del gran terrore, visto che evitava
persino di guardare Tasmin negli occhi.
Lei lo seguì con lo sguardo quando
all'improvviso si trovò Cassandro al suo fianco e non
se ne accorse fino a quando non sentì la sua voce magnetica vicinissima a lei.
"Tuo fratello non riesce proprio a non cadere nei pasticci"
Tasmin si girò prontamente verso di lui e
come al solito fu abbagliata unicamente dalla sua presenza; poi però riprese la
diffidenza nei suoi riguardi e cercò di ignorarlo.
"Spero che tu gli faccia
cambiare idea, tutti gli stanno dando contro per la sua scelta di sposare quella...
asiatica" disse ancora cercando di instaurare un dialogo.
Tasmin sospirò infastidita per la sua
intromissione ma decise di adoperare la tecnica del mutismo per non
permettergli di fare giochetti mentali con lei.
"Ti hanno morso la lingua?"
domandò lui con tono arrogante.
Tasmin sgranò gli occhi infastidita per la
sua arroganza e incredibile faccia tosta, dopo come si era comportato l'ultima
volta che si erano visti.
"Forse é con te che non voglio
parlare non credi? Non mi avevi forse detto che non tolleri le intromissioni
nella vita privata? Ora sono io che te lo chiedo, lascia in pace mio
fratello" rispose in tono acido.
Cassandro rise beffardo, colpito per quella
risposta a tono:
"Tuo fratello é il nostro re e
deve rendere conto di quello che fa. E ti sto appunto avvertendo delle malelingue
che si stanno diffondendo a palazzo"
"Come sei premuroso"
rispose in tono ironico.
A un certo punto Cassandro
si mise a fissarla per un tempo infinito poi il suo sguardo si abbassò al
braccio che aveva preso con violenza il giorno prima e che appariva ancora
gonfio.
"Mi dispiace.. non volevo farti
male" rispose dispiaciuto.
Tasmin si voltò verso di lui e il suo
sguardo appariva sinceramente affranto o pentito, ma questo non bastava a
sistemare tutto. Le belle parole non dimostravano niente, visto che i fatti
mostravano unicamente quanto Cassandro fosse egoista.
"Ma davvero? Ti dispiace per
cosa?" domandò incalzandolo.
Cassandro rise debolmente abbassando lo
sguardo:"Quando si parla di certe faccende…
personali.. divento nervoso e perdo il controllo. Non l'avevo premeditato quel
gesto violento, spero che mi crederai almeno in questo" rispose
profondamente.
Tasmin allora si mise a studiare le
espressioni del suo viso e a chiedersi come lui avesse fatto a cambiare così
radicalmente in quegli anni: quando era piccola non avrebbe mai pensato di
poter aver paura di lui e di arrivare perfino ad allontanarlo.
"Tu con le tue scuse e lo
sguardo affranto pensi di rimediare a tutto, ma i tuoi dispiaceri non contano
se non fai prima un esame di coscienza sui tuoi errori!"
"Ho smesso di preoccuparmi degli
scrupoli di coscienza molto tempo fa" rispose freddamente come se la cosa
non gli importasse affatto .
Tasmin alzò gli occhi al cielo
esasperata:"É proprio questo quello che intendevo."
Pensava di essere una stupida per
sentirsi ancora così ferita per la freddezza di Cassandro
e per aver sperato anche solo per un attimo di poter chiarire con lui e
costruire un legame solido, non fatto solo di continui tira e molla, e di poter
smettere di scappare.
Senza aspettare una sua risposta
beffarda, Tasmin gli passò davanti e se ne andò via
di lì, per rientrare nelle sue stanze.
All'improvviso sentì chiamare il suo
nome e Tess sorrise dentro di sè
per il patetico e vano tentativo del giovane di rispedirla tra le sua braccia.
"Tess,
Tess fermati." ordinò lui duramente percorrendo
la sua stessa direzione. La sua voce si era fatta pericolosamente vicina e i
suoi passi pesanti dimostravano quanto era intenzionato a volerla fermare.
"Non ho nient'altro da
dirti" replicò Tasmin per convincerlo a lasciar
perdere.
Ma lui anche questa volta non le
diede ascolto infatti Tess si sentì afferrare il
braccio per l'ennesima volta, ma con meno rudezza, infatti lei non si accorse
delle reali intenzioni di Cassandro fino a quando non
si ritrovò chiusa in una stanza a lei sconosciuta.
Cassandro infatti l'aveva presa per il braccio
e spinta leggermente verso la prima stanza vicino a loro. Lui la fece entrare
velocemente per evitare di farsi scoprire da qualche guardia e così Tasmin strabuzzò gli occhi cercando di andarsene via di li:
"Ma allora io prima ho parlato
al vento?! Se tu non intendi mai ascoltarmi che senso ha parlare ancora?"
"Forse perché questa volta sono
io a doverti dire qualcosa, ma non mi aspetto però che tu mi faccia la morale." Disse chiudendo
la porta.
"Smettila di fare l'arrogante
con me"
Cassandro si immobilizzò al centro della
stanza per scrutarla attentamente, quando chiuse le palpebre degli occhi, per
cercare di frenarsi.
"Se solo tu non avessi coinvolto
quello stupido di Filota..." mormorò chiudendo i
pugni e abbassando il tono della voce, forse per avvertirla.
"Ah già dimenticavo che oltre a
essere un farabutto sei pure violento e non ci pensi due volte a mettere le
mani addosso."
Lui riaprì gli occhi e la fissò
seriamente:
"Quindi deduco che non ti
interessa quello che ho da dirti"
"No non mi interessa, anche
perché sono sicura che saranno solo bugie o scopiazzatura della verità girata a
modo tuo." Rispose sfrontata, mettendosi le mani sui fianchi.
"Hai la presunzione di sapere
tutto e di tutti" mormorò lui accennando a un sorriso, anche se i suoi
occhi rimanevi seri e glaciali.
"Di te non sono mai sicura. E ho
imparato a non farmi aspettative su qualcuno che ti delude sempre e comunque"
Lo stava facendo apposta, stava tentando di ferirlo e di mostrargli apertamente
tutto quello che si era tenuta dentro in quei giorni.
"Io sono venuto qui per
scusarmi, per parlarti chiaramente, non per farmi offendere da te."
"Allora se vuoi fare qualcosa di
concreto cerca di dare un appoggio disinteressato a mio fratello, al tuo re,
quando ce ne sarà bisogno. Alessandro potrà anche essere pieno di ambizioni,
testardo e talvolta pazzo, ma almeno lui non ha paura dei giudizi altrui o di
prendere decisioni che minano la sua autorità e potere" rispose sincera
come per fargli capire che lui non valeva un neanche un dito di Alessandro.
Cassandro rise in modo ambiguo, freddo pensando
che forse Tasmin non era così astuta come aveva
sempre pensato, visto che per avere il potere non bisognava assecondare i
desideri personali, mai. Dovevi avere chiaro in mente ciò per cui era disposti
a lottare e non concederti mai una debolezza.
"Ingenua. Tuo padre si starà
rivoltando nella tomba" mormorò crudele.
Lo schiaffo arrivò all’improvviso e
con violenza tale che fece girare completamente la faccia di Cassandro; Tess lo guardava con
odio e con disprezzo e quel gesto voleva fargli capire che lui non poteva
manovrarla come un burattino.
Cassandro si girò lentamente verso di lei,
sembrava che quello schiaffo non lo avesse minimante scalfito infatti continuò
a fissarla gelido, come se avesse ancora lui la situazione in pugno:
“Questo non cambia niente sai? Ma non
lo fare più.” Rispose duramente.
“Altrimenti?” replicò lei per
sfidarlo.
Si aspettò che lui avesse uno dei
suoi soliti scatti d’ira invece le prese la testa fra le mani e appoggiò le
labbra sulle sue con violenza, senza un minimo di dolcezza. La strinse a sé in
modo provocante, quasi eccessivo e Tess solo per un
secondo lo assecondò ma riuscì a spingerlo via da lei con la poca forza che le
era rimasta. Gli avrebbe voluto dare un altro schiaffo ma pensava era meglio
tenere a freno le mani visto come Cassandro aveva
reagito prima.
“Vattene!” gli urlò con astio per
allontanarlo e per dimostrare a sé stessa che lei non aveva sentito niente
quando l’aveva baciata. Niente.
“Non mi sembrava che tu volessi
cacciarmi” rispose lui semplicemente.
“E invece io voglio che tu esca di
qui! Tra noi non ci sarà mai nulla Cassandro” mormorò
con le spalle al muro.
“Nulla? Quello che tu provi in questo
momento è nulla?” gli domandò lui per
provocarla, avvicinandosi di nuovo a lei ma Tess
cercò di sviare i suoi spostamenti per non permetterle più di toccarla.
“Quello che voglio per la mia vita è
un po’ di certezza, voglio fidarmi della persona che amo, voglio costruire
qualcosa! E tutto questo con te non sarebbe mai possibile”
Cassandro all’improvviso si fermò a qualche
centimetro da lei, come se quella frase lo avesse colpito nell’animo; abbassò
lievemente le palpebre per poi guardarla dritto negli occhi. La sua voce in
quel momento appariva affranta, delusa.
“Perché?”
Tasmin deglutì nervosamente prima di
cominciare, anche se pure ora che doveva dimostrarsi forte, Cassandro
riusciva sempre a metterla in soggezione.
“Gli uomini come te si sentono
invincibili con tutti. Perché sono abituati a calpestare chiunque li ostacoli;
sono dei perdenti e lo sai il perché? Perché hanno paura. Perché se provano
qualcosa, si sentono deboli…! E questo fa di loro
degli esseri vuoti, e quindi anche se vincono rimangono sempre dei perdenti”
Cassandro sorrise in modo gelido e crudele
anche se i suoi occhi verdi stavano dimostrando tutt’altro, cioè che era
ferito. Ma non lo avrebbe mai ammesso.
“Sei sicura di aver capito tutto?”
domandò alzando il mento.
“No a me è bastato vedere il tuo
comportamento a Babilonia. Hai avuto paura di quello che provavi e sei fuggito,
e ora vieni a fare la parte dello spietato… con me!!
E’ inutile, io lo so che sei un vigliacco, lo so”
Calò un silenzio vibrante nella
stanza, che non permetteva a nessuno dei due di respirare.
Poi però Cassandro
rinsavì e ritornò a essere quello di sempre:
“Vigliacco? Bene. Preparati a vedere
questo vigliacco che distrugge tuo fratello nel consiglio” mormorò
profondamente come se volesse farle ricordare quelle parole per il resto della
sua vita.
Non le diede il tempo di replicare,
che sbatté con violenza la porta della stanza lasciando Tasmin
sola e imbambolata. Era inutile, cos’altro poteva fare? E non avrebbe permesso
a se stessa di piangere ancora.
Cassandro.. era impossibile riuscire ad
entrare nel suo cuore, è sempre stato così e rimarrà a essere così.
Il consiglio si svolse infatti nel
peggiore dei modi: tutti davano contro ad Alessandro sul fatto che intendesse
sposare una barbara invece di una degna macedone, e allora l'erede che verrà
messo al mondo non sarebbe mai stato di sangue puro. Parmenione
gli diede contro, urlando che stava andando contro le volontà di suo padre, che
stava assecondando solo i suoi desideri personali invece dei suoi doveri. Anche
Filota ci diede del suo, dicendogli che doveva
prendere quella barbara come concubina e sposare invece una macedone
all'altezza di diventare regina.
Ma Alessandro non volle sentire
ragioni e precisò che non avrebbe mai cambiato idea e urlò che lui non era Filippo.
"Vi ho condotti più lontano di
quanto mio padre abbia mai sognato!! Vecchio questo é il nuovo mondo!"
urlò per chiudere lì la questione e condusse Parmenione
in una sua legione a Maracanda per sostenere la
spedizione in Asia e le redini dell'impero.
Cassandro a quel punto sbottò e si comportò
come la minaccia detta prima a Tasmin prevedeva. Ma
nessuno si aspettò uno scatto d'ira così forte contro il re:
"Alessandro sii ragionevole!! Era
previsto che loro diventassero nostri pari?! Che dividessero i nostri premi?!
Ricordi cosa diceva Aristotele? Un'asiatica! Che valore può avere un voto
nuziale per un popolo che non ha mai tenuto la parola data a un greco??"
mormorò in tono offensivo.
"Che perisca Aristotele!!"
gridò il re con furia ancora più violenta di quella che aveva Cassandro, e lo spinse contro il muro afferrandogli la
testa con la mano:
"Cos’è che ti rende tanto
migliore di loro?! Cassandro, migliore più di quanto
tu non lo sia veramente é così che vi sentite tutti voi??" gli gridò in
faccia mettendosi pericolosamente faccia a faccia contro di lui.
Efestione allora cercò di calmarlo e così Alessandro
decise di lasciare la presa sull'amico, ma la sua sfuriata non era ancora
finita:"Quello che mi disturba di più non è la vostra mancanza di rispetto
verso quello che penso! Ma il disprezzo per un mondo molto più antico del
nostro!!" gridò ancora prima di fuoriuscire dalla sala del consiglio,
senza dare il minimo ascolto ai suoi uomini.
Quello fu il suo primo errore.
La cerimonia si svolse in modo
semplice ma aristocratico secondo le usanze barbare, unendo così i due popoli
che in passato erano sempre stati in contrasto.
I malumori dei soldati era arrivato
al punto limite perché molti non vedevano di buon occhio la solidarietà che Alessandro
provava verso gli asiatici, mettendo il suo stesso popolo in secondo piano, e
mischiando addirittura le due razze. Tasmin colse
negli sguardi di quelli che riteneva amici di Alessandro, un'espressione delusa
e di malcontento, e sfortunatamente prevedeva che presto si sarebbero rivoltati
contro il re. Tess si focalizzò di più sul volto di Efestione che sembrava essere l'ombra di se stesso: era
pressoché angosciato e disperato, forse perché l'uomo che amava si stava
irrimediabilmente allontanando da lui con quel matrimonio.
Tasmin si chiese se la loro torbida e ossessiva
relazione sarebbe finalmente finita ora che Alessandro era sposato.
Poi involontariamente i suoi occhi
blu si misero a fissare il volto tirato di Cassandro
che fra tutti sembrava quello più serio e duro. Sicuramente aveva avuto un
forte scontro con Alessandro e ora si stava leccando le ferite, escogitando le
prossima mossa da fare.
Quando il ragazzo si sentì il suo
sguardo addosso, si girò verso di lei e la guardò. L'espressione del suo viso
non era cambiata di un centimetro, era lo stesso serio e deciso, soltanto più
penetrante mentre la osservava.
Tasmin distolse lo sguardo da lui, godendosi
la festa e pensando tra sè e sè
cosa il fratello aveva trovato di tanto attraente in Rossane.
Dopo un pò
anche Cassandro abbassò lo sguardo.
Verso sera Tasmin
andò dal fratello per fargli ancora le congratulazioni visto che durante la cerimonia
non erano potuti stare un attimo soli.
Entrò in silenzio in camera sua e lui
era già in tenuta da notte al centro della stanza. "Ehi non ti ruberò
molto tempo! Volevo soltanto farti le congratulazioni, se tua moglie non
comprende quanto sia fortunata allora é davvero una stupida" esclamò
ridendo.
Anche Alessandro ricambiò il sorriso
avvicinandosi alla sorella:" Non é stato facile per gli altri accettare la
mia scelta ma prima o poi capiranno che questa unione ci trarrà solo vantaggi.
E tu invece sei ancora logorata dalle tue paranoie politiche?"
Tasmin gli toccò dolcemente il viso e gli
rispose:"Io voglio solo che tu sia felice, fratello. Almeno tu..."
Alessandro si rabbuiò e le prese le
mani sulle sue:" Perché dici così? Non sei felice qui?" domandò
preoccupato.
Tess gli sorrise cercando di
rassicurarlo:"No sto bene.. sono solo un po’ sotto pressione e questa tua
improvvisa decisione ci ha destabilizzati tutti.. Ma!" replicò alzando
l'indice della mano "Non bisogna far aspettare la sposa perciò mi
dileguo!" rispose caldamente dandogli un bacio sulla guancia.
Alessandro rise divertito:"Dammi
l'in bocca al lupo sorellina!" esclamò in tono ironico.
"Oh non ne hai bisogno!"
rispose lei facendogli l'occhiolino e dandogli la buonanotte.
Quando fuoriuscì dalla camera vide Efestione marciare lungo il corridoio e non appena si rese
conto che si stava dirigendo proprio in camera di Alessandro, Tasmin sgranò gli occhi per la sua sfrontatezza e lo
rincorse prendendolo per il braccio:"Dove credi di andare?" ringhiò
con astio.
"Lasciami andare Tasmin" rispose lui col suo stesso tono.
Lei automaticamente lasciò la presa
sul suo braccio ma gli rise in faccia per compatirlo:"Mio fratello sta per
passare la sua notte di nozze e tu cosa fai? Se vuoi importunare Alessandro
abbi almeno la delicatezza di farlo di giorno e senza con la paura di essere
scoperti dalla neo sposa!"
"Gli devo parlare solo un
minuto" rispose seccamente.
"Perché non lo lasci andare? Lui
ormai ha fatto la sua scelta e se questo matrimonio ha creato dei malumori, se
ne creeranno ancora di più quando la vostra piccola relazione peccaminosa verrà
alla luce! Non capisci che stai rendendo ridicolo mio fratello?"
Efestione allora si mise a ridere:
"Credevo che Alessandro fosse
ossessivo nei tuoi confronti perché ti vuole sempre con sé, ma deduco che anche
tu non sei da meno"
Tasmin lo guardò offesa per quel
rimprovero:
"Io voglio solo il suo bene, a
contrario tuo che gli ronzi sempre intorno. Perché non passi il tuo tempo con
qualche bella ragazza? Se non riesci a trovarla, te ne posso presentare io
qualcuna"
Ma all'improvviso la porta della
camera del re si spalancò; forse Alessandro li aveva sentiti visto che
parlavano ad alta voce infatti lui si affacciò sulla soglia della porta.
"Lascialo passare Tess" ordinò guardando Efestione.
"Ma.." lei cercò di
protestare ma vedendo che suo fratello era irremovibile, cedette con un sospiro
esasperato. In quella giornata era andato tutto storto e sembrava fosse sul
punto di impazzire, forse perché non era destino che lei avesse una vita
normale.
"Fai come vuoi, poi però non
venire a lamentarti da me!"
Dopo aver detto questo Tasmin si dileguò lungo il corridoio, lasciandoli soli.
La serata intanto non era ancora
finita, i balli erano ancora nel pieno svolgimento e fiumi di vino calavano dai
bicchieri.
Cassandro fuoriuscì dalla tenuta e andò nel
terrazzo, buttando al vento ciò che aveva rimasto nel bicchiere.
Sotto il balcone c'era un burrone
molto profondo e ripido, e se qualcuno fosse caduto sicuramente si sarebbe
spaccato l'osso del collo visto che il palazzo era situato in cima alla
montagna.
Ripensò alle parole dure che Tasmin gli aveva rivolto… le
ricordava perfettamente e ogni volta la gola gli si seccava, e il fiato gli
mancava come se il cuore perdesse dei battiti. Quelle parole lo avevano ferito,
tuttavia non lo avrebbe mai ammesso. Non poteva provare debolezze con nessuno e
quindi come al solito avrebbe innalzato la barriera per distanziare le persone,
facendo finta che non gli importasse di
niente e di nessuno.
Così era tutto più facile; perché lui
non era in grado di esaudire le aspettative di nessuno…
tanto meno quelle di Tess… e in fondo ne soffriva perché
lei aveva ragione.
All'improvviso fu avvicinato da Filota che era completamente brillo infatti faticava a
reggersi in piedi.
"Bella serata" disse lui
continuando a bere.
"Prima che tu venissi a seccarmi
lo era" rispose Cassandro sincero continuando a
guardare l'orizzonte davanti a sé.
"Sono venuto a proporti un
affare" disse Filota cercando di darsi un
contegno e per questo si aggrappò alla spalliera del balcone.
"Tu? A me? Non vedo perché
dovrebbe interessarmi" rispose Cassandro con un
ghigno.
"Anche se mezza Macedonia mi
ritiene uno stupido, comunque sono stato l'unico ad accorgermi che tra te e la
sorella del re c’è qualcosa quindi... ti conviene ascoltarmi" mormorò
agitando nervosamente le mani.
Cassandro allora si girò verso di lui con
l'espressione sul viso indecifrabile. Quel verme voleva forse ricattarlo?
"Oh bene vedo che ho attirato la
tua intenzione ma non é come sembra.. non ho intenzione di ricattarti"
rispose finendo l'ultimo goccio di vino. "Ti sto proponendo un affare.. tu
sai benissimo che io possiedo molte terre e mio padre é l'uomo più vicino a re,
poi ora tiene le redini dell'impero in una delle sue legioni più fruttifere..un
bel gruzzoletto no? Comunque tornando a noi, io sono disposto a offrirti ancora
più potere di quello che hai già e in cambio... mi concedi la tua preziosa
donzella per una… o due sere." rispose infine
con un sorriso bastardo in faccia.
Cassandro era molto intelligente ma non riuscì
a capire questa sua folle richiesta e aveva voglia di ridergli in faccia,
tuttavia decise di rimanere serio per analizzare a fondo la questione.
"Spiegati meglio perché credo di
non aver capito bene"
"Non é difficile.. tu organizzi
una serata romantica con lei fuori dal palazzo, lontano da qui, ma all'ultimo
momento c’è un imprevisto e non puoi più venire.. così avrò io il via libera e
ci andrò io al tuo posto. Tranquillo non sospetterà niente e poi sono un
gentiluomo a contrario tuo, quindi non la toccherò con un dito.. se lei non desidererà
il contrario ovviamente" mormorò beffardo. Il vino doveva avergli spento i
pochi neuroni che gli erano rimasti.
Lo sguardo di Cassandro
nel frattempo si era fatto impenetrabile, gelido e non mostrava alcuna
emozione.
"In cambio avrai ciò che ti ho
detto prima.. e non dirmi che questa offerta non ti fa gola..! Non ho riferito
a Tasmin ciò che ho scoperto su di te e sulla tua
famiglia e niente uscirà dalla mia bocca come tu hai ordinato.. ma un uomo
ambizioso e senza scrupoli come te, converrebbe che questa offerta é molto
allettante e sono sicuro che accetterai senza battere ciglio. Andiamo cosa vuoi
che sia una notte o due..!"
Cassandro aveva ascoltato attentamente ciò che
Filota gli aveva detto; il suo sguardo non era
cambiato ed era rimasto gelido e intimidatorio.
Poi però abbozzò a un sorriso di
riconoscenza e Filota pregustò già la vittoria. Ma
aveva fatto male i suoi calcoli.
Senza che potesse reagire si ritrovò
a penzoloni giù dal dirupo, con la testa che dondolava in mezzo al vuoto e soltanto
le gambe lo tenevano sulla terra ferma. Capendo cosa stava succedendo si mise a
gridare come un forsennato e cercò di risalire sul balcone ma la presa di Cassandro era molto forte e non accennava a diminuirla:
"Ho ascoltato attentamente la
tua offerta e questa é la mia risposta. Addio Filota"
mormorò Cassandro spregevole, spingendo il suo corpo verso il basso.
Filota allora si dimenticò della sbornia e
urlò di non farlo, che se ne sarebbe pentito e che era completamente fuori di
testa, come aveva sempre pensato. Gridava e piagnucolava allo stesso tempo
sperando che qualcuno venisse a salvarlo, ma col casino della festa nessuno si
sarebbe accorto delle sue urla.
"Che c'é hai paura? Questa volta non c'é il tuo
paparino che ti copre le spalle e ti difende, piccolo Parmenione!"
disse pronunciando lentamente il suo disprezzante soprannome, per umiliarlo
ancora di più.
"Bastardo! Aspettavi
quest'occasione da tempo non é vero?" recriminò Filota,
cercando di afferrargli il braccio.
"Questa volta mi hai dato sui
nervi più del solito.. hai davvero oltrepassato il limite piccolo verme."
mormorò con voce terrificante mentre il viso si era fatto di nuovo gelido.
"Se mi uccidi, tu farai la mia
stessa fine! Mio padre te la farà pagare!!"
"Almeno avrò la soddisfazione
che l'ultima cosa che vedrai sarà il mio sorriso che guarda il tuo
cadavere" rispose lui in tono crudele.
Ma poi smise di sputare sentenze a
raffica e fissò lo sguardo delirante di Filota.. il
piccolo verme aveva ragione; se lui lo avesse ucciso, avrebbe fatto la sua
stessa fine visto l'autorità che Parmenione esercitava
nel paese. Eppure era così allettante l'idea di fargliela pagare.. questa volta
Filota aveva osato troppo.
Ma alla fine tirò sù
il moribondo, che finalmente riprese a respirare, anche se Cassandro
non aveva ancora finito con lui infatti lo inchiodò a terra, mettendogli con
forza un piede sulla schiena.
Filota piagnucolò ancora:
"Perché fai così? Era una buona
offerta! Ti ho detto che non l'avrei sfiorata se lei non lo avesse
voluto!"
"Non mi importa del tuo spirito
cavalleresco, io non ti cedo niente e ora fila via!" replicò con odio,
lasciandolo libero.
Filota si tirò sù
con difficoltà visto che era ancora scosso:
"Hai davvero sprecato un
occasione Cassandro. Non credere che non te la farò
pagare" disse racimolando quel po’ di coraggio che gli era rimasto.
Cassandro lo guardò con disgusto:
"Porta via la tua carcassa Filota, prima che io rimpianga di non averti buttato giù
dal dirupo"
Filota allora col morale a pezzi se ne andò
senza dir più niente, ma mentre correva via si imbatté in Luna che aveva lo sguardo
angosciato.
La donna aveva ascoltato solo la
parte finale del litigio e nella sua mente era Cassandro
a passare dalla parte del carnefice, mentre in realtà era Filota
il vero farabutto.
Il ragazzo se ne andò subito e Luna
invece rimase a fissare Cassandro con sgomento..
sapeva che Tasmin era parecchio presa da lui ma
evidentemente non aveva capito fino in fondo quanto lui fosse violento e
pericoloso. In cuor suo si promise che non avrebbe mai permesso che facesse del
male alla sua bambina, costi quel che costi.
In quel paese ormai l’ondata di
follia aveva invaso chiunque.
FINE CAPITOLO!!
Spero vi sia piaciuto ^^ Ahah il povero Filota ne fa
sempre una delle sue, cedere un po’ di potere in cambio di Tasmin….eeeeeh
hai fatto male i tuoi conti, caro! XD
E Cassandro
è sempre più stronzo… anche se quando menava il
povero Filota l’ha fatto per dargli una lezione visto
che voleva usare Tasmin solo come un oggetto di
scambio senza valore, manco fosse un cavallo!
Ci vediamo alla prossima! E
commentate! ^^