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Autore: Medy    22/02/2012    3 recensioni
Ultimo anno ad Hogwarts,e la nostra Hermione Granger è tornata più decisa che mai a dare tutta se stessa. La vita nel mondo magico procede tranquillo, nessuna minaccia incombe sui nostri amici. Ma qualcosa è cambiato. O meglio qualcuno è cambiato. Malfoy. Cosa porterà questa trasformazione!? Un contrasto tra la ragione e il sentimento metterà in crisi l'erede purosangue e per di più il ritorno di un personaggio inaspettato metterà in crisi la dolce Hermione,che sarà costretta a fare una scelta che le cambierà la vita.
La mia prima fanfiction, con la speranza di colpire voi lettori! Grazie!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Abbandonare tutto e tutti, questa era stata la decisione definitiva presa da Hermione, che gettando l’ultimo sguardo alla sua incantevole e tanto amata scuola, la salutò , prima di salire sulla carrozza regale di Vicktor trainata da cavalli magnificenti . Aveva deciso di seguire la via della codarda. Non avrebbe potuto sopportare di vedere il viso di Malfoy, senza non pensare a tutto ciò che era successo. Era sicura che Krum fosse la scelta giusta, e lui l’avrebbe resa felice. Durmestrang non sarebbe stata mai paragonabile ad Hogwarts, ma era comunque un ottima scuola, e lei si sarebbe ambientata più che bene. Ginny, Harry e Ron avevano cercato in tutti i modi di convincerla a restare, ma avevano fallito miserabilmente, e per di più Ginny, aveva accusato i due come unici responsabili di tutto, perché loro avevano fatto ritornare Vicktor, e per colpa loro Hermione stava  per lasciare Hogwarts  e i suoi cari amici.
“Ti prego Herm, non andare via…. Ti aiuterò io a dimenticare quell ‘odioso…. Ma non andare via”. Ginny era in lacrime, mentre l’amica qualche ora prima di partire, si era ritirata nelle sue stanze per mettere in valigia le sue ultime cose. Hermione chiuse di scatto il suo baule, e senza dirle una sola parola, lo gettò a terra. Non aveva voglia di discutere. Voleva solo andare via da li , nemmeno le lacrime dell’amica le avrebbero fatto cambiare idea
Forse era stata fin troppo dura con lei,  in fondo non era colpa sua , non aveva nulla a che vedere con questa storia, eppure lei continuava a sentirsi in guerra con il mondo . Anche trovarsi lì, seduta accanto a Vicktor, non la faceva star bene, continuava a sentirsi fuori luogo, continuava a non sentirsi parte di quella realtà.
“Hefrmione pavfrtiamo?”. Vicktor volle l’autorizzazione della Grifondoro, e quando lei diede il via, la carrozza si mosse e li trascinò lontani. Hermione stava lasciando la sua vecchia vita per aprirsene una nuova, forse migliore o forse no, ma a lei bastava mettere abbastanza distanza tra lei e Malfoy.
 
 
 
 
 
 
 
I mesi trascorsero con  molta velocità, e la vita ad Hogwarts proseguì come se nulla fosse mutato. Le lezioni iniziarono ad intensificarsi, soprattutto per gli studenti del quarto e del settimo anno. Gli allenamenti di Quiddicht  furono raddoppiati, per preparare i giocatori ad essere pronti per qualunque sfida. E l’assenza di Hermione sembrò colpire solo alcuni studenti. Ron e Harry trascorrevano gran parte del loro tempo libero ad allenarsi, anche senza la squadra, la loro guida ormai non c’era , e loro di studiare non ne avevano voglia. Ginny , nei momenti in cui Harry aveva da fare, si chiudeva in biblioteca a studiare , accompagnata da Luna, che  le faceva compagnia. Intanto la storia tra Harry e Ginny proseguiva molto bene, e Ron aveva accettato quella situazione. Un po’ perché conosceva Harry, ed era più che felice che la sorella avesse trovato lui, invece che qualcun altro di meno affidabile, e un po’ per pigrizia. Non aveva voglia di discutere sulla sorella. Ormai era grande e sapeva cavarsela anche senza di lui.
“Harry , non puoi abbandonarmi nel bel mezzo di una partita”. Ron guardò Harry perdere , delicatamente quota, e abbandonarsi al terreno del campo.  Era un bel pomeriggio,e  dopo l’ennesima partita, Harry aveva sentito la necessità di dedicare del tempo alla sua ragazza, che sicuramente era rintanata a studiare.
“Non posso trascorrere tutto il pomeriggio con te, tua sorella mi ucciderà” Esclamò Potter lasciandosi alle spalle l’amico, che continuava a fluttuare nell’aria . Aveva il viso paonazzo, e un gran fiatone. Avevano giocato per quasi due ore, e lui voleva ancora perdere qualche oretta in quel campo.
“Pff… Mia sorella…. Avevo dimenticato” Esclamò il rosso sorridendo amaramente . Planò verso terra, e senza dir altro raggiunse l’amico diretto verso gli spogliatoi.
 
 
 
 
 
 
Il sole riscaldava i prati di Hogwarts, e quel pomeriggio molti studenti avevano deciso di godersi quel sole, non rimanendo un solo minuto in più all’interno del castello.
Un gruppo di Serpeverde si trovava nei pressi del lago, e si divertivano , come loro abitudine, a prendere sotto tiro gli altri studenti delle altre case. Tra di loro, spiccava la figura di Malfoy, che , con la sua solita aria beffarda , stringeva tra le labbra la sua pregiata pipa. Rideva di gusto, guardando Mountogue prendere di mira un ragazzo del settimo anno appartenente a Tassorosso, che per sua grande sfortuna , era capitato nella morsa delle serpi.
“Ti ho detto di fare un inchino al principe delle serpi”. Continuava a dire il grosso Serpeverde, puntando la bacchetta tra gli occhi del malcapitato e costringendolo a inchinarsi di fronte a Malfoy, che continuava a ridere senza far nulla. Ormai nemmeno una goccia di bontà gli era rimasto nel corpo. Era diventato più spietato che mai, con la partenza di Hermione, era partita anche quel poco d’amore che aveva scoperto di possedere.
“Vi prego lasciatemi… “. Piagnucolò il tassorosso, cercando in tutti i modi di andar via, e sfuggire a quelle beffe maligne.  Mountogue lo prese per il collo e lo gettò a carponi.
“Ho detto che devi inchinarti”. Urlò il serpeverde, era un gioco che non aveva senso, e forse per questo che i Serpeverde si divertivano tanto.
“Lascialo stare… è un povero idiota”. Malfoy aspirò altro “Buon” fumo,  rise di scherno, e senza aggiungere altro convinse Mountogue a lasciare il povero ragazzo che scappò via, timoroso di ricevere un'altra lezione come quella.
“Non credo che si rifarà vedere quel pivello” Esclamò divertito Mountogue, rimettendo la bacchetta nella tasca posteriore dei pantaloni, e accomodandosi accanto agli amici , riuniti a godersi quella giornata.
“Sbagli molto a comportarti in questo modo…” Zabini parlò a bassa voce,in modo che solo Malfoy potesse sentirlo. Lui non si voltò verso l’amico, ma lo sentì benissimo.
“Non credo che mi stia comportando diversamente da come ho sempre fatto” Rispose lui, utilizzando lo stesso tono basso, in modo che quella conversazione non fosse ascoltata da altri.
“ Usi la violenza per affogare il tuo dolore?”. Zabini era l’unico a poter riportare alla memoria di Malfoy il ricordo di Hermione. Lui sorrise piano. L’amico era sempre fin troppo onesto e incisivo.
“No Blaise. Io uso la violenza per puro divertimento, il dolore lo allievo con questo”. Indicò la pipa,  e un sorriso sarcastico si dipinse sul suo volto. Dopo la partenza di Hermione, la vita che si svolgeva ad Hogwarts era diventata monotona e lui, con l’aiuto delle sue erbe, riusciva a dare qualche tocco in più. Gli amici erano troppo impegnati a far del male, e inoltre non aveva nessuna voglia di parlare con loro del suo dolore, soprattutto perché loro lo consideravano il loro leader, e le sue debolezze non potevano venire alla luce.
Zabini sorrise, e senza aggiungere altre considerazioni, ritornò a godersi quel caldo sole che preannunciava l’inizio delle vacanze estive, e la fine di …. TUTTO.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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