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Autore: Lisey91    22/02/2012    3 recensioni
Tutti conosciamo la storia del famoso Harry Potter e dei suoi migliori amici, Hermione Granger e Ronald Weasley, e di come essi sconfissero il malvagio Lord Voldemort. Ma pochi conoscono quella di tre ragazze speciali, senza le quali forse non avrebbero potuto farcela... Questa storia non l'ho scritta io, ma una dolcissima ragazza con un lieve ritardo mentale ma con una fantasia a dir poco stratosferica che l'ha terminata dopo 5 anni che ci lavorava. Spero che piaccia a voi quanto è piaciuta a me.
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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2.16) La Camera dei Segreti

-Quante volte siamo entrati in quel bagno e lei era a soli tre gabinetti di distanza!- disse Ron con amarezza la mattina dopo a colazione
–Invece di preparare la Polisucco avremmo potuto chiedere direttamente a lei, mentre ora..- gli diede man forte Marion con un sospiro sconsolato.
Era già stata un ardua impresa cercare in giro per il castello tracce di ragni. Ma sfuggire alla rigida sorveglianza istituita dai professori per intrufolarsi in un bagno delle ragazze in disuso, per giunta vicino al luogo della prima aggressione, sarebbe stato praticamente impossibile! L’unica cosa in grado di allontanare le menti dei quattro ragazzi dalla camera dei segreti fu l’annuncio che la McGonagall fece durante la propria lezione, quello stesso mattino.
–Come esami? Ancora si parla di.. queste cose?- gemette Seamus Finnigan incredulo fissando la professoressa che lo guardò accigliata
–Ma certo! L’unico motivo per cui la scuola è ancora aperta in questa situazione è proprio il garantirvi un’adeguata istruzione.- disse inflessibile –Quindi gli esami si terranno come di consueto e confido che voi tutti vi stiate impegnando nello studio- concluse guardando negli occhi tutta la classe, che si affretto ad abbassare lo sguardo colpevole. Melen era l’unica a sembrare perfettamente a suo agio anche se, con la faccia da poker che si ritrovava, era difficile dire se fosse preparata o avesse semplicemente un gran sangue freddo. Marion si scambiò uno sguardo preoccupato con Harry e entrambi fissarono contriti i due conigli bianchi che avrebbero dovuto trasfigurare in un paio di pantofole saltellare tranquillamente sul banco. Quello della castana aveva il pelo a quadrettoni scozzesi ma era ancora ben lontana dalle perfette babuccie di seta nera posate con nonchalance sul banco della Black e certamente non abbastanza pronta per sostenere un esame. Anche Ron aveva l’aria abbattuta, come se gli fosse appena stata comunicata un’altra gita nella tana di Aragog
–mi ci vedete a fare un esame con questa?- chiese depresso mostrando la bacchetta magica maldestramente riparata con il magic-scoch e che proprio in quel momento aveva iniziato a sibilare minacciosamente.

Mancavano tre giorni alla prima prova d’esame quando la professoressa McGonagall fece un altro annuncio
–Ho buone notizie!- disse e nella Sala Grande non solo non si fece silenzio, ma ci fu uno scoppio di gioia
–Torna Dumbledore!- esclamarono molti contenti
–Avete preso l’erede?- tentarono alcuni speranzosi
–Ricominciano le partite di Quidditch!- strillò Baston esaltato saltando sulla sedia
–Melen ha aperto un banco dei baci!- disse Dawson, subito appoggiato dai membri del fanclub, guadagnandosi non poche occhiate perplesse. Quando il baccano si fu placato la professoressa continuò con un sorriso raggiante
–La Professoressa Sprite mi ha comunicato che le Mandragole sono pronte per essere raccolte. Stasera saremo in grado di rianimare le persone pietrificate. E’ inutile dire che è probabile che uno di loro sappia dirci chi e che cosa lo ha aggredito. Ho la speranza che quest’anno terribile si concluderà con la cattura del colpevole!- Ci fu un esplosione di applausi, nessuno pareva esimersi dal sollievo per quella lita novella, anche Malfoy batteva le mani anche se più per il fatto che finalmente Dobby e Melen si sarebbero tranquillizzati che per il risveglio dei nati babbani.
–Quando la risveglieranno sono sicuro che Hermione avrà tutte le risposte. Le verrà un colpo quando saprà che mancano solo tre giorni agli esami! Non ha fatto il ripasso. Forse sarebbe più gentile lasciarla dov’è fino a che non finiscono..- disse Ron con un sorriso che gli andava da orecchio a orecchio
–Emily probabilmente inizierà una protesta per “i diritti dei pietrificati”- mormorò Marion ridacchiando divertita. Proprio in quel momento Ginny Weasley andò a sedersi di fianco a Ron. Aveva l’aria nervosa e continuava a tormentarsi l’orlo della gonna con le mani.
–Che hai?- domandò il rosso con indifferenza servendosi un’altra porzione di porridge. Marion lo guardò con riprovazione per poi dedicare un sorriso materno alla ragazzina –Cosa c’è Gin? E’ successo qualcosa?- La ragazzina si mordicchiò il labbro inferiore mentre gli occhi le si riempivano di lacrime, passò in rassegna tutta la tavolata con uno sguardo spaventato che a Melen ricordò un po’ quello dell’elfo di Draco ma non rispose.
–Sputa il rospo- la invitò il fratello guardandola con apprensione malcelata. Melen alzò gli occhi al cielo disinteressandosi completamente di Ginny, non le era mai stata particolarmente simpatica e dubitava fortemente che i suoi problemi potessero interessarla.
–Devo dirvi una cosa..- pigolò Ginny con gli occhi bassi
–Di che si tratta?- domandò Harry, Ginny arrossì abbassando ancora di più la testa. –Allora?- incalzò Ron tradendo una certa preoccupazione
–Per caso riguarda la Camera dei segreti? Hai visto qualcosa o qualcuno che si comportava in maniera strana?- la incoraggiò Marion posandole una mano sulla spalla. La rossa aprì la bocca ma non ne uscì alcun suono, sembrava non sapere da dove cominciare, fece un profondo sospiro
–Io..- iniziò incerta e sempre a occhi bassi. Proprio in quel momento arrivò Percy Weasley, più pallido e stanco che mai. –Se hai finito di mangiare mi siedo al tuo posto, Gin. Sto morendo di fame, ho appena terminato il mio turno di sorveglianza- la ragazzina saltò su come una molla guardando il fratello terrorizzata, poi se la diede a gambe levate.
–Percy! Stava per dirci qualcosa d’importante!- disse Ron arrabbiato mentre il ragazzo, occupato il posto della sorella, si gelava nell’atto di prendere una tazza dal centro del tavolo
–Che genere di cosa?- chiese fingendo un indifferenza che palesemente non gli apparteneva
–Le avevo chiesto se aveva visto qualcosa di strano e lei aveva cominciato a dire..- il ragazzo perse quel poco di colore che gli era rimasto sulle guancie
–Oh..oh b-bhe.. quello.. quello non ha niente a che fare con la Camera dei Segreti- disse tossicchiando per darsi un tono
–E tu che ne sai?- chiese Ron alzando un sopracciglio in un modo che a Marion ricordò moltissimo la signora Weasley.
–Beh se proprio.. se proprio volete saperlo Ginny è entrata mentre io stavo.. io stavo..- lanciò un’occhiata imbarazzata a Marion e Melen che lo fissavano in attesa e divenne bordeaux –Beh, fa niente.. il fatto è che mi ha visto mentre facevo una cosa e io.. ehm.. le avevo chiesto di non dirlo a nessuno. Devo dire che pensavo avrebbe mantenuto la parola. In realtà non è niente ma io preferirei..- Nessuno di loro aveva mai visto Percy così a disagio
–Cosa stavi facendo Percy? Qualcosa di perverso?- Chiese Ron con un ghigno malizioso e divertito, cosa che fece diventare ancora più pallido il viso di Percy e ancora più rosse le sue orecchie. Sembrava che tutto il sangue si fosse concentrato in quella particolare parte del corpo.

Nonostante sapesse perfettamente che Hermione avrebbe con tutta probabilità svelato l’arcano già l’indomani Melen non si rassegnava all’idea di non essere arrivata lei stessa alla soluzione del mistero. Insomma, sapeva di essere una strega brillante quanto Hermione quindi perché la bionda era riuscita a capire cosa si nascondeva nella Camera e lei no? Era un affronto che il suo orgoglio non era pronto ad accettare! Quindi, sempre più spesso, iniziò a marinare le lezioni per passare i pomeriggi in biblioteca. Aveva oramai letto praticamente tutta la sezione sulle creature magiche senza trovare soluzione ed era sempre più frustrata, come diavolo aveva fatto Hermione a capirlo!? Sbuffò esasperata chiudendo un grosso tomo rosso con aria schifata
–Serve una mano?- alzò gli occhi trovandosi il viso simpatico della caposcuola di Serpeverde a un centimetro dal naso
–Io.. beh stavo facendo una ricerca- ammise sulla difensiva mentre la bella ragazza le si sedeva accanto incrociando le gambe in modo sensuale. Sul suo petto brillava, oltre alla spilletta da caposcuola, anche la B dorata del suo fanclub. Notando la traiettoria del suo sguardo la ragazza sorrise maliziosa
–Sei piuttosto popolare anche tra le ragazze, anche se io sono una delle poche che lo ammette- Melen arrossì appena distogliendo lo sguardo dalla spilla e tornando a posarlo sui numerosi volumi di fronte a lei
–Creature magiche eh.. Immagino che tu stia cercando notizie sul mostro- ipotizzò la riccia mentre il sorriso le si allargava sul viso scuro. Melen la fissò guardinga
–Mi chiamo Arya, Arya Zambini, mio fratello è del tuo anno- la vampira annuì, Blaise era un amico di Draco e aveva avuto modo di conoscerlo abbastanza bene nell’ultimo periodo
–Sai..studio per diventare una Faunista e so praticamente tutto quello che c’è da sapere su tutte le creature conosciute quindi se hai bisogno..- Melen la fissò per qualche secondo indecisa. Non era esattamente entusiasta all’idea di dover essere.. supportata...nelle sue ricerche però..
–Va bene- si arrese alla fine. La ragazza annuì
–Allora.. cerchiamo un mostro che vive per molti anni e che pietrifica le vittime.. è un po’ poco su cui lavorare.. ci vorrà del tempo- mormorò pensierosa
–Sappiamo anche che i ragni lo temono e che.. che solo Harry sente la sua voce- aggiunse Melen titubante. Arya la guardò sorpresa ma non disse niente, limitandosi a riflettere sulle poche informazioni che avevano e dirigendosi verso una scaffale poco distante. Dopo qualche minuto tornò indietro stringendo un sottile libro dalla consunta copertina di pelle, un sorriso vittorioso sul viso quadrato
–Credo proprio di aver risolto l’enigma- annunciò risedendosi di fianco alla Black che l’aspettava impaziente
-Ma.. tutto ha un prezzo- Melen la guardò incredula, stava scherzando? Voleva essere pagata per averla aiutata in una ricerca?! L’espressione seria e maliziosa della ragazza al suo fianco le fece capire che no, non scherzava affatto. Decisamente infastidita dalla piega che stava prendendo la conversazione sbottò seccata incrociando le braccia al petto
–Molto bene, cosa vuoi?- Gli occhi viola di Arya brillarono vittoriosi mentre un sorriso da serpe le si allargava sul bel viso
–Voglio Te - Ancora una volta Melen rimase senza parole e a bocca aperta. Arrossì vistosamente
–Me? Ma.. ma tu sei una ragazza!- protestò debolmente. La Serpeverde scrollò le spalle come se la cosa non fosse importante
–Questo è il mio prezzo- Dopo qualche secondo di titubanze la vampira sospirò sconfitta
–Ok, usciremo insiem..- non finì la frase, la bocca di Arya era calata sulla sua. Sentì la lingua umida della ragazza disegnarle il contorno delle labbra, il suo cuore batteva all’impazzata mentre socchiudeva la bocca, si sentiva la faccia in fiamme. Non aveva mai pensato molto a queste cose. Cioè si, a volte si era chiesta cosa si provasse ad essere toccata e baciata e.. ma non avrebbe mai pensato che il suo primo bacio sarebbe stato con una ragazza.. Ne che sarebbe stato così piacevole, a dirla tutta! Arya si staccò da lei sorridendo
–Considero il debito pagato, dolcezza. Ma se vorrai uscire qualche volta.. beh, io ci sto- disse allegramente –Ci vediamo Melen- la vampira non disse niente, troppo imbarazzata, limitandosi ad un cenno secco con la testa. Ci mise qualche minuto a riprendersi del tutto e solo allora si accorse che Arya aveva lasciato il libro aperto sul tavolo. Si avvicinò curiosa..


Tra i rettili maggiormente temuti sicuramente il Basilisco ricopre un ruolo di rilievo. Nato da un uovo di gallina covato da un rospo, il Basilisco è detto “il Re dei Serpenti” sia per le dimensioni eccezionali che può raggiungere sia per la sua intelligenza e mortalità. Il veleno di questo serpente gigante è velenosissimo e non si conosce altro antidoto se non la lacrima di fenice ma quello che lo rende unico è lo sguardo, conosciuto fin dai tempi antichi come “sguardo di Medusa” gli occhi del Basilisco uccidono chiunque li guardi e pietrifica coloro che hanno la sfortuna d’intravederli. Vive principalmente in una regione del Sud-America dove ha un rapporto predatore nei confronti dei numerosi ragni giganti che popolano la stessa zona, suoi nemici naturali. Si dice che fugga solo sentendo il canto del gallo guadagnandosi il soprannome di “serpente Vampiro”..
 

  Melen rimase a bocca aperta. Tutto tornava! “Un serpente.. quindi lo sentivano solo Harry e Emily perché sono rettilofoni. Herm deve averlo intuito da questo!” si disse emozionata affrettandosi a cercare i suoi amici.

-Tubature. Come ho fatto a non pensarci?- esclamò la vampira fissando la pagina ingiallita che Harry le aveva passato. Si erano incontrati nella sala d’Ingresso e si erano subito ragguagliati sulle novità; Marion, Harry e Ron le avevano mostrato la pagina strappata che avevano trovato nel pugno di Hermione e Melen li aveva raccontato quello che era successo in biblioteca
–Tu e Arya Zambini che vi..- le orecchie di Ron diventarono rossissime mentre immagini ben poco caste iniziavano a formarsi nella mente del ragazzo, ancora scosso dalla recente visione della bella vampira praticamente nuda. Melen lo guardò con muto rimprovero mentre Harry e Marion cercavano di dissimulare l’imbarazzo e la sorpresa
–T-tornando a noi.. credo dovremmo dirlo alla McGonagall- suggerì Marion
–Si, in fondo c’è un enorme serpente assassino nell’impianto idraulico, credo che i professori dovrebbero esserne informati- concesse Ron cercando di darsi un contegno, seppur minimo.
–Potremmo andare ad aspettarla in sala professori, la campana suona tra poco- propose Harry guardandosi attorno guardingo, sperando che nessuno li beccasse a bighellonare in corridoio. Erano in sala professori da qualche minuto quando la voce della professoressa McGonagall si sparse per i corridoi notevolmente amplificata
Tutti gli studenti tornino immediatamente nei loro dormitori. Tutti gli insegnanti vedano in sala professori. Immediatamente, per favore- I ragazzi si guardarono a disagio
–Un’altra aggressione?- domandò preoccupato Ron
–Sembrava molto agitata, non vorrei che questa volta..- iniziò Melen mordicchiandosi un unghia
–Cosa facciamo? Torniamo al dormitorio?- chiese Marion ansiosa
–No- rispose Harry guardandosi intorno. Alla sua sinistra c’era un grande armadio dove i professori appendevano i mantelli –Nascondiamoci la dentro e sentiamo cos’è accaduto. Poi diremo cosa abbiamo scoperto- Entrarono velocemente nell’armadio e aspettarono in silenzio, ben presto la porta della sala si aprì e gli insegnanti si riversarono nella stanza. Infine arrivò la professoressa McGonagall
–E’ accaduto l’impensabile.. una studentessa è stata rapita. Il mostro l’ha presa e portata direttamente dentro la Camera- Piton si alzò di scatto dalla sedia
–Come fai a esserne sicura?- domandò preoccupato
–L’Erede di serpeverde ha lasciato un altro messaggio proprio sotto al primo- intervenne Mirice, pallida in viso –Il suo scheletro giacerà nella Camera per sempre- recitò affranta sedendosi e lasciando che la professoressa Sprite le versasse un generoso bicchiere di Whisky incendiario
–Chi è la ragazza?- domandò Madama Bumb facendo lo spesso con Vitiuos, ormai prossimo alle lacrime
–Ginevra Weasley- disse la professoressa McGonagall. Ron sentì le ginocchia cedergli e solo il rapido intervento di Melen, che lo strinse a se tappandogli la bocca con una mano, gli evitò di essere scoperti. –Domani rimanderemo tutti gli studenti a casa. Questa segna la fine di Hogwarts. Albus ha sempre detto..- la porta professori si spalancò un’altra volta lasciando entrare Gilderoy Allock. Marion avrebbe potuto giurare che, per un secondo, uno strano e identico luccichio maligno era apparso negli occhi di tutti gli insegnanti.

Fu una giornata pesante, forse una delle più pesanti che Marion avesse mai vissuto. Conosceva Ginny da quando erano bambine e l’idea che non l’avrebbe più rivista.. Fece vagare lo sguardo sulla sala comune. Percy non c’era. Appena si era sparsa la voce del rapimento della sorella aveva mandato un gufo alla madre per poi chiudersi in camera sua. I gemelli stavano salendo in quel momento dopo aver passato ore a guardare il camino uno di fianco all’altro, in un muto conforto reciproco. Ron era seduto al suo solito posto, lo sguardo perso ad osservare il riflesso del fuoco sui capelli di Melen senza in realtà vederla
–Lei sapeva qualcosa- disse parlando per la prima volta da quando si erano infilati nell’armadio della sala professori. –Per questo l’ha rapita. Percy non c’entrava neanche lontanamente. Aveva scoperto qualcosa sulla Camera.. deve essere per forza per questo..- si strofinò energicamente gli occhi –Voglio dire, lei era una purosangue. Non può esserci altra ragione.- Harry annuì distrattamente continuando a rigirarsi tra le mani una spilla hippie che Emily gli aveva regalato per il suo compleanno. Aveva lo sguardo vuoto.
–Pensate che.. che ci sia qualche possibilità che lei sia.. hai capito, no..?- chiese Ron speranzoso. Harry strinse le labbra con forza e Melen abbassò impercettibilmente la testa, non vedevano proprio come potesse essere ancora viva ma non avevano la forza di dirlo a Ron.
–Si. Sono certa che Ginny starà bene.- rispose invece Marion decisa prendendogli una mano. Il rosso la guardò in silenzio poi ricambiò la stretta grato.
-Non vorrei sembrare crudele, ma la sua vita è nelle mani del Pirla..- fece notare Melen con un sospiro stanco –Odio sentirmi così impotente- annuirono quasi in contemporanea.
–Sapete una cosa? Credo dovremmo scendere da Allock- disse Ron guadagnandosi diverse occhiate interdette –No dico sul serio. Dovremmo dirgli quel che sappiamo. Lui deve entrare nella Camera no? Forse se gli diciamo cosa lo aspetta e dove pensiamo che sia..- Marion annuì
–Le probabilità di riuscita aumenteranno- concluse speranzosa. Harry e Melen si guardarono a disagio, ma non riuscendo a pensare a niente di meglio e volendo disperatamente avere qualcosa da fare, acconsentirono. Nessuno li guardò uscire o pensò di fermarli, sembrava che la sala comune di Grifondoro fosse stata congelata.

Iniziava a fare buio mentre si avviavano verso l’ufficio di Allock. Da fuori si sentiva un grande affaccendarsi; stropiccii, colpi e un frettoloso andirivieni.
–Starà scegliendo il look da combattimento- disse acida Melen che non aveva mai avuto stima dell’uomo. Harry bussò alla porta un po’ titubante e all’interno calò il silenzio. Poi la porta venne socchiusa di pochi millimetri e gli occhi azzurri di Allock sbirciarono dalla fessura guardinghi
–Oh.. ragazzi, siete voi..- disse lievemente sollevato aprendo un po’ di più –In questo momento sarei piuttosto impegnato quindi se voleste fare in fretta..- Harry annuì
–Professore, abbiamo alcune informazioni che pensiamo potrebbero esserle utili- Allock lo fissò a disagio
–Ehm..beh.. non è proprio il.. voglio dire.. va bene, ecco.. entrate- concluse dopo qualche secondo di titubanza. Si scostò dalla porta per farli passare, richiudendola immediatamente alle loro spalle. Il suo ufficio era quasi del tutto smantellato. Il consistente numero di quadri e foto di se stesso erano stipati in grossi bauli decorati o appoggiati per terra in alte pile così come i libri (tutti suoi ovviamente) che avevano riempito la grande libreria, dei vestiti di tutti i colori continuavano a piegarsi e a entrare di loro spontanea volontà in un baule poggiato sulla scrivania.
–Va da qualche parte?- domandò Melen fissandolo torva
–Ehm.. beh..si- ammise l’uomo arrotolando una sua ammiccante gigantografia –Una chiamata urgente.. improrogabile.. non ho proprio potuto rifiutare- disse buttando il rotolo in uno dei bauli
–E mia sorella?- chiese Ron brusco
–Ah, sì.. una vera disgrazia. Nessuno se ne rammarica più di me- commentò il professore senza guardarlo negli occhi e continuando ad ammonticchiare la sua roba.
–Ma.. ma lei è l’insegnante di Difesa contro le Arti Oscure! Come può scappare con tutti questi fatti di magia nera che accadono a scuola!- esclamò Marion incredula.
–Beh, devo ammettere che quando ho accettato il posto.. non c’era nulla di.. questo.. nel contratto- balbettò facendo scattare velocemente le serrature dei suoi bagagli
–Intende davvero squagliarsela? Dopo tutto quello che ha raccontato di aver fatto nei suoi libri?- domandò Harry a bocca aperta
–I libri possono portare fuori strada- disse Allock diplomatico
–Ma li ha scritti lei!- continuò Harry sempre più incredulo
–Ragazzi sentite..- disse l’uomo raddrizzandosi e fissandoli con la fronte aggrottata –Un po’ di buon senso! I miei libri non avrebbero venduto neanche la metà se la gente non avesse pensato che a fare tutte quelle cose ero stato io. A nessuno piace leggere le imprese di un brutto e vecchio mago armeno, anche se ha salvato un intero paese dai lupi mannari. Non aveva nessun gusto nel vestirsi, la sua foto in copertina avrebbe sfigurato! Quanto alla maga che ha messo in fuga la strega Bandon.. aveva il labbro leporino. Insomma, cercate di capire..- Melen lo guardò con tale disprezzo che l’uomo fece un passo indietro
–E così lei ha preso il merito di quello che altri hanno fatto.. non che la cosa mi stupisca- sputò serissima
–Non ho mica lavorato poco! Ho dovuto trovare queste persone, farmi raccontare tutti i dettagli, oblivionarle.. Se c’è un incantesimo che mi viene proprio bene è quello di Memoria. No davvero, il lavoro è stato molto- disse annuendo
–Eh si, se vuoi la fama devi essere disposto a impegnarti con costanza- Chiuse anche l’ultimo baule incurante degli sguardi schifati dei suoi studenti.
–Bene, direi che manca solo una sola cosa..- si girò verso di loro estraendo la bacchetta –Mi spiace, miei cari, ma temo proprio che dovrò farvi saggiare la mia bravura- Harry estrasse velocemente la bacchetta ma Marion fu più veloce. Si tuffò per terra sorreggendosi con le braccia e falciò con la propria gamba tesa quella di Allock che rovinò a terra, mentre la sua bacchetta veniva prontamente afferrata da Melen. Tutti la guardarono stupiti
–Me l’ha insegnato Em- spiegò, arrossendo sotto lo sguardo ammirato di Harry. La vampira spezzò la bacchetta del mago e la gettò fuori dalla finestra, avvicinandosi poi minacciosamente all’uomo che cercò di nascondersi sotto la scrivania.
–Cosa volete che faccia? Io ignoro dove sia la Camera dei segreti, non posso fare nulla!- protestò debolmente, pallido come un cencio
–E’ fortunato. Noi pensiamo di sapere dove sia- disse Harry costringendolo ad alzarsi in piedi senza smettere di puntargli la bacchetta addosso.

Spinsero un Allock piagnucolante fuori dal suo ufficio e poi giù verso il bagno di Mirtilla Malcontenta. Rallentarono un attimo davanti alle minacciose scritte che brillavano rosse alla luce delle torcie, poi spinsero l’uomo tremante nel bagno. Era ora di chiudere questa storia una volta per tutte. Mirtilla era seduta sull’ultimo gabinetto e piangeva come al solito.
–Oh, sei tu!- esclamò quando vide Harry –Sei venuto a tirarmi qualcos’altro?- chiese con un singhiozzo.
–No, volevo chiederti come sei morta- rispose lui con un sangue freddo invidiabile. Mirtilla parve molto lusingata da quell’interesse e rispose con un sorriso che, probabilmente, nessuno vedeva da parecchi anni
–Oooh, è stato orribile!- trillò deliziata –E’ successo proprio qui dentro. Sono morta in questo cubicolo, me lo ricordo come se fosse ieri! Mi ero nascosta perché Olive Hornby mi prendeva in giro per via degli occhiali. Qualcuno è entrato e ha iniziato a dire delle cose senza senso, una specie di linguaggio inventato e ho capito che era la voce di un ragazzo. Sono uscita per dirgli di andarsene e..- la voce del fantasma si riempì d’importanza -..sono morta!- I ragazzi si fissarono perplessi
–Ma.. come?- chiese Marion. Mirtilla si girò verso di lei di malavoglia
–Non ne ho la più pallida idea. Ricordo solo di aver visto due immensi occhi gialli che mi fissavano. E’ stato come se tutto il mio corpo si.. dissolvesse.- tornò a fissare Harry con occhi sognanti
–In che punto hai visto gli occhi esattamente?- domandò il ragazzo un po’ a disagio
–Da quella parte- mormorò lei sbattendo le ciglia in modo conturbante. Subito i ragazzi si fiondarono sullo scarico e iniziarono a esaminarlo centimetro per centimetro, dentro e fuori tubi compresi.
–Qui.. questo è un serpente- disse Melen indicando uno dei rubinetti di rame
–quello non ha mai funzionato- disse vivacemente Mirtilla mentre Ron tentava di aprirlo
–Harry, dì qualcosa in serpentese- suggerì Ron. Marion tremò spaventata continuando a puntare la bacchetta contro un Allock altrettanto spaventato. Era certa che fossero nel posto giusto, ma aveva un brutto presentimento.. Dopo diversi tentativi finalmente il lavandino diede segno di aver recepito i sibili di Harry. Per un attimo brillò di una vivida luce bianca e iniziò a girare lentamente, poi sprofondò nel pavimento lasciando scoperto un grosso tubo, abbastanza grande da far passare un paio di persone insieme.. Trattennero il fiato fissando le scure profondità a cui conduceva
–Credo.. credo dovremmo calarci lì dentro- disse Harry spaventato ma deciso.
–Si, le speranze di trovare Ginny vive salgono ancora- disse Marion speranzosa
–Anche quelle di lasciarci la pelle- fece notare Melen
–Beh, sembra proprio che non ci sia bisogno di me. Quasi quasi io..- Esclamò Allock accennando un sorriso e mirando all’uscita
–No, lei entra per primo- ringhiò Ron spingendolo, senza troppi complimenti, nell’apertura. Le urla dell’uomo rimbombarono per quasi un minuto intero prima di spegnersi nell’oscurità. –Andiamo- mormorò Harry iniziando a calarsi nel tubo, subito seguito dagli altri. Subito Melen si pentì di essersi messa quel vestito invece che una mise più..sportiva. La lunga gonna nera le si era attorcigliata intorno alla vita lasciando le gambe completamente scoperte e pareva che Ron, poco più avanti di lei, apprezzasse la cosa anche nel terrore. Imbarazzata cercò di concentrarsi sul luogo in cui si trovavano, sentiva un leggero odore di sangue animale, ma la puzza di chiuso e di umidità copriva tutto il resto. Atterrarono su un pavimento melmoso quasi completamente coperto da scheletri di topi, il buio era quasi assoluto.
–Lumos- pigolò Marion illuminando pareti nere e viscide che si allungavano in un ampio tunnel
–Probabilmente siamo sotto al lago- mormorò Ron guardandosi intorno, per quanto ovviamente glielo permettesse l’oscurità opprimente. Anche la bacchetta di Harry si accese –muoviamoci- disse il ragazzo ponendosi davanti al gruppo. I loro passi rimbombavano secchi sul pavimento bagnato.
–Se sentite qualcosa muoversi ricordatevi di chiudere gli occhi- raccomandò Melen, il fiato corto e le mani trmanti, non si era mai sentita così fragile.. Ma l’oscurità sembrava ovattare anche i rumori e gli unici suoni erano i rumori dei loro passi e i mormorii terrorizzati di Allock.
–Harry, più avanti c’è qualcosa..- disse Ron fermando l’amico spaventato. Marion si sistemò meglio gli occhiali sugli occhi e rimase a bocca aperta, raggelata come i suoi compagni. Davanti a loro qualcosa d’immenso, tutto spire, steso di traverso nel tunnel. Era immobile.
–Forse dorme- soffiò Harry voltandosi verso il piccolo gruppo. Melen scosse la testa
–E’.. è una pelle.. Il Basilisco deve aver fatto la muta- disse a fatica, sentì le ginocchia cederle
–Melen che hai? Ti sentì male?- chiese Marion avvicinandosi preoccupata –Io non..non lo so.. mi sento così debole che..- non riuscì a finire la frase, il suo corpo aveva preso a tremare violentemente togliendole il respiro.
–E’ questa roccia! Questa roccia le fa male- esclamò Marion tenendole la testa in modo che non la sbattesse sul pavimento. Ancora una volta la conoscenza era fiorita nella sua mente senza motivo
– Dev’essere onice- Ron e Harry la guardarono aggrottando le sopracciglia
–Come fai a..- iniziò Ron ma Allock lo scaraventò a terra. Harry balzò in avanti, ma troppo tardi. Allock si stava raddrizzando tutto tremante stringendo la bacchetta di Ron, un sorriso sgargiante sul viso.
–Qui si conclude l’avventura ragazzi, ma non preoccupatevi, il mondo conoscerà la nostra storia. Dirò come sono arrivato tardi per salvare la ragazzina e di come voi siete impazziti nel vedere il suo corpo straziato. Tragico davvero. Mentre per te, mia bella demone- disse rivolgendosi sprezzante a Melen, cha aveva smesso di tremare ma appariva ancora debole e stanca –Ho un ruolo di tutto rispetto. Racconterò il mio duello contro di te, l’erede di Serpevede, e di come io sia infine riuscito a vincere la tua..malvagità. Dite addio ai vostri ricordi. Oblivion!- esclamò l’uomo, esaltato. La bacchetta rattoppata di Ron esplose con la forza di una bomba. Dal soffitto iniziarono a cadere grossi massi e i ragazzi cercarono riparo –Harry attento!- urlò Marion buttandosi sul ragazzo e scansando una pietra che mirava alla testa del moro. Un attimo dopo si ritrovarono davanti ad una compatta parete di detriti di roccia.
–Ron! Ron State bene?- urlò Harry preoccupato alzandosi e avvicinandosi alla frana
–Si, io sto bene e anche Melen.. Credo sia svenuta, ma non è ferita a differenza di questo tizio- si sentì un tonfo e un lamento, come se Ron gli avesse dato un calcio
–E ora cosa facciamo? Ci vorranno ore per togliere questi massi!- Marion e Harry si guardarono in silenzio per qualche secondo, entrambi sapevano che occuparsi della frana avrebbe potuto costare la vita a Ginny. C’era una sola soluzione
–Aspetta qui e cerca di liberare un po’ il passaggio. Noi.. noi andremo a cercare Ginny- disse Harry. Ci fu un silenzio carico di tensione
–Ok. Allora.. allora ci vediamo tra poco- rispose Ron, sforzandosi di mantenere la voce ferma. Marion si alzò e strinse la mano dell’amico per darsi coraggio e farne anche a lui. Il suo pensiero andò ad Adam, non gli aveva mai detto che gli piaceva e promise che, se fosse uscita viva da li, sarebbe stata la prima cosa che avrebbe fatto. Il tunnel si rivelò più lungo di quello che pensavano, procedettero in silenzio, con le orecchie tese e le mani intrecciate. Dopo quasi cinque minuti di marcia si trovarono davanti a una parete su cui erano scolpiti due serpenti attorcigliati, i loro occhi brillavano smeraldini nel buio. Harry si avvicinò, deglutendo nervoso
–Apriti- disse in un sibilo che fece accapponare la pelle a Marion. I serpenti si sciolsero dal loro groviglio e la parete si divise in due metà. Con un ultima occhiata ansiosa i due entrarono. 
  

Angolo dell'autrice e del postatore di riserva:
Buondì a tutti, oggi ho postato la storia io perchè Lisa è decisamente impegnata. Ieri sera sono diventato papà! I commenti oggi saranno piuttosto brevi perchè voglio andare a trovare il bimbo ^^ Spero che il capitolo vi sia piaciuto, devo dire che non ho davvero idea del perchè io abbia inseito Arya.. mah! Ogni scusa è buona per un pò di sano yuri UçU pervertito! Teoricamente ci sentiamo presto con il prossimo capitolo! Una saluto Vale, Mattia, Lisa e Naru!



P.S Arya Zambini  http://img405.imageshack.us/img405/8350/stockphotobeautifulblac.jpg 

  
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