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Autore: justinbieber    19/02/2012    2 recensioni
' Il ragazzo smise di cantare ma continuando a far scorrere le dita sulle corde. '
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Lo salutai con la mano «Grazie di avermi accompagnata. Domani sarai lì?» chiesi quasi speranzosa. 
Rise, la sua risata era veramente qualcosa di spettacolare, e aggiunse «Certamente. Io sono sempre lì.»
Entrata in casa corsi in camera mia, accesi il computer e digitai su YouTube “Kidrauhl”.
Guardai qualche video come “Cry Me A River”, “Wait For You” e speravo veramente che il biondo potesse raggiungere quello che amava fare: cantare. Si poteva leggeva negli occhi suoi quanta passione ci metteva nel farlo, quanto non era un obbligo ma una semplice passione. Lo speravo, veramente.
A cena parlai con Nicholas di Justin, dopo feci vedere quei video anche a lui, mi ricordo le testuali parole che disse a proposito “Wow, è bravo. Ha una gran voce.”
Il giorno dopo ritornai lì, c’erano un nuovo gruppo di scolare. Questa volta avevano una treccia e una divisa gialla e nera. Ogni volta che le vedevo, ringraziavo di non dover portare nessuna divisa scolastica. Mi avvicinai al gruppo di ragazze, Justin mi notò e continuando a cantare mi sorrise come per salutarmi. 
Una ragazza si girò guardandomi, poi si rigirò verso le amiche «Lei deve essere la ragazza.» sussurrò, o almeno ci provò.
«No, non sono la sua ragazza.» la corressi sorridendo.
Si rigirò sorridendo, con le guance un po’ più rosse «Dai, che ti vergogni? Ti ha sorriso in una maniera.»
«No, davvero. Siamo a malapena amici.» ricambiai il sorriso amichevole.
«Oh beh, colpo di fulmine! Ragazza, quanti anni hai?»
Risi «Nessun colpo di fulmine. Comunque quattordici.»
«Ecco, io ne ho sedici. E fidati, quel sorriso significava qualcosa. Okay, ragazze. Andiamo?» chiese alle amiche, tutte annuirono. Mi salutarono, poi salutarono il piccolo busker e si allontanarono ridacchiando. Forse, molto probabilmente, di me. 
Quella sera Justin finì prima, stetti seduta accanto a lui per tutto il pomeriggio. Non avevo niente da fare, era l’anno in cui avevo perso tutte le mie amiche per colpa di Liam, ma forse ne avevo trovato uno nuovo che era anche pieno di talento. 
«Smetti di già? Sono solo le 17.20.» chiesi guardandolo.
Lui annuì, «Certo. Vuoi un gelato?» sorrise porgendomi la mano per tirarmi su, l’afferrai e annuii. 
«Come rifiutare un gelato?»
Mi portò in una gelateria poco più lontana, «Scherzi? Le mie vecchie amiche parlavano di un ragazzino che gareggiava per Stratford Idol!»
Rise leccando il suo gelato «Sì, è probabile. Ero io, però non vinsi. Arrivai terzo, ma vabbè, pazienza. Mi sono divertito dopotutto. Come si dice? L’importa non è vincere ma partecipare.»
Lo guardai storto «Eri quasi credibile fino al “Mi sono divertito dopotutto.”» scoppiammo a ridere tutte e due insieme, contemporaneamente. 
Mi riaccompagnò a casa e ci salutammo di nuovo sventolando la mano nell’aria.
Passai i pomeriggi del 2009 così. Qualche volta veniva a pranzare da me e il pomeriggio andavamo insieme davanti all’Avon. Lui suonava facendo sorridere milioni di turisti, io stavo accanto a lui e qualche volta tenevo il tempo con i piedi. Certo, avrei potuto fare molte altre cose come uscire, farmi nuove amicizie, studiare o starmene semplicemente a casa. 
Ma come Justin amava suonare, io amavo ascoltarlo.
La sua prima intervista, era stata imbarazzante. 
Era andato in un programma ed era completamente circondato da donne. L’intervista l’aveva svolta sua madre e quando una donna del programma aveva chiamato Justin a sedersi insieme a loro, appena seduto accanto a Pattie, lei presa dall’emozione gli aveva afferrato la mano stringendola e giocandoci.
«Mentalmente le stavo dicendo “Mamma, lasciami la mano!” ma, per quante cose sappia fare, leggere nella mente di suo figlio non l‘ha mai imparata.» disse scherzando.
In quell’anno strinsi una grande amicizia con Justin. Strinsi una grande amicizia che mi portò a definirlo il mio migliore amico. Mi fece conoscere i suoi migliori amici, Ryan e Chaz, poi anche Nolan, Christian e Caitlin. Erano ragazzi simpatici e amichevoli con me, l’ammetto. Forse, più simpatici delle mie vecchie amicizie. 
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«Ryan, muovi il culo e vieni qui!» Caitlin lo chiamò dall’altra stanza. 
«Che ho fatto?» insieme raggiungemmo in cucina Caitlin.
Indicò la cucina «Scusami, dov’è la torta?»
Ryan alzò le spalle. 
«Ryan! Abbiamo promesso a Pattie che sarebbe stato tutto perfetto! E’ il sedicesimo compleanno di suo figlio!» Caitlin disse questa frase supplicando che sapesse dove staesse la torta. Ryan sbuffò.
«Caitlin, tranquilla. So io dov’è la torta. Io e Chaz l’andiamo a prendere fra..» guardò l’orologio appeso in cucina. «Fra una mezzoretta.»
«Sarà bene per voi.» sorrise Caitlin, in preda al panico.
«Ma non capisco. Perché ti preoccupi così tanto? Voglio dire, lo svolgiamo al bowling tutto quanto. Qui ci stiamo solo cinque minuti.»
Caitlin lo guardò male, «Ok. Come vuoi.» Ryan sorrise e andò in salotto.
«Hai bisogno di qualcosa Cait?»
«No grazie, tu hai già fatto abbastanza oggi. Il bowling è tutto pronto vero? Le persone, sono già lì vero?», le andai in contro e l’abbracciai. Ormai sapevo quanto ci teneva a fare quel compleanno perfetto.
«Caitlin, tranquillizzati. E’ tutto apposto. E anche se non sarà perfetto per te, lo sarà per tutti gli altri.»
Justin entrò in casa, ci salutò tutti. Si guardò un po’ intorno «E’ magnifico, grazie ragazzi.» ci abbracciò uno a uno. Poi salì in camera e si andò a cambiare.
Ryan mi venne incontro «Ci avviamo al bowling noi, vieni?», annuii e partii con loro.
Trenta minuti e arrivò anche Justin. 
Quando partì il dj a parlare, capimmo che Justin stava entrando. Ci girammo tutti verso l’entrata e spontaneamente partì un applauso generale. 
Justin sorrise, sentì la canzone e mise su un passo di danza. Non si vedeva molto, le luci le avevano abbassate. 
Mi girai verso Caitlin «Visto? Inizia bene la festa.» lei annuì sorridendomi. 
Si accesero le luci, non feci in tempo a guardare il mio migliore amico finire il suo pezzo di danza che una voce mi distrasse «Ehy ragazzi.»
Mi girai di scatto, tutti la salutarono ed io rimasi bloccata.
«Piacere Selena.» disse allungandomi la sua mano. L’afferrai e la strinsi. 
«Piacere Noemi.», Chaz mi diede una leggera spinta «Non credo che Noemi sia abituata a questo tipo di festa.» aggiunse.
«No, scusami. Non è che non sono abituata, non era pronta a trovarmi Selena Gomez davanti. Tutto qui.» cercai di giustificarmi, ma solo adesso ripensandoci capisco che mi misi ancora più in imbarazzo.
Selena rise, «Ehi Justin, buon compleanno!» guardò dietro di me e lo abbracciò. Selena era così bella quella sera. Conoscevo Justin da ormai quasi tre anni ma non ero mai voluta entrare in quel mondo. Sapevo che aveva incontrato Usher, Timberlake, Selena e molti altri artisti ma non mi ero mai interessata così tanto da supplicarlo di farmeli conoscere. 
Justin la ringraziò. Ringraziò di nuovo tutto, riabbracciò di nuovo tutti. Arrivò a me, mi guardò senza nessuna espressione facciale e ritornò da Usher infondo alla stanza.
Guardai un attimo i ragazzi confusa ma non ricevetti risposta dai loro sguardi, anche loro erano confusi. 
La serata passò più o meno così: Justin al centro dell’attenzione che scartava regali, faceva battute e cantava. 
Mi ritornò in mente quel pomeriggio in cui mi portò a prendere il gelato, quello in cui mi mostrò in camera sua tutte le sue medaglie vinte a hockey, quello in cui la notte prima di incontrare Usher stette al telefono con me cercando di tranquillizzarsi. Adesso, eravamo entrambi cresciuti e io potevo vedere ogni giorno quanto lui stesse crescendo. Cresceva con il suo successo, con il suo sogno ancora in bilico.
Quello che sperai la prima volta che lo vidi sul computer, si stava realizzando.
Scattava foto con tutti i presenti. 
«Noemi.» riconobbi quella voce e mi girai di scatto sorridendo. Lui non ricambiò ma mi porse solo una macchina fotografica «Puoi farci una foto?» lo guardai storto, ma afferrai la macchinetta. 
«Ehi, ragazzi. Andiamo, facciamoci una foto.» chiamò i ragazzi e tutti si unirono a cerchio.
Ricordo gli sguardi dei ragazzi, erano confusi. Non capivano, come me, perchè io non fossi insieme a loro. Ormai ci conoscevamo da più di un anno, eravamo tutti come fratelli.
«Noemi, ma vieni anch..», Justin interruppe Caitlin con una stupida frase «Dite cheeseeee!» quella parola risuonò nella sala da bowling finchè non scattò il flash.
Seriamente non capivo il motivo del suo atteggiamento. 
Justin si girò e iniziò a parlare con i ragazzi, non mi disse nulla, mi lasciò lì con la telecamera in mano. Andai verso di lui, era il suo compleanno e non volevo rovinarlo. «Tieni.» allungai la sua macchina fotografica. La guardò.
«Si, appoggiala pure lì.», mi trattenni dal tirargliela in testa e l’appoggiai su un tavolo. Mi sedetti al divanetto vicino a loro, in quel momento mi sentivo invisibile agli occhi di tutti. Sopratutto a quelli del festeggiato, a quelli del mio migliore amico. E no, non riuscivo a capire perchè.

 


// Lasciatemi sapere che ve ne pare recensendo okay? okay.

  
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