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Autore: ilanana    14/02/2012    2 recensioni
E se Ranesmee non fosse mai nata? Jacob che fine avrebbe fatto?
Diciamo che é una storia secondaria!
(mi spiace ma non mi mette più di due personaggi: comunque i personaggi principali sono Jacob e una nuova)
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: PWP | Contesto: Nessun libro/film
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Appena gli consegnai le coperte e il cuscino me ne andai in camera mia mi vestii velocemente e m’infilai sotto le coperte, sinceramente non ero poi così tranquilla sapendo che nel mio salotto sul mio divano ci dormiva quell’animale pervertito di un un uomo-lupo.

Era forse mezza notte, la luna era alta nel cielo quella sera e io ancora non avevo preso sonno quando sentii che bussavano alla porta della mia camera da letto. Sapevo perfettamente chi era, dopo tutto c’eravamo solo io e Jack in casa... a meno che la casetta non fosse infestata dai fantasmi! Mi alzai dal letto e andai ad aprire tenendo la porta socchiusa in maniera che lo potessi vedere ma lui non potesse entrare. Non avevo problemi a farmi vedere in pigiama, ormai mi ci aveva già vista.

«Che vuoi Jack?»

«Non riesci a dormire?» Mi fece un immenso sorriso, davvero ci stava sperando?

«Non riesco a dormire Jack perché so che ci sei tu in casa e la cosa mi mette in agitazione, perché so che sei pericoloso.» Maledetta me e la mia sincerità.

Jacob alzò un sopracciglio sentendo la mia risposta, non se l’aspettava così tanta sincerità?

«Non sono poi così tanto pericoloso, e poi non farei fare mai ad una ragazza qualcosa contro la sua volontà.»

Lo squadrai dall’alto in basso:«Cosa vuoi?»

Mi fece la faccia da cucciolo bastonato:«Il divano é scomodo da morire e io sono troppo grosso, dalle ginocchia in giù sono fuori da esso.»

«Questo non é un problema mio Jack, dovevi fare più attenzione a dove lasci le tue chiavi di casa. Già é tanto che ti lascio restare qua a dormire senza sbatterti fuori, non puoi pretendere pure che io divida il mio letto con te.»

«Su, dai Katie, prometto che faccio il bravo e non ti tocco nemmeno con un dito! Se durante la nottata potesse capitare qualcosa sei autorizzata ad andare da Sam e farmi punire da lui.»

Guardai Jacob per tutta la sua altezza e... “larghezza”. Aveva ragione come poteva entrare in quel minuscolo divano? A malapena entravo io rannicchiata che non ero nemmeno poi così tanto alta. Però l’idea di tenermelo accanto durante tutta la notte non mi allettava nemmeno un po, però in quel momento ebbi come... qualcosa! 

Un senso di gratitudine nei suoi confronti per qualcosa che aveva fatto a me e che mi era potuto essere di grande aiuto, ma non sapevo proprio cosa. Ma fu proprio grazie o per colpa (decidete un po voi) che lo lasciai far entrare nella mia camera. Io mi sdraiai dalla parte del muro e gli diedi le spalle lui si stese accanto a me, le nostre schiene si sfioravano di poco ma io mi sentivo fremere da capo a piedi, era una sensazione strana che sinceramente non avrei voluto provare.

Però stranamente mi addormentai sentendo il suo respiro regolare, il suo calore corporeo (molto simile al mio) e la sicurezza che mi ispirava. Una sicurezza di cui, forse, non mi sarei mai dovuta fidare così ciecamente. 

A volte penso: e se io quella sera non l’avessi lasciato dormire nel mio letto?

Risposta: non sarebbe accaduto niente di quello che avvenne dopo di quella sera.

Il destino é qualcosa di strano ed imperscrutabile che io non ero in grado né di controllare né di accettare, non volevo credere che in realtà c’era qualcosa di scritto... c’era stato qualcuno che aveva deciso che io sarei dovuta venire a La Push. C’era qualcuno che mi aveva spinta a fidarmi ciecamente di ognuno di quei ragazzi che vivevano all’interno del branco, e direi che non me ne pento.

Ma non parlo di un dio come quello che predicano i cattolici o i buddisti o gli arabi... no!

Io sono pur sempre una licantropessa e la cosa in cui credo di più é che, in realtà, Madre Natura mi abbia tenuta d’occhi fin dall’inizio sorridendo fra se e se per quello che aveva combinato.

Ma per poter capire meglio di che cosa parlo dobbiamo andare avanti nella storia... 

 

La mattina seguente mi svegliai che Jack dormiva ancora beatamente accanto a me, era un pochino cascato dal letto; diciamo che anche esso non era esattamente della sua misura poi c’ero pure io a dividerlo con lui.

Lo scavalcai senza fare rumore e mi avviai in cucina per preparargli da mangiare, stavo preparando le frittelle quando qualcuno bussò. Quando aprii vidi sulla soglia l’ultima persona che mi sarei mai aspettata di vedere davanti a casa mia: Seth!

«Buon giorno Seth cosa ci fai qua a quest’ora?»

«Buon giorno a te, Katie! Buon profumino che prepari le frittelle? Buone! Ma... non sono qua per assaggiare le tue leccornie, volevo sapere se avevi visto Jacob ieri o questa mattina perché... vedi ieri ha lasciato le chiavi al quartier generale e noi ce ne siamo accorti solo questa mattina.»

Non feci in tempo a rispondergli che uscì dalla mia camera da letto Jack che si era levato la maglietta, aveva origliato tutta la conversazione e volendo fare bella figura davanti al piccolo amico facendogli pensare che mi si era scopato. Già mai.

Mi rigirai verso Seth che era seriamente colpito e appena mi guardò fece un finto sorriso:«Ho interrotto qualcosa?»

«Direi proprio di no Seth! Vedi ieri sera é passato da me Jack per portarmi la spesa e dopo aver mangiato si é accorto che non aveva le chiavi così ho accettato di ospitarlo.»

«Va bene... ma perché allora Jack non indossa la maglietta? E perché é uscito dalla tua camera?.... Oddio, quando lo verranno a sapere gli altri!»

«Oddio no ti prego Seth non ti inventare storielle che poi cominciano a girare strane voci fra i Quileute e a me non sono mai piaciuti i pettegolezzi.»

«Non mi dire che Sam non te l’ha spiegato.»

Mi voltai irritata verso Jacob che si stava versando una tazza di latte:«Spiegato cosa?»

«Va Seth... e dì agli altri che non si preoccupino per l’incolumità di Katie, non l’ho sfiorata. Giuro!»

Seth mi sorrise e corse via come una furia, chiusi la porta preoccupata.

«Ti conviene sederti Katie, perché quello che ti stò per dire non ti piacerà molto.»

Io mi preoccupai moltissimo quando me lo disse e così mi sedetti come lui mi aveva detto.

«Di che si tratta?»

«Della telepatia.»

«Telepatia?»

Ero al quanto confusa, non riuscivo a capire che cosa intendesse.

«Si, si chiama così l’unica cosa negativa dell’essere dei licantropi.»

«Cioè?»

«Cioè che non puoi avere segreti con gli altri componenti del branco perché ogni volta che ti trasformi i tuoi pensieri, ricordi e parole possono essere letti dall’intero branco.»

La cosa mi fece al quanto innervosire era come se tutte le mie cose private improvvisamente fossero state buttate al secchione della spazzatura, come aveva potuto Sam dimenticarsi di dirmi una cosa così importante?!

«Questo significa niente privacy.»

Jack mi fece di si con la testa come se fosse la cosa più normale al mondo, molto probabilmente aveva rinunciato ormai da molto tempo a nascondere i suoi pensieri all’intero branco. 

 

Cacciai via da casa mia Jack in malo modo ma io avevo fretta di andare alla lezione di Sam per chiedergli di una cosa.

Quando arrivai Sam mi sorrise:«E noi che ci preoccupavamo della tua incolumità, dì la verità cosa avete combinato voi due? Non ti devi vergognare é nella tua natura essere un po “assatanata” di sesso sfrenato.»

«Tranquillo non me ne vergogno perché non c’é stato niente, per la verità lui ci sperava ma ci é rimasto male, sono troppo furba per lui. Comunque non mi dovresti dire una cosa approposito della “telepatia fra lupi”?!»

Sam mosse la mano e fece una faccia come di uno che si é appena ricordato una cosa molta importante, io incrociai le braccia al petto e feci la faccia di chi aspettava spiegazioni plausibili per motivare quella piccola dimenticanza.

«Scusami, pensavo di parlartene all’ultimo perché é una di quelle cose che non tutti accettano fino in fondo, Jacob per primo non l’ha mai accettato.»

«Quando me ne ha parlato sembrava al quanto tranquillo, rilassato e rassegnato. Ciò significa che non esiste un modo per nascondere i propri pensieri più segreti al resto del branco?»

«A meno che tu non sia Naha Taigh... non penso proprio. Nel tempo in molti hanno tentato una maniera per nascondere i pensieri ma senza alcun risultato.»

«Questo non é giusto, cioè verrò a sapere delle serate “animate” di tutti voi. Sinceramente non m’interessa.»

«Questa é la stessa risposta che ci ha dato Leah quando l’ha scoperto.»

Gli sorrisi, dopo tutto nessuno di noi aveva scelto di sua spontanea volontà di diventare un licantropo pronto a dare anche la propria vita per difendere la sua tribù. 

Mi rilassai e cominciammo la lezione: Tagliare o no i miei capelli!

«Già mai! Sai quanto ci ho messo a farmeli crescere?»

«Lo so Katie però la lunghezza dei capelli influisce sulla lunghezza del pelo del lupo e il tuo sarà troppo lungo e ti potrebbe essere d’impiccio.»

Ci fu un lungo silenzio.

«Lascia perdere Sam.»

Ci voltammo e vedemmo Billy sorridente come la prima volta che l’avevo visto, anche quando aveva davanti mio padre che era pur sempre un traditore e fuggiasco.

«Ma Billy...»

«La famiglia di Katie é l’unica che io sappia non ha mai avuto problemi sul fatto del pelo. Mi ricordo che mio nonno mi raccontava che il bisnonno di Katie portava i capelli anche più lunghi di quelli di lei, cosa normale all’epoca, e il suo pelo era sempre rimasto corto.»

Feci un sonoro sospiro di sollievo quella volta, mi ero almeno salvata da quella tortura ero riuscita a salvare l’unica cosa bella che mi rimaneva del mio passato.

«E allora Katie, contenta?»

«Direi!»

Sorridemmo e scherzammo, mi spiegò altre caratteristiche comportamentali e fisiche che cambiavano per colpa della trasformazione, a quanto pareva noi ragazze diventavamo più minute e slanciate mentre i ragazzi più alti e muscolosi. Meglio così non mi ci sarei mai vista con dei muscoli alla Jacob. Brr! Che pessima visione!

 

  
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