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Autore: Nidham    15/02/2012    5 recensioni
Breve elucubrazione della mia ladra nel momento piu' triste del videogioco, quando una scelta porta a tragiche conseguenze. Fatemi conoscere il vostro parere, visto che è anche il mio primo tentativo^^
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Continuavo ad agitarmi sul giaciglio, persa in uno stato di dormiveglia fastidioso.

Il mio corpo agognava il riposo e l'oblio, ma la mia mente si rifiutava di collaborare, quasi pensasse stupido perdere anche pochi di quei preziosi momenti che mi erano concessi.

I miei occhi rimanevano ostinatamente serrati, ma ero pienamente consapevole di ogni cosa intorno a me: il respiro pesante di Vento, accovacciato ai miei piedi, il passo lento e assonnato delle guardie, al cambio di turno, il lieve mutare della brezza che mi portava l'odore del fuoco...

Non avrei saputo dire quando, finalmente, avessi ceduto al sonno, ma non credo fosse passato più di qualche minuto prima che quel dannato testone arrivasse.

Il mio istinto, abituato alla sua presenza, non mi svegliò e il suo odore e il suo calore riempirono la tenda, cullandomi nel sogno.

Sentii la sua mano carezzarmi la nuca e, stupidamente, mugolai di piacere, senza aprire gli occhi.

Era talmente naturale, talmente giusto, che il mio corpo si mosse da solo, stringendosi al suo.

Ma quando le sue labbra si posarono sulle mie, finalmente la mia razionalità prese il sopravvento e, in un lampo, lo spinsi fuori dal giaciglio, col respiro mozzo e lo sguardo sbarrato.

Mi portai la coperta al petto, quasi fossi nuda, e lo fissai offesa e arruffata, mentre, senza scomporsi, rimaneva inginocchiato al mio fianco, lo sguardo ostinato e fisso nel mio.

“Che dannazione credi di fare?”

Non rispose, ma si sporse di nuovo su di me, prendendomi i capelli con mano ferma e tirandoli fino a farmi rovesciare la testa all'indietro.

Vidi il suo volto avvicinarsi con snervante calma... ci sarebbero state decine di mosse che avrei potuto provare su di lui, per allontanarlo, ma il mio corpo pareva non volermi obbedire.

Per un attimo credetti di star ancora sognando, finché il suo alito speziato mi carezzò le guance, provocandomi brividi traditori in tutto il corpo.

Volevo arrendermi! Questa era la terribile verità, che mi apparve in tutto il suo allucinante splendore nel momento in cui aprii la mia bocca per ricevere il suo bacio, prepotente e possessivo.

C'era qualcosa di diverso in lui, quella notte...

Non mi aveva mai baciata così, con tanto impeto, con tanta veemenza, quasi se ne infischiasse di qualsiasi cosa avrei potuto desiderare, ma ben consapevole di star facendo proprio ciò che io stessa non avevo ancora capito di volere.

Era così facile lasciarsi andare, così facile lasciarlo scegliere per me, almeno una volta...

Le sue mani si strinsero sulla mia vita, spingendomi sotto di lui, mentre continuava ad esplorare ogni angolo della mia bocca in un bacio sempre più esigente.

Forse, se l'avessi lasciato continuare, avrebbe potuto strapparmi via ogni disperato timore, ogni tremebonda angoscia...

Sembrava così forte adesso! Non c'erano esitazioni, nei suoi gesti, non c'erano domande, nei suoi occhi. Mi stringeva a sé con fiera autorità, avvolgendomi in una fiamma da cui, per la prima volta in vita mia, avrei solo voluto essere travolta e consumata.

Lo amavo ancora, non avevo mai smesso di saperlo, ma fu proprio quando quelle parole cercarono di sfuggirmi dalle labbra che il dolore si rinnovò più forte, in fondo al mio petto, ricordandomi quanto profonda fosse la ferita che mi aveva inferto colui cui tanto ardentemente desideravo donarmi.

La reazione del mio corpo dovette essere istantanea, perché, nel momento in cui una lacrima maledetta rotolò sulla mia guancia, Alistair si fermò, rimanendo appoggiato con le mani ai lati del mio volto, gli occhi fissi nei miei, il cuore rimbombante sul mio petto.

“Ti amo.” Disse soltanto.

Ma avevo già imparato quanto questo non potesse bastare... non in quella guerra, non per noi.

“Per favore...” Non riuscii a pronunciare più di un sussurro, mentre le mie mani, contraddicendomi, gli artigliavano le spalle.

 

Hai mai riflettuto sulla terribile, insensata differenza che c'è tra il temere di poter morire e il sapere di doverlo fare?”

La voce di Zevran manteneva un tono leggero, ma i suoi occhi erano terribilmente seri, mentre giocherellava con uno dei suoi pugnali e ne saggiava il filo.

Sono un Custode, convivo ogni giorno con l'idea che morirò presto” aveva risposto semplicemente.

No." Aveva sospirato "E' evidente che non ci hai mai posto mente”

Alistair aggrottò la fronte, confuso dalla piega che stava prendendo la conversazione.

Cosa può mai entrarci tutto questo, con Eilin e...”

La morte ci segue fin dal nostro primo respiro, è una verità banale. Ma quanti, che non abbiano qualche strana forma di perversione mentale, passano il loro tempo a pensarci? E' il nostro stesso istinto di sopravvivenza che ci spinge a dimeticarci di dover morire. Se siamo in guerra... o esercitiamo mestieri... particolari" e, nel dirlo, indicò alternativamente entrambi, col boccale di birra ormai vuoto, "ne siamo appena più consapevoli, ma riusciamo a dormire, a mangiare, a respirare solo perché, comunque, speriamo di essere ancora vivi il giorno dopo!”

Zevran rimase un attimo in silenzio, stringendo le mani sulla sua coppa fino a farsi sbiancare le nocche.

Una volta fui catturato, durante una missione. Mi torturarono a lungo, cercando di farmi parlare, e, ti giuro, l'avrei anche fatto se fossi stato davvero a conoscenza di quanto mi stavano chiedendo!" sorrise mollemente, quasi fosse un ricordo divertente. "In alcuni momenti pensai di voler morire, ma era una bugia! Ogni volta che i miei carcerieri si allontanavano, ringraziavo piuttosto gli dei di esser vivo e aver la speranza di fuggire. Solo ad un certo punto mi sentii davvero perduto: quando mi strinsero il collo nel cappio della forca.”

E come diamine sei sopravvissuto?” Alistair lo interruppe, dimenticandosi, per un attimo, che non fosse quella la storia cui era interessato, ma l'elfo liquidò la sua curiosità con un semplice gesto.

Quando seppi che stavo per morire, qualcosa si ruppe in fondo alla mia anima e la paura mi assalì, per la prima volta in vita mia. Tutto divenne grigio e freddo e io sentii che il mio cuore smetteva di battere molto prima che mi venisse a mancare il respiro. Durò pochi attimi, perché poi, di nuovo, l'istinto di sopravvivenza prese il sopravvento e ricominciai a lottare, ma non oso nemmeno immaginare come possa sentirsi qualcuno, anche di molto coraggioso, che cammina ora dopo ora sapendo, con assoluta certezza, di star andando a infilare volontariamente il collo in un cappio... e che non ci sarà nessuna possibilità di salvezza... e che sarà stata la mano di colui che più amava ad aver stretto il nodo.”

Alistair abbassò lo sguardo, mentre un groppo acido gli stringeva la gola.

Ora tu vieni qui e mi chiedi come fare per “riconquistarla”, come fosse una banale lite tra innamorati e tu non fossi il suo assassino.”

Quando il Custode alzò gli occhi, con una muta protesta, Zevran fermò le sue parole con rabbia.

Puoi parlarmi di onore, di antichi dei che rinascono e di qualsiasi altra sciocchezza ti venga in mente per giustificarti, ma non puoi cambiare i fatti. E ti dirò di più: Eilin, da brava paladina giudiziosa, conosce e capisce perfettamente le tue ragioni, anche se io non potrò mai rassegnarmici! E ti giustifica a sua volta!”

Allora perché...?” Il tono di immenso dolore che Zevran avvertì in quella disperata invocazione, gli bloccò la risposta velenosa che aveva sulle labbra.

Non hai bisogno di chiedere il suo perdono, né di riconquistare il suo amore, perché già li possiedi entrambi.” C'era solo stanchezza, adesso, nella sua voce, e il dolore terribile di chi sa che niente di quanto potrà fare o escogitare porterà ad altro che un sollievo momentaneo e futile.

Ma Eilin, per quanto coraggiosa, è pur sempre umana. Non puoi davvero aspettarti di condannarla a morte la notte prima e trovarla felice e piena di vita la mattina dopo! Quando hai rifutato di concederle una speranza, sputando sul rituale di Morrigan, ha capito perfettamente cosa sarebbe successo e ha reagito nell'unico modo possibile: ha chiuso se stessa in un angolo e si è barricata dietro al suo dovere!”

Ma Riordan...”

Andiamo, Alistair, solo tu puoi aspettarti che un uomo che è ancora ferito e provato dalle torture e dalla prigionia sia in grado di affrontare e sconfiggere l'Arcidemone! Tra parentesi, sono quasi certo che nemmeno Eilin, all'inizio, ti credesse così ingenuo... quando ha capito che tu davvero ne eri convinto, le ha dato almeno un po' di sollievo.”

Anch'io potrei farlo, però!” C'era determinazione adesso, nei suoi occhi, e una cieca furia.

Tu sei il re.”

Titolo che non ho mai voluto.” La voce di Alistair salì di tono, senza, però, perdersi nella rabbia. “E' stata proprio lei a impormelo.”

Sia come sia, tu hai delle responsabilità cui non puoi sottrarti”

Quindi avrei potuto generare un figlio che sarebbe stato il prossimo dio-tiranno del Ferelden, ma non sono libero di sacrificare la mia vita al posto della donna che amo?”

Detto così può sembrare brutale, ma è dannatamente vero”

Alistair alzò le braccia al cielo, quasi a minacciare il Creatore per la sua stramaledetta ironia di pessimo gusto.

Senza contare che la tua morte sarebbe un dolore anche peggiore per lei... per quanto, di nuovo, io non riesca a capacitarmene!”

Potresti tenere per te il tuo sarcasmo?” L'espressione del Custode era quella di un lupo ferito a morte e Zevran ne provò pietà, al di là del risentimento che nutriva verso colui che, per un sentimento assurdo quale l'onore, aveva sacrificato una vita.

Ho accettato di aiutarti, per amore di lei. Ma posso solo sperare di regalarle... regalarvi" si corresse dopo un attimo, "qualche ultimo giorno di pace. Non esiste niente di più per voi.”

Vedendo che il suo sguardo si incrinava nella disperazione, si protese verso di lui e gli strinse una spalla, scuotendolo.

Devi essere forte, se davvero la ami, perché l'unica cosa che potrai fare sarà accompagnarla al patibolo e fare in modo che il suo cammino sia il meno doloroso possibile”

Respingendo le lacrime che già gli appannavano la vista, Alistair annuì con foza.

E' possibile?” Chiese, con voce appena troppo fioca.

Sei l'unico che possa farlo e spero che lo sia. Ma dovrai lottare contro la sua volontà, perché ha eretto barriere solidissime intorno a sé ed è convinta di soffrire meno, se rimane chiusa al loro interno”

Mi ha chiesto di lasciarla stare, di dimenticarmi che sia una donna...”

Lo so, ma, per quanto possa convincersene, non è una semplice arma. Il suo cuore sanguinerà fino alla fine, anche dietro al ghiaccio... dovrai solo farglielo capire...”

 

“No.” Mi rispose sulle labbra, riprendendo a baciarmi con foga, passandomi le mani sulle spalle, tra i capelli, plasmando il mio corpo contro il suo, mentre continuava a sussussare quella semplice parola, che non voleva dire niente e voleva dire tutto...

C'era un dolore cupo, nei suoi gesti appassionati, che iniziai ad avvertire solo quando lo stato di incosciente meraviglia lasciò il posto alla consapevolezza di noi.

C'era amore e desiderio, ma non c'era speranza in lui, come non ce n'era in me.

Mi schiacciò con maggior forza sul giaciglio e io lo lasciai fare.

Non stava offrendomi un'illusione, non cercava vane speranze. Questo mi sorprese e mi confuse.

Anche quella strana forza, che stava ostentando, oltre ad essergli totalmente innaturale, mi appariva, adesso, più fragile di tutti i suoi vecchi timori.

Si aggrappava ancora a me, ma si offriva anche perché mi appoggiassi a lui, mentre entrambi procedevamo nudi e indifesi verso l'inevitabile.

Non so se sia stato amore, ciò che condividemmo quella notte. Non fu passione, né lussuria, questo è certo, ma se l'amore è il trionfo della vita, allora non è ciò che celebrammo unendoci in quell'abbraccio.

Non ci furono parole, né di conforto, né di disperazione.

Non sarebbero servite a niente.

Quando l'alba ci sorprese, mi chiesi dove avrei trovato la forza di affrontare quel viaggio, ora che la mia determinazione giaceva stropicciata ai piedi del letto insieme ai miei vestiti, ma la mano di Alistair si strinse introno alla mia, fredda e sicura, nelle ultime ombre del primo mattino.

  
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