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Autore: Aurora_Salinas    20/02/2012    1 recensioni
Hai la camicia bianca con le righine nere sottili, quella che io chiamo la camicia del cassiere dell’Auchan, sbottonata sul petto per metà, ti si vede la maglia di cotone nera che porti sotto. Hai la cintura slacciata e i capelli spettinati e quello sguardo a metà strada tra l’addormentato e lo stranito che un po’ ti è propria. Non saresti tu, senza quella faccia.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hai la camicia bianca con le righine nere sottili, quella che io chiamo la camicia del cassiere dell’Auchan, sbottonata sul petto per metà, ti si vede la maglia di cotone nera che porti sotto.
Hai la cintura slacciata e i capelli spettinati e quello sguardo a metà strada tra l’addormentato e lo stranito che un po’ ti è propria. Non saresti tu, senza quella faccia. E vorrei attirarti a me aggrappandomi al lembo libero della cintura, e ritrovarmi il tuo corpo addosso – di nuovo – per la quarta volta in una giornata. Il tuo corpo dentro le mie braccia. Mentre sei dentro di me mi circondi con le tue braccia, le pieghi a x ed io sono dentro la mia campana di vetro, dentro la tua carne che amo, le tue ossa, dentro. Poi basta, riposiamoci. Fianco a fianco, per quanto ce lo permetta quel divano. Riposiamoci. Non avviciniamoci più di così. Ma poi ti tocco la pancia, così liscia e piatta sotto le mie dita, e ti bacio i fianchi con le labbra che sento ormai bollenti e siamo di nuovo insieme, tu dentro il mio corpo ed io dentro le tue braccia, scatole cinesi di noi nel freddo del garage, con quella stufetta che ci arrostisce i capelli e le mie mani che cercano le tue, le trovano sulle mie – tra le mie – gambe, le stringono. Le tue dita.
 
E mi ricordo di quando il professore ti chiamava alla lavagna col pentagramma, a disegnare note, a imbarazzarti col gesso in mano. Ti vedevo passare, stretto nei tuoi vestiti, e pensavo che non ti avrei avuto mai.
 
Le tue dita, adesso. Su di me, dentro me, a dirmi che stupida che eri.
 
Che stupida che, ero.

  
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