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Autore: Stormtroopers in stilettos    14/02/2012    2 recensioni
In un mondo alternativo, in cui la guerra è finita nel 1981 e più o meno a fin di bene per parecchi, Sirius Black è un mago che vive sereno e a piede libero. Che potrebbe succedere però se incontrasse nuovamente una delle sue vecchie fiamme scolastiche, tale Cornelia Lethifold, con cui i rapporti erano finiti in maniera piuttosto burrascosa? Solamente un mare di guai…
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Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sirius & Cornelia'
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Note: Dopo una lunghissima attesa eccoci con un nuovo aggiornamento, ma giusto perchè con San Valentino ci siamo sentite più buone, o magari no. Preparatevi ad assetti di guerra!

 Capitolo cinquantasei: piani malefici

 
Giunta nel suo appartamento, Nel trovò un gufo che pareva in attesa da diverse ore. Aprì la finestra della piccola cucina, lo fece entrare e versò da bere per il volatile, prima di slegare il messaggio. Senza sorpresa notò che era la risposta dei genitori alla sua notizia. Suo padre le fece sapere con ironia che la notizia lo coglieva del tutto impreparato, e le chiese se non ci fosse un motivo sotterraneo per la sua decisione, com’era già capitato. E chiedeva inoltre, dimostrando una vergognosa mancanza di tatto, se il fortunato era la medesima persona che già conosceva, o se doveva a qualcun altro il merito. Sua madre invece, molto semplicemente, le faceva le sue più sentite congratulazioni, e le raccomandava di farsi sentire al più presto. Vista l’ora la strega decise di dare notizie di sé il giorno seguente; nutrì il gufo, e lo lasciò volare verso la sua meta.
Sentì il famigliare “crack” della Materializzazione di Sirius circa due ore dopo, mentre si stava rivestendo dopo una rilassante doccia bollente.
- Credevo di averti dato la mia chiave. – disse affacciandosi in soggiorno, con una salvietta tra le mani e i capelli ancora umidi.
- Carina stile pulcino inzuppato. – commentò – Ho idea che se fossi arrivato solo dieci minuti prima avrei potuto farti compagnia, sbaglio?
- Ti è andata male. – la strega si avvicinò,  sbadigliando – I miei hanno risposto. Mio padre ci tiene a sapere se non ho cambiato fidanzato rispetto a quello che ricorda lui e vorrebbe sapere se mi sposo perché sto per farlo nonno.
Come da copione, Sirius s’incupì. – Non vedo l’ora di sapere che dice la signora Lethifold, a questo punto.
- Tante congratulazioni e vuole che mi faccia sentire presto; andrò a trovarla in questi giorni. Connor dovrebbe essere avvisato, ma non si è ancora fatto sentire.
- Invece si è fatto sentire Conrad, mi è piombato in ufficio a tradimento. – la interruppe Sirius.
- Ah davvero? – Nel si sedette in braccio a Sirius, che si era già accomodato sul sofà. – Come mai è passato da te?
- Dimostrazione di forza? Territorialità? Ha una pessima opinione di me? – elencò Black distrattamente. – Con la sua solita aria professionale mi ha chiesto di darti questa, ha detto che faceva prima così, visto che di certo ti vedo spesso. – spiegò, mostrando una lettera.
- Mi vedi spesso? Non mi dire… - mormorò la strega, ironica.
- Mi ha detto che potevo aprirla, ma non ci tengo molto a mettere mano nella corrispondenza privata.
Non fece in tempo a finire la frase che la giornalista gli aveva già sfilato la pergamena di mano e aveva spezzato il sigillo ministeriale che la chiudeva. Un attimo dopo la vide ridacchiare, richiudendo la lettera.
- Che c’è?
- C’è che è una lettera tipica di Conrad, si sta facendo beffe di noi, senti qua: “Perfetto, dimmi dove e quando e io sarò lì”, che razza di risposta cretina.
- Ah, splendido.
- E non ha nemmeno risposto alla domanda fondamentale. – borbottò la strega, appoggiando la testa sulla spalla del mago.
- Sarebbe? – s’informò Black, pregando che non fosse una domanda riguardante l’opinione del primogenito Lethifold su di lui.
- Gli ho chiesto se voleva essere il mio testimone di nozze. Se lo conosco bene questo – disse sollevando la mano con la lettera – dovrebbe essere un sì, ma potrei sbagliarmi.
- E con la tua sorella carina che facciamo?
- Come sarebbe mia sorella carina? – domandò la strega, già sul piede di guerra.
- Cornelia, ce li ho gli occhi, Constance è riuscita un po’ meglio di te, non credi? – fece notare Sirius con aria angelica, mentre sapeva che la piccola furia tra le sue braccia stava ribollendo di rabbia. – Tranquilla, mi toccherà sposare te, visto che l’altra è già presa. – aggiunse, premurandosi di bloccare le braccia di Nel prima che reagisse violentemente; questo non impedì alla donna di scalciare.
- Piantala Cavallo Pazzo, è perfettamente inutile che tu ti agiti tanto. – rise Sirius, mettendole in testa l’asciugamano che la strega aveva abbandonato poco prima. – La tua mamma non ti ha insegnato che coi capelli bagnati si prendono i malanni?
- A me dispiace solo che la tua non ti abbia segato la lingua.
- E qui sbagli. – rispose Sirius, baciandola.
- D’accordo. – ammise Nel con un certo sforzo, mentre il mago continuava a tormentarla baciandole il collo. – Abbiamo ancora un problemino da risolvere però, lo sai, vero?
- Ti ascolto. – mugugnò Black continuando inesorabile la sua opera di tortura, e anzi spostando la strega quasi di peso per evitare che gli si informicolissero le gambe.
- Sono seria, dobbiamo parlare a Connie prima che mia madre si lasci sfuggire qualcosa. Le ho detto di lasciar fare a me, ma non mi fiderei troppo di lei.
- Sarò onesto, questo non rientrava nelle mie priorità… - disse Sirius accarezzando in maniera vergognosamente lasciva una gamba della donna. – ma se ci tieni tanto al tuo malefico piano temo che non potrò far altro che acconsentire.
- Lo dici come se ti stessi portando sulla bocca dell’Inferno. – rispose la strega posando la propria mano su quella del mago. – Ero convinta che alcuni gironi ti fossero particolarmente congeniali.
- Già, io sono il cattivo e tu sei la ingenua e tenera fanciulla traviata, decisamente credibile. – ridacchiò Sirius.
- Sirius Black, il corrispettivo moderno di uno dei cavalieri di Re Artù. Permettimi, ma anche questa equivale a spararla particolarmente grossa.
- Be’, Lancillotto, magari…
- Quell’imbecille che ha causato la rovina di Camelot? – Cornelia approfittò di quel momento di smarrimento di Sirius per alzarsi in piedi e per togliersi l’asciugamano dalla testa; Black aveva la risata facile, meglio evitare di facilitargli il compito, no? – Avviserò Connie che voglio parlarle quanto prima, se riesco a convincerla potremmo trascinare anche John in questa bella commediola; fingeremo di avere una notizia particolarmente grave da comunicarle.
- Tremo all’idea di quello che stai pianificando. – borbottò il mago, lasciandosi andare sullo schienale del divano color crema.
- Nulla di che, da quando sa che stiamo insieme, di nuovo, non vive se non per sapere quando convoleremo a nozze. Ha sempre fatto così con ogni ragazzo che ho avuto, non ti eccitare. – sorrise lei, tramutando il lieve ghigno di Sirius un una faccia decisamente abbacchiata. – Se riesci a riprodurre quell’espressione mentre le diremo che ci stiamo lasciando avremo un successo assicurato.
Il mago grugnì, distogliendo lo sguardo. Possibile che Quella lì dovesse sempre distruggerlo con quelle docce ghiacciate? Cos’era, sadismo puro? Se ripensava poi alle circostanze in cui Constance Barrowman aveva appurato l’esistenza della loro relazione… Merlino, le donne di quella famiglia lo impensierivano, di tanto in tanto.
- Per consolarti posso dire che sei uno dei suoi preferiti da sempre. Lo sai, ti tratta come il suo animale di pezza. – rise Nel, mentre andava a raggiungere il telefono. Già, anche l’adorazione di Connie per lui aveva dell’inquietante. Rimase in silenzio mentre ascoltava la, terrore, futura moglie, cianciare con aria molto seria con sua sorella. Falsa come Giuda e anche di più, un’interpretazione dannatamente credibile. Avrebbe potuto tranquillamente usare un gufo, o la Metropolvere, ma sarebbero stati due metodi egualmente poco vantaggiosi. Il gufo le avrebbe impedito di godere della preoccupazione di Connie, e la Metropolvere l’avrebbe costretta a farsi vedere in carne ed ossa, compromettendo le sue capacità di rimanere seria.
- Fatto. – esultò la strega tornando a sedersi accanto a lui. – Siamo loro ospiti domani sera, Connie è estremamente curiosa, e leggermente preoccupata: non potevo desiderare di meglio. – disse, ridendosela come una bambina davanti ad un nuovo giocattolo particolarmente gradito. Sirius trovò quella risata tremenda, cattiva e con un che di luciferino, ma riuscì solo ad osservarla con aria condiscendente.
- Per quanto avresti intenzione di divertirti, domani sera? – domandò poi distraendola dai suoi pensieri.
- Voglio solo sentirla balbettare “No, non può essere, siete così carini insieme” o altre variazioni sul tema. Insomma, voglio vederla comportarsi come una patetica eroina romantica. – oh, dopotutto Connie leggeva tutti quei polpettoni tremendi per qualcosa, no? Nel non vedeva l’ora di ammirare un’interpretazione accorata e sentita come quella di sua sorella. Ci sarebbe stato da ridere.
- Insomma vuoi vedere un tremendo incrocio tra Marianne Dashwood e Catherine Morland? – Sirius pareva perplesso.
- Ma allora tra te e Jane Austen è proprio amore! – esclamò sorpresa. Davvero, non pensava che un uomo del genere potesse dilettarsi così. Osservò Sirius irrigidirsi di colpo, ben consapevole di aver fatto un passo falso. – Devo dedurre che in fondo hai un cuore.
- Be’, direi che anche tu la conosci bene, visto che non ti lasci sfuggire un nome. – la difesa di Black non era debole, ma debolissima.
- Letture standard di una ragazza per bene, Sirius. Potevo forse perdermela?
Sirius fu letteralmente costretto a zittirla per salvare quel poco di reputazione che gli restava. Dopotutto, le aveva lasciato altra scelta, forse?
 
***
 
Cornelia attese la sera successiva con impazienza. Per un motivo o per l’altro non era mai riuscita a ripagare a dovere la sorella delle infiltrazioni nella sua vita privata e del suo asfissiarla con domande imbarazzanti. Aveva provato a renderle pan per focaccia, ma Connie aveva sempre adorato sbandierare ai quattro venti le sue relazioni; l’unica cosa che l’aveva leggermente mandata in crisi era stata la sua prima gravidanza, e in quel caso sarebbe stato davvero infame infierire, nonostante Conrad gliel’avesse suggerito con aria disinteressata. Del resto, la scenata di tutto il parentado riunito e compatto in un unico fronte comune contro Constance e John all’epoca le era parso sufficiente. Di breve, brevissima durata, purtroppo, ma tutto sommato sufficiente.
Dunque, era giunto il momento della vendetta.
 
***
 
- Dov’è che porti la tua bella, stasera? – chiese per la terza volta James, non del tutto convinto di aver capito.
- A scatenare la sua furia vendicatrice con sua sorella; cose da donne, quindi non chiedere a me, me ne lavo le mani. – effettivamente nutriva qualche dubbio sulla faccenda, ma ormai era un ballo e gli toccava ballare.
- No è che vorrei sapere come ti ha convinto. – ridacchiò l’Auror Potter. Conosceva bene certe tattiche femminili di persuasione; come Sirius ben sapeva, visto che James andava a piagnucolare e a lamentarsi da lui, anche Lily ne faceva un grande uso.
- Mi è stato detto, e purtroppo non ho motivo per dubitarne, che Constance potrebbe convincerci a sposarci a Westminster con un milione di invitati… quindi comprenderai che si tratta anche della mia sopravvivenza. – rispose l’uomo, rabbrividendo anche solo per quell’eventualità.
- Westminster? Lussuoso… - ridacchiò James – Per non dire scenografico.
- Oh, sta zitto, Ramoso. – in fondo mancava poco alla fine del turno, bastava trattenere il respiro, fare il conto alla rovescia e finire dalla padella alla brace. E fu quel che fece, per circa due minuti e mezzo. Uscì dal reparto Auror con un’aria curiosamente cianotica.
 
***
 
- Sei in ritardo, Sirius! – fu il saluto di Cornelia mentre gli passava davanti come una furia, tentando di infilarsi un paio di orecchini a forza. Certe manie delle donne lui non le avrebbe mai capite.
- Passato una buona giornata? – commentò sarcastico, varcando la soglia.
- Affatto. – borbottò la strega, con un lampo di trionfo negli occhi mentre chiudeva il gancetto del primo pendente. – Mezza redazione sembra in pieno ciclo mestruale, a confronto io sono un bon bon…
- Un metro di giudizio che agghiaccia. – continuò Black con il suo tono irritante, mentre si toglieva il mantello. Se ne pentì subito dopo, quando Cornelia lo fulminò con lo sguardo. – Ti ricordo che non sono io il nemico, stasera. Vedi di comportarti bene, se vuoi il mio aiuto.
- Cos’è, una specie di ricatto?
- Esatto. – rispose l’uomo, soave, prima di sorpassarla. – Vado a prepararmi, sua signoria. – ghignò, prima di infilarsi nel bagno celeste di Nel come se fosse a casa sua. Indispettita, lei fece per tirargli dietro un maglione che aveva dimenticato chissà quando, abbandonandolo sulla poltrona della camera da letto, ma Sirius fu più veloce e le chiuse la porta in faccia. Sentirlo ridere al di là della stanza non fece che peggiorare la situazione. Costretta a attendere che sua signoria si preparasse, si diresse con aria annoiata verso l’armadio, pensando a cosa mettersi al posto di un paio di vecchi pantaloni da casa e una felpa vecchia di anni.
Ok, cominciare a prepararsi partendo dagli orecchini non era razionale, ma considerando che aveva delle orecchie piuttosto refrattarie al fascino dei gioielli si era abituata a togliersi la scocciatura il prima possibile. E come dice il detto “Chi ben comincia è a metà dell’opera”.
Passò rapidamente in rassegna il suo guardaroba con lo sguardo: la serata prometteva bene, e lei non voleva di certo scoprirsi impreparata.
 
 

  
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