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Autore: Dernier Orage    20/02/2012    2 recensioni
Frammenti di vetro o lomografie di vita quotidiana.
* Geometrie Umane (1987)
* What I Need (1999)
* I Soldati che Restano (2037)
* I'm a stranger here (1997)
* Whatever happens, I love you (1990)
* Rappelle-toi (1978)
* Altrove (2027)
* Il tatto nell'audacia (1981)
* Quanto può essere profonda una persona? (1982)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'No Human Can Drown '
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I'm a stranger here and no one sees me 'cept you, yeah you.






Parigi, Marzo 1997

E’ passata una settimana e possono quasi affermare che la separazione non ci sia mai stata, sono riusciti a ricostruire la storia della loro vita, gli spostamenti, le vacanze e le conoscenze. Si sono rincorsi attraverso due paesi stranieri, le stesse reazioni alle notizie dei giornali, la stessa intensità di emozioni in avvenimenti definibili surrogati, quella ricerca nel volto degli sconosciuti e la lieve tensione nel petto, due esistenze parallele che forse cercano la spiegazione nel fato o nella ciclicità della storia. La stessa volontà utilizzata nel passato per non ritrovarsi ora è infinita nel voler appartenersi. Non resisteranno ancora a quei baci leggeri dati quasi per stupire che per essere ricambiati o agli abbracci nervosi che prendono alla sprovvista.
Una sera si ritrovano in salotto, sul tappeto, con due bicchieri di kirsch e le mani che temporeggiano sull’abbandonarsi, gli occhi che studiano i gesti, i respiri che piano piano si mischiano e sincronizzano, il tepore della vicinanza, il profumo di tabacco e delle arance lasciate sul camino, la ruvidezza del tappeto afgano.
Fare l’amore sarà dapprima una schermaglia indistinta dei sessi attraverso i vestiti, sarà come essere tornati a casa dopo una lunghissima vacanza e il leggero timore di non ambientarsi più, la paura di non essere all’altezza, di rovinare tutto con una parola o un gesto negato.
Sono inginocchiati uno davanti all’altro, dalla camicia di Ismael scivola sul parquet il pacchetto di Embassy, il rumore dell’accendino e delle sigarette all’interno viene soffocato poco dopo dalla maglietta di Stephane, le mani sugli addominali contratti nella torsione, accarezzano la peluria scura che dall’ombelico porta al bordo dei pantaloni, un leggero sfiorare alla sporgenza della cresta iliaca sui fianchi.
Ismael riconosce il suo corpo seguendo il solco della schiena con i polpastrelli, le palpebre abbassate fremono e l’ombra delle ciglia è tremolante sugli zigomi, il respiro affannoso sul collo di Stephane, non riesce a frenarsi dal baciargli e mordergli il mento e la mandibola e poi le labbra quando lo scrittore si decide ad abbassare i pantaloni e i boxer.

I suoni ovattati e quasi in una dimensione mentale, rimarrà forse come sogno o come desiderio, i colori caldi della luce soffusa e ottenebrati dall’acquavite. Quando l’orgasmo esploderà Ismael terrà i palmi aperti sulle scapole di Stephane, a bloccarne le ali.








   
 
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