17/02/2012
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Guardò ancora una volta le fiamme scoppiettare tra il legno, iniziava a stancarsi. Non che fosse piromane o cose del genere ma Sasuke aveva una strana attrazione per il fuoco: non ne era stato segnato, non ne aveva avuto nessuno incidente, solo la memoria di suo padre che con uno sguardo indifferente ed una volce altrettanto insoddisfatta pronunciava “Puoi fare di meglio, Itachi...”. Itachi, Itachi, Itachi.
Avrebbe voluto tanto avere una memoria più solida di sua madre, quante parole dolci lo avevano fatto destare dal scappare di casa o da suo padre. Sospira, Naruto non è ancora tornato dalla sua missione nel paese della Sabbia. Si siede a contemplare la visuale del giardino di casa sua, il prato falciato e l’aria di tranquillità gli danno agitazione, quando mai riuscirà a trovare pace in un posto così?
Non riesce a dormire. Certe volte immagina di essere risucchiato in qualche posto, senza nessun uso di una qualche forza mentale, c’è qualcosa che lo picchietta alle spalle quando guarda il giardino, lo picchietta e poi spintona e lui si oppone, si oppone così strenuamente che poi si sente stanco.
Non sa come “quella cosa” riesca a spintonarlo, quando si guarda indietro, ispeziona le pieghe della sua maglia bianca, per vedere se c’è un qualcosa che veramente lo sta toccando, si tasta la scapola sinistra e si rigira, quando spintona ancora attiva lo sharingan si gira e alla fine passa il tempo a fare veglia, quando sta per chiudere gli occhi sente qualcosa che preme sul suo petto così forte che non riesce nemmeno a respirare, si alza e davanti a lui crede di rivedere suo padre davanti a lui, lo crede e convincendosene parla, urla, piange e recupera la sua dignità.
Non riesce a chiudere gli occhi e se li lascia aperti vede tutto, vede sangue sul pavimento lucido, vede sua madre e suo padre a terra senza vita, si vede mentre corre, ancora, per le strade e incontra Itachi e poi sente lo sharingan come una scossa, gli vibra ogni singola parte del suo corpo, trema e cerca di resistere perchè sembra che quegli occhi gli stiano scavando il cuore.
S’inchioda al pavimento e s’immobilizza, è diventato un tale codardo. Vorrebbe riuscire ad affrontare i suoi fantasmi, che sono più reali di quello che lo circonda.
Allora quando si stanca di tutto questo guarda le chiavi di casa di Naruto, sempre lasciate per sbaglio, le prende, si veste e s’incammina, si ritrova sulla porta di casa di Naruto, ficca le chiavi, gira e si ritrova dentro. E quando si ritrova dentro gli viene da piangere, gli viene da urlare ed andare nel paese della Sabbia solo per vederlo e dirgli che quelle chiavi se le porterà fino in tomba.
Non sa come quando si sveglia la mattina un particolare raggio di sole gli colpisce gli occhi, sempre lo stesso raggio di sole, insistente e fastidioso.
E sembra che Naruto sia proprio lì, attorno a lui.
Cielo, che dopo così tanto che non scrivo... Me ne vergogno e mi dispiace, già.
Non riesco ancora a definire questa oneshot perchè ho immaginato solo di vedere un Sasuke spaventato dal suo stesso passato, la figura di una padre e di Itachi e di sua madre e poi il tormento...Che realizza, impicitamente (duh) che Naruto è quello che lo fa vivere, quello che distrugge tutti i suoi dubbi.