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Autore: sonnysh    19/02/2012    2 recensioni
[...]Gli occhi nocciola del bambino, che nel frattempo si era precipitato correndo verso di lei, la raggiunsero e li trovò così vicino da spaventarsi, quasi, - lei non aveva paura di niente – lui dal suo canto l’aiutò a tirarsi su senza dire una parola guardandola timoroso che si mettesse a piangere
[...]
sussurrò quelle parole che sapeva non avrei potuto ignorare, che mi avrebbero inevitabilmente incatenata a lui ancora di più. «Non mi lasciare, dimmi che rimani.»
Diedi un ultimo sguardo al ragazzo addormentato in mezzo alle lenzuola aprii la porta e mi diressi verso la mia stanza. «Ti amo, Nicholas.» e la chiusi alle mie spalle.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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***

Attaccai il telefono tuonando di rabbia, da quando mi ero trasferita non mi aveva cercato nemmeno per sapere se avevo superato il test di ammissione – visto che sapeva quando io tenevo a quella scuola e a studiare quello che amava la mia adorata mamma -  o per sentire se sua figlia era ancora viva.

Invece mi faceva chiamare da un maggiordomo per informarmi che si sarebbe sposato nel giro di qualche giorno e che visto l’importanza della situazione il mio meraviglioso padre mi voleva al suo fianco come sua testimone, se si aspettava che io facevo una cosa del genere per lui era veramente messo male.

Passai il resto della serata a pensare, non potevo certo capacitarmi di quella decisione improvvisa! Insomma mamma non era ancora.. cosa avrebbe pensato lei di tutto questo? Non potevo farle una cosa del genere, presentarmi a quel matrimonio era la cosa più stupida e ingrata che potevo fare.

Era già notte inoltrata quando il rumore delle due vibrazioni annunciò l’arrivo di un nuovo messaggio sul mio telefono, mi alzai scontenta di dovermi scoprire delle mie calde coperte ma tanto non riuscivo a prendere sonno comunque, meglio vedere chi mi disturbava a quell’ora.

Dobbiamo parlare, per favore. Aprimi sono fuori dalla tua porta

Quel ragazzo era matto da legare, cosa ci faceva a quell’ora in giro e più specificamente davanti alla porta di casa mia? Mi infilai una felpa e andai ad aprire, con un gesto del capo mi chiese di accompagnarlo a fare un giro sotto.

Presi il cappotto pesante dall’appendiabiti e scesi sotto, camminammo per un po’ in silenzio senza dire niente. Continuavo a domandarmi come mai quell’improvvisa apparizione e se avevo fatto male a non portarmi dietro una mazza da baseball per picchiarlo.

«Perché non mi hai detto niente? »

Lo guardai interrogativa, come pensava che io soltanto da quelle parole e dal messaggio che mi aveva mandato prima potessi capire cosa intendeva lui, non ero mica un indovina e non disponevo dell’abilità di leggere nel pensiero della gente.

E se mai l’avrei fatto dentro quella sua testolina coperta di ricci castani avrei trovato un criceto che girava sulla ruota, o forse immagini di miliardi di ragazze in situazioni compromettenti. Che idee avevo per la testa? Arrossì, ma cercando di non darlo a vedere risposi alla sua domanda.

«Se mi spieghi di cosa stai parlando, magari posso dirtelo. »

«Della tua famiglia, di tua madre, di tuo padre! Torno a casa e mia madre mi chiama dicendo che si sposa sabato prossimo e tu non mi dici assolutamente niente. »

Sbiancai, non pensavo certo che mio papà avesse invitato anche la sua famiglia visto che il legame che ci aveva sempre unito era il risultato dell’amicizia tra le nostri madri e non quella tra il mio genitore e il suo dolcissimo e amabile padre.

«L’ho saputo anche io poco fa. »

Ignorai volutamente la parte relativa a mia madre, non mi sentivo ancora pronta a parlarne con qualcuno di quello che le era successo e non volevo certo apparire debole davanti a lui, non era quello il momento di crollare ma comunque i miei occhi diventarono lucidi al ricordo degli ultimi istanti che avevo di noi due insieme.

Girai la testa per non permettergli di vedere il mio dolore, cercai di alzare la barriera che tenevo davanti a tutti come per impedire ai miei sentimenti di uscire, o a quelli degli altri di entrare ma dopo quella notizia e il continuo pensare a lei mi avevano indebolito.

« Shea, no per favore non fare così. »

Si fermò in mezzo al parco e mi abbracciò forte, di certo non si aspettava una reazione del genere e nemmeno io, dovevo essere infuriata con quel ragazzo ma invece era là ad abbracciarmi e consolarmi quando nessun’altro al suo posto se n’era mai curato.

Aspettò pazientemente che finii di tremare, non aveva emesso una parola ma era rimasto lì ad accarezzarmi i capelli e darmi conforto, non sapevo che soffriva di una doppia personalità ma qualunque cosa l’avesse trasformato da quell’essere meschino che avevo incontrato alla baita al mio vecchio amico d’infanzia doveva sapere che gli ero eternamente grata.

«Stai meglio? »

Annuì convinta, le lacrime e il dispiacere al ricordo di mia madre si erano placate e stavo ricominciando ad indossare la maschera che tutti quotidianamente vedevano, la Shea fredda e razionale che non provava emozioni.

«Andrai al matrimonio? »

«Solo per pestarlo, non ci penso minimamente a fargli da “testimone»

Sghignazzò per tutto l’odio con cui avevo pronunciato l’ultima frase e entrambi ci accomodammo su una panchina poco distante, mi prese per mano e poi parlò nuovamente.

«Partiamo domani alle 9, vuole che siamo entrambi là prima per spiegarci tutto.»

Lo guardai sbalordita, com’è che io non sapevo quelle cose? Quello stupido maggiordomo non mi aveva detto niente prima al telefono e così mi ritrovavo a dover partire tra poche ore per affrontare mio padre e la sua ignota futura moglie il giorno seguente, meraviglioso!

«Perché ti sei precipitato qua con tanta furia? »

Sospirò, un secondo dopo che quelle parole erano uscite dalla mia bocca avrei voluto rimangiarmele e buttarle dentro come per cancellarle, ma non credevo che fosse solo per dirmi che sarei dovuta partire il giorno seguente.

«Joe mi ha detto quello che è successo a tua madre, non capivo perché non me ne avevi parlato. »

«Non siamo andati d’amore e d’accordo ultimamente, ricordi? »

Sobbalzò e si girò dall’altra parte, il tono della mia voce e l’acidità contenuta in essa lo fece ragionare tanto che balbettò delle scuse insensate provando a giustificarsi con parole a caso, sbuffai per me soffriva veramente di crisi d’identità.

«Non sapevo come fartelo capire, scusami ho sbagliato davvero. »

Quella era l’unica frase di senso logico che la mia mente elaborò da tutto quel farfugliare, lo guardai con aria interrogativa in attesa di qualche spiegazione per l’ultima frase da lui pronunciata visto che per tutto il discorso era stato ambiguo e non mi aveva fatto capire assolutamente niente.

«Spiegati meglio, per favore. Sono le quattro del mattino e tu non ti fai capire per niente. »

«Tu mi piaci, mi sei sempre piaciuta. »

Rimasi shoccata da quelle parole e lo guardai sbalordità, non pensavo che scatenavo in lui una simile cosa ero convinta fosse solo un gioco, una stupida sfida con se stesso o non so io con chi e invece no, io gli piacevo veramente!

Ma a me lui piaceva? Non avevo avuto tempo necessario per pensare a lui e a quello che era successo tra di noi durante il breve soggiorno ma non ero sicura che fosse solo “odio” quello che provavo per lui, altrimenti non l’avrei mai fatto entrare in casa a quell’ora e non mi sarei mai messa a piangere sulla sua spalla.

Ma cosa stavo pensando, erano stupide fantasie che dovevo togliermi dalla testa. Lui stava scherzando sicuramente e magari stava anche godendo delle mie guancie imporporate a sentire le sue parole, ero proprio una stupida.

«Sei stata il mio primo amore, mi dispiace di non avertelo mai detto. »

Un tuffo al cuore, e poi un altro. Uno per ogni parola contenuta in quella frase, abbassai gli occhi senza emettere un suono tornando a fissare la luna. 


*** 

so che non vi aspettavate un mio ritorno, nemmeno io sinceramente
mi ero demoralizzata tantissimo quando non avete recensito
il capitolo scorso, pensavo vi fosse scordate di me
ma ho deciso di riprovarci e vedere se c'è ancora qualcuno interessato
se non recensite potete considerarla una Fan Fiction incompiuta
io ci metto amore e impegno a scrivere ma se non apprezzate è inutile

spero vi ricorderete ancora di me e della mia storia
a presto - forse - sonny 

  
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