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Autore: Margaret Moonstone    21/02/2012    1 recensioni
Morte disse: "Specchio specchio delle mie brame, chi è la più potente del reame?". Quello rispose: "Ahimè padrona, tu sei forte, ma qualcuno lo è più di te... Amore."
E fu così che Morte cercava, Amore scappava, Dio assisteva, e venne fuori un Pandemonio. E Pandemonio generò le creature che persino Morte teme, tutti temono...tutti tranne Amore.
Una storia fantastica di avventura,mistero,passioni,bugie e soprattutto...Amore.
Buona lettura!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                             CAPITOLO III
 
-“Mi faccia scendere immediatamente!!” strillò Beatrìce cercando di divincolarsi dalle braccia possenti di Thomas Altière, che l’aveva sollevata e cercava di issarla su quella che doveva essere una carrucola in disuso da secoli.
-“Stia calma signorina Beatrìce, e non si agiti, sono qui per aiutarla e lei mi sta rendendo le cose più difficili del previsto…ahi!” Un piccolo piede gli arrivo dritto in faccia e la ragazza riuscì finalmente a liberarsi dalla presa.
-“Io non la conosco neanche, come osa mettermi le mani addosso?? Non ho nessuna intenzione di farmi portare da nessuna parte, lei è solo un impostore: Isabel non aveva nessun marito, era a un passo dal prendere i voti…”provò una stretta al cuore nel pronunciare la frase.
-“Bè, questo non significa che in passato non abbia potuto amare un uomo, non le pare? Accidenti signorina, la facevo più perspicace!”
Era troppo! Bea fece un passo avanti per scostarsi e allontanarsi il più possibile da quel tipo che prima in chiesa l’aveva fissata con insistenza e poi aveva preteso di “conoscerla meglio di quanto credesse” e di “avere delle cose molto importanti da dirle”.
Ancora non sapeva come si fosse fatta convincere a seguirlo fin lì, in quella specie di spiazzo nel bosco ai margini del paese , che odorava di funghi e muschio selvatico.
Forse per via della sua irresistibile bellezza, del suo profumo intenso, o dell’aria sicura e protettiva che emanava.
 
Nel tentativo di correre via, mise un piede in fallo, e scivolò nel baratro che Thomas voleva farle attraversare con la carrucola.
-“Aiuto…aiutoo!! “
 
Fortunatamente non era alto come sembrava,  e la ragazza si sbucciò solo le ginocchia, rotolando in mezzo alle foglie secche e fermandosi a gambe all’aria vicino a una roccia, col largo vestito a balze nero a lutto ormai strappato e tutto sollevato.
 
Thomas non riuscì a trattenere una risatina. –“Tutto bene signorina? Io glielo avevo detto di lasciar fare a me… desidera una mano?”
 
Con un balzo incredibile di cui Bea non riuscì a capacitarsi, l’uomo le piombò a fianco e le tese un braccio.
-“Non osi toccarmi! Sto bene, se non le dispiace me ne torno a casa…”
-“Mi permette di accompagnarla?”
-“No!”
-“Accidenti, siamo scontrosi… di questo non mi aveva parlato il suo amico Gabriel…”
 
Bea si voltò di scatto, improvvisamente bianca in volto. –“Lei c-conosce…”
-“Mmm…ho trovato un modo per catturare la sua attenzione!” le labbra dell’uomo si incurvarono in un sorriso malizioso. –“Direi che lo conosco piuttosto bene…e anche lei a quanto pare!” si avvicinò e sfiorò con le dita lunghe i segni impercettibili sul collo della giovane. –“Un bacio di sangue…” mormorò, mentre continuava a accarezzare delicatamente la pelle di lei, improvvisamente incapace di reagire, ipnotizzata da quel tocco dolce e irreale.
 
Dopo qualche istante Bea tornò in sé, scostandosi bruscamente e dandogli le spalle. –“Che cosa vorrebbe dire? Se pensa che sia stato Gabriel a farmi una cosa del genere si sbaglia di grosso! “
-“Se permette credo di saperne un po’più di lei, se solo mi facesse spiegar…”
-“Ora basta mi lasci stare!” corse via mentre la luna piena, i rami degli alberi, il terreno dissestato diventavano sempre più sfuocati ai suoi occhi gonfi di lacrime.
Non sapeva dove stesse andando, le importava solo di scappare, il più lontano possibile da quell’uomo che non le piaceva per niente.
Era davvero solo da quell’uomo che tentava di scappare?
                                                                                *   *   *
Erano appena pochi minuti che camminava, anche se a lei sembrava fossero passate ore, e l’idea di essersi addentrata nel bosco in piena notte le piaceva sempre meno.
Forse era solo un’impressione, ma ad ogni passo avvertiva mille rumori agghiaccianti intorno a sé, e si sentiva terribilmente osservata.
 
All’improvviso, una risata. Sinistra, agghiacciante, diabolica.
Un’ombra uscì dal folto della foresta, e le sbarrò la strada.
Una figura incappucciata, piuttosto imponente, col viso nascosto e una spada al fianco.
Una spada che aveva qualcosa di familiare.
 
La risata risuonò di nuovo, più forte e stridula, provocandole un brivido che le avvelenò tutte le articolazioni, improvvisamente paralizzate dal terrore.
 
-“Thomas…” fu tutto quello che la sua voce tremante riuscì ad articolare in un sussurro, prima che quella creatura – creatura, perché sul fatto che non fosse umana Beatrìce non aveva dubbi- le si avventasse contro.
La afferrò brutalmente con le mani sporche di terra, la sbatté contro un albero e la immobilizzò con il proprio corpo. –“Sei finita ragazzina, una volta per tutte…”
 
In quella voce Bea riconobbe tutto il disprezzo che quell’uomo infernale aveva nutrito per lei fin da quando era bambina, tutto l’odio che lei aveva ricambiato, e aveva continuato a provare negli anni della sua amara solitudine.
L’aveva già uccisa una volta, non gli era bastato: con qualche arcano trucco l’aveva riportata in vita per poi godere facendola morire di nuovo.
 
Alzò lo sguardo per avere la conferma di chi fosse il mostro che si apprestava a ucciderla, e vide gli occhi grigi di Ivan Rotten strabuzzare improvvisamente  in un lampo di sorpresa e dolore, e il viso impallidire mentre due mani forti gli si avvinghiavano al collo nel tentativo di strangolarlo.
 
Thomas Altiere stava ritto e apparentemente calmo alle spalle di Ivan, come se immobilizzare un uomo armato tenendolo per il collo fosse un gesto del tutto irrilevante.
-“Al suo servizio, signorina!”- così dicendo strattonò il malcapitato facendolo ruzzolare per terra, ma esso riuscì a rialzarsi e brandì pericolosamente la spada nella sua direzione.
Sempre senza ombra di emozione sul viso, Thomas sguainò la sua e costrinse l’avversario ad arretrare. In poco tempo i due sparirono a colpi di spada nel folto della foresta, lasciando la fanciulla sola col proprio terrore.
 
Sconvolta, si era lasciata scivolare ai piedi dell’albero, e ora se ne stava lì raggomitolata su se stessa a tremare come una foglia per l’aria gelata sulla pelle scoperta dagli strappi del vestito.
E, ovviamente, non era solo il freddo che la scuoteva.
Gabriel non era l’unico a essere tornato. Anche Ivan Rotten lo era, e la cosa la inquietava. Non perché aveva tentato di ucciderla, non perché lui era cattivo.
Perché lui era morto.
 
Cosa doveva fare ora? Scappare. Era la cosa migliore. No, non poteva  farlo, quell’uomo rischiava la vita per lei, doveva restare. Restare e sapere. Era stanca di fuggire, voleva sapere.
Era in pericolo. Perché non scappava? Cos’aveva quell’uomo misterioso di così maledettamente attraente da costringerla a rimanere inchiodata lì a morire di paura solo per aspettarlo?
A quest’ora potrebbe essere morto, Beatrìce…che senso ha stare qui? No, lui non sarebbe morto, ne aveva la certezza. Era troppo…troppo…troppo “qualcosa” per morire. Cosa? Cos’era lui? Dio Beatrìce! Non ti starai mica innamorando di un perfetto sconosciuto?! No. Impossibile. E’ bastato solo un pensiero a Gabriel per… No. Bea vattene.
Faceva freddo. Il gelo fendeva la pelle come una lama sottile, che rimarcava sulle sue ferite facendole bruciare.
E lei se ne stava lì come una perfetta idiota ad aspettare che qualcuno le spiegasse cosa stesse succedendo.
                                                                                 *   *   *
 
Era fragile, molto fragile. Bastava un soffio per spezzarla in due.
Era nata e cresciuta nel pericolo e aveva imparato a essere diffidente.
Aveva imparato ad avere paura.
No, in fondo non lo aveva mai imparato. Si era sempre vergognata di mostrare agli altri i propri timori, per questo si era abituata a celarli dietro una maschera impenetrabile di continuo orgoglio .
La persona più sfacciatamente orgogliosa che possa esistere sulla faccia della terra”, gliel’aveva descritta il suo amico, e in effetti col tempo aveva potuto constatarlo, osservandola e tenendola d’occhio giorno dopo giorno, senza che mai lei desse segno di accorgersene.
 
E adesso era lì, seduta davanti a lui con i suoi adorabili occhi blu che lo scrutavano preoccupati e curiosi come quelli di una bambina.
Se fosse stato ancora in grado di provare sentimenti, non avrebbe resistito a quello sguardo.
Ma lui non potevae questo era un bene.
 
-“Ora che siamo al sicuro potrebbe spiegarmi che diavolo sta succedendo?” Sorrise. –“O forse neanche questo vestito è di suo gradimento?”
Si riferiva a quando, poche ore prima, il suo salvatore era ricomparso da dietro un albero e, esaminandola da capo a piedi, aveva stabilito che era impresentabile e fermarsi a parlare in una locanda, oltre a destare sospetti, sarebbe stato imbarazzante.
Così erano stati costretti a camminare per una buona mezz’ora fino alla casa di un vecchio amico di Thomas, fuori città per affari, e dopo non poche proteste da parte di Beatrìce erano entrati dal balcone sentendosi liberi di approfittare dei pochi viveri nella dispensa e degli abiti della moglie dell’ “ospitale” padrone di casa.
-“Ora si fida di me?”- domandò lui serio.
-“Ha appena messo fuori gioco un uomo pericolosissimo che, come ho potuto vedere con i miei occhi anni fa, era già morto… è ovvio che non mi fido di lei!”
Thomas non poté fare a meno di sorridere. –“Be’, le consiglio di imparare a farlo, perché d’ora in avanti non la perderò di vista un secondo, sarò la sua guardia personale.”
-“Una sorta di angelo custode?”
-“Diciamo pure diavolo custode.”
 
 
Eccomi!! Sono un filino in ritardo, ma questo capitolo proprio non voleva uscire… non so come mai, ma nonostante sia il primo in cui è presente un po’ di azione, mi sembrava… moscio! Ma sta a voi giudicare… quindi recensite!!
Ah, poi mi sono divertita a “ricreare” i personaggi come li immagino io, ma li avrete prossimamente perché…mi devo ehm…ancora impratichire con le pubblicazioni, è già tanto se riesco a postare le storie…! In ogni caso sono solo “bamboline vestite”, mettere le foto non mi sembrava il caso perché modificano l’immagine che uno si è fatto del personaggio…. Va be’!!
Alla prossima :)
*..lady Black Rose..*
 

                                                                                                                              
 
  
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