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Autore: MotaCarota    15/02/2012    8 recensioni
Abigail, una delle tante ragazze che devono imparare ad avere più fiducia in loro stesse, un Tomlinson insolente sarà capace di farle perdere la testa?
Madison, pallavolista popolare nella scuola, una di quelle persone che ha sempre il consiglio giusto. Ma non aveva mai pensato a come sopravvivere senza il suo Liam.
Coleen, dopo una delusione non crede più nell'amore, si è chiusa in se stessa e pensa solo allo studio. Riuscirà un riccio a farle cambiare idea?
Effie, tipica ragazza innamorata del suo principe azzurro, che lei ritiene irraggiungibile, è così impossibile farsi notare dall'irlandese più popolare della scuola?
Lux, la ragazza facile che trascorre gli intervalli nel bagno maschile, impegnata nelle sue scappatelle senza impegno. Forse il ragazzo dalla pelle ambrata avrà un altro effetto su di lei?
Cinque ragazze, un solo desiderio: la felicità.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Abigail.
 
 
“Che cosa?!” sbraitai dopo aver udito le parole della mia migliore amica.
“E quando partirai?” chiese Col preoccupata.
“Tra un paio di settimane, cercherò di convincere mio padre a rimandare la partenza con la scusa di fare gli ultimi test” disse Maddie con gli occhi lucidi.
“E come faremo senza di te?” domandò Effie portandosi le mani alla fronte.
“Come farò io, ragazze, in Francia senza di voi, senza Liam, nuova scuola, nuovi compagni, nuovo tutto. Non mi ci fate pensare.” mormorò tirando su col naso.
“L’hai detto a Liam?” domandò Lux, anche lei sembrava temere quell’orribile momento che però sarebbe arrivato prima o poi.
“Sì, infatti è parecchio confuso sul da farsi, cercheremo di tenerci in contatto.”le rispose Madison, soffiandosi poi il naso con un fazzoletto.
“Ma non c’è proprio nessun modo per far cambiare idea a tuo padre?” domandai soffocando i singhiozzi; l’assenza della mia migliore amica mi avrebbe uccisa.
“No, Abbie, sono obbligata, non c’è nessuna uscita.” La strinsi forte tra le braccia, come avrei potuto affrontare la scuola, Louis, la vita che mi ritrovavo, senza lei al mio fianco? La conoscevo da quando avevamo 4 anni, ed eravamo diventate come i pappagallini inseparabili, non potevamo vivere una senza l’altra. Ci stringemmo tutte e cinque in un abbraccio di gruppo; come avremmo fatto senza Maddie? Tra tutte era forse lei quella che era sempre pronta a dare un consiglio, una mano; quante volte io, Effie e Col ci eravamo rivolte a lei per sapere come agire con il ragazzo che ci piaceva? Quante volte Lux le aveva chiesto consiglio su chi scegliere come prossima scappatella? Era diventata una parte integrante della nostra vita e nessuna di noi quattro avrebbe resistito a lungo senza di lei. Le lacrime cominciarono a scendere sui nostri visi, non c’era davvero nulla che potessimo fare per farla rimanere con noi?
L’intervallo terminò e ognuna di noi si recò nella rispettiva classe. Io avevo storia, i motivi per cui odiavo quella materia erano innumerevoli: dalla noia, alla prof. incapace di formulare una frase di senso compiuto, alle numerose pagine da studiare, ma primo tra tutti la presenza di Louis nella classe. Era forse l’unica materia che avevamo in comune, era più che sufficiente. Entrata in classe lo notai seduto a gambe incrociate sul mio banco. Mi avvicinai per posare i libri che avevo in braccio, nella cartella, cercando di non incontrare il suo sguardo, tanto meno parlargli.
“Ciao.” fece lui con il suo solito tono entusiasta di ogni cosa.
“Che vuoi?”
“Niente, uso solo le buone maniere.” Gli rivolsi un sorriso volutamente falso.”Hai studiato?” mi domandò poi, scendendo dal mio banco con un salto.
“Mica interroga.” Bofonchiai senza dargli troppa importanza.
“Certo, non ti è arrivata l’e-mail di Peter? Ieri ha chiesto alla prof. cosa avremmo fatto oggi, quando ormai tutti se ne erano andati, e lei ha risposto che avrebbe interrogato. Ha mandato l’e-mail a tutti per avvisarci, sicura di non averla ricevuta?” 
“Non ho usato il computer ieri.” risposi fredda, presa dal panico. Non avevo mai aperto libro in due mesi di spiegazione, l’avrei fatto soltanto alla vigilia del compito, l’unica cosa che mi aspettavo era un’interrogazione a sorpresa.
“Mi spiace per te” fece Louis alzando le spalle “Non hai la mia fortuna di essere l’ultimo dell’elenco, il 22 non esce mai, quindi io non ho problemi, ma tu..”
“Spero che ti interroghi e che tu prenda 0!” sbraitai sedendomi rumorosamente al mio banco.
“0 non lo danno, e poi non uscirò quindi..”
“Ma taci, cretino.” bisbigliai cercando si non farmi sentire; in quel momento entrò in classe la prof, pochi minuti dopo tirò fuori il dado magico che usava per le estrazioni.
“London, vieni tu a tirare il dado stavolta” la prof. mi chiamò ad estrarre. Nel cammino dal banco alla cattedra percepii gli occhi di Louis addosso. Una volta alla cattedra, tirai il dado che roteò per vari istanti prima di fermarsi. In quel momento pregai tutti i santi del cielo che venisse fuori il numero 22, avrei voluto umiliare Louis davanti a tutta la classe, smentendo la sua falsa teoria dell’ultimo nome. Il dado terminò di girare, non osavo guardare cosa era uscito, anche io sarei potuta essere estratta.
“22!” annunciò la prof. La mia felicità era alle stelle, in quel momento avrebbero potuto anche investirmi con un trattore, ma il sorriso non sarebbe comunque svanito dalle mie labbra, gli stava proprio bene! Louis imprecò battendo i pugni sul banco, a quel punto non aspettavo altro che vederlo prendersi un bel “impreparato” che avrebbe fatto precipitare a picco la sua media del 7. Non ritenevo fosse giusto che avesse il mio stesso voto, essendo che io me l’ero guadagnato studiando, mentre lui era riuscito a prenderlo copiando a destra e a manca.
“Tomlinson, vieni, sei interrogato.” ribadì la professoressa.
“Prof, io..”
“Forza vieni! Non vorrai mica prenderti una bella nota perché ti rifiuti di venire!” sbraitò la donna, diventando paurosamente rossa in viso.
“Prof, io non sono preparato, non posso venire un’altra volta?” Numerosi bu e schiamazzi rimbombarono dai compagni, non era giusto nei loro confronti se l’insegnante l’avesse fatta passare liscia a Louis, quando magari loro si erano trovati nella sua stessa situazione.
“Tomlinson lo sai che non..” lui la interruppe.
“Prof, la prego! Le prometto che se mi dà un’altra occasione farò un’interrogazione impeccabile la prossima volta, per favore!” era difficile resistere agli occhioni azzurri di Louis, e inoltre era un bravissimo attore; ero però convinta che non l’avrebbe scampata, il che mi rassicurava.
“Eh va bene, Tomlinson.. ma che sia la prima e l’ultima volta, mi raccomando!”
“Che cosa?!” sbottai alzandomi in piedi.
“Grazie prof, lei sì che ha davvero un grande cuore!” esclamò Louis felice.
“Evita di fare il lecchino, tanto se non lo hai preso oggi, lo prenderai la prossima volta quello 0!” borbottai guardandolo in cagnesco.
“Non se mi aiuterai tu a studiare!” se ne uscì lui come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
“Spero che tu stia scherzando!” dissi scoppiando in una sguainata risata.
“Affatto, allora mi aiuti?” fece con un maledetto sorriso sulle labbra, proprio uno di quelli a cui non sapevo resistere.
“Forse dimentichi cosa è successo l’altra sera, Louis”
“Certo che no, ma sono sicuro che tu sarai così buona da farmi questo favore.”
“E sentiamo, cosa te lo fa pensare?”domandai incrociando le braccia.
Sospirò alzando gli occhi al cielo “Oh avanti! Prometto che in cambio farò quello che vuoi.”
“Anche se ti chiedessi di buttarti dal balcone?” chiesi iniziando a saltellare eccitata.
“Tutto quello che vuoi.”ribadì lui porgendomi una mano in attesa di una stretta.
“E va bene, però prometti che farai qualsiasi cosa io ti chieda!” lo ammonii già pentendomi di aver accettato. Mi strinse la mano entusiasta, e io lo fulminai con lo sguardo, ora non dovevo fare altro che pensare a cosa gli avrei chiesto in cambio…

 
Madison.
 
 
Il pensiero della partenza mi uccideva, le mani cominciavano a tremarmi, la vista mi si annebbiava, mi sentivo svenire, forse non mi ero ancora resa conto che presto avrei dovuto lasciare tutto quello che avevo, per andare a Parigi. Amavo la Francia, e forse vivere nella capitale mi avrebbe aiutato per il futuro, forse avrei potuto entrare nel campo della moda, sarebbe stato davvero un sogno per me. In ogni modo nemmeno questo poteva tirarmi su il morale. In quel momento desideravo solo restare vicino alle mie amiche, alle persone a cui mi ero affezionata, volevo rimare lì a Londra.
“Ohi, sveglia!” disse Liam passandomi una mano davanti al viso.
“Stavo pensando..” risposi sobbalzando un tantino.
“A cosa?”
“Alla..” No, un momento, gli avevo fatto un discorso da Oscar pochi giorni prima sul fatto di pensare al presente, e ora tutti quei problemi me li stavo facendo io. “A niente, andiamo?” Mi schioccò un dolce bacio sulla fronte per poi prendermi per mano. “Certo.” aggiunse poi. Salimmo sul suo scooter e in pochi minuti ci ritrovammo a destinazione: un bel giretto al centro commerciale era proprio quello di cui avevo bisogno. Giunti all’entrata di Harrod’s fui come inebriata dall’atmosfera di shopping, era da tanto che non facevo spese, e quel bisogno che si faceva sentire sempre di più andava colmato, era finalmente arrivato il momento.
“Allora, dove vuoi andare?” mi domandò Liam con un suo raggiante e contagioso sorriso stampato sulle labbra.
“Io direi da..” fui interrotta.
“Chanel!” esclamò Liam sorpreso. Chanel?! Liam che vuole andare da Chanel, sono in paradiso!
“Liam! Come stai?” esclamò una ragazza abbracciandolo, sembravano grandi amici, quello fu solo l’inizio di una giornata davvero snervante, altro che quel paradiso di negozio che avevo capito io... Mi schiarii rumorosamente la voce per cercare di farmi notare.
“Oh Chanel, lei è Madison..” annunciò Liam, spostandosi per far sì che la ragazza potesse vedermi. Lo fulminai con gli occhi; tutto qui, Liam? “..La mia ragazza.” Aggiunse poi, rivolgendomi lo sguardo.
“Piacere.” Disse lei porgendomi la mano con un tono più acuto e melenso di quello di Effie, non capivo se ci era o se ci faceva.
“Ciao.” Risposi fredda stringendole svogliatamente la mano, a quel punto aspettavo di sapere chi fosse questa benedetta Chanel che era spuntata così dal nulla. “Io sono Chanel, un’amica di Liam, se posso dire così..” aggiunse rivolgendogli uno sguardo complice. 
“Se si può dire così?” feci sconvolta; perché? Sentiamo cosa sei! 
“Chanel era la mia tutrice nella vecchia scuola, è stata l’unica che si è presa cura di me quando arrivai da Wolverhampton.” intervenne Liam per calmare le acque.
“E ora siamo rimasti ottimi amici!” squittì lei saltellando, con un sorriso che le arrivava fino ai lobi.
“Bene, ora noi andiamo..” dissi malamente prendendo Liam a braccetto e allontanandomi da quella. Lui mi guardò male e fece un passo indietro. “Perché non facciamo un giretto tutti insieme?” propose poi alla sua fantastica amica.
“Per me va bene, però accetto solo se anche Maddie è d’accordo.” Maddie? Da quando mi chiami con un soprannome? Certo che non sono d’accordo, vedi di girare i tacchi e toglierti dai piedi, vai, torna nella tua vecchia scuola va! Liam mi guardò con uno sguardo speranzoso, quei suoi occhini erano capaci di farmi dire di sì a qualsiasi cosa.
“Ma certo!” esclamai con falso entusiasmo alzando gli occhi al cielo. Il mio bel pomeriggio con Liam era andato in fumo.
“Andiamo allora!” disse Liam contento come una pasqua battendo le mani.
Dopo una ventina di minuti io e Liam stavamo attendendo che Chanel uscisse dal camerino, mi piaceva abbastanza quel negozio, ma l’abitino che aveva scelto lei era una cosa davvero inguardabile: dalla cortezza sembrava più una maglia, il colore era indefinito, una via di mezzo tra il beige e il verde, decorato poi con pizzo e fiocchi ovunque, un’oscenità. Approfittai di quel momento per scambiare qualche parola con Liam riguardo alla sua amichetta così tanto carina.
“Liam, perché l’hai fata venire con noi!?” protestai cercando di non farmi sentire.
“Ma non la vedevo da tanto tempo e poi che male ti fa?”
“Dovevamo uscire solo io e te!” sbottai indignata.
“Ma usciremo un’altra volta, Maddie.”
“Ah, un’altra volta, ma certo!” a questo punto non badavo più al livello della mia voce, le parole mi uscivano da sole, non ero in grado di controllarle. “Tanto abbiamo tutto il tempo che vogliamo, no?! Forse ti dimentichi che tra dieci giorni io parto per Parigi, e che forse non ci rivedremo mai più, Liam! Beh, evidentemente non te ne frega nulla, forse preferisci stare con la tua amichetta!” gli stavo letteralmente urlando in faccia. Proprio in quell’istante Chanel uscì dal camerino.
“Come sto?” squittì girando su se stessa, guardandosi allo specchio. Guardai Liam, non aveva proferito parola, non aveva dato alcuna risposta alla mia scenata.
“Io lo preferirei un po’ più corto!” feci sarcastica.
“Non ascoltarla, ti sta benissimo.” le disse Liam. 
“Ora basta!” sbottai stufa. “Io me ne vado, ho altro di meglio da fare. Mi raccomando Chanel, il prossimo sceglilo ancora più aderente e corto così ti dirà che sei bellissima, proprio come aveva detto a me un paio di giorni fa! E’ un consiglio… da amica!” sistemai nervosamente la borsa sulla spalla per poi dileguarmi a grandi passi, aspettandomi almeno che Liam mi fermasse, cosa che non avvenne.
Arrivata a casa, mi chiusi in camera furente e indignata; possibile che proprio quando cominciava ad andare tutto bene, doveva arrivare quella sanguisuga umana!? Sentii il campanello suonare. “Vai tu, mamma!” urlai dalla mia camera. Pochi minuti dopo Liam si affacciò dalla porta. “Possiamo parlare?” mi domandò entrando in camera.
“Cos’è Chanel ti ha dato il permesso di venire da me un attimo?”
“Maddie, mi dispiace..” disse sedendosi sul mio letto, al mio fianco. “Ma cerca di capirmi, Chanel mi ha aiutato tantissimo quando ero solo nella nuova scuola, non potevo congedarla così come se niente fosse.”
“Siete stati insieme?” domandai senza badare alle sue spiegazioni.
“No, siamo sempre stati solo amici.” rispose serio. Alzai le spalle, stringendomi poi nella grande felpa, che tra l’altro era sua.
“Avanti amore, non puoi tenermi il muso per così poco…” mormorò avvicinandosi al mio viso, sulle sue labbra si era già formato uno dei suoi migliori sorrisi. Il cervello aveva smesso di funzionarmi già alla seconda parola che avevo udito, il resto non contava. Sapevo benissimo  che l’avrei perdonato, non riuscivo nemmeno a tenergli il broncio, non riuscivo a stare senza di lui per più di due ore, non riuscivo a tenergli rancore. Era davvero diventato essenziale per me, era questo l’effetto che mi faceva. Mi avvicinai lentamente al suo viso per poi donargli un leggero e casto bacio di riappacificazione. 
“Così va meglio.” commentò con un sorriso beffardo.
“Non ti voglio più vedere insieme a lei.” 
“Ricevuto capo.” disse mettendosi una mano davanti alla fronte a mo di soldatino per poi avvicinarsi all’uscita, ma ripensandoci subito dopo. Io ero ancora seduta sul letto e presto si voltò, avventandosi su di me per poi baciarmi con passione. Sentii che quel bacio era pieno di voglia, di una certa voglia che avevo anche io, voglia di diventare una cosa sola, un tuttuno... Mi sdraiai sul letto lasciando che si coricasse su di me, si sorreggeva con le mani per non soffocarmi col suo peso. Le sue mani scivolarono sui miei fianchi, e poco dopo le sentii lottare con il gancetto del reggiseno. "Liam.." sussurrai tra un bacio e l'altro. "Maddie" mi rispose lui già col fiatone a causa dell'enfasi del momento. "Liam, tra poco arriva mia mamma." annunciai abbassando gli occhi. Corrugò la fronte, aggrottando poi le sopracciglia confuso e demoralizzato.
"Sappi che la prossima volta non mi scappi!" cercò di intimorirmi con un sorriso beffardo sulle labbra. Arrossii terribilemente; non poteva dirmi quelle cose! Ci rialzammo dal letto per poi avviarci verso la porta.
“Ciao amore mio.” sussurrò quando i nostri nasi si sfiorarono prima di lasciarmi un tocco leggero con le labbra.
“Aspetta.” dissi prendendolo per il colletto della camicia e portandolo ancora sulle mie labbra, approfondendo quel leggero bacio in uno non esattamente casto. “Ora puoi andare.” Aggiunsi poi. “Signor sì!” esclamò per poi scendere le scale e lasciarmi sola a sognarlo.
 
Ecco Chanel
 
Zayn.
 
 
Ancora non riuscivo a comprendere lo strano comportamento di quella Lux, era piuttosto lunatica, passava dall’essere porca da far schifo, quasi romantica e poi scorbutica, chissà cosa le girava per la testa, bah, tanto non avrebbe saputo resistere al fascino del ragazzo dalla pelle ambrata. Sarebbe stata mia e, nel caso non fossi riuscito ad averla subito, avrei aspettato, il sesso fatto così bene se le meritava delle attenzioni in più…
Tirai su la zip dei pantaloni e sulla porta del bagno incrociai Louis.
“Ehi!”
“Come va, amico?” chiesi dandogli una pacca sulla spalla.
“Piuttosto male direi, sai con Abigail…”
“Che c’è che non va? Il piano non ha funzionato?”
“Beh, ecco, non esattamente… Ho provato a trattarla male, a toccarla ma..” esitò ad andare avanti, non andava fiero di quello che avrebbe appena detto. “Mi ha respinto, si è arrabbiata tantissimo e ora mi parla a malapena.”
“Mmh, piuttosto strano, quando lo facevo io funzionava sempre...”
“Sì, il fatto è che Abigail è diversa, lei non è una delle tante, Zayn, non vuole solo sesso. Non credo che la tua tattica funzioni con lei, non è facile come con le altre.” Balbettava, gesticolava nervosamente, sembrava scosso, sembrava gli importasse davvero.
“Beh, allora cercatene un’altra più facile, amico!” Era così ovvio, perché accanirsi su una testa calda come Abigail?
“Non sono sicuro di riuscirci..” si schiarì la voce mettendo una mano davanti alla bocca “Voglio dire, prima voglio ottenere ciò che voglio e poi la lascerò in pace..” Ah, così va meglio, commentai tra me.
“Non demordi, Tomlinson! Allora prova questa, dovrebbe essere efficace anche su di lei: prova a mandarle dei messaggi dolci, come se ti importasse davvero, così appena te la trovi in casa beh, non esiterà di certo! Questo è garantito.” Ero davvero un mago nell’arte della conquista.
“Credo di aver capito, quindi le mando dei messaggi carini… ma così la..”
“Illudi” finii io per lui “E’ questo ciò che vuoi no? Vuoi solo portartela a letto o sbaglio? Sennò scusami ma non devi chiedere a me!” Tossì rumorosamente.
“Ma certo, ma certo.” farfugliò.
“Perfetto, allora fammi sapere che posizione avete usato.” Dissi con un pizzico di malizia, schioccandogli un occhiolino per poi sparire dietro l’angolo.
 
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Carota's Moment.
In questo momento l'ansia mi assale, sono davvero preoccupata per venerdì, tutto è saltato e mi sento illusa (?)
Vabè.. prima di tutto vorrei ringraziare le 7 splendide persone che hanno recensito, siete davvero fantastiche! :D
Ringrazio anche chi segue/preferisce/ricorda la mia novella ahah
Che dire del capitolo... Ecco illustrata finalmente la partenza di Maddie, aimè è così.. partirà :(
Abigail sembra dura ma in realtà ha il cuore tenero, ed essendo bruciata più che cotta di Louis (ahah che battuta) non riesce a dire di no anche per un favore.
Zayn malandrino (?) i suoi consigli del cavolo, lo so che li odiate ma mi erano necessari per andare avanti, così capirete molte più cose...
ANTICIPAZIONI (rullo di tamburi):
-Effie Coleen e Madison usciranno nel famoso appuntamento a 6, dove il piccolo irlandese confuso (?) commetterà uno sbaglio...
-Abigail aiuterà Louis a studiare, e proprio in quella occasione... 
-Lux, è la più problematica ma credo che sia arrivato il momento di farla diventare un po' più adulta...
Quanti puntini di sospensione! (?)
Tutto nella prossima puntata :)
Ah! scusate! Dimenticavo di dirvi ASSOLUTAMENTE DI PASSARE DALLA STORIA DI LUDS XX, eh quel Payne rubacuori, è un ordine eh è.è
Un bacio.
MotaCarota :)
  
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