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Autore: penny3    20/02/2012    2 recensioni
You're a bedtime story
The one that keeps the curtains closed
And I hope you're waiting for me
'Cause I can't make it on my own
I can't make it on my own
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Lavanda Brown, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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«Ron… Ron… Ron! RON!» chiamò Hermione dalla sua sedia.
Erano rimasti in Sala Comune su richiesta indiretta del ragazzo: aveva bisogno di essere aiutato per finire i suoi compiti di Pozioni; il professor Lumacorno aveva detto che avrebbe controllato i suoi perché credeva che tralasciasse la sua materia.
All’inizio avrebbe voluto chiedere aiuto a Harry e lo fece, solo che come risposta ottenne un «Mh mh… Aspetta, cosa? No! Non posso! Non vedi che sto leggendo il manuale?» «E allora? Mi aiuti e continui dopo, no?» 
«No. Devo finire di leggero» «Amico, stai scherzando vero? Sarà la diciannovesima volta che leggi codesto dannatissimo manuale! Sei peggio di Hermione!» disse Ron con le orecchie in fiamme per l’imbarazzo. Ormai non pronunciava quasi più il suo nome; non riusciva neanche più a salutarla. Questo lo rendeva triste però non voleva farlo a vedere, soprattutto a Lavanda! Se si fosse mostrato anche solo un po’ giù di morale, chi gliel’avrebbe più scrollata di dosso?
Harry si girò sorpreso quando sentì l’amico pronunciare il nome dell’amica, chiuse il libro e si avvicinò a Ron. «Senti, perché non vai a chiedere una mano a lei?» «CHE COSA?? Ma sei impazzito? Secondo te lei vorrebbe aiutarmi? Ma l’hai vista? Non mi guarda neanche più…» rispose cupo «E poi… Lavanda. Se anche volesse aiutarmi, come la metto con Lavanda? Lo sai com’è no?» «Giusto… Non avevo pensato a lei… Però puoi sentire se ti può aiutare stasera, prima di andare a letto, quando Lavanda dorme… No?»
Il volto di Ron s’illuminò: era vero! Poteva farlo! Sperava solo che Hermione accettasse… E lo fece!
Si, ma non per lui, no. Non per Ron. Accettò solo perché Harry la implorò dicendole che l’altro lo assillava e che non poteva dargli una mano; aveva da fare lui!
* * * 
La sera Hermione si sedette sulla sua poltrona preferita, in Sala Comune, a leggere, aspettando le 10 per poter aiutare il suo “amico”. «Ascoltami bene Harry, sia chiara una cosa, lo aiuterò solo perché me lo chiedi te. Questo non è affatto un segno né di tregua né tanto meno di resa» le disse seria quel pomeriggio, dopo ore di persuasione.
«Ron-Ron, mi prendi a cavalluccio??» Sentì una voce da gallina provenire dal ritratto e così, per evitare di ritrovarsi davanti la coppietta “ventosa dell’anno”, si alzò e ruotò la poltrona in modo che avesse davanti solo il camino e non vedere nient’altro se non il muro.
«Dai Lavanda, ti prego, io…» Ron si fermò. Vide Hermione sulla poltrona che leggeva, ma non leggeva un libro di scuola; leggeva un libro così, per passare il tempo, come se aspettasse qualcuno… Allora capì! Aveva accettato di aiutarlo!
«Tu cosa, amoruccio mio?» chiese Lavanda, cercando di baciarlo per la settecentesima volta nell’arco di dieci minuti. «Io… Io sono stanco… Si, ecco, sono stanchissimo. Credo proprio che me ne andrò a letto… Buonanotte Lav» disse lui con il tono più serio e stanco che potesse uscirgli «Vai a letto anche tu, ti prego. Così domani sarai più attiva e riposata» “Evviva!” pensò, immaginandosi una Lavanda ancor più appiccicosa del solito. «Ok amoruccio mio! Buona notte Ron-Ron!» lo baciò e si diresse nel dormitorio delle femmine. Hermione, intanto, era rimasta ad ascoltare la conversazione e un sorriso di vittoria le nacque sulle labbra quando sentì la  porta del dormitorio chiudersi. Sentì dei passi dietro di sé ma fece finta di non udirli. No. Non gli avrebbe ancora dato soddisfazione.
Quando era ormai vicino alla poltrona, Ron si ricordò dei libri e salì in camera per prenderli, li poggiò sul tavolo e con voce timida disse «Hey… Ehm… Si… Ehm… Harry ti ha parlato oggi per… Ehm… Oh miseriaccia!» Era diventato paonazzo e Hermione non  voleva perdersi questo spettacolo, così si alzò, mise la poltrona al suo posto e si sedette dalla parte opposta del tavolo così da essere faccia a faccia con Ron. «Si, me l’ha detto. Bene,» disse guardando di sfuggita il ragazzo cercando di fargli capire che non gliene importava nulla di lui, che era lì solo perché glielo aveva chiesto Harry «cominciamo. Cosa fai, vuoi studiare in piedi? Siediti, no?»
Ron rimase basito. Si, bè, era da tanto tempo che si conoscevano, ne avevano passate tante insieme e quindi sapeva qual’era la voce della ragazza; se la ricordava molto bene! In quel momento però voleva che lei non smettesse di parlare, era tantissimo tempo che non sentiva la sua voce o, comunque, non la sentiva rivolta a sé. Rimase fermo in piedi, lì, impalato, e quando riprese divenne nuovamente rosso e si mise a sedere. «Si, iniziamo» disse lui sorridendole per poterle far capire quando le era grato.
Hermione, dal canto suo, ringraziò mentalmente sua madre per non averla fatta come il ragazzo che le era seduto davanti; a differenza sua, lei arrossiva molto raramente e questo le permise di non dare a vedere quanto quel sorrido la rendesse felice.
* * *
Dopo più di un’ora di studio, Ron si era addormentato con la bocca aperta e la testa poggiata sulla mano sinistra. Hermione iniziò a ridere sommessamente quando se ne accorse anche se non poteva fare a meno di notare quanto fosse bello, anche con la faccia deformata dalla mano e la bocca aperta come un bambino. Rimase ancora un po’ a guardarlo e poi si decise che era meglio svegliarlo; insomma, doveva finire di studiare!
«Ron… Ron… Ron! RON!» Niente, il ragazzo non si svegliava. Decise allora di alzarsi per andare a scrollarlo. «Ronald!» disse decisa lei scuotendo il braccio del ragazzo, il quale sussultò per lo spavento e cadde all’indietro con la sedia. A quel punto Hermione iniziò a ridere di gusto, tanto che si dovette piegare in avanti reggendosi la pancia.
Ron intanto era disteso per terra, appoggiato su un gomito, che la guardava sorridendo, massaggiandosi con una mano la testa. Rimase lì ad osservarla e pensò che Krum era stato veramente fortunato ad averla avuta per sé; lui avrebbe dato persino la sua Tornado pur di stare una serata steso sul divano ad accarezzarle quella chioma ribelle che lei tentava di domare in tutti i modi ma, contro la quale, perdeva sempre anche se rimaneva sempre bellissima con i capelli struffagliati.
Si ricordò di quella mattina che la incrociò per le scale della Tana mentre stava andando al bagno e gli sussurrò con voce piena di sonno «’ngiorno Ron» stropicciandosi un occhio con una mano e struffagliandosi i capelli con l’altra. A quel ricordo divenne rosso come un peperone e sperò ardentemente che lei non lo avesse notato, mentre continuava a fissarla felice. Quando finalmente sentì scemare il calore alle guance, si alzò dicendole, ridacchiando sotto i baffi «Beh, non avrai riso un po’ troppo stasera?» guardandola divertito.
Lei si era seduta sulla sedia e, con gli occhi chiusi, si stava riprendendo, lanciando di tanto in tanto qualche risolino. Ron raccolse la sedia e la mise al suo posto, accanto a quella dove era seduta Hermione, e si sedette ridendo a sua volta, mentre appoggiava inconsciamente una mano sulla coscia dell’amica. Si accorse solo dopo che aveva ancora la divisa di Hogwarts, aveva quindi ancora la gonna e le calze fino al ginocchio; così le toccò la pelle. Con le orecchie in fiamme e il volto in ebollizione, tolse la mano, la posò sul tavolo e iniziò a fissare un punto impreciso davanti a sé. Hermione, a quel contatto, smise subito di ridere e si ricompose sulla sedia sentendo che, questa volta, anche le sue guance stavano andando a fuoco.
«Credo che per stasera possa bastare, i compiti li hai fatti. Buonanotte.» disse lei rompendo il silenzio imbarazzante che si era formato. Prese i suoi libri e si diresse verso il dormitorio. A quel punto Ron si voltò e mentre si passava una mano tra i capelli alzò lo sguardo verso le spalle di Hermione «Si… Ehm… Ecco… Si… Emh…  Grazie mille Hermione, non so proprio come avrei fatto senza di te. Grazie.» Questa sua confessione non migliorò il colore della sua faccia né tanto meno a quello del suo collo che ora era diventato dello stesso colore dei suoi capelli. Hermione, sentendo quelle parole, trattenne un sorriso e disse, stando sempre di spalle «Figurati» riprese a camminare e quando arrivò alla porta del dormitorio si voltò per guardare il ragazzo «Buona notte» «’Notte Hermione, grazie mille, ancora» La ragazza si chiuse la porta del dormitorio alle spalle e lasciò andare un sospiro; se fosse rimasta altro tempo là in Sala Comune con Ron avrebbe finito per perdonarlo. Si diresse a letto e sperò di addormentarsi subito, così da non dover pensare a quel rosso che le stravolgeva i sogni e i pensieri.
Ron ci mise un po’ di più per andare a letto. Aveva tutte le pergamene sparpagliate sul tavolo e dovette rimetterle a posto. Quando era ormai a metà delle scale del dormitorio, pensò che avrebbe voluto tantissimo andare da Hermione ad abbracciarla, a dirle che non ce la faceva più a far finta che lei non esistesse, a chiederle scusa per tutto quello che le aveva fatto (anche se lui non credeva fosse una cosa così grave stare con Lavanda). Sapeva però che non lo avrebbe fatto; non aveva il coraggio. «Ma a cosa diamine stavi pensando quando mi hai smistato in Grifondoro eh, Cappello?» si disse continuando a salire le scale «”La casa dei coraggiosi!” Un Tasso. Ecco cosa dovevo essere, un Tasso!» Aprì la porta cercando di non svegliare gli altri, sistemò i libri nel baule e si infilò il pigiama. «Psst! Ron?» sentì sussurrare mentre stava entrando sotto le coperte «Harry? Sei sempre sveglio?» «Si, volevo sapere come era andata…» «Oh…» Ron si mise a sedere sul letto e rispose con tono triste «Bè… E’ andata… E’ andata ecco. Abbiamo fatto Pozioni e poi… Poi basta» «Ah… Non avete fatto pace?» chiese speranzoso Harry sporgendosi dal letto «No» rispose secco Ron  «No, non abbiamo fatto pace» Dopo qualche secondo di silenzio Harry disse «Mi dispiace, io pensavo che magari voi potevate…» «No Harry, non ti deve dispiacere, hai fato anche troppo. Non sai da quanto tempo volevo sentirla parlare a me» lo interruppe Ron, diventando tutto rosso e guardandosi le mani.
Harry lo guardò nel buio; come diavolo facevano a non capirlo? Come facevano a non capire che si piacevano? Hermione, a lui, glielo aveva detto in un certo senso, nella stanza vuota prima dei canarini. Ron no, ma dai discorsi che faceva, da come era triste quando la vedeva e lei lo ignorava, aveva capito cha anche lui provava qualcosa per lei.
Sospirò e si sistemò sotto le coperte «Bè, almeno per un po’ siete stati insieme senza Lavanda e senza litigare» «Si… E’ vero» rispose Ron sorridendo alla luna che si era affacciata da un banco di nubi. «Buona notte Harry, grazie, sei un amico» disse poi, sistemando il suo cuscino «’Notte Ron, quando vuoi» rispose Harry sbadigliando.

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I solemnly swear that I am up to no good
Salve a tutti voi che state leggendo!
Sono nuova e questa è la mia prima fan fiction. A dire il vero è la prima volta che scrivo qualcosa che abbia un filo logico o, quando meno, una fine.. Non so come vi potrà sembrare, spero però che sia di vostro gradimento :) Accetto molto volentieri critiche, se vorrete farle, così potrò cercare di fare meglio la prossima volta! 
Mischief managed

  
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