ANGEL
-Dai Chica,
sarà divertente!-
-No,
no, no no e ancora no!-
Uno spensierato Alejandro stava
cercando di tirare un'indignata e alquanto scocciata Heather verso
un'imponente struttura colorata, non senza un'ostinata resistenza da
parte di lei.
-Dai, Heather, un giro solo!!-
-No, No e no! Io non ci volevo
nemmeno venire, in questo stupido luna park!-
La ragazza tentava di opporre
resistenza, ma senza risultati.... lo spagnolo era di gran lunga
più
forte di lei.
Perchè, perchè, perchè si era
lasciata trascinare in quell'orribile parco? Lei, la ragazza che
aveva sempre odiato la spensieratezza, i dolciumi, le risate ma
soprattutto.... l'altezza.
Ma non l'avrebbe mai ammesso, non
con lui. Con Nessuno. Era un suo punto debole.
-Te lo chiedo
per l'ultima
volta, chica,
vieni con me!-
Al suo ennesimo “No” secco,
l'ispanico l'aveva caricata di peso sulle spalle, trascinandola senza
alcuno sforzo apparente verso l'entrata di quello che chiamavano
“L'arcangelo”.
Già, “l'arcangelo”. Che nome
stupido, per un'altrettanto stupida montagna russa.
La più alta del luna park.
Punto
debole, Heather, Ricordatelo.
Un leggero scossone, e lei si
ritrovò con i piedi per terra, di fronte alla cassa.
-E fai piano, per la miseria!-
sbottò indignata, pur sapendo benissimo che lui non avrebbe
potuto
essere più delicato di così. Come un
Angelo tratta le sue ali.
-Due biglietti per l'arcangelo,
ragazzi?- la voce dell'inserviente era nasale. Decisamente
fastidiosa.
Alejandro a quel punto la guardò
dritto negli occhi, e sfoderando il sorriso più disarmante
di cui
disponesse, le sussurrò: - Per favore, Heather. Fallo per me-
No, no, stop un attimo. Lui,
Alejandro Burromuerto, la stava implorando?!? Lui, mister Orgoglioso
e Vanitoso “sono il più figo del mondo”,
la stava implorando
quasi in ginocchio? Cavolo, doveva essere davvero importante!
… e chi
era lei, per
disubbidire al volere del suo accompagnatore?
-....
Si, mi dia questi stupidi biglietti, per favore-
Rassegnata, la ragazza
stese la
mano verso il cassiere, compiacendosi però prima del sorriso
che
illuminò il volto del ragazzo.
Ma, cosa c'era oltre al sorriso?
Era forse... c'era una strana luce nei suoi occhi. Cos'era?
Non potè domandaglielo.
Lui la prese per mano, portandola
a sedere nella carrozza rosso fiammante poco più avanti.
Esattamente
la prima, da dove avrebbe visto tutta l'altezza venirgli incontro.
Heather.
Giusto. Non doveva pensarci.
Ma, guardando il sorriso
soddisfatto e carico d'aspettative del ragazzo, non potè
fare a meno
di chiedegli il motivo per cui avesse insistito tanto.
-Ma mi pare claro,
chica –
un sorriso ancora più soddisfatto
e...beffardo – Non vedo l'ora di sentirti urlare
dalla paura!-
Rincarò la dose con un vistoso occhiolino.
Brutto, Arrogante, Idiota e Sexy
di uno Spagnolo.
Era proprio quello che sarebbe
probabilmente successo
-ah,
speranza vana, Cascamuerto! Io non urlo!-
-si,
chica, vedremo-
Troppo sicuro di sé, come al
solito.
Click, Clack, Tlick,
Tlak.
Piano piano la struttura cominciò
ad avanzare, prima lentamente, poi sempre più velocemente.
Heather,
puoi vincere la tua paura. Tu sei forte. Non ci pensare.
Si arrischiò a sbirciare giù...
pessima idea.
Non erano partiti nemmeno da 30
secondi, che già sentiva le gambe molli.
Emise un debole singulto, prima
di ritirarsi nella vettura distogliendo lo sguardo.
Debole, ma non per le sue
orecchie.
-Paura,
mi Angel?-
-No,
neanche un po!- brava.
Decisa, sicura di te.
Si
sentì trascinata dal proprio peso verso il sedile. Davanti a
lei,
solo un piccolo pezzo di rotaia, poi il cielo. Tlick, tlack, Tlikete,
tlakete. Il vagoncino avanzava inesorabile.
Decise
di non pensarci, anche a costo di parlare con Alejandro.
Poi
si riprese, e la domanda sorse quasi involontaria -....
scusa, come mi hai chiamato?-
-Angel,
chica. Tu sei come un angelo, prima di imparare a volare devi
cadere... e lo farai urlando dal terrore!-
-hai
capito male, zuccone. Io non....-
Poi
tutto fu buio.
-Beh,
questo è stato di gran lunga meglio di come mi aspettassi!-
Nel
sentire quella voce familiare, lentamente aprì gli occhi, e
ciò che
vide fu rosso.
E
caldo, sentiva tanto caldo, a dispetto di qualche minuto prima.
Rendendosi
conto di dove si trovava, si staccò subito, guardando il suo
compagno con occhi sgranati. Il braccio di lui le stava ancora
cingendo le spalle.
Le
si affollarono in mente un sacco di idee. Insulti, schiaffi,
parolacce, battutine.... ma l'unica cosa che fu capace di dire fu: -
Sto ancora cadendo... stringimi forte-
Poi si riaccoccolò nel posto che
era stato teatro del suo “volo”.
-Siempre,
Angel-
ANGOLO
DELLA PAZZA:
Ciao a
tutti di nuovo! ^^
Ecco qui,
la mia seconda FF, scritta come sempre tutta d'un fiato! XD spero
solo non ci siano errori >.<
Questa volta l'ispirazione viene da un libro molto bello, che come avrete intuito parla di angeli :) Può sembrare molto simile alla prima come stile, ma vi prego di non pensare che scrivo tutte così... è che heather non ce la vedo proprio smielata! Vabè, però alla fine si riscatta, giusto? ;)
Spero vi piaccia! Enjoy it! :D alla prossima!
Smelly13 ^^