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Autore: ItsLaylaHere    18/02/2012    4 recensioni
Biondissima, occhi azzurri, sono Erica, almeno questo è il mio nome; corto e bello. [...] Sono vissuta sempre qua, per quanto io possa ricordare, in questa famiglia di... strambi, ecco come ci chiama la gente; forse perché non seguiamo le mode del momento, forse perché a noi tutti piacciono generi come il rock, il metal e il punk. [...] C'è un gruppo, in particolare, che ci piace: sono gli Striped Cobra; non sono molto conosciuti, ma fanno musica decente e sono bravi, per quello che m'intendo di musica. Credo di essermi seriamente innamorata del cantante, Andy: impregna i testi delle canzoni di una forza tale da far impazzire chiunque; pensa di quelle cose che, all'inizio, sembrano assurde, ma poi, se ci rifletto un po', mi ci ritrovo perfettamente; ha due maledetti cristalli al posto degli occhi che mi fanno morire all'istante; e poi la voce, dio quanto l'adoro: quando canta normalmente mi fa sciogliere completamente, mentre quando fa lo screamo mi carica di un'energia nuova, un qualcosa che mi fa continuare nel miglior modo quello che sto facendo.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era da giorni che controllavo la casella di posta elettronica, magari per vedere il messaggio in cui c'era scritto che avevo vinto, magari per leggere qualche vecchia mail. Ero nervosa, anche se tutto questo non era un martelletto fisso in testa. Ero sicura di aver dato la risposta giusta, dovevo solo aspettare... solo aspettare.
All'improvviso mi squillò il cellulare.
-Hey Erica! Come va?- era Jake.
-Jake, ciao! Mah, devo dirti la verità?-.
-Sì-.
-Va tutto bene, sono davvero felice in questo periodo per il concerto, ma sono anche ansiosa perché sto aspettando la mail per i pass, tu, invece, come stai?-.
-Mah, anch'io sto bene, ma sto cercando una cantante per il gruppo: la nostra ci ha piantati in asso e mi sono trattenuto dal rompere il basso-.
-Potrei provare a fare un'audizione? Ma non voglio favoreggiamenti perché sono amica tua, eh. Cioè, sai che io amo cantare e so fare anche qualcosa di screamo-.
-Davvero, ragazza, non ho parole. Domani alle quattro davanti a casa mia, okkei?-.
-Okkei-.
-Ti voglio bene, nanetta-.
-Anch'io-. Mise giù. Io e lui facevamo spesso telefonate del genere, anche più volte al giorno: era normale per noi, anche se non avevamo nulla da dirci.
Mi ero appena resa conto di essere una nana: come avrebbe fatto a notarmi Andy? Non volevo portare bandiere o cartelloni: mi sarei stancata subito di tenerli in mano. Dovevo pensare in fretta, anche perché mancavano esattamente quattro mesi al Paradiso.
Presi in mano il biglietto che mi aveva dato Sierra qualche giorno fa, come se solo vedendo quello potesse aiutarmi a pensare a qualcosa di decente da fare. Chiesi consiglio a Danice, colei che mi aveva cresciuta; è una tra le migliori persone che abbia mai conosciuto e con lei non ho segreti.
-Dan- la chiamavo così, -hai presente Andy, il cantante degli Striped Cobra?-.
-Sì, capelli neri come l'ebano e occhi blu, giusto?-. Non erano solo occhi blu, ma lo specchio cristallino di un animo profondo, ferito ripetutamente, ma anche aperto a tutto.
-Ecco. Ehm... Sai che vado al concerto del suo gruppo, no? Potrei aver vinto due pass per il loro backstage, magari potrei morire davanti a quel ragazzo, chi lo sa, ma vorrei fargli capire quanto lo amo, in un modo o nell'altro-.
-Scrivigli una mail, o, meglio ancora, una lettera. Se vinci il pass gliela infili da qualche parte, o gliela consegni-.
-SEI UN GENIO-. Aveva ragione: una lettera era perfetta. Ma non sarebbe bastato; no, gli avrei fatto lentamente capire quanto lo amo. La baciai sulla guancia, era quasi un rito dopo aver parlato insieme, e corsi in camera mia. Là mi sdraiai sul letto, musica -ovviamente Striped Cobra- a palla, e pensai a qualcosa da fare.
Potevo iniziare la lettera, o la mail, con scritto “Caro Andy,...”. No, troppo banale. “Andy caro,...”. No, non mi conosceva nemmeno. “A Andy,...”. Troppo semplice. “Al cantante Andy,...”. Poteva andare, non era né troppo formale, né troppo informale, ma non mi piaceva tanto: aveva un ché di vetusto. “Al caro, per me, Andy,...”. Sì, mi piaceva. Cercai un pezzo di carta e una penna per appuntarmi tutto e iniziai a scrivere. 

   
 
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