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Autore: ethelincabbages    18/02/2012    13 recensioni
Quando sei in dubbio, vai in biblioteca. Questo è il mantra di Hermione Granger, e Harry ama sempre prenderla in parola. Cos'è questa grande paura di "domani" che costringe Harry ad andare a cercare la sua amica in biblioteca?
Oh, temo di non aver risposto a questa domanda...
Piccola one-shot partecipante al Flash Contest DNAuror, organizzato dal gruppo Cercando chi dà la roba alla Rowling [Team Harry/Hermione]
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Harry/Hermione
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
- Questa storia fa parte della serie 'Delusions of Granger & Potter'
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One-shot partecipante Flash Contest DNA Auror del gruppo Cercando la roba alla Row [Team Harry/Hermione].

Purtroppo non mi è stato possibile scrivere una storia per ciascuna di voi, ma ci tenevo a dedicare questa piccola sciocchezza a tutte le ragazze Auror che hanno compiuto gli anni in questi giorni di Febbraio. Auguri in ritardo a Gillian Kami, Ela_Chan, TittiValechan91, LittleHarmony13 e spectacled owl, e in anticipo (so che non si fa, perdonatemi questa trasgressione, è Febbraio, purtroppo, e Febbraio vuol dire esami) a dalastor,elliepotter e PotionFang. Happy Birthday-A!

 Questa one-shot può essere vista come la versione pucciosAuror di questa flashfic, Sole, incentrata invece sulla coppia Ron/Luna. Il lieto fine sdolcinato è colpa di Lights e Kia85.
 
 



Domani

When in doubt, go to the library.
Hermione J. Granger

La libreria di Grimmauld Place non aveva nulla in comune con la biblioteca di Hogwarts. Harry aveva provato in tutti i modi a rendere la vecchia dimora dei Black più simile a una vera casa: aveva tolto le vecchie tappezzerie e ritinteggiato, aveva distrutto i tavoli, le poltrone, i portaombrelli più strani, aveva comprato nuovi divani, nuovi scaffali, e aveva gettato via gli ultimi retaggi di Magia Oscura. Neppure l’irritabile ritratto di Walburga Black era riuscito a sopravvivere alla disinfestazione. Ginny e Hermione erano state bravissime nel dare a quel luogo un po’ di aria fresca.
Eppure Grimmauld Place restava Grimmauld Place: fredda, distate, ostile e oscura. E la sua libreria non era da meno.
“Quando sei in dubbio, vai in biblioteca.” Hermione lo diceva sempre. Corrucciava la fronte, arricciava il naso, lo prendeva per un braccio o lo spingeva sulla spalla in direzione della biblioteca. A dar fastidio a Madama Pince. “E questa volta non vi lascerò copiare i miei appunti,” aggiungeva poi, nella maggior parte dei casi, guardando male sia lui che Ron.
Anche adesso, adesso che il tempo di Hogwarts era finito per sempre, adesso che entrambi avevano iniziato i loro giochi da adulti, che si svegliavano tardi la mattina e sgraffignavano un toast nella cucina di Kreacher, prima di correre al Ministero. Anche adesso era facile sentirglielo ripetere, quando Harry cercava di rimediare alle fatture che lo colpivano durante l’addestramento e Hermione mordicchiava una penna, ordinando richieste e verbali per l’Ufficio per la salvaguardia di una creatura magica o un’altra. “Non sai come curare quel taglio, vero?” chiedeva. “Vieni qua, che proviamo a trovare una soluzione.”
Era estremamente comodo dividere casa con Hermione, perché lei, be’, trovava sempre una soluzione. E non importava quanto inchiostro, quante candele, quante ore di sonno avrebbe dovuto perdere. Hermione Granger trovava sempre la soluzione adatta a ogni problema.
Si accomodò con le spalle contro il muro, le braccia conserte, incerto se disturbarla o meno. Hermione leggeva, con poco trasporto, un volume rilegato in marocchino; una penna tra le dita della mano destra faceva continuamente su e giù, su e giù. Hermione succhiava e mordeva il proprio labbro inferiore in una piccola tortura personale. Era nervosa. Alzò gli occhi, troppo distratta per concedere la dovuta attenzione al testo. Sorrise a Harry.
“Che fai?” gli chiese.
Harry tirò un pesante sospiro e si decise ad avvicinarsi e a sederle accanto. “Quando sei in dubbio, vai in biblioteca.”
Hermione alzò gli occhi al cielo, senza trattenere però un sorriso. “Questa è una libreria, non una biblioteca.” Posò libro e penna sulla scrivania e diresse tutta la sua attenzione a Harry.
“Ehm, ci sono gli scaffali, ci sono i libri, ci sei tu…” indicò ciascuno con un ampio gesto della mano, “quale sarebbe la differenza?”
Hermione gli diede un buffetto sulla guancia. “Una biblioteca è ad uso pubblico, una libreria ad uso privato,” precisò. A Harry parve di rivedere una bambina dal sorriso soddisfatto per essere riuscita a riparare un paio di occhiali davanti agli sguardi di due coetanei sbalorditi. Durò giusto un attimo. Il guizzo di soddisfazione negli occhi di Hermione si trasformò nell’attenzione preoccupata che così tante volte Harry aveva visto rivolta a sé. E non c’era niente di quella bambina. Era una donna – bellissima –, quella che ora lo guardava attenta. “Sei ‘in dubbio’?” domandò. Prese la mano che Harry nascondeva in tasca e la fece riposare tra le proprie.

Sei in dubbio? Domanidomanidomanidomanidomani.

“Tu non hai paura?”
“Un po’,” confessò.
Piano piano, bisbigliava. Gli accarezzò la mano, come potesse scacciare quel po’ di paura.

Tanta paura. Domanidomanidomanidomanidomani.

Tremava. Piano piano, lo avvicinò a sé. Gli accarezzò le labbra con le proprie, come potesse scacciare quel tremore.
Harry abbandonò le mani di lei, per stringerle piano il volto, e tenerla vicina vicina. Sussurrò. “E questo?”
“Dovevo salutare il mio migliore amico.” Rise, poi affondò il volto nel collo di lui, lo strinse forte. Come la prima volta. Ogni dubbio si risolse nel suo abbraccio.

Quando sei in dubbio, vai da Hermione.

“E così si salutano gli amici?”
“Andrà tutto bene, Harry.”
Harry sentì il respiro di lei riscaldargli la pelle. Si rilassò contro lo schienale della poltroncina, trascinò Hermione con sé, ancora stretta tra le sue braccia. Scomodamente perfetto. Non aveva nessuna intenzione di muoversi da lì. Forse domani, la signora Granger e la signora Weasley li avrebbero sgridati sufficientemente per questa trasgressione delle regole.
Grimmauld Place stava iniziando a diventare un po’ più simile a Hogwarts. Un po’ più simile a casa. Un po’ più simile a Hermione.
 “Se tu sei pronta, io sono pronto.”

   
 
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