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Autore: Ever Lights    21/02/2012    9 recensioni
Quante lacrime potevo ancora sopportare?
Quante lacerazioni poteva ancora subire il mio cuore?
Quante preghiere avrei ancora detto?
Ma soprattutto,
quanto avrei resistito, prima di stringerlo fra le nostre braccia,
felici e finalmente sereni?

La si potrebbe definire una coppia normale e dall'amore idilliaco, quella di Edward e Bella.
Lei 24 anni, lui 28, sposati ormai da tanto tempo.
Lei una normale impiegata, Edward un dottore del reparto di Neonatologia e Pediatria dell'ospedale di Los Angeles.
Hanno tutto dalla vita, si direbbe. Una persona che compendi la metà esatta dell'altra, l'amore e una famiglia che li ama.
Ma per loro non è abbastanza. C'è qualcosa di più, che loro desiderano ardentemente e stanno perdendo le speranze.
Il vuoto in quella casa verrà presto colmato con vagiti, pianti e tante coccole che Edward e Bella attendevano con ansia,
ma i due dovranno contare sul loro amore reciproco per poter superare le avversità e gli ostacoli che sbarreranno
il loro traguardo.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Smile Allora, è tardissimo. Lo so. Portate tanta pazienza, che dite?
Il capitolo mi ha fatto dannare, lo ammetto. Ma l'attesa ne varrà la pena, ve lo assicuro.
Risponderò alle recensioni domani.
Grazie a tutte voi che leggete :') Il capitolo è tutto per voi. Mi lasciate qualche recensioncina per dirmi il vostro parere? :33
Kisses,
Giulia


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Like a fairytale


Pov Bella

Da quanto non dormivo? Da quanto tempo era che non chiudevo occhio?

Scacciai le coperte e mi diressi verso il bagno. Avevo un aspetto terribile: occhiaie blu e incavate, occhi rossissimi e le palpebre sembravano essere incollate alle sopracciglia con la colla a lunga durata.
Non riuscivo proprio a riposare.
Mi sciacquai il viso e il collo. Le braccia mi bruciavano come se fossero state ustionate. Le rinfrescai e non asciugai la pelle, lasciando cadere le goccioline d’acqua sulla camicia da notte.
Sospirai e feci per tornare in camera, ma mi ritrovai fa le braccia di Edward.
«Che succede? Hai avuto ancora dolori?». La sua voce era leggermente incrinata dalla preoccupazione.
«No, fortunatamente no.»mormorai, massaggiandomi le tempie. Da un paio di giorni avevo continui dolori alla schiena e alle gambe, seguiti da alcuni crampi.
E in più si aggiungeva qualche rara contrazione, ma non era nulla a confronto con le notti in bianco.
«È solo che non riesco minimamente a chiudere occhio…»continuai, cercando di tranquillizzarlo.
Ovviamente calmare Edward quando era al massimo della preoccupazione era quasi impossibile, soprattutto quando si trattava del nostro piccolo e di me.
«Si gira e si rigira… Ho una trottola al posto di un bambino.»
Ed sorrise. «Non sta proprio fermo?»
«Nada. Continua a muoversi, punta i piedi ovunque. Non per niente ho il brucior di stomaco.»borbottai, mentre brancolavo nel buio. Mi sostenevo alle pareti nel tentativo di capire dove stessi andando… E soprattutto per non cadere.
Mi sdraiai sul divano-letto, con Edward che mi teneva le mani. «Vuoi che ti prenda qualcosa?»
«Un bicchiere d’acqua, hai voglia?»mormorai, sistemandomi sul fianco. Il piccolo si puntò verso le mie costole e scalciò sullo stomaco, ancora.
Ed mi baciò delicatamente le labbra e scomparve dall’aura luminosa dell’abat-jour.
Fuori dalle finestre si intravedeva la linea sottile del pelo del mare, calmo, e il sole stava spuntando all’orizzonte e il cielo si era macchiato di rosso e blu, creando sfumature incredibili.
Mentre io mi perdevo fra i miei pensieri, le mani fresche di Edward mi sfiorarono le guance e mi fece tornare alla realtà.
«Ecco a te.»sussurrò, sedendosi accanto a me.
Mi tirai su a sedere molto lentamente, posandomi sulla sua spalla. Bevvi a piccoli sorsi tutto il contenuto del bicchiere, mentre Ed mi massaggiava la schiena.
Mi adagiai sul suo petto, cercando di avvicinarmi il più possibile data la stazza della pancia, che ormai era diventata quasi d’intralcio.
«Mi sembra di essere enorme.»brontolai, cercando una posizione comoda. La risata cristallina di Edward si espanse nel grande salone e mi sfiorò teneramente la fronte con le labbra.
«Non è vero, amore. Sei bellissima così, e lo sei ancora di più ora che porti nostro figlio dentro di te.»
Sospirai. «Adulatore. E comunque dai… Non puoi non dire che sono diventata invadente!»
«In ogni caso, sei bellissima comunque.»
Mi strinse per quanto possibile a sé, mentre le sue mani continuavano a massaggiarmi la schiena come un magico tocco.
Mi addormentai fra le sue braccia, proprio come una principessa di una favola.



Pov Edward.

Ormai ero sveglio da ore ma non riuscivo ad alzarmi da quel letto. Il sole aveva già rischiarato il salone eppure io ero rimasto lì, sdraiato sotto il leggero lenzuolo.
E continuavo a guardare Bella che finalmente era riuscita a riposare. Le palpebre chiuse tremolavano leggermente, le labbra rosate erano leggermente socchiuse e il petto si alzava e abbassava ritmicamente sotto il suo respiro tranquillo.
Le accarezzai i lunghi capelli castani adagiati sul cuscino, sulla schiena. Le sfiorai le guance piene, rosate e tiepide.
Le sue mani circondavano la pancia e, come se fosse stato il gesto più naturale del mondo, mi chinai all’altezza del nostro piccolo.
Posai le labbra sul tessuto della camicia da notte che lasciava trasparire la pelle tesa. Bella si mosse di poco ma non si svegliò.
«Ehi piccolino.»mormorai, facendo il meno rumore possibile. «O piccolina. Forse ancora non sai chi sono, o forse sì. Comunque io sono il tuo papà. E sappi, tesoro, che io ti amo già immensamente. E lei… Be’, lei è la tua mamma. Ci sono poche parole da spendere su di lei, perché è la mamma più bella che tu potresti desiderare. Dolce, sensibile… e piena di amore per noi due.»
Mi ritrovai a sorridere come un ebete davanti alle mie stesse parole e poco dopo qualcosa, o meglio qualcuno, mi sfiorò i capelli.
Alzai lo sguardo e incontrai quello di Bella, con gli occhi ancora assonnati, ma con un grande sorriso luminoso.
«E così… Io sarei la mamma più bella del mondo?»mormorò ironica, continuando a sorridere.
Arrossii di scatto, e mi misi a ridere di me stesso. «Pensavo dormissi.»
«Be’, sì. Fino a qualche minuto fa. Poi ti ho intravisto che parlottavi e allora ho continuato ad osservarti…»
Scossi il capo, cercando di auto-convincermi di quanto ero stupido. «Ti sei fatta due risate, ho capito.»
Mi carezzò i capelli di nuovo e poi si tirò su a sedere, con una smorfia in viso.
«Che è successo?»quasi urlai, senza accorgermene. Bella respirò profondamente, chiudendo gli occhi e toccandosi la pancia.
«Bella?! Che cos’hai?!»
Si rilassò lentamente e poi tornò a guardarmi, con un timido sorriso in viso, probabilmente per tranquillizzarmi.
«Ha scalciato… forte.»mormorò, accarezzandosi il punto dove probabilmente l’aveva colpita il bimbo. «Mi ha fatto male.»
Sorrisi e scesi verso la pancia, come avevo fatto qualche istante prima, e ne baciai la pelle. «Ehi piccolo, ti diverti a fare male alla mamma?»
In risposta ricevetti un altro calcetto, meno potente del primo, a fortuna di Bella.
«A quanto pare gli piace farsi sentire.»sghignazzò lei, con voce gongolante e melodiosa.
Tornai a guardarla negli occhi. Quanto ero stato stupido, qualche mese prima, a lasciarla scappare senza far nulla.
Quanto ero stato idiota a pensare e a riferirglielo che avevo paura del fatto che con l’arrivo del bambino mi sarei sentito trascurato.
Che avevo paura che tutto sarebbe cambiato e che avevo paura di tutte le conseguenze.
«A cosa stai pensando?»
Bella mi fece tornare alla realtà. Scossi il capo e le accarezzai il viso.
«A nulla…»rimasi sul vago. Non volevo risponderle che stavo ripensando a tutte le mie stupide preoccupazioni di qualche tempo prima.
«Non è vero.»borbottò scettica. «Te lo leggo in viso, caro mio.»
Sospirai. Com’era possibile che riusciva sempre a scoprire che mi tenevo qualcosa dentro?
«Okay, hai indovinato. Stavo pensando… Ti ricordi quella volta in cui ti avevo raccontato che avevo paura di tutto ciò che poteva accadere con il bimbo?»
Bella annuì. «Certo. Tu e le tue paure da quasi neopapà.»
«Ecco.. Non posso crederci, ora, che ti avevo davvero fatto quella domanda. Era stato un comportamento da bambino, non da adulto.»
«Amore.»mormorò, catturandomi il viso fra le sue piccole mani. «Non era da stupido. Era… normale. Insomma, fino a qualche tempo fa eravamo solo noi due. Ti dedicavo tutte le mia attenzioni e quel giorno lì…. Non so, forse ti sei sentito escluso, avevi quella paura. Giusto?»
«Sì. Però continuo a non capacitarmi del fatto di quanto sia stato stupido. Insomma… è mio figlio, non dovrei essere geloso di lui. Eppure quando abbiamo cominciato a vederlo nelle ecografie mi è presa l’angoscia di venire dimenticato… Avevo paura che mi venisse un senso di disprezzo per mio figlio, avevo paura di non accettarlo.»
Gli occhi di cioccolata di Bella presero una piega triste.
«Però quando… quando abbiamo rischiato di perderlo… Ho capito che per me lui era tutto. Non ho più pensato alle conseguenze, ho solo sperato che lui rimanesse. Ho pregato, tanto. Sono state ore interminabili per me, con l’ansia costante sul mio cuore oppresso. Però quando ho saputo che eravate fuori pericolo… Mi era sembrato di volare. Da quel giorno non ho più pensato al fatto che con la nascita di nostro figlio sarei stato escluso… Non posso pensarlo, non devo farlo mai più. Perché lui è parte di me e questa è la nostra grande avventura.»
Nella stanza calò il silenzio e il corpo di Bella fu scosso da un singhiozzo.
«Ora che fai, piangi?», scherzai, asciugandole le guance che però continuarono a bagnarsi di altre lacrime.
«E’ solo che.. Dio, Edward. Avresti potuto parlarmene. Non pensavo che… be’, che avessi pensato sul serio a cose così. Se me lo avessi detto… Quella volta in cui ne abbiamo parlato sembrava tutto concluso, o almeno mi era parso così. E invece… perché non me ne hai parlato? Avremmo risolto tutto assieme, no?»
Appoggiai le labbra alle sue, per porre fine a quel discorso sconnesso dai singhiozzi. «Bella, avrei voluto, credimi. Ma ho pensato che se lo avessi fatto ti avrei intristito e non volevo. Era un bel periodo per noi. Non volevo che pensassi a quanto sono stato scemo. Non voglio. E poi, quando te ne sei andata… Mi sono reso conto di quanto vi amo, di quanto il mio cuore sia connesso ai vostri. Ho pensato sul serio di avervi perso per sempre. Quelle due settimane sono state orribili e mai avrei voluto viverle. Avrei voluto spaccarmi la testa da solo per vedere cosa ne sarebbe uscito. Non riuscivo a sfogarmi con nessuno e parlarne con mia madre mi sembrava inutile. Non mi avrebbe davvero compreso. In quei giorni ho davvero capito cosa potesse fare l’amore di un padre verso il proprio figlio, anche se non ancora nato. Però mi sono sentito cadere il mondo addosso. Eppure sei qui, siete qui, con me. E non voglio perdermi questi attimi per nulla al mondo.»
«E io non voglio perderti di nuovo. Non voglio andarmene di nuovo. Non voglio lasciarti.»
Qualche lacrima mi imperlò le ciglia. «E allora non farlo.»
«Non lo farò mai, lo giuro. Promettimi che mi sarai sempre vicino per quanto ti sia possibile.»mormorò, cercando di porre fine a quel pianto incontrollabile.
«Te lo prometto, amore mio. Ci sarò sempre per voi due.»risposi, stringendola al mio petto.
Rimanemmo così qualche secondo o minuto… Ma fu un tempo che mi parve lunghissimo e non volevo spezzare quel contatto fra di noi.
Però ad un certo punto suonarono al campanello e schizzai in piedi.
«Chi sarà?»domandò Bella, alzandosi a fatica. Ovviamente lei ancora non si era accorta che erano già le nove del mattino…
«Vado a vedere, tu rimani lì tranquilla.»risposi, con la mano già sulla maniglia della porta d’ingresso.
Non avrei fatto una bella figura, dato che ero ancora in pigiama.
Aprii la porta e mi ritrovai due tipi in divisa azzurra, con dietro di loro un camion.
«Siamo qui per consegnare una camera da letto a nome di Edward Cullen...»
Cazzo, che figuraccia che mi ero appena fatto. Be’, sempre meglio che essere beccato in atteggiamenti poco consoni con la propria consorte, però era comunque un attimo poco carino, dato che la casa era in totale disordine.
«Ehm… Sì, sono io.»borbottai, grattandomi la testa. «Devo firmare qualche modulo?»
«Sì, e poi dovremmo portare i mobili impacchettati in casa.»
Feci come mi dissero e firmai due fogli pieni di punti di cui ne lessi solo in parte e poi lasciai che portassero l’armamentario nella camera.
«Siamo stati colti alla sprovvista.»mormorai, cingendo Bella per i fianchi.
Rise e appoggiò la testa al mio petto nonostante la pancia smisurata. «Sì. Ma io pensavo fossero appena le sette del mattino… Mi sembra di aver dormito un’eternità!»
«Conta che non dormivi da circa tre notti.»
«Ci abituiamo per quando sarà qui.»sghignazzò ancora Bella. «Anche perché non dormiremo per molte notti di seguito!»


«Okay. Amore, mi passi il cacciavite?»
Avevo tipo la schiena a pezzi e portare un peso enorme sugli avambracci non era il massimo.
E ovviamente era solo la struttura letto, senza materasso o altro.
«Tieni. Dai che ti manca solo questa parte e hai finito.»mormorò, dandomi il cacciavite.
Dopo che i ragazzi della consegna se n’erano andati, ci eravamo messi di buon animo e io e Bella avevamo cominciato a montare il letto.
Il nostro adorato e atteso letto.
«Almeno stanotte dormirai in un signor letto, e non su quel divano scomodissimo.»
Sospirò. «Per me non era un problema, eh.»
«Okay, va bene, ma non fa bene a te e al piccolo e…»
«E alla mia schiena, lo so.»finì lei, appoggiandosi alla parete. «Ma non puoi ammazzarti di lavoro solo per montare un letto.»
«Ci sto mettendo anni perché avevo sbagliato a montare i pezzi, lo sai benissimo.»brontolai.
Da orgoglioso uomo di casa che ero, mi ero ostinato dal principio di leggere il manuale di istruzioni e avevo avvitato tutti i pezzi in modo diverso dalla procedura e alla fine mi mancavano delle parti.
E allora avevo deciso di consultare il fascicolo, onde evitare urla isteriche di Bella.
Detti l’ultimo giro di cacciavite e scivolai da sotto il letto, che stette fortunatamente in piedi.
Mi allontanai per vedere il risultato finale e… be’, un’onda di orgoglio mi pervase.
«Hai fatto un ottimo lavoro, sai?». Bella mi baciò la guancia e posò la testa sulla mia spalla, le sue braccia mi cinsero i fianchi.
Le sfiorai i capelli con le labbra e le mie mani corsero al suo ventre, dove c’era mio figlio.


Pov Bella

«Io tuo fratello lo uccido, punto.»
Alice rise e continuò a picchiettare la spugnetta sul mio viso.
«Vorrei tanto sapere cosa diavolo vuole fare.»continuai, cercando di cavarmi le risposte dalla bocca di Alice.
«Te l’ho detto, io non so nulla.»sghignazzò. Mi stava truccando e imbellettando senza un motivo?
«Sono sicura che Edward te l’ha detto. Ci scommetto qualunque cosa.»
Alice finì la sua opera di restauro e potei finalmente aprire gli occhi. «Et voilà, terminato.»
I miei occhi erano imperlati di color oro, le guance erano più rosate e le labbra erano cosparse di lucidalabbra.
«Alice… È meraviglioso!». Ero senza parole. Avevo sempre saputo che Alice aveva una grande maestria con il make-up e mi aveva reso davvero bellissima.
Quel volto cadaverico ora era più roseo e naturale.
«Perfetto, ora ti devi solo vestire e sei pronta!»
Scossi il capo. Incredibile, mia cognata mi stava rendendo impeccabile per qualcosa che io ancora non sapevo!
Nonostante le nostre pance si scontrassero, Al mi aiutò a infilare il vestito blu. Era bellissimo: poco aderente, con un paio di pieghe sulla gonna, appena sopra il ginocchio.
Mi sentivo femminile anche con il pancione. Mi piaceva davvero. Mi piacevo davvero.
Jasper mi scortò fino a casa mia, come se nulla fosse stato. Perché stavo tornando a casa?
Varcai la soglia senza proferire parola, un po’ abbattuta. Ma il senso di smarrimento sparì quando mi trovai il mezzo a un centinaio di candele e petali di rosa ovunque, che andavano fino all’uscita del salone che dava sulla spiaggia.
Era il tramonto. Il cielo era quasi violaceo, il sole sul pelo del mare.
Mi sfilai le scarpe e camminai a piedi nudi sulla sabbia fino a che non intravidi Edward, in un angolo da solo.
Mi avvicinai a lui, con il sole che risplendeva su di me, sul mio corpo. Su nostro figlio.
«Ehi.»mormorai, posandogli un bacio sul collo.
Le sue mani cinsero la pancia, la sue labbra si posarono sulla mia spalla.
«Mi devi ancora spiegare perché siamo qui, e perché sono conciata in questo modo.»
Edward sorrise. «Non c’è un motivo in particolare.»
Ci sedemmo sulla coperta a pochi passi da noi e mi fece chiudere gli occhi.
Qualcosa di metallico, di fresco, mi sfiorò le dita e poco dopo Ed mi diede il permesso di guardare.
Era una catenina, con un ciondolo a forma di cuore.
«E’ un ciondolo porta foto. Ci metteremo la foto di quando nascerà. Sarebbe bello.»
Annuii soltanto e non dissi nulla perché non riuscivo a parlare. L’atmosfera, noi due, il nostro amore intorno…
Tutto assolutamente perfetto.


Avevo la tremarella alle gambe e il mio cuore batteva all’impazzata.
Non avevo mal di schiena, per fortuna. Dormire nel letto nuovo dava i suoi benefici…
Strinsi la mano di Edward ancora più forte, sembrano ancora più una scema.
«Amore, calmati. Va tutto bene.»mi sussurrò, carezzandomi la mano. «Non devi agitarti.»
«Lo so. È che… Sono agitata, tutto qui. Non aspetto altro che vedere il visino del piccolo.»
Ci sorridemmo a vicenda ed esaminammo la foto della mia pancia che Edward aveva trasferito sul telefonino qualche minuto prima che uscissimo di casa. Spegnemmo il cellulare appena in tempo che la dottoressa pronunciò il mio nome.
Quasi non mi reggevo in piedi talmente tremavo. L’agitazione faceva brutti, bruttissimi scherzi.
«Bella! Ti vedo molto bene! Tutto okay?»
Danielle sapeva sempre come farmi sorridere e distogliermi dalle preoccupazioni.
Scossi le spalle. «Non c’è male. A parte le notti insonni e i doloretti vari. »
Mi sorrise. «Può capitare quando si è alla ventiseiesima settimana. Dopotutto, al settimo mese il piccolo ha sempre meno spazio e quindi aumentano calcetti e fastidi come brucior di stomaco e male di schiena.»
La mano di Edward si rilassò. I miei disturbi ultimamente l’avevano preoccupato molto e le parole professionali della dottoressa l’avevano rassicurato.
«Bene, Bella. Ora dovrai salire la bilancia così vediamo di quanto sei aumentata in un mese.»
Odiavo quel momento. Detestavo pesarmi, perché avevo sempre fame e mi abbuffavo in continuazione.
Feci come aveva detto la dottoressa e aspettai solo di sentire un numero minore di quindici.
«Il mese scorso eri undici chili e questo mese sei dodici e mezzo. Direi che andiamo bene.»
Tirai un sospiro di sollievo e, finalmente, mi stesi sul lettino. Edward mi scoprì la pancia dalla maglia e poi si sedette al mio fianco, con il cuore che andava a mille.
«Esaminiamo come sta questo piccoletto.»sorrise Danielle, appoggiando l’ecografo sulla pancia.
Il viso del nostro bambino comparve sul monitor. Era davvero bellissimo, ovviamente. La boccuccia di muoveva ritmicamente, le manine afferravano il cordone ombelicale e le gambette scalciavano.
«Allora… E’ lungo 38 centimetri e pesa 1.5 chilogrammi. E’ nella norma, sta benone.»
Gli occhi mi si inumidirono e guardai Edward e il solo sguardo gli fece comprendere cosa volevo dire.
«Danielle… Si vede il sesso?»chiese timido, con la voce leggermente rotta.
La dottoressa si corrucciò. «Ora no, ma se riesco a spostarlo…»
Impiegò un paio di minuti e alla fine si arrese. «Non riesco a farlo girare.»
Sospirai, credendo che ormai non l’avremmo più saputo. E invece qualche secondo dopo sentii un sussulto nella pancia e Danielle guardò incuriosita il monitor.
«Si è girato! Allora, siete sicuri?»
Annuimmo in contemporanea e l’aria si riempì di suspense.
«E’ una femmina. Una bellissima e sanissima bambina. Vi consiglio di cominciare a comprare qualcosa di rosa.»
Edward al mio fianco scoppiò in lacrime, seguito a ruota da me.
«Te l’avevo sempre detto che sarebbe stata una femmina.»mormorò Edward, baciandomi la guancia.
«E’ come un sogno.»ebbi la forza di mormorare.
«Come una splendida favola. »


Ultime cosine:
Wa non so voi ma io sono tipo in lacrime :') Che belloooooo XD
Okay la smetto u.u
allora, tempo delle fotine LOL
Camera da letto di Bella ed Edward.

 
Pancia di Bella :') (la tipa è bionda, I know LOL)


E infine, la piccola *_*


















   
 
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