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Autore: Swami_    14/02/2012    1 recensioni
"La ragazza non rispose, era troppo concentrata nel fissarlo, provando ad imprimere nella sua mente quelle labbra sottili, quel naso dritto, il mento mascolino, la piccola cicatrice sulla guancia sinistra, l'occhio rosso che la fissava pigro.
Tutti dettagli che per anni lui aveva preferito celare."
[Questa è una raccolta di brevi racconti sulla coppia KakashiXHanaInuzuka]
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Kakashi Hatake
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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[San Valentino]




Hana fissò sconsolata il suo fidanzato starsene pigramente sdraiato sul divano di casa sua, fin troppo concentrato nella lettura di quella odiosa collana di libri.
S'infilò in bocca l'ennesimo biscotto e passò una mano sul ventre rigonfio.
No, non andava bene.
Non si aspettava grandi cose da Kakashi, visto che aveva accettato con fatica i suoi sentimenti mesi prima e aveva rischiato di farsi venire un attacco di cuore quando avevano scoperto che il suo malessere era comunemente definito “gravidanza”, per San Valentino si aspettava ben poco.
Aveva un po' invidiato la sua collega e amica Anko che l'aveva svegliata all'alba bussando sulla finestra come una pazza per farle vedere il bellissimo anello che Gai, sì avete capito bene Gai Maito, le aveva regalato.
E se Anko, donna poco incline alle romanticherie, si era sciolta di fronte a quel gesto simbolico, non capiva come mai Kakashi non potesse almeno sforzarsi.
Si alzò decisa dal divano, ignorando le terribili fitte alla schiena e marciò in direzione della cucina.
Aveva fame e il piccolo mostriciattolo anche, quindi decise che avrebbe cucinato un abbondante pranzo e ignorato del tutto il ninja copia.
Chiuse violentemente la porta dietro di sé, rimboccò le maniche del camicione azzurro che indossava per dissimulare le forme del pancione e si buttò nella cucina.




Kakashi sbadigliò, si era addormentato poco dopo il quinto capitolo de “Le Tattiche della Pomiciata”. Le ultime due missioni erano state sfiancanti anche a causa del fatto che si era ritrovato assieme a quello che ormai era suo cognato.
Kiba si divertiva a stuzzicarlo e a prenderlo in giro in continuazione, cosa che guastava la sua concentrazione.
Ma d'altronde non ci poteva fare molto, se Naruto e Sakura si limitavano a ricordargli che presto sarebbe diventato padre, Kiba non faceva altro che ironizzare sulla sua sorella e sulla loro relazione, visto che praticamente soggiornava nel suo appartamento per sfuggire da sua madre, aveva assistito alle loro liti e alle loro smancerie.
Sospirò e decise di seguire il buon profumo che veniva dalla cucina.
Quando entrò vide un'indaffarata Hana alle prese con una teglia da imburrare, gli occhi puntati su un grosso libro pieno di fogli e le labbra strette in un ghigno animalesco.
-Wow, una torta!- esclamò Kakashi avvicinandosi all'impasto. Sapeva benissimo che se solo avesse provato a toccare il miscuglio, si sarebbe ritrovato a volare fra le nuvole di Konoha oppure sbranato dai quei tre cani che detestava cordialmente.
-Fra un po' sarà pronta. Hai saltato il pranzo, vuoi qualcosa?- gli chiese neutrale, mascherando perfettamente il poco rancore che provava.
Kakashi annuì e le disse che prima avrebbe fatto la doccia e poi avrebbe pranzato.
La ragazza gli sorrise appena e ricominciò a scorrazzare per la cucina, infornando la torta e regolando il timer.
Solo allora si accorse di essere veramente stanca e che aveva un disperato bisogno di una sedia e di biscotti al cioccolato.
Si rilassò un secondo e decise che non ne valeva la pena di stare male per una sciocchezza del genere. Insomma, lei era una delle donne più serie e potenti del villaggio, era una Inuzuka e nessuna donna del suo Clan si faceva abbattere da cosucce come la festa degli innamorati.
Si alzò e andò alla ricerca della sua borsa, gli avrebbe dato il regalo che gli aveva fatto, anche se lui non aveva pensato a niente.
Sorrise convinta e lo incontrò in cucina mentre si sedeva a tavola di fronte a un piatto caldo di riso e verdure. C'era uno strano silenzio mentre lei sistemava le vettovaglie, decorava la torta e Kakashi mangiava silenzioso, quasi come se entrambi fossero sfiniti e troppo stanchi di parlare.
Quando Kakashi si alzò per lavare il suo patto, passò un braccio intorno alle spalle tese di Hana e le baciò la tempia.
-Sei stanca?- domandò leggermente preoccupato.
-No, sono … Sono solo annoiata e iperattiva nello stesso momento. Non riesco a stare ferma.- rispose lei passando una mano sul ventre.
-Tira calci?- chiese lui scostandole un ciuffo dal viso.
-No, la fase dei calcetti è passata. Qui siamo al Mille Falchi.- disse lei ridacchiando. -Ormai mi sto abituando.-
-Oh, okay.-mormorò l'uomo, passandosi una mano fra i capelli bianchi.
Hana aprì un cassetto e tirò fuori un pacchetto rettangolare verde.
-Senti ti ho fatto un piccolo pensiero per San Valentino, non è niente di prezioso, ma so che ti piacerà.- gli porse il pacchetto e si appoggiò alla cucina, curiosa di vedere la sua reazione.
Kakashi arrossì leggermente e aprì il pacco velocemente.
Un po' se l'era aspettato, per quanto Hana tentasse di apparire insensibile a certe cose da ragazza, ogni tanto cedeva, che fosse una passeggiata, un regalino o strane richieste, non era mai nulla di eccessivo.
Sgranò l'occhio e balbettò. -Ma è...E'...-
Hana gli sorrise, contenta di averlo stupito.
-E' la prima edizione de “La leggenda dei ninja coraggiosi”, con dedica originale dell'Eremita.-
-E come diavolo hai fatto?- domandò ancora scioccato Kakashi, leggendo la dedica.
Se c'era una cosa che riusciva a commuoverlo erano i libri, perché nelle storie inventate tutto era possibile. Poteva rileggere le parti che più lo colpivano e gli interessavano, poteva immaginare altri scenari e immedesimarsi nei protagonisti.
All'inizio lo considerava un allenamento per imparare a immaginare, riempire quello spazio vuoto della sua infanzia fin troppo seria, con un sano ed innocuo passatempo.
Il suo occhio cadde poi su una piccola scritta, recava la data e il luogo.
-Sempre al tuo fianco, Hana e Obito.- lesse ad alta voce. Alzò lo sguardo sorpreso verso la sua compagna che era arrossita e faceva finta di nulla.
-Obito?- domandò non capendo bene il nesso.
Hana si avvicinò e appoggiò le sue mani sul suo viso avvicinandolo.
-Avevo chiesto a Sakura-chan di non dirmi nulla sul sesso, ma quell'impulsivo di Naruto ha letto la mia cartella e gridato in mezzo al corridoio quando eri in missione, così alla fine l'ho saputo comunque.- si accostò maggiormente a lui. -E' un maschietto e vorrei chiamarlo Obito.- gli lasciò un breve bacio e lo strinse a sé.
-Obito...Obito Hatake … E' strano ma mi piace.- mormorò lui, rispondendo all'abbraccio e stringendo gli occhi e cercando di non versare lacrime.
Ma Hana le aveva sentite, le lacrime erano una leggera umidità che bagnava la sua spalla.
Improvvisamente gli tirò un pugno al braccio, facendogli male e scostandolo.
-Però tu … Non mi hai fatto nulla, come al solito ti dimentichi di tutto!- lo rimproverò.
-Non è proprio esatto. Qualcosa ho fatto.- disse lui.
Fu la volta di Hana a commuoversi un poco. -E che cosa? Dai dimmelo o mostramelo!- chiese felice, circondandogli il collo con le braccia.
Kakashi divenne serio. -Riesci a fare una passeggiata?Ti devo mostrare una cosa.- gli chiese poi sorridendole.






Hana non l'avrebbe mai ammesso, nemmeno sotto tortura, ma camminare con quel pancione e il mal di schiena era diventato sempre più difficile.
Per questo sospirò di stanchezza e felicità quando Kakashi si fermò di fronte a una casetta in legno scuro. Davanti alla porta c'era una ragazza dai capelli castani, indossava il coprifronte del Villaggio della Roccia e li fissava sorridendo. Si avvicinò a Kakashi e gli passò un mazzo di chiavi.
-Attenzione al secondo piano, manca ancora qualche pezzo di pavimento.- disse la guerriera del Paese della Roccia.
-Okay, buona giornata Midori-chan, salutami Shino e Gai.- si separarono sorridenti e l'uomo la trascinò per un braccio fino a portarla dentro l'abitazione.
-Allora questo deve essere il soggiorno, come vedi è abbastanza spazioso, i fusuma li devono ancora mettere ma se vuoi li puoi scegliere tu.- la trascinò dall'altra parte della casa, facendole ammirare la cucina e la piccola sala da pranzo e poi la fece salire al secondo piano, continuando a commentare i muri e dei dettagli che lei non notava assolutamente, visto che i suoi occhi si erano riempite di lacrime.
Fu solo quando la condusse nel piccolo giardino, -L'ideale per i cani del Clan- disse lui, che Hana pianse, alternando singhiozzi isterici con momenti di grande contegno.
Kakashi si sentì a disagio. Sapeva delle crisi ormonali, ma Hana non ne aveva mai avuto nessun crollo di nervi, forse doveva parlargli prima con calma.
-Hana … - la chiamò, cercando di stringerla a sé.
La ragazza smise quasi del tutto di piangere e lo fissò. -Tu ...- si avvicinò e gli tirò un pugno sulla testa. -Sei il più grande ...- lo schiaffeggiò leggermente. -Adorabile idiota.- disse infine confondendo sempre di più Kakashi che non capì come mai lei avesse abbassato la maschera e lo stesse baciando con tale trasporto da fargli perdere quasi l'equilibrio.
Ma non se ne curò, aveva altro a cui pensare.








*°*°*°*°*°*°*°*°*°*

Non ho mai festeggiato San Valentino, nemmeno quando “dovevo” farlo, la trovo una festa piuttosto noiosa e priva di una reale ragione. Non festeggio nemmeno i mesiversari e quant'altro, ho la memoria a breve termine e quando si tratta di numeri mi perdo.
Ma riesco comunque ad apprezzare e fare un piccolo pensiero.
E quest'anno dedico questa storia “valentinesca” a tutti gli innamorati della vita e dell'amore.
Un bacione,
Swami_

   
 
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