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Autore: elyforgotten    14/02/2012    3 recensioni
La mia nuova fanfic parla di Cassandro, valoroso e cinico condottiere macedone, e della sorella di Alessandro...
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"Siamo tutti maledetti, sorella." Dichiarò Alessandro con un sorriso amaro. "Tu, io, Efestione, Cassandro e i nostri genitori"
A quel tempo Tasmin non diede molta importanza alle parole del fratello; ma soltanto alla fine dei suoi giorni lei avrebbe pensato alle parole del suo re e ne avrebbe fatto ammenda.
Era vero. Erano tutti maledetti.
Tuttavia loro avrebbero pagato un prezzo peggiore, rispetto a quello che era stato destinato ai loro antenati.
Molto peggio…
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alessandro il Grande
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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8 CAPITOLO

 

L'infanzia dovrebbe essere il periodo più felice e sereno per ogni bambino, ti fa sentire al sicuro, protetto da ogni problema.

Ma quando nasci in una famiglia reale, senti il peso di un intero paese sulle tue spalle e non ci può mai essere tempo per vivere una vita normale, perché si cresce con l'aspettativa di essere sempre il migliore.

 

Tasmin ricordava bene l'infanzia passata con suo fratello e sua sorella, e i primi giorni in cui aveva conosciuto Cassandro; fin da bambino era sempre stato scontroso, di carattere chiuso e solitario.  Tuttavia se ne stava per giorni immobile a fissare le sculture e statue greche, sentendo il cuore ardere dall'amore per l'arte, smanioso di comprendere ogni filosofia e cultura del suo paese.

Ma nessuno si accorse di questo suo lato umano, perché erano tutti occupati a vedere solo quello che lui mostrava apertamente: non si era mai vergognato di apparire cinico e senza scrupoli, anzi incitava sempre di più le persone a credere che in lui ci fossero unicamente queste caratteristiche subdole.

 E i discorsi che esponeva nelle lezioni  con Aristotele facevano rabbrividire.

Fin dall'inizio Tasmin non poteva non riconoscere quanto fosse difficile stabilire un rapporto d'amicizia con Cassandro visto che trattava chiunque con arroganza e superiorità, soprattutto col povero Filota, con il quale non perdeva mai occasione di offenderlo, gridando ai 4 venti che era un pappamolle e un rammollito.

Tasmin intanto lo studiava come si usa fare con le cavie scientifiche: c'era qualcosa in lui che lo rendeva diverso da chiunque altro avesse conosciuto, e questo aumentava la sua curiosità su di lui.

Un giorno, quando ormai nessuno lo credeva possibile, gli amici scoprirono che Cassandro era capace di sorridere senza doppi fini e la sua risata era bella e fresca come quella di un neonato.

"Hai visto? É un bambino proprio come noi" puntualizzò Tasmin ammirando per la prima volta il volto sorridente e felice di Cassandro.

Filota sentendo la frase della principessa, ne fu così geloso per quell'apprezzamento che replicò con odio:"Ti sbagli, quello é fuori di testa vedrai che ho ragione" Disse continuando a osservarlo con occhio scrupoloso.

Col passare del tempo, gli amici di Alessandro cominciarono a condividere anche delle audaci imprese, e qualche volta Tasmin sfuggiva dallo sguardo attento e preoccupato di Luna e li seguiva ricolma di divertimento.  Una volta quando Alessandro e gli altri avevano 12 anni si allontanarono dalla reggia poiché Efestione aveva sentito la servitù che parlava di un brigante esposto su una forca su una collina non molto lontana, e Cassandro sfidò gli amici ad andare a toccare il macabro cadavere.

All'inizio tutti avevano pensato che fosse una grande avventura ma nessuno di loro aveva mai visto un cadavere e la maggior parte si tirò indietro. Cassandro corse a toccare il corpo facendolo dondolare e Tasmin ammirando il suo coraggio, dichiarò che avrebbe toccato il brigante e tutti si voltarono sbalorditi. Non avrebbe mai dimenticato lo sguardo di ammirazione di Cassandro che le diede il coraggio sufficiente per avvicinarsi.

Dopodiché toccò il turno di Alessandro, Efestione e Tolomeo e questi passarono la prova senza difficoltà.

Quando fu il turno di Filota, lui si fece assalire dal panico e andò a nascondersi in mezzo ai cespugli, facendo piegare in due dalle risate i suoi amici, così il "piccolo Parmenione" morì dalla vergogna e si sentì invadere dalla rabbia.

Quando ritornarono a casa ad accoglierli c'era un Filippo imbufalito insieme ad altri consiglieri, tra il quale Parmenione, e Filota piagnucolante corse verso il padre urlando che Cassandro li aveva sfidati e provocati a farlo, e che aveva pure costretto la piccola Tasmin a toccare quell'orrore.

La povera Luna urlò angosciata per quello che Tasmin aveva assistito, non adatto sicuramente a una bambina, e la prese in braccio, tenendo anche per mano Alessandro per tornarsene dritti in camera.

Ovviamente grazie alla spia di Filota, Cassandro si sarebbe preso qualche frustata ma nei giorni a venire non ne parlò né  fece la vittima, affrontando la punizione con stoica dignità.

Ma da quel giorno in poi i rapporti tra Filota e Cassandro si incrinarono notevolmente e non migliorarono affatto col passare degli anni, fino ad arrivare al presente in cui era Cassandro ad avere il coltello dalla parte del manico questa volta.

 

 

Il re irruppe nella stanza della sorella in fretta e furia come se fosse un tornado e Tasmin sobbalzò per questa sua entrata improvvisa, visto che era ancora stravolta per il confronto, a dir poco furibondo, avuto con Cassandro.. quel ragazzo riusciva sempre a farla impazzire nella maniera più sbagliata.

Alla fine non ne valeva la pena rodersi il fegato per qualcuno che non voleva essere aiutato o non volere avere nessuno accanto.

Si distolse dai suoi pensieri e andò a salutare il fratello con un leggero bacio sulla guancia.

"Ti devo parlare" disse lui mettendo una breve distanza fra loro.

"Dimmi" rispose facendosi seria.

"Tess.. hai l'onore di sapere per prima che finalmente il desiderio di nostra madre sarà presto esaudito" mormorò accennando a un sorriso anche se lo sguardo rimaneva sempre tirato.

Tasmin lo guardò perplessa non riuscendo a capire cosa intendesse ma quando vide il fratello imbarazzarsi e darle le spalle in modo nervoso, lei capì e gridò euforica.

Si mise a battere le mani dalla contentezza e gli salì in groppa alla schiena, come facevano da bambini:

"Finalmente ti sei deciso! Credevo di invecchiare prima di assistere al tuo matrimonio! Bravo bravo!" esclamò sommergendolo di baci sulla testa.

Alessandro si mise a ridere ma poi cercò di mettere giù la sorella per cercare di spiegarle tutta la faccenda; probabilmente non sarebbe stata così euforica dopo aver saputo chi intendeva sposare.

"Allora chi é la fortunata che hai scelto? Dovrà avere delle doti speciali se ti ha riportato sulla retta via! Chissà come sarà sollevata nostra madre.. e devo avvertire subito Cleopatra!" ma la gioia di Tess fu subito interrotta dal fratello che le disse di frenare l'entusiasmo e le spiegò velocemente chi sarebbe stata la sua futura cognata.

La reazione di Tasmin fu immediata: non ebbe neanche il tempo di ridere e chiedere se fosse uno scherzo. Conosceva benissimo suo fratello ed era da lui immergersi in situazioni folli e senza senso come il matrimonio con una barbara; lo vedeva come un atto di provocazione, per dimostrare che lui poteva fare quello che voleva senza chiedere il permesso a nessuno:

"Perché? Cosa vuoi dimostrare comportandoti così?" domandò irrigidendosi.

"Non cominciare anche tu.. se mia sorella non capisce una così importante per me, figurati cosa ne penseranno gli altri.. vuoi negarmi il tuo appoggio proprio ora?" le domandò avvilito come se le recriminazioni di Tasmin lo ferissero.

Lei allora sospirò profondamente per calmarsi e cercare di capire i suoi sentimenti:"Ne sei così innamorato Alessandro? Da quanto la conosci? Un'ora? Non fraintendermi sono contenta che tu finalmente ti sia interessato a una donna così per dare un erede all'impero..dopo la storia con Efestione credevo non fosse più possibile..!"

Alessandro alzò la testa esasperato ma Tasmin continuò:"Se vuoi averla accanto, nessuno ti impedisce di averla come amante.. ma come moglie?! Lo sai che danno recheresti alla Macedonia? Sarebbe un'offesa per il tuo popolo!"

"Sembri nostra madre quando parli così.. sempre a cercare più potere e approvazione! Ma non intendo discutere di questioni politiche con te.. e la decisione ormai é stata presa e nessuno mi impedirà di farlo. Non pretendo che voi capiate" rispose duramente dandole le spalle.

Tasmin allora lo guardò intristita e scosse la testa per le idee fin troppo bizzarre del fratello e la sua innata testardaggine:

"Io invece ti capisco.. e ti ho sempre capito.. infatti mi sembrava strano che non avessi commesso qualche follia in questo periodo. Hai aspettato il momento buono per sbalordirci tutti!" rispose in tono ironico mettendogli le mani sulle spalle.

Alessandro sembrò rilassarsi ma rimase lo stesso immobile davanti a lei:

"Questa volta non puoi capire Tess.. tu non sei mai stata innamorata" sussurrò profondamente. Tasmin lasciò subito la presa sulla sua spalla, sinceramente colpita da quella frase; il fratello non sapeva di lei e Cassandro e mai lo avrebbe saputo perché era tutto finito. Ma lei invece sapeva cosa volesse dire amare.. ecco perché stava alla larga da quel sentimento..perché ti faceva soltanto star male e ti indeboliva fino a non riconoscere più te stesso. E quando il sentimento svanisce vorresti non averlo mai provato...

Ecco perché ne stava scappando.. conosceva bene gli effetti collaterali di un amore tormentato e non voleva più sentirsi ferita in quel modo; anche se non sapeva bene se scappare da Cassandro fosse la soluzione più giusta perché ormai non poteva dimenticare quello che aveva provato per lui, e che provava anche ora nonostante tutto.

"E quindi lo fai solo per questo? Per amore? Non essere ridicolo.. quella donna ti procurerà  soltanto guai visto che gli asiatici non sono buoni a nulla." esclamò severa come se avesse di fronte un bambino.

"Se non ti va bene puoi anche andartene, nessuno ti costringe a presenziare ad un matrimonio che non ti garba" rispose furioso Alessandro guardandola dritto negli occhi. Ma Tasmin non ci diede peso alla sua frecciatina visto che il fratello si comportava sempre così quando si trovava sotto accusa.

"Questa tua scelta é un errore Alessandro! Il consiglio ti farà terra bruciata per i tuoi desideri capricciosi e insensati!!" Ma il fratello non la stava più ascoltando e si diresse velocemente verso la porta per interrompere la discussione.

"Alessandro!!" lo chiamò Tess per fermarlo visto che non aveva ancora finito ma il suo richiamo venne respinto dal rumore rimbombante della porta chiusa con violenza.

 

Non appena si venne a sapere che Alessandro aveva intenzione di sposare una barbara, priva di alcun titolo nobiliare e peso politico, si scatenò il panico a palazzo e in Macedonia nacque un malcontento nei confronti del re, che preferiva prendere in sposa un'asiatica piuttosto che una di loro.

Molti chiesero udienza al re e subito la servitù si preparò per organizzare l'evento; in tutto quel trambusto Tasmin notò in lontananza un Filota un malridotto, sicuramente Cassandro doveva averlo pestato per bene o incutergli del gran terrore, visto che evitava persino di guardare Tasmin negli occhi.

Lei lo seguì con lo sguardo quando all'improvviso si trovò Cassandro al suo fianco e non se ne accorse fino a quando non sentì la sua voce magnetica vicinissima a lei. "Tuo fratello non riesce proprio a non cadere nei pasticci"

Tasmin si girò prontamente verso di lui e come al solito fu abbagliata unicamente dalla sua presenza; poi però riprese la diffidenza nei suoi riguardi e cercò di ignorarlo.

"Spero che tu gli faccia cambiare idea, tutti gli stanno dando contro per la sua scelta di sposare quella... asiatica" disse ancora cercando di instaurare un dialogo.

Tasmin sospirò infastidita per la sua intromissione ma decise di adoperare la tecnica del mutismo per non permettergli di fare giochetti mentali con lei.

"Ti hanno morso la lingua?" domandò lui con tono arrogante.

Tasmin sgranò gli occhi infastidita per la sua arroganza e incredibile faccia tosta, dopo come si era comportato l'ultima volta che si erano visti.

"Forse é con te che non voglio parlare non credi? Non mi avevi forse detto che non tolleri le intromissioni nella vita privata? Ora sono io che te lo chiedo, lascia in pace mio fratello" rispose in tono acido.

Cassandro rise beffardo, colpito per quella risposta a tono:

"Tuo fratello é il nostro re e deve rendere conto di quello che fa. E ti sto appunto avvertendo delle malelingue che si stanno diffondendo a palazzo"

"Come sei premuroso" rispose in tono ironico.

A un certo punto Cassandro si mise a fissarla per un tempo infinito poi il suo sguardo si abbassò al braccio che aveva preso con violenza il giorno prima e che appariva ancora gonfio.

"Mi dispiace.. non volevo farti male" rispose dispiaciuto.

Tasmin si voltò verso di lui e il suo sguardo appariva sinceramente affranto o pentito, ma questo non bastava a sistemare tutto. Le belle parole non dimostravano niente, visto che i fatti mostravano unicamente quanto Cassandro fosse egoista.

"Ma davvero? Ti dispiace per cosa?" domandò incalzandolo.

Cassandro rise debolmente abbassando lo sguardo:"Quando si parla di certe faccende… personali.. divento nervoso e perdo il controllo. Non l'avevo premeditato quel gesto violento, spero che mi crederai almeno in questo" rispose profondamente.

Tasmin allora si mise a studiare le espressioni del suo viso e a chiedersi come lui avesse fatto a cambiare così radicalmente in quegli anni: quando era piccola non avrebbe mai pensato di poter aver paura di lui e di arrivare perfino ad allontanarlo.

"Tu con le tue scuse e lo sguardo affranto pensi di rimediare a tutto, ma i tuoi dispiaceri non contano se non fai prima un esame di coscienza sui tuoi errori!"

"Ho smesso di preoccuparmi degli scrupoli di coscienza molto tempo fa" rispose freddamente come se la cosa non gli importasse affatto .

Tasmin alzò gli occhi al cielo esasperata:"É proprio questo quello che intendevo."

Pensava di essere una stupida per sentirsi ancora così ferita per la freddezza di Cassandro e per aver sperato anche solo per un attimo di poter chiarire con lui e costruire un legame solido, non fatto solo di continui tira e molla, e di poter smettere di scappare.

Senza aspettare una sua risposta beffarda, Tasmin gli passò davanti e se ne andò via di lì, per rientrare nelle sue stanze.

All'improvviso sentì chiamare il suo nome e Tess sorrise dentro di per il patetico e vano tentativo del giovane di rispedirla tra le sua braccia.

"Tess, Tess fermati." ordinò lui duramente percorrendo la sua stessa direzione. La sua voce si era fatta pericolosamente vicina e i suoi passi pesanti dimostravano quanto era intenzionato a volerla fermare.

"Non ho nient'altro da dirti" replicò Tasmin per convincerlo a lasciar perdere.

Ma lui anche questa volta non le diede ascolto infatti Tess si sentì afferrare il braccio per l'ennesima volta, ma con meno rudezza, infatti lei non si accorse delle reali intenzioni di Cassandro fino a quando non si ritrovò chiusa in una stanza a lei sconosciuta.

Cassandro infatti l'aveva presa per il braccio e spinta leggermente verso la prima stanza vicino a loro. Lui la fece entrare velocemente per evitare di farsi scoprire da qualche guardia e così Tasmin strabuzzò gli occhi cercando di andarsene via di li:

"Ma allora io prima ho parlato al vento?! Se tu non intendi mai ascoltarmi che senso ha parlare ancora?"

"Forse perché questa volta sono io a doverti dire qualcosa, ma non mi aspetto però  che tu mi faccia la morale." Disse chiudendo la porta.

"Smettila di fare l'arrogante con me"

Cassandro si immobilizzò al centro della stanza per scrutarla attentamente, quando chiuse le palpebre degli occhi, per cercare di frenarsi.

"Se solo tu non avessi coinvolto quello stupido di Filota..." mormorò chiudendo i pugni e abbassando il tono della voce, forse per avvertirla.

"Ah già dimenticavo che oltre a essere un farabutto sei pure violento e non ci pensi due volte a mettere le mani addosso."

Lui riaprì gli occhi e la fissò seriamente:

"Quindi deduco che non ti interessa quello che ho da dirti"

"No non mi interessa, anche perché sono sicura che saranno solo bugie o scopiazzatura della verità girata a modo tuo." Rispose sfrontata, mettendosi le mani sui fianchi.

"Hai la presunzione di sapere tutto e di tutti" mormorò lui accennando a un sorriso, anche se i suoi occhi rimanevi seri e glaciali.

"Di te non sono mai sicura. E ho imparato a non farmi aspettative su qualcuno che ti delude sempre e comunque" Lo stava facendo apposta, stava tentando di ferirlo e di mostrargli apertamente tutto quello che si era tenuta dentro in quei giorni.

"Io sono venuto qui per scusarmi, per parlarti chiaramente, non per farmi offendere da te."

"Allora se vuoi fare qualcosa di concreto cerca di dare un appoggio disinteressato a mio fratello, al tuo re, quando ce ne sarà bisogno. Alessandro potrà anche essere pieno di ambizioni, testardo e talvolta pazzo, ma almeno lui non ha paura dei giudizi altrui o di prendere decisioni che minano la sua autorità e potere" rispose sincera come per fargli capire che lui non valeva un neanche un dito di Alessandro.

Cassandro rise in modo ambiguo, freddo pensando che forse Tasmin non era così astuta come aveva sempre pensato, visto che per avere il potere non bisognava assecondare i desideri personali, mai. Dovevi avere chiaro in mente ciò per cui era disposti a lottare e non concederti mai una debolezza.

"Ingenua. Tuo padre si starà rivoltando nella tomba" mormorò crudele.

Lo schiaffo arrivò all’improvviso e con violenza tale che fece girare completamente la faccia di Cassandro; Tess lo guardava con odio e con disprezzo e quel gesto voleva fargli capire che lui non poteva manovrarla come un burattino.

Cassandro si girò lentamente verso di lei, sembrava che quello schiaffo non lo avesse minimante scalfito infatti continuò a fissarla gelido, come se avesse ancora lui la situazione in pugno:

“Questo non cambia niente sai? Ma non lo fare più.” Rispose duramente.

“Altrimenti?” replicò lei per sfidarlo.

Si aspettò che lui avesse uno dei suoi soliti scatti d’ira invece le prese la testa fra le mani e appoggiò le labbra sulle sue con violenza, senza un minimo di dolcezza. La strinse a sé in modo provocante, quasi eccessivo e Tess solo per un secondo lo assecondò ma riuscì a spingerlo via da lei con la poca forza che le era rimasta. Gli avrebbe voluto dare un altro schiaffo ma pensava era meglio tenere a freno le mani visto come Cassandro aveva reagito prima.

“Vattene!” gli urlò con astio per allontanarlo e per dimostrare a sé stessa che lei non aveva sentito niente quando l’aveva baciata. Niente.

“Non mi sembrava che tu volessi cacciarmi” rispose lui semplicemente.

“E invece io voglio che tu esca di qui! Tra noi non ci sarà mai nulla Cassandro” mormorò con le spalle al muro.

“Nulla? Quello che tu provi in questo momento è nulla?”  gli domandò lui per provocarla, avvicinandosi di nuovo a lei ma Tess cercò di sviare i suoi spostamenti per non permetterle più di toccarla.

“Quello che voglio per la mia vita è un po’ di certezza, voglio fidarmi della persona che amo, voglio costruire qualcosa! E tutto questo con te non sarebbe mai possibile”

Cassandro all’improvviso si fermò a qualche centimetro da lei, come se quella frase lo avesse colpito nell’animo; abbassò lievemente le palpebre per poi guardarla dritto negli occhi. La sua voce in quel momento appariva affranta, delusa.

“Perché?”

Tasmin deglutì nervosamente prima di cominciare, anche se pure ora che doveva dimostrarsi forte, Cassandro riusciva sempre a metterla in soggezione.

“Gli uomini come te si sentono invincibili con tutti. Perché sono abituati a calpestare chiunque li ostacoli; sono dei perdenti e lo sai il perché? Perché hanno paura. Perché se provano qualcosa, si sentono deboli…! E questo fa di loro degli esseri vuoti, e quindi anche se vincono rimangono sempre dei perdenti”

Cassandro sorrise in modo gelido e crudele anche se i suoi occhi verdi stavano dimostrando tutt’altro, cioè che era ferito. Ma non lo avrebbe mai ammesso.

“Sei sicura di aver capito tutto?” domandò alzando il mento.

“No a me è bastato vedere il tuo comportamento a Babilonia. Hai avuto paura di quello che provavi e sei fuggito, e ora vieni a fare la parte dello spietato… con me!! E’ inutile, io lo so che sei un vigliacco, lo so”

Calò un silenzio vibrante nella stanza, che non permetteva a nessuno dei due di respirare.

Poi però Cassandro rinsavì e ritornò a essere quello di sempre:

“Vigliacco? Bene. Preparati a vedere questo vigliacco che distrugge tuo fratello nel consiglio” mormorò profondamente come se volesse farle ricordare quelle parole per il resto della sua vita.

Non le diede il tempo di replicare, che sbatté con violenza la porta della stanza lasciando Tasmin sola e imbambolata. Era inutile, cos’altro poteva fare? E non avrebbe permesso a se stessa di piangere ancora.

Cassandro.. era impossibile riuscire ad entrare nel suo cuore, è sempre stato così e rimarrà a essere così.

 

 

Il consiglio si svolse infatti nel peggiore dei modi: tutti davano contro ad Alessandro sul fatto che intendesse sposare una barbara invece di una degna macedone, e allora l'erede che verrà messo al mondo non sarebbe mai stato di sangue puro. Parmenione gli diede contro, urlando che stava andando contro le volontà di suo padre, che stava assecondando solo i suoi desideri personali invece dei suoi doveri. Anche Filota ci diede del suo, dicendogli che doveva prendere quella barbara come concubina e sposare invece una macedone all'altezza di diventare regina.

Ma Alessandro non volle sentire ragioni e precisò che non avrebbe mai cambiato idea e urlò che lui non era Filippo.

"Vi ho condotti più lontano di quanto mio padre abbia mai sognato!! Vecchio questo é il nuovo mondo!" urlò per chiudere lì la questione e condusse Parmenione in una sua legione a Maracanda per sostenere la spedizione in Asia e le redini dell'impero.

Cassandro a quel punto sbottò e si comportò come la minaccia detta prima a Tasmin prevedeva. Ma nessuno si aspettò uno scatto d'ira così forte contro il re:

"Alessandro sii ragionevole!! Era previsto che loro diventassero nostri pari?! Che dividessero i nostri premi?! Ricordi cosa diceva Aristotele? Un'asiatica! Che valore può avere un voto nuziale per un popolo che non ha mai tenuto la parola data a un greco??" mormorò in tono offensivo.

"Che perisca Aristotele!!" gridò il re con furia ancora più violenta di quella che aveva Cassandro, e lo spinse contro il muro afferrandogli la testa con la mano:

"Cos’è che ti rende tanto migliore di loro?! Cassandro, migliore più di quanto tu non lo sia veramente é così che vi sentite tutti voi??" gli gridò in faccia mettendosi pericolosamente faccia a faccia contro di lui.

Efestione allora cercò di calmarlo e così Alessandro decise di lasciare la presa sull'amico, ma la sua sfuriata non era ancora finita:"Quello che mi disturba di più non è la vostra mancanza di rispetto verso quello che penso! Ma il disprezzo per un mondo molto più antico del nostro!!" gridò ancora prima di fuoriuscire dalla sala del consiglio, senza dare il minimo ascolto ai suoi uomini.

Quello fu il suo primo errore.

 

La cerimonia si svolse in modo semplice ma aristocratico secondo le usanze barbare, unendo così i due popoli che in passato erano sempre stati in contrasto.

I malumori dei soldati era arrivato al punto limite perché molti non vedevano di buon occhio la solidarietà che Alessandro provava verso gli asiatici, mettendo il suo stesso popolo in secondo piano, e mischiando addirittura le due razze. Tasmin colse negli sguardi di quelli che riteneva amici di Alessandro, un'espressione delusa e di malcontento, e sfortunatamente prevedeva che presto si sarebbero rivoltati contro il re. Tess si focalizzò di più sul volto di Efestione che sembrava essere l'ombra di se stesso: era pressoché angosciato e disperato, forse perché l'uomo che amava si stava irrimediabilmente allontanando da lui con quel matrimonio.

Tasmin si chiese se la loro torbida e ossessiva relazione sarebbe finalmente finita ora che Alessandro era sposato.

Poi involontariamente i suoi occhi blu si misero a fissare il volto tirato di Cassandro che fra tutti sembrava quello più serio e duro. Sicuramente aveva avuto un forte scontro con Alessandro e ora si stava leccando le ferite, escogitando le prossima mossa da fare.

Quando il ragazzo si sentì il suo sguardo addosso, si girò verso di lei e la guardò. L'espressione del suo viso non era cambiata di un centimetro, era lo stesso serio e deciso, soltanto più penetrante mentre la osservava.

Tasmin distolse lo sguardo da lui, godendosi la festa e pensando tra e cosa il fratello aveva trovato di tanto attraente in Rossane.

Dopo un anche Cassandro abbassò lo sguardo.

 

Verso sera Tasmin andò dal fratello per fargli ancora le congratulazioni visto che durante la cerimonia non erano potuti stare un attimo soli.

Entrò in silenzio in camera sua e lui era già in tenuta da notte al centro della stanza. "Ehi non ti ruberò molto tempo! Volevo soltanto farti le congratulazioni, se tua moglie non comprende quanto sia fortunata allora é davvero una stupida" esclamò ridendo.

Anche Alessandro ricambiò il sorriso avvicinandosi alla sorella:" Non é stato facile per gli altri accettare la mia scelta ma prima o poi capiranno che questa unione ci trarrà solo vantaggi. E tu invece sei ancora logorata dalle tue paranoie politiche?"

Tasmin gli toccò dolcemente il viso e gli rispose:"Io voglio solo che tu sia felice, fratello. Almeno tu..."

Alessandro si rabbuiò e le prese le mani sulle sue:" Perché dici così? Non sei felice qui?" domandò preoccupato.

Tess gli sorrise cercando di rassicurarlo:"No sto bene.. sono solo un po’ sotto pressione e questa tua improvvisa decisione ci ha destabilizzati tutti.. Ma!" replicò alzando l'indice della mano "Non bisogna far aspettare la sposa perciò mi dileguo!" rispose caldamente dandogli un bacio sulla guancia.

Alessandro rise divertito:"Dammi l'in bocca al lupo sorellina!" esclamò in tono ironico.

"Oh non ne hai bisogno!" rispose lei facendogli l'occhiolino e dandogli la buonanotte.

Quando fuoriuscì dalla camera vide Efestione marciare lungo il corridoio e non appena si rese conto che si stava dirigendo proprio in camera di Alessandro, Tasmin sgranò gli occhi per la sua sfrontatezza e lo rincorse prendendolo per il braccio:"Dove credi di andare?" ringhiò con astio.

"Lasciami andare Tasmin" rispose lui col suo stesso tono.

Lei automaticamente lasciò la presa sul suo braccio ma gli rise in faccia per compatirlo:"Mio fratello sta per passare la sua notte di nozze e tu cosa fai? Se vuoi importunare Alessandro abbi almeno la delicatezza di farlo di giorno e senza con la paura di essere scoperti dalla neo sposa!"

"Gli devo parlare solo un minuto" rispose seccamente.

"Perché non lo lasci andare? Lui ormai ha fatto la sua scelta e se questo matrimonio ha creato dei malumori, se ne creeranno ancora di più quando la vostra piccola relazione peccaminosa verrà alla luce! Non capisci che stai rendendo ridicolo mio fratello?"

Efestione allora si mise a ridere:

"Credevo che Alessandro fosse ossessivo nei tuoi confronti perché ti vuole sempre con sé, ma deduco che anche tu non sei da meno"

Tasmin lo guardò offesa per quel rimprovero:

"Io voglio solo il suo bene, a contrario tuo che gli ronzi sempre intorno. Perché non passi il tuo tempo con qualche bella ragazza? Se non riesci a trovarla, te ne posso presentare io qualcuna"

Ma all'improvviso la porta della camera del re si spalancò; forse Alessandro li aveva sentiti visto che parlavano ad alta voce infatti lui si affacciò sulla soglia della porta.

"Lascialo passare Tess" ordinò guardando Efestione.

"Ma.." lei cercò di protestare ma vedendo che suo fratello era irremovibile, cedette con un sospiro esasperato. In quella giornata era andato tutto storto e sembrava fosse sul punto di impazzire, forse perché non era destino che lei avesse una vita normale.

"Fai come vuoi, poi però non venire a lamentarti da me!"

Dopo aver detto questo Tasmin si dileguò lungo il corridoio, lasciandoli soli.

 

La serata intanto non era ancora finita, i balli erano ancora nel pieno svolgimento e fiumi di vino calavano dai bicchieri.

Cassandro fuoriuscì dalla tenuta e andò nel terrazzo, buttando al vento ciò che aveva rimasto nel bicchiere.

Sotto il balcone c'era un burrone molto profondo e ripido, e se qualcuno fosse caduto sicuramente si sarebbe spaccato l'osso del collo visto che il palazzo era situato in cima alla montagna.

Ripensò alle parole dure che Tasmin gli aveva rivolto… le ricordava perfettamente e ogni volta la gola gli si seccava, e il fiato gli mancava come se il cuore perdesse dei battiti. Quelle parole lo avevano ferito, tuttavia non lo avrebbe mai ammesso. Non poteva provare debolezze con nessuno e quindi come al solito avrebbe innalzato la barriera per distanziare le persone,  facendo finta che non gli importasse di niente e di nessuno.

Così era tutto più facile; perché lui non era in grado di esaudire le aspettative di nessuno… tanto meno quelle di Tess… e in fondo ne soffriva perché lei aveva ragione.

All'improvviso fu avvicinato da Filota che era completamente brillo infatti faticava a reggersi in piedi.

"Bella serata" disse lui continuando a bere.

"Prima che tu venissi a seccarmi lo era" rispose Cassandro sincero continuando a guardare l'orizzonte davanti a sé.

"Sono venuto a proporti un affare" disse Filota cercando di darsi un contegno e per questo si aggrappò alla spalliera del balcone.

"Tu? A me? Non vedo perché dovrebbe interessarmi" rispose Cassandro con un ghigno.

"Anche se mezza Macedonia mi ritiene uno stupido, comunque sono stato l'unico ad accorgermi che tra te e la sorella del re c’è qualcosa quindi... ti conviene ascoltarmi" mormorò agitando nervosamente le mani.

Cassandro allora si girò verso di lui con l'espressione sul viso indecifrabile. Quel verme voleva forse ricattarlo?

"Oh bene vedo che ho attirato la tua intenzione ma non é come sembra.. non ho intenzione di ricattarti" rispose finendo l'ultimo goccio di vino. "Ti sto proponendo un affare.. tu sai benissimo che io possiedo molte terre e mio padre é l'uomo più vicino a re, poi ora tiene le redini dell'impero in una delle sue legioni più fruttifere..un bel gruzzoletto no? Comunque tornando a noi, io sono disposto a offrirti ancora più potere di quello che hai già e in cambio... mi concedi la tua preziosa donzella per una… o due sere." rispose infine con un sorriso bastardo in faccia.

Cassandro era molto intelligente ma non riuscì a capire questa sua folle richiesta e aveva voglia di ridergli in faccia, tuttavia decise di rimanere serio per analizzare a fondo la questione.

"Spiegati meglio perché credo di non aver capito bene"

"Non é difficile.. tu organizzi una serata romantica con lei fuori dal palazzo, lontano da qui, ma all'ultimo momento c’è un imprevisto e non puoi più venire.. così avrò io il via libera e ci andrò io al tuo posto. Tranquillo non sospetterà niente e poi sono un gentiluomo a contrario tuo, quindi non la toccherò con un dito.. se lei non desidererà il contrario ovviamente" mormorò beffardo. Il vino doveva avergli spento i pochi neuroni che gli erano rimasti.

Lo sguardo di Cassandro nel frattempo si era fatto impenetrabile, gelido e non mostrava alcuna emozione.

"In cambio avrai ciò che ti ho detto prima.. e non dirmi che questa offerta non ti fa gola..! Non ho riferito a Tasmin ciò che ho scoperto su di te e sulla tua famiglia e niente uscirà dalla mia bocca come tu hai ordinato.. ma un uomo ambizioso e senza scrupoli come te, converrebbe che questa offerta é molto allettante e sono sicuro che accetterai senza battere ciglio. Andiamo cosa vuoi che sia una notte o due..!"

Cassandro aveva ascoltato attentamente ciò che Filota gli aveva detto; il suo sguardo non era cambiato ed era rimasto gelido e intimidatorio.

Poi però abbozzò a un sorriso di riconoscenza e Filota pregustò già la vittoria. Ma aveva fatto male i suoi calcoli.

Senza che potesse reagire si ritrovò a penzoloni giù dal dirupo, con la testa che dondolava in mezzo al vuoto e soltanto le gambe lo tenevano sulla terra ferma. Capendo cosa stava succedendo si mise a gridare come un forsennato e cercò di risalire sul balcone ma la presa di Cassandro era molto forte e non accennava a diminuirla:

"Ho ascoltato attentamente la tua offerta e questa é la mia risposta. Addio Filota" mormorò Cassandro spregevole,  spingendo il suo corpo verso il basso.

Filota allora si dimenticò della sbornia e urlò di non farlo, che se ne sarebbe pentito e che era completamente fuori di testa, come aveva sempre pensato. Gridava e piagnucolava allo stesso tempo sperando che qualcuno venisse a salvarlo, ma col casino della festa nessuno si sarebbe accorto delle sue urla.

"Che c'é  hai paura? Questa volta non c'é il tuo paparino che ti copre le spalle e ti difende, piccolo Parmenione!" disse pronunciando lentamente il suo disprezzante soprannome, per umiliarlo ancora di più.

"Bastardo! Aspettavi quest'occasione da tempo non é vero?" recriminò Filota, cercando di afferrargli il braccio.

"Questa volta mi hai dato sui nervi più del solito.. hai davvero oltrepassato il limite piccolo verme." mormorò con voce terrificante mentre il viso si era fatto di nuovo gelido.

"Se mi uccidi, tu farai la mia stessa fine! Mio padre te la farà pagare!!"

"Almeno avrò la soddisfazione che l'ultima cosa che vedrai sarà il mio sorriso che guarda il tuo cadavere" rispose lui in tono crudele.

Ma poi smise di sputare sentenze a raffica e fissò lo sguardo delirante di Filota.. il piccolo verme aveva ragione; se lui lo avesse ucciso, avrebbe fatto la sua stessa fine visto l'autorità che Parmenione esercitava nel paese. Eppure era così allettante l'idea di fargliela pagare.. questa volta Filota aveva osato troppo.

Ma alla fine tirò il moribondo, che finalmente riprese a respirare, anche se Cassandro non aveva ancora finito con lui infatti lo inchiodò a terra, mettendogli con forza un piede sulla schiena.

Filota piagnucolò ancora:

"Perché fai così? Era una buona offerta! Ti ho detto che non l'avrei sfiorata se lei non lo avesse voluto!"

"Non mi importa del tuo spirito cavalleresco, io non ti cedo niente e ora fila via!" replicò con odio, lasciandolo libero.

Filota si tirò con difficoltà visto che era ancora scosso:

"Hai davvero sprecato un occasione Cassandro. Non credere che non te la farò pagare" disse racimolando quel po’ di coraggio che gli era rimasto.

Cassandro lo guardò con disgusto:

"Porta via la tua carcassa Filota, prima che io rimpianga di non averti buttato giù dal dirupo"

Filota allora col morale a pezzi se ne andò senza dir più niente, ma mentre correva via si imbatté in Luna che aveva lo sguardo angosciato.

La donna aveva ascoltato solo la parte finale del litigio e nella sua mente era Cassandro a passare dalla parte del carnefice, mentre in realtà era Filota il vero farabutto.

Il ragazzo se ne andò subito e Luna invece rimase a fissare Cassandro con sgomento.. sapeva che Tasmin era parecchio presa da lui ma evidentemente non aveva capito fino in fondo quanto lui fosse violento e pericoloso. In cuor suo si promise che non avrebbe mai permesso che facesse del male alla sua bambina, costi quel che costi.

In quel paese ormai l’ondata di follia aveva invaso chiunque.

 

FINE CAPITOLO!!

Spero vi sia piaciuto ^^ Ahah il povero Filota ne fa sempre una delle sue, cedere un po’ di potere in cambio di Tasmin….eeeeeh hai fatto male i tuoi conti, caro! XD

E Cassandro è sempre più stronzo… anche se quando menava il povero Filota l’ha fatto per dargli una lezione visto che voleva usare Tasmin solo come un oggetto di scambio senza valore, manco fosse un cavallo!

Ci vediamo alla prossima! E commentate! ^^

   
 
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