Anime & Manga > Rayearth
Segui la storia  |       
Autore: Rick    11/04/2004    0 recensioni
Aprire gli occhi,svegliarsi,e trovarsi in un nuovo mondo...o e' lo stesso di prima,ma qualcosa e' andato per il verso sbagliato?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



Era confusa, esterrefatta, sbalordita. Niente in quel posto le sembrava familiare: l'aria, la gente, i cartelloni pubblicitari, le auto... si sentiva disorientata, e se non fosse stato per Cien probabilmente si sarebbe persa nell'enorme centro commerciale nel quale erano entrati.
-Perche' siamo venuti qui?-chiese, pur intuendo la risposta.
-Io qui ci lavoro- rispose Cien - faccio il cuoco/commesso in un forno. Lo so,non e' un buon lavoro, ma lo trovo gratificante.-
-(...Io, non ho detto niente....)-
-Fatto sta che oggi, mentre scendevo a prenderti da mangiare, il capo mi chiama fuori orario perchè l'impastatrice si e' rotta di nuovo, e mi chiede di venire a sistemarla! Poi va a finire che si e' allentata una vite come al solito, ci scommetto!-
I due passarono davanti ad una grande vetrata, attraverso la quale si aveva una splendida ed ampia visuale di tutta la skyline circostante.Hikaru diede uno sguardo distratto attraverso il vetro: palazzi, grattacieli, palazzi, grattacieli, una visione che le sembrava ripetitiva e monotona come la routine di città. Stava per tornare a parlare con Cien quando ìl suo sguardo fu attratto da una costruzione differente dalle altre. Circondata da un'alta inferriata, era completamente fuori luogo, come se fosse caduta dal cielo e rimasta li. Si fermo' a fissarla, ed ebbe la gradevole sensazione di averla gia' vista. Il suo accompagnatore non si accorse immediatamente del fatto che la ragazza si fosse separata da lui: si voltò di scatto come a causa di una premonizione e la vide appoggiata al vetro con entrambe le mani, il volto rivolto verso l'esterno, incurante delle persone che le davano strane occhiate. Non appena si fu avvicinato, Hikaru prese parola:
-Quello...che cos'è?- indicando una struttura cristallina, con tre imponenti colonne quasi risplendenti di luce propria che svettavano su di essa.
-Oh. Quello è il Palazzo reale. E'...-
-Reale?-Chiese lei, stupita, interrompendolo. Il giovane le rispose, riprendendo da dove l'aveva lasciata:
-Si, ma ormai e' soltanto un nome.-
-Solo...un nome?-
-La monarchia e' stata abolita da decenni. E' rimasto comunque una struttura governativa, nonchè l'abitazione di uno dei quattro Reggenti.-
-Ah...-
La notizia le causò un sentimento di malinconia del quale non riusciva a cogliere il senso. Perche' era triste? La risposta non le veniva...ma prima che si perdesse nei suoi pensieri, Cien attiro' di nuovo la sua attenzione, dicendole:
-Piu' di cent'anni fa, in queste terre, c'e' stata una guerra tra le stesse popolazioni che ora vivono in pace... e' tutto dovuto dalle incomprensioni interne che scaturivano tra un popolo e l'altro: ognuno di essi aveva le sue tradizioni, la sua tecnologia, il suo stile di vita. Ognuno di essi era chiuso all'altro, e non vedeva che i propri interessi. Si sono combattuti per anni nel tentativo di sopraffarsi, fino ad arrivare ad una vera e propria guerra...i motivi della quale sono stati presto dimenticati, e gli eserciti, stanchi di lottare per un ideale ormai perso, chiusero le ostilita'. Ma per scongiurare il rischio di un altro conflitto i capi di ogni popolazione, denominati Reggenti, decisero di riunirsi nel Palazzo reale per dettare un sistema di leggi uguali per tutti. Da allora viviamo in pace...cio' nonostante, ci sono ancora diverse incomprensioni tra un popolo e l'altro, e certe volte finiscono anche in atti di razzismo. Hikaru? Ma mi stai ascoltando?-
La ragazza non rispondeva: era cosi' rapita nell'osservare quel cristallo chiuso in un mondo che non gli apparteneva che non ci mise molto a realizzare di trovarsi nella stessa situazione: quello,non era il suo mondo...non sarebbe mai potuto esserlo. Si stacco' dalla vetrata sospirando: Cien evitò di fare commenti, notando il suo stato d'animo turbato.
I due camminarono in silenzio per il resto del corridoio, finche' Cien non disse:
-Eccoci,siamo arrivati.-
Hikaru alzo' lo sguardo, notando un'insegna in qualche linguaggio a lei sconosciuto. Seguì il suo accompagnatore attraverso la porta, ritrovandosi in una stanza abbastanza ampia. Alla sua immediata destra poteva chiaremente vedere il bancone, dove il numero di dolciumi esposti era stranamente esiguo, dietro al quale si trovavano dei frigoriferi che esponevano alcune torte. Il banco proseguiva davanti a lei dopo una giunzione ad angolo per attraversare tutta la camera e terminare alla sua sinistra, interrotto soltanto da un piccolo piedistallo sul quale si trovava il registratore di cassa. Si fermò ad annusare l'aria: non sentì odore di dolciumi, zucchero, confetture, anzi....c'era una fastidiosissima puzza di bruciato. In quella un uomo di mezza eta', dai capelli canuti e con indosso un grembiule sopra una maglia beige e degli orribili pantaloni, fece la sua comparsa da dietro il banco, dicendo:
-Ah,Cien! Ma dove ti eri cacciato?-
-Scusi, signor Lagonda, è che avevo un'ospite in casa-disse, ammiccando ad Hikaru- che è voluta a tutti i costi venire con me. E poi, dov'è il problema? Sono in orario!-
-Ti ho chiamato mezz'ora fa! Datti una mossa,che tra poco dobbiamo aprire e quell'affare si rifiuta di fare il suo dovere!-
-Ok...-replicò Cien dopo un lungo sospiro-vediamo cosa gli prende ora.....-
Si introdusse nel retrobottega passando dietro il banco sulla sinistra, lasciando Hikaru da sola con il suo capo, in un imbarazzante silenzio. Fu proprio l'uomo a prendere parola per alleggerire quell'aria pesante:
-Non ti ho mai vista qui in giro.-
Hikaru si trovò un po' spiazzata dalla domanda improvvisa. Non ci mise molto ad elaborare una risposta plausibile, che in effetti corrispondeva alla verità:
-E' la prima volta che vengo qui...-
-Ma davvero?-rispose il vecchio, con una punta di sarcasmo.-Se sei di Acura è' impossibile!Questa pasticceria è rinomata e...-
Ma lei lo interruppe.
-Infatti, non credo di essere di Acura...-
-Hm?-Replico' lui,incuriosito.
-Vede,ho perso la memoria...stamattina mi sono svegliata a casa di Cien, confusa piu' che mai, e allora mi ha proposto di fare un giro in città per vedere se mi tornava qualche ricordo... ma niente...-
Il vecchio fu sorpreso dalle parole della ragazza, ma un attimo dopo riassunse la sua espressione cinica e affermò:
-Hah!Quel Cien, sempre dietro alle bell...-
Ma in quella il rumore dell'impastatrice che entrava in funzione distrasse i due dalla conversazione. Un attimo dopo Cien entro' nella stanza, con la mano destra completamente ricoperta di un liquido rosso brillante. Sia Hikaru che Lagonda si trassero indietro dalla paura, quando il ragazzo prese un canovaccio appeso al muro, si pulì' la mano,e disse:
-Ma perchè ha l'abitudine di tenere gli sciroppi di frutta vicino a quel coso? Adesso devo andare a cambiarmi.-
I due tirarono un sospiro di sollievo. Cien prosegui':
-Ora funziona. Ma è troppo vecchia, secondo me va cambiata!-
-E' quello che sto facendo, -replicò Lagonda- ne ho ordinata una alla fabbrica proprio ieri... ma la consegnano a fine mese.-
-Uffa.... ancora due settimane di manutenzione gratuita! Ma chiamare un tecnico costa troppo?-
-Sarebbero soldi sprecati.-Rispose Lagonda, con la sua solita punta di cinismo.
-E' vero, è vero...-rispose Cien, non ascoltandolo. Si voltò verso Hikaru, che stava ancora osservando il bancone, e prima che potesse prendere parola fu lei a parlare:
-Ma siete sicuri di essere solo colleghi? Mi sembrate due vecchi amici.-
Lagonda accennò una risata e chiarì.
-Si può dire che siamo amici di vecchia data.-
Cien si limitò ad annuire, per poi rivolgersi di nuovo alla giovane.
-Io ora ho da lavorare...se vuoi puoi rimanere di là in cucina, ci sono dei giornali e...-
-Possiamo farti assaggiare i dolci usciti male.- se ne uscì di nuovo il pasticciere in capo.-Ovviamente non quelli bruciati... capita a tutti che una torta si afflosci mentre la si cuoce, no?-
-Ancora con questa storia?- lo questionò Cien.
-Che vuoi? I cuochi i propri errori possono solo mangiarseli.-
Nel breve battibecco ebbe il tempo di realizzare la proposta di Lagonda. L'idea di mangiare torte e bignè venuti all'esistenza a causa di un errore non le garbava molto.
-No, non fa niente...-rispose, accennando una scusa a metà - tra l'altro, anche io ho da fare! Ci vediamo dopo, Cien!-
Uscì dal negozio sbattendo la porta e facendo suonare i campanelli appesi al soffitto. Cien si ritrovò a parlare all'aria, non convinto da quelle parole:
-Ah...beh,allora ci vediamo dopo.-
In realtà non aveva niente da fare, ma la scusa aveva funzionato - era libera di andare a tornare a guardare l'edificio cristallino dalla vetrata lì vicino. Resasi conto di essere un pò ridicola al fissare l'esterno appiccicata al vetro, si sedette su una panchina di fronte alla finestra e, toccandosi il mento con la mano con fare contemplativo, rivolse completamente il suo sguardo a quell'enorme diamante.
-'Perchè?'- si chiedeva.
Era legato al suo passato... ne era certa. Ma non ricordava ne' come, ne' quando, ne' perche' l'avesse visto.
Il tempo passava e lei non distoglieva lo sguardo da quel vetro,cercando di svelare il mistero che quel palazzo rappresentava per la sua mente. Arrivò al punto di isolarsi quasi del tutto dal mondo esterno, tanta era concentrata: fu riportata alla realtà soltanto da un familiare fornaio che, uscito per la pausa pranzo, se la trovò davanti.
-Hikaru? Ehi? Tutto bene?-
Cien dovette chiamarla piu' volte, e fu costretto ad afferrarla per una spalla e scuoterla per attirare la sua attenzione. La ragazza all'inizio non reagi',ma un attimo dopo cadde dalle nuvole.
-Eh? Oh, Cien?-
-Ma che ti e' preso? Stavi dormendo per caso?-
Lei gli rispose timidamente,ancora attratta dalla visione del Palazzo reale.
-No...e' che....-
Cien guardo' nella sua stessa direzione,e osservo':
-Ah, il Palazzo...-
-Mi ricorda...qualcosa...-rispose lei, chinando il capo.
Il giovane le parve un pò stupito,ma subito l'espressione di sorpresa sul suo volto si trasformò in un sorriso tranquillizzante, mentre le diceva:
-Dici davvero? Allora, stasera potremmo anche andare a vederlo più da vicino, se la cosa ti sta bene.-
Andarlo a vedere da vicino? Hikaru espresse la sua approvazione rispondendo al sorriso,e Cien continuò:
-Adesso: è ora di pranzo, vogliamo andare a mangiare qualcosa?-

Il cosmo.
Un ammasso infinito di stelle, galassie, pianeti, asteroidi...immersi nel vuoto più profondo, un totale caos di materia primigenia, ma, in fondo,in grado di darsi un ordine affinchè non collassi su se stesso, ponendo fine alla sua esistenza....
Il cosmo...l'unica via di fuga per una razza destinata all'estinzione. La luce delle stelle, la sola speranza...
Il cosmo....per un istante, una piccola luce venne confusa per l'esplosione di un corpo celeste. Poi, un'immensa ombra coprì gli asteroidi, rendendoli quasi invisibili. Nello spazio non c'è aria,e quindi non possono diffondersi suoni, ma se qualcuno fosse stato lì, in quell'istante, avrebbe giurato di aver sentito qualcosa di molto grande avvicinarsi a lui e passar oltre, andando per la sua strada, verso il nulla...
-D...siamo vivi?-
L'intero equipaggio della nave spaziale era incredulo. Cos'era successo? L'ultima cosa che ricordavano era l'oscurità, un buio più nero della pece, e poi...una luce. Ci misero qualche secondo a rendersi conto di essere ancora vivi. La sala comandi fu scossa da un sospiro di sollievo generale, qualcuno urlò, ma si ritirò ben presto in un vergognoso silenzio. Una figura diversa dalle altre, un giovane uomo dai lunghi capelli neri il cui volto era segnato da una cicatrice sullo zigomo sinistro avanzò quasi correndo nella sua divisa rossa e si rivolse, ancora incredulo ma mostrando una certa serietà, ad un uomo di mezza età seduto davanti ad un terminale:
-Abbiamo subito danni!?-
-No, capitano Kass....è...è strano....-
-Mi lasci vedere!-
Digitò qualcosa sulla tastiera del computer, ma qualche istante dopo si ritrovò davanti un messaggio di errore scritto in caratteri cubitali, che si diffuse velocemente sui monitor di tutta la sala aumentando il suo imbarazzo. Sbigottito,si ritirò dalla tastiera ed osservò:
-Stupido computer.-
Prima di chiedere a tutti i presenti in sala.
-Qualcuno di voi ha idea di cosa sia accaduto?-
Fu il silenzio, ma una voce femminile si alzò tra l'equipaggio:
-Io credo di saperlo.-
Il capitano si voltò verso la sua interlocutrice: una giovane donna dai corti e mossi capelli biondi e dagli occhi verdi, coperti da un paio di occhiali dalla montatura quasi invisibile. Ghignò,e disse:
-Me l'aspettavo....tu hai sempre una risposta pronta per tutto. Sentiamo la tua teoria.-
-Non è mia....-disse lei voltandosi verso il vetro, ad osservare lo spazio infinito.-E' la teoria dei wormhole.-
-Ah,la conosco!-osservò qualcuno dall'altro lato della sala, ma il silenzio del capitano Kass fece capire alla ragazza che doveva parlare:
-Secondo questa teoria, esistono delle distorsioni nel continuum spazio/temporale che possono provocare anomalie chiamate 'wormholes'. Questi funzionano come canali dimensionale tra due punti nell'universo, permettendo di percorrere, in una frazione di secondo, distanze che impiegherebbero milioni di anni per essere attraversate con i mezzi a nostra disposizione...una teoria affascinante, ma priva di fondamenti scientifici. Tutto sommato, potrebbe essere quello che ci è successo, dato che il mio computer- indicò un terminale li vicino- non riesce ad identificare dove sia...-
-Ah, ho capito!-la interruppe il capitano-In pratica è una scorciatoia!-
la ragazza si ritrovo' un po' basita dal commento improvviso, e,imbarazzata,mormorò un:
-Ehm...esatto...- prima di alzare di nuovo la voce.- Ma non sappiamo se esistono, potrebbe essere semplicemente il sistema di tracciamento che è in avaria...-
-Lasciamo che sia lo staff tecnico ad occuparsene!- si volto' verso l'equipaggio,ordinando:-Voglio uno scan completo della situazione: rendetemi partecipe il prima possibile della situazione del resto dell'equipaggio,dei civili, dei piloti nelle nostre vicinanze e della nostra posizione!-
Ma la ragazza replico',pacatamente:
-Le ho detto che non credo che con i nostri mezzi riusciremo a capire dove ci troviamo.-
-COSA!?- osservò un'altra ragazza, dai corti capelli blu e dagli occhi color oltremare, vestita con una divisa leggermente diversa da quella del resto dell'equipaggio, che fino a quel momento era rimasta a cercare di sbloccare i computer- Abbiamo i soldi e il materiale per costruire una nave spaziale di 5 chilometri e non abbiamo i mezzi per capire dove siamo!?-
-Si calmi, tenente!-la ammonì il capitano. Ma lei non aveva intenzione di smettere:
-Calmarsi? Ci siamo persi nello spazio,e...-
-Calmati.-intervenne la bionda- Ne abbiamo viste di peggio,non ricordi? E comunque, arrabbiarsi e' l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno in una situazione del genere.-
La sua amica sbuffò, tornando ad occupare la sua postazione. La scienziata che aveva appena parlato si voltò quindi verso il suo superiore,chiedendo:
-E ora... mi rimetto alla sua decisione, capitano.-
Il capitano, dopo un attimo di esitazione, ordino':
-Manteniamo la rotta corrente. Arriveremo da qualche parte,prima o poi....-

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Rayearth / Vai alla pagina dell'autore: Rick