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Autore: Amy_    18/02/2012    1 recensioni
Un ragazzo sensibile e determinato, un albero di amamelide e una radura che compare solamente nelle notti di luna piena.
Siamo nel XVII secolo, in un piccolo paese sperduto nel verde che nasconde nella sua foresta la presenza di una misteriosa fanciulla.
Riuscirà Alessandro a scoprire cosa si nasconde dietro la luce della luna?
Dal 3° capitolo:
Alessandro sbuffò e si stese sull’erba.
“Suona il flauto. Sei davvero brava. Lo puoi fare, almeno questo, per me?”
La faccia della fanciulla fu immediatamente a un centimetro dalla sua.
“Solo se mi dai un bacio”.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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IL RITUALE DELLA LUNA PIENA.

 
La luna risplendeva piena e alta in un cielo senza nuvole. Era l’ora designata, l’ora del rituale della perfezione, l’ora del rituale della luna piena.
La fanciulla , spirito argenteo della luna, era pronta a compiere il suo secolare compito, era pronta a far risplendere di luce nuova l’albero al centro della radura, simbolo della natura e legame indissolubile con la luna stessa.
Alle sue spalle Alessandro giaceva addormentato. La fanciulla spostò, per un ultimo istante, lo sguardo sopra il ragazzo. Il respiro era tornato normale, ma il colorito roseo tardava a riaffiorare sul suo volto pallido. Non era più preoccupata, però, perché sapeva che Alessandro non correva più rischi: lei lo aveva salvato, lei ce l’aveva fatta davvero! Sfiorò delicatamente con lo sguardo ogni singola parte di quel corpo che amava, si soffermò sulla linea rossa che attraversava il suo petto, che gli avrebbe fatto veramente male al suo risveglio. Si dispiacque per l’impossibilità della magia di curare le ferite causate per utilizzare il suo potere.

 
Riportò la sua attenzione all’albero di fronte a sé. Poteva sentire il legame che la univa a lui, poteva vedere il filo invisibile che come un nodoso ramo arrivava fino a lei. Si concentrò su quel legame e allargò le braccia. Il vento si alzò muovendo le fronde dell’albero in fiore disperdendo il suo polline: piccoli puntini dorati volteggiavano nell’aria. Il vento, come un essere con una propria coscienza, attraversò la distanza che lo separava dalla fanciulla, portando con sé il polline di amamelide. Sfiorò lentamente le caviglie dello spirito della luna che rise felice a quel contatto. Poi, come una spirale, avvolse la fanciulla fino ad arrivare ai suoi capelli che danzarono con lui. Adesso, tra l’aurea argentea della fanciulla si potevano distinguere piccoli puntini dorati. L’odore del mare, poi quello dell’aria fresca dopo la pioggia, erba appena tagliata, la terra smossa. Il calore del sole, il cinguettio degli uccelli e l’ululare dei lupi, un canto di armonia. Il vento si placò, il rituale della luna piena era iniziato.

 
Il silenzio della notte riavvolse di nuovo l’aria della radura. La fanciulla abbandonò le braccia lungo il suo corpo. Un passo dopo l’altro si avvicinò all’albero. Si sedette sotto le sue fronde che, come una calda mano, le accarezzarono il viso. La fanciulla assunse la posizione del loto, le gambe incrociate e le mani appoggiate sulle ginocchia, e aprì le porte del suo spirito collegandosi con l’altra sé sul nel cielo. Un unico fascio di luce partì dalla luna piena circondando di luce argentea il risplendere dorato dell’albero: l’amamelide era pronto a ricevere il potere rigenerativo della luna.

 
La fanciulla si alzò in piedi e guardò ciò che era successo: come succedeva ogni mese, la luce dorata dell’albero l’aveva accolta dentro di sé. Allungò il braccio e osservò la sua mano: poteva vedere la sottile luce argentea, che risplendeva a contatto con la sua pelle, ricolma del polline dell’albero, poteva osservare la luce dorata dell’albero che la riscaldava e infine la luce argentea della luna piena che completava e donava serenità. I suoi occhi traboccarono di gioia. Appoggiò la mano sul tronco dell’albero: un flusso di energia si ramificò nel suo braccio per poi percorrere il suo corpo e finire nei suoi capelli che crebbero fino a sfiorarle le gambe. La sua risata cristallina si diffuse nell’aria. Adesso lei era pronta a governare la luce dell’albero. Le fronde dell’amamelide iniziarono a muoversi, un solo e forte ramo si allungò verso di lei: la fanciulla ringraziò gentilmente e si sedette su di esso, poi chiuse gli occhi e si lasciò trasportare all’interno della chioma dell’albero.

 
Quando percepì la quiete intorno a sé, riaprì gli occhi e fu felice di trovarsi lì. Nonostante quell’ambiente le fosse ormai familiare, lei contemplò, come se fosse la prima volta, la miriade di fiori gialli che aspettavano silenziosamente un suo gesto; ovunque volgesse lo sguardo era presente un fiore di amamelide: allungò il braccio davanti a sé e accolse, senza raccogliere, un fiore dentro la sua mano. Poteva sentire lo scorrere il potere della vita della natura, ascoltarne l’armonia e la pace. Poteva sentire la potente antichità dell’albero, sapere come le sue radici si addentravano nel terreno e seguire con gli occhi della mente la linfa della luce dorata che attraverso il tronco arrivava ai fiori. Magnifico.

 
La fanciulla, sempre seduta sul ramo dell’albero, allontanò la mano dal fiore che vi aveva racchiuso. Poi, muovendo anche l’altra, iniziò a formare nell’aria dei movimenti circolari, come a voler creare una sfera tra le sue mani.
I piccoli puntini di polline dorato, fonte generatrice della luce dell’albero, iniziarono a muoversi verso la sfera d’aria: uno dopo l’altro abbandonarono l’aurea della fanciulla, portandone un frammento argenteo via con loro.
Quando anche l’ultimo granello ebbe lasciato l’aurea della fanciulla, lei spostò lo sguardo verso lo spazio tra le sue mani dove la sfera d’aria aveva lasciato il posto a una sfera dorata, grande quanto due mani strette tra loro, e punteggiata d’argento. La fanciulla aprì le braccia lasciando fluttuare la sfera di fronte a sé.

 
Spalancò le porte del suo spirito lasciando scorrere tutto il suo potere insieme a quello dell’albero intrecciato con i suoi capelli. Si sentiva libera e potente. La luce intorno all’albero, proveniente dalla luna piena, s’increspò e, in quel medesimo istante, i frammenti argentei dentro la sfera esplosero avvolgendo con la loro luce l’albero e creando un punto fisso e abbagliante nella notte.
Con un gesto veloce e deciso la fanciulla spinse la sfera dentro l’albero, nel punto in cui iniziavano a diramarsi i rami: l’energia rigeneratrice entrò in circolo. Un solo secondo più tardi, la luce argentea che risplendeva nel buio, come uno specchio, si ruppe in migliaia di frammenti che volteggiando nell’aria assunsero la forma di lacrime cristalline. La luce dorata dell’albero fece capolino e libera ormai di risplendere riecheggiò con il suo potere in ogni singolo angolo del mondo.

 
La fanciulla capì che era arrivato il momento. Saltò giù dall’albero, elegante come un lupo, e appena il suo piede toccò terra il vento si alzò e avvolse l’albero e… fu come se per un attimo il tempo si fosse fermato, tutto era silenzioso e immobile. Poi, all’unisono, i fiori di amamelide si librarono nell’aria. Il tempo riprese a scorrere, il vento imperò portando con sé i fiori gialli che, come in una danza, si unirono alle gocce argentee e volteggiarono per tutta la radura.
La fanciulla si voltò e guardò l’albero: La sua luce risplendette, la luce dell’albero risplendette e la fanciulla sentì l’energia della luna fluire nell’albero e arrivare ai rami. Piccoli boccioli di amamelide iniziarono a fiorire sui rami per poi sbocciare risplendendo di magia.
La fanciulla sorrise ai nuovi fiori. Se qualcuno avesse potuto osservare il rituale, sarebbe rimasto sicuramente deluso da quella fine che avrebbe definito banale dopo tutto ciò che era accaduto prima. Non potevano commettere errore più grande. La fanciulla ascoltò estasiata le risate dei fiori appena nati che avevano dato forma allo spettacolo più bello e semplice che l’universo avrebbe mai potuto contemplare: la vita.
La fanciulla sfiorò delicatamente l’albero e nella sua mente riecheggiò una voce antica che le sussurrò un devoto grazie. Si inchinò all’albero e chiuse il suo legame con lui, chiuse le porte del suo spirito.
Il rituale della luna piena era concluso.

 
Ora non le rimaneva che un ultimo compito: danzare con i fiori caduti e le lacrime di luna per farle tornare alla natura, perché è là che tutto inizia e finisce.
Si preparò, le piaceva molto quella parte finale del suo compito. Certo, non era niente a confronto dell’ammirare l’albero di amamelide risplendere di vita nuova: questa parte era così… appariscente. Alzò le spalle: non era mica colpa sua se alla natura piaceva usare la magia per mostrare la sua bellezza.
Il vento le vorticò intorno raccogliendo attorno a lei fiori e gocce. La fanciulla fece un passo, poi un altro ancora e una giravolta. Iniziò a danzare. Fece un passo, poi un altro ancora e… un urlo. La fanciulla si fermò immediatamente e il vento, i fiore e le gocce si bloccarono con lei. Si guardò intorno con sguardo confuso e preoccupato e quando vide da dove, o meglio da chi, era provenuto l’urlo, puro terrore si impossesso di lei.
Incontrò quelli occhi azzurro che la guardavano senza capire e intanto la natura iniziava a crollarli intorno.

 
NOTE DELL’AUTRICE:
Ed ecco il penultimo capitolo!!! Non è arrivato puntuale, ma per fortuna prima dell’ultimo capitolo pubblicato!=p
Il prossimo capitolo: “Il segreto svelato.”

 
“Lo so che tutto questo non è molto, ma è una delle cose più importanti che ho. E’ racchiuso molto di me e dei miei sogni in questa storia e io gliela dedico per ringraziarla di tutto quello che ha fatto per noi, per tutto quello che ci donato. Grazie, perché siamo diventati forti grazie a lei. Una farfalla dalle stupende ali rosse, ecco come la ricorderò.”

  
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