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Autore: ryuzaki eru    16/02/2012    5 recensioni
(Nel cap. 1 scheda in stile "Death Note 13 How to read")
Un lento crescere di strani ed apparentemente trascurabili eventi. Una ragazza comune, preda di una situazione incomprensibile. L’apparente iniziale assenza di tutto ciò che riguarda il mondo di Death Note, così come voi lo conoscete. Ma tutto quell’incredibile mondo c’è! Kira, Tokyo, il quaderno. Ed Elle arriverà… Perché volevo continuare a vederlo parlare, muoversi, ragionare.
Elle era in piedi sul marciapiede e con gli occhi spenti la osservava, mentre strusciava svogliatamente il dorso del piede su un polpaccio...
«Ciao, Ryuzaki…» tentennò Emma «Allora…sai dove vivo… Ed io non te l’ho mai detto! Quindi…»
«Quindi?» le chiese lui vagamente irriverente.
«Quindi immagino tu sappia altro... Il punto è da quanto tempo sai!»
Elle smise di grattarsi il polpaccio e portò il piede a terra «No. Il punto è che da ora la smetterai di giocare da sola a questa partita.» la gelò.
La voce le arrivò dritta alla testa, come una tagliola affilata.
Il suo sguardo impassibile e freddo la trapassò.
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Another world'
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Ed eccomi qui…
Con due giorni di ritardo rispetto alla tabella di marcia settimanale… Non vi dico che problema ho avuto stavolta, se no finisce che non mi credete e pensate che vi racconto una balla… :(
Vi lascio al capitolo, che ho scritto tutto d’un fiato oggi pomeriggio, che è lungo (piano piano sono sempre più lunghi! Mannaggia a me!!), che pubblico così, senza correzioni o aggiunte, come faccio invece nella maggior parte dei casi…
E ancora una volta, speriamo bene!!!
Grazie di essere qui e buona lettura ;D


Alcuni dei personaggi che appariranno non mi appartengono, ma sono proprietà di Tsugumi Ohba e Takeshi Obata; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
  

22. L’incognita numero uno (terza parte)

 
(Dal capitolo precedente)
Sul tavolo c’era il sacchetto di patatine mezzo vuoto.
«Sono proprio questi dettagli l’elemento fondamentale.» iniziò lui osservando la busta unta sul tavolo.
«Le patatine… Io adoro le patatine…» ammise Emma.

«Come io vivo di zuccheri.» commentò Elle «Dettagli non trascurabili nel mio caso. Io ho potuto sapere rapidamente che sei nata il 3 di Novembre, che sei laureata in archeologia, che tua madre è inglese, che vai in palestra i giorni dispari dopo l’università… e moltissime altre cose. Ho smascherato in parte il tuo piano, anche se non ne conosco ancora il fine. Ho osservato le tue mosse ed intuito aspetti della tua personalità. Ma solo dopo averti visto per un paio di volte ho potuto sapere che ami le patatine.
E tu invece non ti sei limitata a sapere che io sono Elle e che alloggiavo al Teito Hotel!
Tu sai che io metto una certa quantità di zucchero nel mio caffè, che sono un bugiardo, che mangio dolci e che non sono avvezzo ai contatti fisici. Sei stata tu stessa a presentarti senza stringermi la mano.
Tu sapevi fin dall’inizio anche tutto questo, fin dall’incontro all’area archeologica e queste non sono conoscenze normali, questi sono aspetti legati ad una lunga frequentazione che tu non hai mai avuto con me.»

«No. E nessuno fino al 31 Dicembre ti aveva mai frequentato, quindi nessuno, anche volendo, poteva avermi informata.» disse Emma aggiungendo l’ultimo anello della catena di ragionamenti di Elle.
In quella data Elle si era rivelato alla squadra anti-Kira.
«Esatto. Ancora una volta esatto, come ragionamento e come “conoscenza”. Ma non ho intenzione di parlare di questo.» il caso Kira era la sua seconda incognita in ordine di tempo «E comunque nessuno, neppure dopo quella data, poteva sapere  che “io sono la giustizia”!»
La fissò ancora più intensamente «E queste incredibili conoscenze sono certamente legate al motivo per cui mi hai cercato ed hai voluto tutto questo. Non so come ma sono sicuro che siano collegate…
Mi conosci… E vuoi qualcosa proprio perché mi conosci, perché mi conosci così. Questo aspetto mi aiuterà a capire l’incognita numero uno.»
Era proprio così. Perché lo conosceva così. Perché lo aveva sempre adorato. Perché lui non sarebbe mai dovuto morire!
 
E naturalmente Elle aveva capito ancora una volta il sottile collegamento esistente tra le “conoscenze” che aveva Emma ed il fine del suo piano.
Perché erano proprio quelle conoscenze dettagliate, quegli aspetti peculiari che lei mostrava di conoscere dell’indole di Elle, come individuo e non solo come grande detective, che l’avevano portata a ideare il suo piano. Se lei non lo avesse adorato così come personaggio, forse l’idea non le sarebbe mai venuta in mente, forse non si sarebbe mai imbarcata in questa difficile e surreale impresa, forse non avrebbe voluto salvarlo a tutti i costi…
Emma deglutì «…Sì… sono collegati, sono due aspetti collegati… Io non ci avevo pensato… ma sono collegati profondamente… e tu hai ragione, come sempre… come hai fatto…?» gli disse tentennante, ma osservandolo seria, coinvolta e curiosa… «… Io l’ho fatto per aiutarti… ma…» non so proprio come iniziare… «…Io… non so proprio come iniziare…» come faccio a dirtelo così, a “freddo”… come faccio a svelarti il mio fine ultimo così…
Elle sollevò la mano che era placidamente poggiata sul ginocchio e iniziò a massaggiarsi la nuca, con noncuranza. «Vuoi conoscere le mie deduzioni, vuoi arrivare con lentezza a confessarmi qual è il tuo obiettivo? Vuoi un interrogatorio? D’accordo. Non sai come iniziare… Allora ti ci porterò io a dirmi ciò che voglio.» una larga ciocca di capelli gli scivolò davanti agli occhi, velandoli appena e creando un’ombra scura sul volto pallido… lui non la spostò…
Inquietante e affascinante nello stesso tempo…
«…Sì…» affermò Emma sussurrando, ma senza timore.
Poi allungò la mano ed afferrò la busta di patatine, ci infilò le dita dentro, ne tirò fuori una manciata ed iniziò a portarle alle labbra, lentamente, non scollando gli occhi da quelli velati di Elle.
Era una “spettatrice”. In quel momento sembrava una spettatrice curiosa e desiderosa di sapere cosa sarebbe avvenuto, cosa lui avrebbe detto, come si sarebbe conclusa la conversazione…
Perché Emma lo osservava così? Nessuno lo osservava mai così. Emma lo stimava profondamente, questo era stato evidente fin dal primo momento. Ma non era classificabile.
Emma stava “giocando”. Stava facendo quel “gioco” ancora una volta. Lo stava però facendo senza prendersi gioco di nessuno. Ed Elle faceva lo stesso.
Ma chi dei due lo stava conducendo?
«Non è più così dura per te affrontarmi, a quanto pare.» le disse lui in modo asettico.
«Mi sto abituando…» rispose lei con gli occhi che le brillavano.
Ed il cellulare di Elle squillò ancora una volta.
Lui lo sfilò noiosamente dalla solita tasca e rispose, questa volta davanti a lei, senza allontanarsi.
«Sì. … Quanti? … Adesso basta. È necessario cominciare a fare pressioni per evitare che i media continuino, così come ti avevo detto. Dovrò occuparmene personalmente, immagino.» e riagganciò.
Poi gattonò leggero su divano, scavalcò agilmente il bracciolo e raggiunse la televisione. La accese e mise il canale delle news h24.
Il tutto senza guardare Emma che invece lo seguiva incollata in ogni movimento.
Sullo schermo al plasma del salotto di lusso di quella suite c’erano le solite facce di criminali arrestati, ricercati, latitanti…
Si riproponeva un quesito cui Emma non aveva mai trovato risposta.
In Italia, ad ogni telegiornale, non è che parlino in modo così frequente di criminali e ne mostrino il volto in formato foto-tessera!!! Ma qui sembra che non facciano altro!
Questo aveva notato, mentre nel suo mondo divorava il manga avidamente, cogliendo tutti gli aspetti più o meno realistici. E si era detta semplicemente che in quel caso si trattava forse di semplice finzione/esagerazione da fumetto, perchè non era verosimile che i telegiornali spiattellassero tutti i santi giorni ed a tutte le ore le carte d’identità dei criminali!
Ma ora che ci si trovava dentro non poteva che constatare che quella invece era la realtà.
Accadeva veramente.
Era normale che sul web, dopo la comparsa di Kira, le notizie avessero iniziato a fioccare ed aumentare in modo esponenziale, così come le accuse o le denunce più o meno anonime di soprusi e crimini vari. La gente vedeva l’intervento di quel pazzo come un’ancora e si aggrappava a tutto pur di avere giustizia e gettava nell’enorme buco nero di internet ogni cosa…
Ma in tv, sui giornali, sui telegiornali…
Eppure era così.
Emma aveva potuto costatare che era così. Spiattellavano veramente le facce dei criminali con i loro nomi in prima pagina, nelle dirette, nelle trasmissioni d’attualità. Ovunque! Presentavano un elenco dettagliato fornito di documentazione fotografica da cui Kira poteva attingere tranquillamente, facilmente.
«La devono smettere.» affermò Elle fissando lo schermo.
«Fa notizia… » sussurrò Emma, presissima nell’osservare Elle.
Vederlo sul caso Kira era qualcosa di incredibile…
Vederlo veramente, davanti ai suoi occhi, ragionare e sentenziare qualcosa sul caso Kira in atto in quel momento, realmente, era qualcosa di incredibile…
Lui non scollò lo sguardo da quelle facce e si portò il pollice sul labbro, in piedi, curvo, davanti alla tv. «Sì, fa notizia. E lo appoggiano. Così lo favoriscono e lo appoggiano. Gli servono una lista su un piatto d’argento.» disse tagliente.
Era proprio così.
Eccola la spiegazione scontata cui Emma non aveva pensato. Forse neppure quel dettaglio del manga era così surreale, a ragionarci su…
Quei volti sempre in prima linea erano il frutto dell’informazione ambigua, cinica, pilotata, senza scrupoli. Erano il frutto della potenza dei media.
«…Tanto varrebbe scriverci sotto: “uccidili Kira!”…» commentò Emma «Ma… Non c’è rimedio a questo…» poi Emma si fece coraggio «lui… lui sta… uccidendo di più…?»
«Sì.» le rispose lui sempre pensieroso.
«Perché me lo stai dicendo? Non hai mai detto niente in proposito finora…» chiese ancora Emma.
«Perché tanto tra poco lo diranno in tv.» rispose lui asettico.
«Giusto… Per lo stesso motivo per cui spiattellano quelle facce… Ma l’informazione non si può fermare! Cioè… in alcuni gravissimi casi forse sì… per evitare isterie collettive, panico o fuga di notizie che potrebbero compromettere indagini…» pensò Emma a voce alta.
«Dubito che il mondo si sia mai trovato ad affrontare e ad indagare su un’incognita più pericolosa e complessa di questa.» sentenziò Elle «E temo che l’appello subliminale “Uccidili Kira!” sia assolutamente inaccettabile.»
«Ma non puoi da solo bloccare l’informazione… anche se forse sarebbe “giusto” farlo…» disse Emma, calcando l’attributo “giusto”.
«Appunto. È difficile farlo. Ma è “giusto” farlo.» le disse Elle, voltando poi il capo verso di lei, mantenendo il pollice sulle labbra ed il corpo diafano di profilo e calcando anche lui in modo impercettibile su quell’aggettivo.
«Quindi ci proverai a bloccarla…» commentò Emma.
Elle non rispose ed Emma proseguì «Ma non ci riuscirai…»
«“Sai” che non ci riuscirò o immagini semplicemente che non ce la farò?» le disse lui sottilmente, provocandola anche sulla sua intelligenza; perché una cosa è “sapere”, una cosa è “ragionare” sugli eventi…
«Credo entrambe forse…» sul manga questo tentativo di Elle di eliminare le informazioni pubbliche dettagliate sui vari criminali in circolazione non viene menzionato… neppure dopo le informazioni diminuiscono, quindi potrebbe significare che non ci è riuscito… anche se in questo caso… «… anche se in questo caso credo si tratti di una mia semplice considerazione personale più che di una “conoscenza”… Cosa vogliono i governi ed i poteri forti ed occulti del mondo? Sono veramente così contrari a Kira? E i media? Qual è il loro vero fine? Semplicemente informare? No… Credo di non ricordare nella mia breve vita un sistema di informazione “pulito” e privo di seconde finalità, oscure a noi comuni mortali… Ma i tuoi canali forse sono privilegiati rispetto ai miei.»
Elle rimase in silenzio «Sì. Probabilmente è così. Ma la tua testa non smette mai di darmi punti di vista interessanti.» spense la televisione «La nostra conversazione deve interrompersi qui per il momento.» rinfilò le scarpe e si diresse verso la porta, senza aggiungere altro.
Emma rimase un istante ferma, poi si alzò e lo raggiunse alle spalle, silenziosamente «Aspetta…» e di nuovo gli prese il lembo della maglietta con le dita, in modo delicato…
Elle si fermò, senza voltarsi.
Ed Emma sussurrò «Poi avremo ancora meno tempo…» il 5 Aprile alla Todai ci sarebbe stata la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico ed Emma sapeva che da allora Elle non avrebbe avuto tempo, gli avvenimenti si sarebbero succeduti come Emma ricordava, ma in tempi che non era riuscita a definire e quantificare… Se lui avesse ritardato ancora, se in quel mese che le rimaneva prima di entrare in piena “era Light”, non avessero parlato seriamente di quel fine… «… tornerai qui prima di allora, vero…?»
Era veramente per quello che glielo stava chiedendo o perché non sopportava di vederlo sparire di nuovo dietro quella porta e di non sapere quando lo avrebbe rivisto?
L’attesa… dopo aver atteso tanto, ora, Emma non voleva più aspettare…
Capita sempre così.
Capita sempre così quando si è innamorati.
Elle rimase zitto per qualche istante e poi «Tornerò qui. Dovresti saperlo che lo farò. Non è nella mia indole lasciare le cose a metà.»
Poi girò la testa di lato, col mento basso ad osservare il bordo della sua maglietta, tenuto tra le dita di Emma, ancora una volta. «Sembra che questo gesto sia divenuto una costante.» disse in modo incolore.
«Sì… sembra anche a me… è una caratteristica “scenica” anche questa forse… a quanto pare non sei solo tu il “personaggio”…» deglutì «…ti lascio andare, scusa…» aggiunse poi Emma, aprendo le dita.
«Non credo mi dia fastidio.» le disse atono ed impenetrabile, infilando le mani in tasca e raggiungendo la porta, che si richiuse dietro di lui, senza che Emma potesse guardarlo negli occhi mentre parlava…
Tensione…
Si percepiva una strana tensione…
Una tensione che era aleggiata poche altre volte e che ora c’era stata di nuovo…
E non si trattava della tensione da ansia, da curiosità, da avvenimento inaspettato…
Era un altro genere di “tensione”.
Emma la sentiva aleggiare.
Se anche Elle l’avesse percepita, non è dato saperlo.
 
Non è esatto.
“Se anche Elle l’avesse percepita”, io non ve lo dirò. Come sempre.
Emma mi stupisce. Questa ragazza è veramente imprevedibile. Avete notato le sue parole?
“A quanto pare non sei solo tu il personaggio…”
Lo ha detto perché sa che Elle lo è, un personaggio. E per ironia velata, si è paragonata a lui ed alle azioni ripetitive e connotanti che tutti i personaggi hanno in genere e che sono costruite a tavolino dalla mente del loro creatore.
Be’, anche le persone “vere” hanno delle caratteristiche individuali peculiari, sebbene non sempre siano così spiccate e ripetitive…
Questa affermazione di Emma però mi ha lasciato perplesso ugualmente.
Che abbia capito qualcosa?
No. Non può.
Come non potete voi, ancora.
Eh eh eh…

 
Ed Emma rimase sola ancora una volta in quella stanza.
Rimase in piedi, lì dove Elle l’aveva lasciata.
Sola e tuttavia mai sola… mentre quella “tensione” la avvolgeva tutta e lentamente si scioglieva, la abbandonava…
Lasciò che le sue ginocchia morbidamente si piegassero e si sedette a terra…
Mi sto logorando…
Lo vorrei sempre qui… Ogni volta che lo vedo… Ogni volta che lo vedo, lo vorrei sempre più qui…

E questo pensiero l’accompagnò.
L’accompagnò per tutta la serata e per i giorni successivi, quando in ogni momento si aspettava che lui potesse arrivare e quando invece Elle non arrivava.
E poi si abituò.
Non ci pensò.
Smise di aspettarsi che lui potesse bussare alla sua porta.
Capita sempre così.
Capita sempre così quando si aspetta qualcosa che non arriva. Passano i primi giorni di trepidazione e poi ci si abitua di nuovo alla normalità…
«Watari… Ehm… Posso chiamarla così, quando siamo soli?» chiese Emma al signor Wammy, mentre in macchina raggiungevano il nuovo albergo.
«Certamente Miss Emma. Mi dica.»
«Lui non verrà nel nuovo hotel?» gli chiese Emma.
«Lui è già lì.» rispose Watari gentilmente «Mi ha detto di ricordarle che varranno le stesse regole e le stesse accortezze.»
«Naturalmente.» annuì Emma, voltandosi a guardare fuori dal finestrino i marciapiedi affollati di passanti ed illuminati dai lampioni che si stavano accendendo allora, con un sole calante che non era più così invernale. E sospirò lentamente.
 
Dopo più di due settimane Emma si ritrovava nel salotto di un’altra suite agli ultimi piani di un albergo molto simile al primo, ma molto lontano da esso. Un altro grattacielo modernissimo.
Accese la tv, dopo essersi sistemata.
Ancora quelle foto rivelate in diretta.
Non ci riesci… Elle, stavolta non ci riesci… è forse una tua sconfitta taciuta? Un’altra? No accidenti! L’unica, deve essere l’unica!! Ma quando verrai?
Aveva iniziato da giorni a pensare di dirgli tutto così. Di farlo tranquillamente e semplicemente parlando nella stanza, da sola. Tanto lui avrebbe sentito ugualmente…
Poi però spense la luce principale, accese la lampada da tavolo nell’angolo ed in quella calda e debole luminosità andò al pc e proseguì a lavorare alle piante che ancora doveva finire di sistemare dopo l’errore che avevano commesso durante gli scavi. Se le erano divise con Misao e Kei e ognuno nel tempo libero ne avrebbe aggiustata la sua parte.
Dopo un po’ che lavorava le si aprì improvvisamente sullo schermo una finestra di scansione-virus che non aveva mai visto…
Ma che diavolo…
La barra di progressione del programma avanzò rapidamente…
Ma questo non è il mio antivirus! Questo è un virus che si spaccia per una scansione! Oh no!
Staccò immediatamente la pennetta con i dati del lavoro dal pc, provò istantaneamente a chiudere la finestra, ma invece di scomparire quella indesiderata se ne aprì un’altra di download sconosciuto ed inarrestabile. Il virus stava scaricando altro, al semplice click sulla X rossa si era scatenato dell’altro.
Il tutto avvenne nel giro di pochissimi secondi.
«Accidenti! Tutti i dati!!!» esclamò Emma agitatissima.
Poi vide la freccetta del mouse che iniziò a spostarsi rapidamente senza che lei lo stesse toccando…
Questo però non è il virus… Questo è Elle!
Rapidamente vide mille finestre di controllo aprirsi da sole e la freccetta bianca che schizzava a destra e sinistra su tutto il monitor. Osservò che veniva scaricato un tool, che qualcuno stava intervendo sul DOS e che scriveva qualcosa con una rapidità incredibile…
E poi tutte le finestre si chiusero e finalmente la barra di progressione del finto antivirus malevolo ed infetto si interruppe così come il download.
Ed infine il messaggio:
kild.exe ha interrotto l’esecuzione del trojan x34zj.exe alcune applicazioni del computer potrebbero non funzionare correttamente.
Lampeggiò in basso la barra dei messaggi di msn…
 
L scrive: ora è bloccata l’esecuzione del firewall. Il virus nn farà più danni, ma il pc è compromesso in alcune sue funzionalità. I dati sul disco rigido e sulla flash-pen anche sono sicuramente danneggiati. È un virus che opera proprio per annidarsi tra i dati degli utenti e rubare informazioni. Fare una scansione nn lo eliminerà.
 
Emma rimase ferma e poi si avventò sulla tastiera.
 
Emma scrive: e quindi???
 
Poi ci pensò un attimo. Al diavolo!
Alzò la testa«Devo formattare tutto o mi devo ricomprare un pc nuovo? Ho perso i miei dati? Cosa faccio?» disse in modo concitato.
 
L scrive: no. L’ho bloccato prima che potesse compromettere irrimediabilmente il disco rigido. Basterà formattarlo. Per i dati, aspetta un attimo.
 
Emma rimase seduta, a rimirare ancora una volta l’avatar assurdo di Elle… E poi bussarono alla porta.
«Si rischia di diventare ripetitivi.» le disse in modo flemmatico, entrando nella penombra della camera senza neanche guardarla e alludendo al connubio msn con successiva visita in stanza.
E poi proseguì, raggiungendo la sedia su cui era stata seduta Emma fino a quel momento e ci si appollaiò iniziando a smanettare subito sul portatile ancora acceso.
«Ho un backup di tutti i tuoi dati. Non ti preoccupare. Potrai recuperarli da qui.» e le passò un hard-disk esterno, senza scollare lo sguardo dal monitor «C’è tutto. Anche le piante da correggere su cui hai lavorato in questi giorni.»
Emma lo prese «… Cosa… cosa stai facendo adesso…?» farfugliò tra lo stupito e l’imbarazzato.
«Lo formatto.» lapidario «Ci vorrà un po’.»
Seguirono attimi di silenzio, nella penombra del salotto.
Poi…
«… Grazie…» sussurrò alla fine Emma… «… Perché…? Perché mi stai aiutando, perdendo il tuo tempo inutilmente…?»
«Perché non ce l’ho fatta. Come avevi detto tu. Non ce l’ho fatta ad ottenere quello che volevo. Ci ho impiegato fin troppo tempo.» glielo disse serio, distaccato.
«I media continueranno a servirgli i criminali su un piatto da portata…» commentò Emma.
«Sì. A meno che non si vogliano minare tutte le stazioni televisive.» secco.
«Hai perso… hai perso per la prima volta…» gli disse ancora.
«Non credo che sia una vera e propria perdita questa. Questo era un elemento collaterale che avrebbe potuto aiutarmi a controllare meglio le informazioni. E soprattutto questo era, anzi, è ancora un’espressione del latente appoggio che i media stanno dando a Kira, del loro spudorato e latente appoggio. L’obiettivo è fermare Kira. E anche se fossi riuscito nel mio intento, questo non lo avrebbe fermato. Diciamo che è stato un passatempo ed un test. Un test sulla corruttibilità e la mancanza di scrupoli.»
Era strano sentirlo fare considerazioni sulla società…
«Avrei perso se Kira mi avesse sconfitto. Ma non è così.» concluse alla fine freddamente.
Lei lo osservò, rannicchiato sulla sedia, col collo proteso in avanti e le pelle bianca dell’incavo sopra la spalla, sotto la maglietta larga…
«Succederà…» sussurrò Emma.
Elle smise di smanettare col pc e rimase fermo, in silenzio.
Poi lentamente voltò il capo verso Emma.
«No. Non succederà.» la fissò intensamente.
«Sì invece!» esclamò Emma «Lui non vincerà alla fine, ma batterà te!»
«Sei arrivata diretta al punto senza che ti ci dovessi portare io. Mi era sembrato di capire che volevi un interrogatorio. Non sei prevedibile.» si girò sulla sedia, accomodandosi nella stessa posizione, ma rivolto interamente verso di lei.
«Cosa importa questo adesso! Ti sto dicendo che ti batterà! Che con lui non vincerai! E ti mi dici che io non sono prevedibile! Cosa importa questo?!» Emma era turbata da quella reazione.
Lui non si era smosso di una virgola.
«Cosa… Accidenti! Ho sbagliato! Sì… Non dovevo dirtelo così. Ci dovevo arrivare lentamente e allora mi avresti dato retta. Tu non mi stai considerando attendibile!» gli disse, avvicinandosi e guardandolo negli occhi.
«Tu non mi stai dicendo niente di quello che voglio sapere. Tu mi stai solo dicendo che perderò contro Kira. Ma qual è il fine del tuo piano Emma?!» le disse lui in modo aggressivo, col capo chino. «E se anche perdessi? A te cosa importa? Se, come dici tu, Kira verrà comunque sconfitto, a te cosa importa se proprio io perderò?» la incalzò.
Da un momento all’altro erano passati dalla calma alla tempesta…
Ma non era la prima volta in fondo…
«Cosa me ne importa?! Lo hai capito benissimo!» gli rispose lei senza timore «Mi importa proprio perché ti conosco così. Proprio perché per me non sei una semplice L nera su uno sfondo bianco!»
«Ti importa perché metto otto zollette di zucchero nel caffè, perché odio i cellulari, perché sono diretto e senza tatto? Sono queste sciocchezze che ti interessano, Emma?!»
«Anche! Mi importa perché tu dovrai continuare ad indagare su altre migliaia di casi! Perché la tua testa deve continuare a ragionare su questo mondo, perché tutti lo vorrebbero, perché tutti la pensano come me!»
«Emma!» la scosse lui brutalmente, richiamandola con un tono alto della voce e protendendo il collo diritto verso di lei e fissandola con gli occhi taglienti e con irritazione. «Qual è il fine del tuo piano? Cosa vuoi da me??!!»
Emma si bloccò.
Era l’Elle arrabbiato, quello che non sopportava perdere tempo, che doveva agire in modo rapido e risoluto nei momenti più difficili. Quello che in modo deciso si trovava a fronteggiare situazioni intricate e improvvise. E lo rivide…
Rivide l’Elle appollaiato sulla sedia girevole, davanti al monitor, mentre Watari, nascosto dietro una W su sfondo bianco, moriva…
Rivide l’Elle attivo, perspicace, autoritario e risoluto degli ultimi attimi…
E le si formò un nodo in gola…
«Morirai!!! Tu morirai!! Hai capito?! Morirai!» gli gridò contro con la voce strozzata.
Lui non ribattè.
«Sei insopportabile! Non mi credi? Mi ritieni una pazza?! Lo sapevo… Lo sapevo che sarebbe finita così…» disse poi angosciata, voltandosi.
Ma lui la fermò…
Con la punta delle dita le prese il bordo della larga felpa che indossava… la pizzicò appena…
E la bloccò…
Emma sentì un brivido attanagliarle l’addome e rimase ferma.
«So che non sei pazza. Hai sbagliato a credere che l’avrei potuto pensare. Hai fatto una deduzione assolutamente scorretta questa volta. Sai troppe cose perché io possa pensarlo. Sai troppe cose “vere” che nessuno potrebbe sapere. Avresti potuto arrivarci da sola.
Avrei potuto magari ritenerti pericolosa. Ma non pazza ed inattendibile. Queste sono state piste che non ho mai considerato. Strade inutili da seguire. Tu conoscevi l’hotel in cui alloggiavo ed io sapevo per certo che mai avrebbe potuto esserci una fuga di notizie in proposito. Tu sapevi che ero in Giappone ed il perché ero qui. I tuoi silenzi, la tua mancanza di domande fin dal primo test d’ingresso alla Todai. Non mi hai chiesto cosa ci facessi lì. Non mi hai chiesto cosa facessi nella vita.»
«Neanche tu l’hai fatto con me…» sussurrò Emma ancora di spalle, mentre lui continuava a tenerle la maglia.
«Esatto. Perché io sapevo chi eri, cosa stessi facendo, perché fossi a Tokyo e da quanto ci stessi. Proprio come tu lo sapevi di me. Ma io sono Elle. E tu sapevi anche questo.
So che non sei pazza.
Ed hai sbagliato ancora su un’altra cosa.
Non è vero neanche che non ti credo. Tu non menti. Che non fossi una bugiarda è stata una delle prime cose che ho intuito, Emma. Intuizione confermata dai fatti.» continuava a sciorinarle i suoi ragionamenti e gli errori di lei, in modo tranquillo, compassato, ma serio. E poi le lasciò la maglia.
E allora Emma si girò, lentamente, ed altrettanto lentamente si rannicchiò a terra, in ginocchio, ai piedi della sedia, e sollevò il mento e lo sguardo su di lui, che ora la osservava di poco più in alto, col collo proteso in basso ed in avanti…
«Cosa vuoi da me Emma?» le chiese di nuovo, penetrandola con quelle pupille nere, grandi e profonde…
«Morirai… Morirai… Tu non saresti mai dovuto morire…» ripetè lei…
«E tu vorresti salvarmi?!» le chiese lui freddo e caustico, dall’alto del suo essere provocatoriamente e presuntuosamente Elle.
«Sì…» poi però Emma tirò fuori di nuovo la sua schiettezza e la sua grinta «Sì! Sì, che voglio salvarti!!! Tu non devi morire! Lo devi battere tu quel viscido serpente diabolico!!» gli gridò con gli occhi lucidi. E continuò «È questa la tua incognita numero uno! Eccola: quella sciocca ed insulsa persona comune di Emma ti vuole salvare la pelle! Ha osato pensare di salvare quel genio inarrivabile del detective del secolo! Questo è il fine del suo piano assurdo e pieno di falle, a detta tua! Vuoi perdere? Tu vuoi farti battere?!» lo incalzò arrabbiata.
Elle cambiò vagamente espressione. Smise di essere cinico. Ma continuò ad essere diretto.
«Quella sciocca ed insulsa persona comune che è Emma, l’ho sempre trovata tutto tranne che sciocca ed insulsa. Credo che i suoi modi siano anzi interessanti, poco comuni e decisi.» Ryuzaki fece una pausa e lasciò Emma basita ed in silenzio, concedendole il tempo di incamerare quel suo pensiero, sentenziato come si fosse trattato di una considerazione comune. Ma non lo era…
«La morte è un rischio che ho dovuto necessariamente mettere in conto in questo caso.» riprese poi freddamente ed impassibile.
«Lo so! È proprio per questo che voglio salvarti! Perché ci andrai dritto a sbattere contro e soprattutto… morirai senza capire…» la voce le si spense nella gola alla fine…
«Tu vuoi salvarmi perché mi conosci così. Avevo ragione. L’incognita numero uno era collegata a questo aspetto…» le disse lui rimuginando… «Morirò e non capirò…» continuò a dire pensieroso, come si fosse trattato della morte di qualcun altro…
«No… avrai la certezza che i tuoi sospetti erano corretti, ma lo capirai all’ultimo momento ed il resto resterà nella nebbia…» continuò Emma.
Elle corrugò la fronte «I miei sospetti. Quindi suppongo che avrò la certezza e la prova tangibile che Light Yagami è Kira.» le disse a bruciapelo, serio.
Emma sgranò gli occhi «Ma… allora… ti fidi di me…»
Le aveva nominato Light…
Le stava parlando del caso Kira…
Quali erano stati i collegamenti che nella sua testa geniale lo avevano portato a fidarsi di lei, dopo quello che gli aveva detto?
«Rispondimi.» quasi le ordinò.
«Sì. Ne avrai la prova tangibile… Ma non ci devi arrivare a quel punto! Non ti importa nulla del fatto che morirai?!»
«Be’, la cosa non mi entusiasma affatto a dire il vero.» le disse in modo quasi buffo, riacquisendo quell’espressione infantile ed ingenua...
«Io invece non ci posso proprio pensare… Specialmente adesso…»
Lui continuò a guardarla, ma ritornò serio… serio in modo inquietante, ma non temibile…
«Ti fidi… tu ora ti fidi di me…» gli sussurrò lei.
E poi lo scorse tutto il suo Elle. Gli osservò le mani affusolate appoggiate sulle ginocchia, i polsi sottili, ma maschili…
Le spalle che dalla maglietta che vi si appoggiava casualmente lasciavano intravedere un corpo solido…
Lo guardò bene, nella penombra in cui si trovavano entrambi… con quelle occhiaie così evidenti e quei capelli così scuri…
E poi passò a quelle labbra bianche e socchiuse…
Di nuovo percepì il suo respiro fresco…
«Questo è già accaduto.» le disse lui atono, spostando lo sguardo sulle labbra di lei, ma rimanendo immobile.
Quella tensione.
Di nuovo quella tensione nell’aria…
«…Sì… E tu hai sbagliato su due cose… Ne stai riparlando… ed io non mi sono mai pentita…» gli disse Emma con un filo di voce…
E si sollevò appena, si sporse in avanti e posò di nuovo le sue labbra su quelle di lui, senza che Elle si allontanasse, senza che opponesse alcuna resistenza.
Gliele baciò semplicemente, poggiando la sua bocca su quella morbida e vellutata di lui… Poi, continuando a rimanere vicinissima, gli parlò e mentre parlava le labbra muovendosi sfioravano a tratti quelle di lui… «… Mi sembra di fare una cosa scorretta… mi sembra che non dovrei farlo…»
«Immagino che mi sarei allontanato, se così fosse.» le disse lui candidamente.
«…Ryuzaki…ti… ti fidi di me…?» gli chiese di nuovo Emma continuando a sfiorare a tratti la pelle vellutata della sua bocca…
Elle strinse le dita sulla stoffa dei suoi jeans «…Se così non fosse, non sarei già passato all’incognita numero due, non ci sarei mai arrivato, come hai capito tu stessa. Ma questo non vuol dire che siano cessati gli interrogatori e che la passerai liscia. Il caso Kira. Ora dovrai parlarmi del caso Kira e di Light Yagami...» respirò poi, solo appena più profondamente.
«…Sì… E tu non morirai, vero…?» gli disse come una bambina…
«Vincerò io.» le disse Elle calmo e glaciale…
«…Io credo che non riuscirò molto presto a rifare questo…non farò due volte lo stesso errore, non abbasserò lo sguardo…» gli disse Emma continuando a fissarlo, vicinissima, proseguendo ad assaporare il profumo del suo respiro…
«Lo credo anch’io…» le rispose lui…
Ed Emma fece aderire di nuovo le sue labbra su quelle di Ryuzaki…
Senza toccarlo, senza abbracciarlo, senza fare altro che quel semplice e quasi innocente bacio…
E lui non si spostò, ancora una volta…
E quella tensione che si assaporava nell’aria continuava ad aleggiare come polvere ed Emma sentì che da quel momento avrebbe aleggiato sempre, anche se quello fosse stato l’ultimo bacio che si fossero dati… anche se non si fossero più sfiorati… quella tensione avrebbe proseguito a circondarli e ad avvolgerli… se anche si fossero scontrati di nuovo verbalmente, se anche Elle l’avesse messa di nuovo alle strette, l’avesse smascherata, come lei voleva, quell’atmosfera ci sarebbe stata sempre… quella forza sottile ci sarebbe stata. Sottile e leggera, proprio come lieve era sempre stato il tocco delle dita di Emma sul bordo della maglietta candida di Ryuzaki…
 


 
Allora… ve lo aspettavate il bis? ;D
Io sì, naturalmente... ^__^ ma il punto è proprio quella tensione: nulla è scontato e normale e nulla può seguire il normale iter di eventi con uno come Elle, sempre secondo il mio modestissimo parere °__°
Mi sono lanciata in un momento romantico, per quanto le mie limitate capacità possano renderlo tale e per qunto lo permettano Elle e DN in generale... ;D
Comunque. Ho voluto aggiungere l’elemento dell’informazione dei media. È un’invenzione mia, una licenza che mi sono presa, una “deviazione del mio intelletto”, come la potrebbe definire qualcuno, perché è una cosa che il mio cervello bacato e intrippato si è chiesto mentre leggevo il manga. Mi è piaciuto pensare che L potesse esserne stufo e che soprattutto potesse cercare di fermarla, con i suoi potenti agganci… ma, come dice lui stesso, il fatto di non esserci riuscito non è una sconfitta vera e propria… o magari è lui che non la vuole vedere così, considerando il suo lato infantile ;) 
A chi non ha letto il manga dico che la scena della morte di L è più eloquente sulla carta stampata: L, guardando gli occhi “cattivi di Light” un attimo prima di morire, pensa “allora non mi ero sbagliato…” e poi, nell’ultimo ballon dei suoi pensieri, aggiunge “però…”. E poi muore…
Ok, adesso la smetto perché a ricordarmi di sta cosa proprio non è serata… sigh!
La storia del virus al pc? In realtà nei miei vari appunti avevo pensato ad un semplice computer impallato ...ma la mia esperienza recente mi ha deviata... magari lo avessi avuto anche io L lì vicino... Ci ho messo un pomeriggio di improperi ed una bella cifra al centro assistenza per ottenere quello che lui ha fatto in tre minuti!!! va be'... lasciamo perdere che è meglio... ;D
C’era qualcos’altro che volevo dire, ma l’ho dimenticato… è mezzanotte e mezza passata e la smetto senza neanche la forza di dirvi di cosa io abbia paura stavolta…
AAAARGH!!! Ecco che me ne viene subito una di paranoia che non riesco a contenere! Il bacio…be’ sì…quello mi terrorizza…soprattutto mi terrorizza la reazione di L al bacio… cioè… è lui???? E poi tutti questi dialoghi serrati con poche parti narrative... Non lo so, vado a nanna che è meglio!!!
Grazieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!
A tuttissimiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!
Scusate se a volte non rispondo subitissimo alle recensioni, ma chi le fa sa benissimo che poi rispondo e che sono sempre straentusiasta e vi ammorbo con mega-rispostone perchè sono sempre strafelice di leggervi nei vostri mille pensieri diversi, nelle vostre diverse vedute, nei vostri punti di vista, nelle vostre bellissime differenze e teste!! Cresco ed imparo tanto ^__^
Grazie di leggermi, a tutti!!!
 
Alla prossima!!!

 

Eru

 
 
 
 
 

   
 
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