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Autore: ninilke    22/02/2012    3 recensioni
I Malfoy sono legati da un contratto segreto a una potente e malvagia famiglia di maghi oscuri, che li vuole in rovina: un aiuto inatteso arriverà dai Potter, soprattutto dalla giovane Lily Luna. Scorpius Malfoy troverà in lei una persona fidata e capirà di poter provare sentimenti profondi, arrivando anche a conoscere l'amore.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Capitolo 4 - Non brilla davvero

Lily Potter aveva ancora il dito di Scorpius Malfoy puntato addosso, ma decise di non badarci per un attimo e guardare verso i loro genitori:

-Che cosa sta sembrando un deja vù?

-La scena di mia figlia puntata dal signorino qui presente - rispose Harry evidentemente stizzito -Siccome è già successo e l’avvenimento ha avuto ripercussioni importanti…

-Come è già successo? Quali ripercussioni?- domandava a raffica Lily.

-Quattordici anni fa- risposero quasi all’unisono Harry e Draco con un’espressione vacua, come da condannati a morte -Siete il motivo per cui lavoriamo insieme…- concluse Malfoy buttando gli occhi al cielo. Siccome Lily non sembrava convinta, Harry proseguì:

-Dato che eri una bambina bellissima, non appena Scorpius ti vide, quattordici anni fa, rimase come ipnotizzato da te ed esclamò solennemente che…ti voleva- spiegò Harry arricciando le labbra su quest’ultima affermazione -Disse che il suo papà era ricco e che mi avrebbe dato tutti i soldi che volevo, pur di averti. Tuo zio Ron si arrabbiò moltissimo, anche se sapeva che era solo un bambino, quindi Scorpius passò al contrattacco: capendo di non poterti ottenere con la forza, pregò suo padre di sostenere il colloquio che lo avrebbe portato a lavorare con me, cioè il padre della splendida bambina nel passeggino.

Lily parve un po’ sorpresa: ovviamente non ricordava niente dell’accaduto, quattordici anni prima aveva solo un anno, però si domandò se Scorpius avesse anche solo lontanamente memoria di quel momento. Questo dubbio la portò a guardare verso di lui: stupidamente cercò di immaginarselo bambino, con le guance arrossate dal freddo, gli occhi grandi e il sorriso da un orecchio all’altro. Sapeva che non era un ragazzo sorridente, ma inspiegabilmente immaginava che fosse stato un bambino allegro e vivace, di quelli che non stanno mai zitti e cercano di comprare le bambine degli altri! Lui la guardò di rimando, ma l’incontro dei loro sguardi durò una frazione di secondo, tanto era l’imbarazzo provato in quel momento: condividere un ricordo così lontano della loro infanzia sembrava una cosa tanto intima da unirli nel profondo e in quell’attimo non era ciò che volevano, quindi distolsero lo sguardo.

-Se quattordici anni fa- riprese Harry- vedere Scorpius fare…quella cosa… mi era sembrato tenero, dato che era solo un bambino di tre anni, adesso vedo davanti a me un uomo e non c’è nulla di tenero! Quella è la mia bambina, chiaro?- concluse secco lui. Lily stava già per ribattere che quel discorso era dannatamente medievale e che non c’era assolutamente niente tra lui e Malfoy, quando fu proprio lui a parlare:

-Ma lei non mi interessa!- si limitò a dire con sufficienza -Io parlavo della spilla.

-Oh- rispose Harry tra l’imbarazzato e il sollevato -Certo, la spilla… Che spilla è?

-La spilla speciale dell’edizione super-mega-extra limitata dei Topi di Bristol- esclamarono in coro Lily e Scorpius, stupendosi subito della loro abilità nel cacciarsi in situazioni per loro imbarazzanti.

-Come fate a dire una cosa così lunga all’unisono?- domandò Harry -E soprattutto, perché una spilla ha un nome così lungo?

-Dovrebbero essere…- cominciò Draco -Questi…Topi di Bristol… sono forse quella band musicale dannatamente stupida che ascolti tu?

-Non sono stupidi, sono demenziali!- lo corresse Scorpius.

-Cantano canzoni d’amore demenziali! Per questo la spilla ha un nome così lungo, doveva essere demenziale- aggiunse Lily. -Ce ne sono solo otto in tutto il mondo.

-Considerando che i fans di questi signori saranno forse… bah, nove- cominciò Draco -ne arguisco che l’unico a non averla sia mio figlio.

-Guarda che è un pezzo rarissimo! Non credevo che ne avrei mai vista una dal vivo!- ribattè Scorpius emozionato come un bambino . Guardò poi Lily per una frazione di secondo e chiese -La posso vedere? Intendo, toccare, tenerla in mano…?   

-Le mie orecchie stanno facendo arrivare al mio cervello messaggi perversi- disse Harry in uno sbuffo di collera -Andiamo Malfoy se no inizierò a farmi una pessima idea di tuo figlio.

I due uomini salutarono e se ne andarono, lasciando soli i loro figli.

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La cena era ormai terminata e la professoressa Mc Granitt stava tornando in Presidenza per dare un’ultima occhiata alle sue scartoffie prima di ritirarsi nella sua stanza: nel corridoio fu fermata dall’insegnante di Pozioni, che le porse un foglio con soddisfazione:

-Ho i risultati dei test.

-Molto bene, li visionerò domattina.

-Professoressa, oso insistere perché li guardi adesso. Il risultato la stupirà…

La preside diede una veloce occhiata al documento: aveva commissionato dei test per individuare quale pozione o composto potesse essere più adatto ad essere vaporizzato nell’aria di Hogwarts per la disinfestazione e, data l’insistenza dell’insegnante, in quel momento  era molto interessata al risultato delle analisi. Iniziò a leggere a bassa voce:

-“Sulla base delle caratteristiche blablabla e analizzando la composizione blabla, si nota una decisa intolleranza dei Mucilli a…” Che cosa?!- si stupì -Ma siamo certi di questi test?

-Assolutamente! Ritengo che sia una buona notizia, no?

-Ottima, complimenti per il suo operato. Allora domattina stessa inizieremo la bonifica: provvederò ad avvisare gli studenti a colazione- concluse, preparandosi a godersi una lunga dormita senza preoccupazioni.

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-Vero che è bellissima?- esordì Lily, mostrando la spilla -Sul bordo c’è scritta una frase della loro canzone…

-… “Aiutami a volare, ho la scopa impazzita!”, l’ho riconosciuta!- completò Scorpius con un sorriso. Tremendo errore, stava sorridendo a Lily Potter! Subito recuperò un contegno degno di suo padre: ringraziò Lily per avergli fatto vedere la spilla, gliela riconsegnò in una mano e voltò le spalle per andarsene. Lei però non aveva la benché minima intenzione di lasciarlo andare via: doveva trovare qualcosa da dire, un modo per fermarlo che non fosse la solita aggressione fisica, solo che non le venne in mente niente di meglio che dare voce a quello che era stato il suo pensiero.

-Non ho la benché minima intenzione di lasciarti andare via!- disse d’un fiato. Lui si fermò, si voltò con sguardo serio e disse solo:

-Scusa?!

-Non ho la benché minima intenzione di lasciarti andare via!- ripetè Lily camminando a passo deciso fino ad arrivare esattamente di fronte a lui.

-Nessuno mi dice dove devo andare e cosa devo fare, chiaro?- sibilò lui.

-Hamilton lo fa!- lo provocò lei -“Andiamo di qua, facciamo di là”, lui dice e tu e gli altri due amichetti lo seguite come cagnolini ammaestrati. Com’è che a lui non dici niente?

-Non sono un cagnolino ammaestrato!- si infervorò Scorpius, avvicinandosi a lei con fare minaccioso e puntandole la bacchetta al lato del collo. Si avvicinò un poco a lei e sussurrò adirato -E adesso lasciami in pace, altrimenti me la paghi sul serio- Si aspettò uno sguardo impaurito da lei, un gemito, un brivido, una blanda reazione di terrore ma o tutto questo tardava ad arrivare, oppure lei non lo stava provando affatto.

-Intanto però sei ancora qui- si limitò a dire lei. Poi sorrise un po’ maligna come suo solito e fece pressione sulla spalla di Scorpius, quella con cui si divertiva  torturarlo da due giorni a quella parte: lui non ebbe reazioni e sfoderò un sorrisino più malvagio del suo.

-Peccato Potter, non puoi fare niente- la schernì sarcastico Malfoy- La spalla non mi fa più male, sono passate quasi quarantotto ore da quando sono caduto!

-Allora lo vedi che sei caduto dal letto!- gioì lei con un sorriso. Scorpius resto un attimo in silenzio e nella sua testa risuonò la voce di suo padre, che ripeteva il solito “Sei maldestro come un Weasley!”: e lo era davvero, perché non solo cadeva dal letto, ma si faceva anche beccare da quella bambina antipatica! Lily gli voltò le spalle e fece qualche passo, poi alzò gli occhi sopra di sè: stava già diventando buio e la luna già appariva nitida in cielo, una grossa palla bianca in mezzo al blu scuro della sera. Scorpius colse l’occasione per andarsene, ma per l’ennesima volta lei tentò di fermarlo, stavolta solo con le parole:

-Non brilla davvero…

-Cosa?!- domandò Scorpius, dandosi poi subito dello scemo per aver assecondato i vaneggiamenti di quella lì e aver sprecato un’occasione per tornarsene finalmente dentro.

-La luna! A chi la guarda, sembra che risplenda, ma in realtà la luna non brilla di luce propria: è il sole a renderla visibile di notte, anche se lui non c’è. Lui, che di giorno dà la luce, il calore e la vita, accetta di farsi da parte solo per renderla la regina della notte; lei lo ricambia muovendosi attorno a lui, giorno dopo giorno, come in una danza. Senza il Sole, la Luna sarebbe solo un ammasso di terra freddo e buio,non sarebbe niente.

-Perché mi dici queste cose?- domandò Scorpius in un tono troppo dolce rispetto a quanto volesse.

-Il mio secondo nome è Luna- rispose lei guardandolo con un’espressione per lui nuova -Solo a me sembra un nome malinconico?

-Io…mi chiamo Hyperion- rispose lui in un soffio, come aspettandosi che lei lo prendesse in giro per un nome così strano. Lei però si limitò a sorridere e dirgli “Lo so”: già, Hogwarts era peggio di un paesino babbano dove tutti sanno tutto di tutti, ma in quel momento Scorpius si sentì sollevato all’idea che non sarebbero arrivati commenti ironici,quindi continuò. -Per anni ho pensato che fosse un nome orribile, poi mi sono interessato al suo significato- iniziò, vedendo che lei sembrava dargli retta sul serio- Secondo la mitologia babbana, il titano Hyperion ebbe tre figli, che erano il Sole, la Luna e l’Aurora. Scorpius invece è il nome latino della costellazione dello Scorpione: praticamente nel mio nome ci sono il sole, la luna e le stelle, quindi tu non lamentarti della tua Luna!

-Lilian, detta Lily, come il giglio- rispose lei porgendogli la mano, come se si stesse presentando per la prima volta -Non l’abbiamo mai fatto, intendo… questo: presentarci dandoci la mano e dicendo i nostri nomi.

Scorpius la guardò con occhi ostili: ma per chi l’aveva preso? Lui non aveva più tre anni, non faceva le bambinate con cui si divertiva la Potter, non aveva voglia di starsene lì a perdere tempo con lei, quella ragazzina immatura che ormai da due giorni continuava a giragli attorno… “giorno dopo giorno, come in una danza”… Le parole che aveva detto poco prima Lily risuonavano nella sua testa come se ci fosse un megafono: lei era Luna, che a chi la guarda sembra sempre in grado di splendere, ma è solo apparenza. Lei era Luna, che gli girava attorno come attratta da una forza invisibile che le impediva di lasciarlo in pace. In quel momento a Scorpius sarebbe piaciuto sentirsi Sole, essere un po’ meno altezzoso e poter desiderare che lei gli stesse vicino: possibile che stesse accadendo solo perché lei si era mostrata un po’ malinconica, così diversa dalla Potter del giorno prima? Forse, ma lui non era uno di quelli abituati a guardarsi dentro: lui non c’entrava niente con il Sole, che dà la luce, il calore e la vita, lui era solo Scorpius, un ragazzo di diciassette anni antipatico, arrogante e viziato. Guardò la mano che Lily gli porgeva e, sforzandosi di mantenere uno sguardo altero, se ne andò: lei non cercò di fermarlo. Passo dopo passo, Scorpius sentì nello stomaco un senso di vuoto: giustificò quella sensazione col fatto che la sua cena era stata interrotta sul nascere dalla telefonata del padre, ma si rese conto di non saper nemmeno raccontare le bugie. Non aveva mai pensato a sé come al Sole, ma aveva diciassette anni e forse poteva ancora cambiare, magari parlando con Lily, la creatura più simile alla Luna che avesse mai conosciuto. Come sempre pensò a cosa gli avrebbe detto suo padre, ma l’unica frase che gli venne in mente fu quella che aveva pronunciato poche ore prima: “se sentirai di poterti fidare di lei, non tirarti indietro”. Si portava dentro troppi pensieri, troppi segreti e troppi ricordi dolorosi per non condividerli con qualcuno: suo padre lo aveva capito e gli aveva dato il permesso, anzi, lo aveva quasi spinto a scegliere lei per farlo. Forse avevano qualcosa in comune e lui nemmeno lo sapeva: beh, adesso sapeva che le piacevano i Topi di Bristol! A lui piaceva molto quella loro canzone che diceva “Il sole è ghiacciato, il mondo non ha più la sua luce, ma tu fidati di me”, canzone demenziale, ma pur sempre d’amore: si sentiva così, come un sole ghiacciato e spento, ma aveva la sensazione che le cose sarebbero cambiate. Basta perdere tempo, doveva tornare da lei, sperando che fosse rimasta lì a controllare che la luna stesse al suo posto e non avesse pensato, cosa condivisibilissima, di tornarsene dentro, magari: invece no, per fortuna c’era ancora. Da quando era una fortuna per lui incontrare Lily Potter? Basta perdere tempo, se l’era già detto! Le andò di fronte a passo deciso, sospirò e le tese la mano:

-Scorpius Hyperion Malfoy

-Lilian Luna Potter

Due deficienti! Si sentivano assolutamente deficienti. Ma anche vergognosamente bene…

-Perché vuoi che ti parli di me?- domandò Scorpius.

-Ti è mai capitato di volere qualcosa senza saperne il motivo? Come un desiderio irrazionale che non ti riesci a spiegare, ma che ti è nato dentro e che ti intestardisci di soddisfare?

-Mah, a quanto mi dicono qualche anno fa ho cercato di comprare una bambina…- alluse lui.

-Invece sono qui con te gratis!- rispose lei, senza pensare al significato delle sue parole. Solo una volta uscite dalla sua bocca presero un senso più profondo e inaspettato: “sono qui con te” suonava come qualcosa di troppo affettuoso e dolce, qualcosa che tra di loro non c’era. E allora perché Lily sentiva il sangue correre in vene che a malapena sapeva di avere? Come se il cuore dovesse pompare a una velocità supersonica per non scoppiare in quel momento? Non stava succedendo niente di niente, eppure…

-Oh troll, sono già le dieci passate!- si stupì Scorpius- Dobbiamo rientrare assolutamente, adesso è tardi!

-Già- rispose delusa Lily -è ora di andare… Non ti farò più domande, scusami. Sono stata più assillante in questi due giorni con te che in una vita con chiunque altro.

-Ma ci sono altri giorni dopo oggi- le disse Scorpius -Giorni in cui voglio… vederti che mi giri attorno, sai, come fai tu! Perché così… come avevi detto a Josh?...ah sì, “alimenti il mio ego”.

-Non lo faccio per alimentare il tuo ego da pallone gonfiato! Volevo solo fare due chiacchiere!- rispose lei stizzita, cercando di mantenersi seria. Poi però, i due si guardarono e sorrisero: “Volevo solo fare due chiacchiere” era il titolo di una canzone dei Topi e in un attimo si trovarono a canticchiare.

volevo solo fare due chiacchiere, ma ora sei qui vicino a me

E io vicino a te…eh sì, addio alle chiacchiere”.

-Non mi aveva mai imbarazzato cantare questa canzone- si stupì Lily.

-Non l’avevi mai cantata insieme a un ragazzo come me- le rispose Malfoy con un tono proprio da Malfoy, figlio, padre, nonno e forse bisnonno.

-Non avevo mai trovato un altro fan dei Topi, piuttosto!- rispose lei, dissimulando l’imbarazzo -Guarda, ho anche questo- aggiunse, chinandosi a cercare qualcosa nella borsa del Quidditch che aveva ancora con sé, poggiata a terra. Ne estrasse un’agendina un po’ logora, probabilmente di qualche anno prima e la aprì quasi nel centro: due pagine erano state riempite da una dedica autografata dai membri dei Topi.

-Questa è roba seria!- commentò Scorpius -Io non li ho mai visti dal vivo!

-Io sì, abbiamo fatto anche una foto con loro- rispose Lily porgendogli una fotografia da cui i membri della band salutavano chi la osservava.

-Ma allora c’è un’altra fan dei Topi!- esclamò lui indicando la ragazzina insieme a Lily sulla foto. Lei però sembrò rabbuiarsi, come se avesse toccato un argomento delicato.

-Lei…non c’è più- rispose distogliendo lo sguardo -Si chiamava Sabrina, eravamo amiche da quando avevamo tre anni. Poi due anni fa se ne è andata dopo una lunga malattia: questa è l’ultima foto che ho insieme a lei.

-Oh…mi dispiace, non immaginavo- si scusò, apparentemente con dispiacere sincero.

-Ma no certo, non potevi saperlo!- lo rassicurò Lily, per poi prendere fiato e guardare Scorpius dolcemente -Poco prima di morire chiesi a Sabrina se volesse essere seppellita insieme alla nostra preziosissima spilla dei Topi, pensa a quanto eravamo melodrammatiche- cominciò lei con gli occhi lucidi- ma lei mi rispose che avrei dovuto tenerla per ricordarmi sempre di lei. “Questa spilla è un pezzo così raro che sarebbe un peccato sprecarlo per chi non c’è più!”, così mi diceva.

Lily guardò la spilla che teneva tra le mani: era una grossa spilla tonda e piatta, di semplice plastica colorata, nulla di prezioso, con impressa un’immagine della band e tutto attorno una frase di una canzone. La vera particolarità era sul retro, dove si trovavano due sottili aperture con dei fogliettini all’interno, che servivano ad indicare il nome del proprietario o dei proprietari. Un tempo c’erano un fogliettino col nome “Lily” e uno col nome “Sabrina”, ma ora il secondo aveva lasciato spazio ad un foglietto bianco.

-Sabrina mi disse che se avessi trovato un altro fan dei Topi, sarebbe potuto diventare l’altro proprietario della spilla: “ma solo se ti renderà felice, altrimenti guai a te!” e poi rideva- Una lacrima rigò il volto di Lily -Vuoi scrivere il tuo nome sotto il mio?- domandò a Scorpius in un sussurro.

Lui trasalì: quella spilla sembrava un ricordo così personale, importante, privato… E poi c’era quel “se ti renderà felice”: lui non l’avrebbe resa felice, perché le stava chiedendo una cosa del genere?  

-Io non sono quel tipo di persona- rispose lui, cercando di apparire gelido.

-Quale tipo?- domandò lei, senza asciugarsi le lacrime che le rigavano il viso.

-Quello che fa queste cose! Queste… Dai, sono cose da ragazzine!

-Mi stai dicendo che non vorresti essere il comproprietario di una delle otto spille speciali dell’edizione super-mega-extra limitata dei Topi di Bristol?- domandò lei in un leggero sorriso. Lui cercò di mantenere il suo piglio da ragazzo freddo ed insensibile, ma vedere quella ragazzina che gli sorrideva tra le lacrime lo metteva stranamente a disagio. E poi quella spilla era così rara…

-Oh, al diavolo! Hai una penna, Potter?- le domandò, quindi lei si chinò a prenderne una dalla borsa del Quidditch e gliela porse. Lui estrasse il sottile foglietto dal suo vano e scrisse il proprio nome,poi lo inserì di nuovo e guardò Lily -E non piangerci sopra che me la bagni!- disse stizzito, togliendole una lacrima dal viso con un gesto rapido, come se stesse levando della polvere. Il contatto tra la sua mano e la guancia di lei ebbe come conseguenza una morsa alla bocca dello stomaco per entrambi: Lily pensò che fosse il gesto più dolcemente ostile che avesse mai ricevuto. Lo guardò, sperando in un sorriso, ma lui disse solo -Io non ti renderò felice…

-Non lo so- lo stupì lei -Guardami: sono qui sotto una luna bellissima, un attimo fa cantavo una delle mie canzoni preferite, su questa spilla non c’è più uno spazio vuoto che mi fa sentire sola e ho qualcuno che mi toglie le lacrime dal viso quando piango. Non so se mi renderai felice, ma per adesso sei sulla buona strada.

Scorpius guardò per terra, come se temesse che dovesse aprirsi una voragine sotto di lui da un momento all’altro: era esattamente così che si sentiva, come se mancasse la stabilità sotto i suoi piedi. Stava odiando quella ragazzina perché lo aveva messo in una posizione difficilissima con se stesso: si sentiva un bipolare, perché un attimo era in un modo, quello dopo era in un altro, era freddo, ma poi sensibile, era serio, ma poi cantava canzoni demenziali. Sì, ma anche lei, un attimo piangeva e quello dopo rideva, un po’ era la solita Potter-bambina dell’asilo e un po’ era una Potter diversa da come la immaginava, per quanto la conoscesse pochissimo. O invece adesso la conosceva di più? Lei si era aperta, raccontandogli dei fatti personali e anche un po’ dolorosi, quindi lui avrebbe dovuto fare lo stesso? No, lui non faceva niente per dovere o per imposizione, faceva solo quello che gli suggerivano l’istinto e la coscienza! “Oh, zitta coscienza!” si ritrovò a dirsi mentalmente.

-Non so cosa ti aspetti da me- cominciò - ma io so cosa voglio da te. Voglio che mi ascolti quando ti racconterò di me, voglio che mi dica cosa pensi anche se non sarò d’accordo, voglio bisticciare con te per ore, ma non voglio essere tuo amico- concluse con tono deciso.

-Riassumendo- disse lei con tono ironico -Potrò farmi i fatti tuoi, commentare a mio piacimento, divertirmi a stuzzicarti di continuo e in più non avere nessuna…diciamo…implicazione sentimentale? Accetto!

-Riconosco che nessuno farebbe niente per niente, quindi in cambio ti darei quello che vuoi. Cosa preferisci, soldi, qualche vestito firmato? Sai che sono più che benestante, quindi non mi faccio problemi…

-A parte che tuo padre lavora col mio, quindi a reddito saremo lì- iniziò lei sbarrando gli occhi -anche se lo so che tu hai tutte quelle cose tipo mega-villa, eredità di famiglia e blablabla… Ma poi la devi smettere di cercare di comprarmi, non hai più tre anni!- continuò sorridendo ironica -Non sono mica la tua puttana!

Scorpius sembrò colpito dalle sue affermazioni, poi si limitò a dire:

-Se lo farai senza nulla in cambio sembrerà che ti interessi- azzardò, con sguardo sarcastico.

-Vedrò di trovare qualcosa con cui potrai sdebitarti… Ma poi scusa, come farai a raccontarmi quello che devi raccontarmi? I tuoi amici non diranno niente? No perché le mie amiche direbbero fiumi di parole e…

-Comprerei anche il tuo silenzio- la zittì lui -Ci vedremo di nascosto, dopo cena, per un po’ di volte, non so quante me ne serviranno. E comunque i miei compagni di stanza non sono miei amici.

Incontri notturni clandestini con Scorpius Malfoy: Lily pensò che se in quel momento qualcuno stava vincendo alla lotteria era comunque molto meno fortunato di lei. Poi chiese:

-Visto che sarò la tua psicologa, cadenza delle sedute?

-Ma che ne so! Quando capita!

-Allora il mio prezzo sarà questo: voglio che ci incontriamo una sera sì e una no qui, accanto al campo!

-Perché così spesso? Allora c’è dell’interesse, signorina- insinuò lui maliziosamente.

-Ma smettila! È solo la regola di mia madre!

-Che c’entra tua madre?

-“Se vuoi che le cose vengano bene, falle sempre un giorno sì e un giorno no”. A casa mia vige questa regola per le cose importanti! Certo, escluse quelle cose tipo il lavarsi o il mangiare, ma per il resto…

-Quindi… tu vuoi che “la cosa venga bene”?

-Ti dirò, sì!- concluse lei -Quindi levati quell’espressione da algido Malfoy e sciogliti un po’ per il nostro incontro… che a questo punto sarà dopodomani. - Lily si domandava cosa diavolo la rendesse così spavalda, ma qualsiasi cosa fosse stava andando alla grande! Decise di andarsene, per conservare la “vittoria”, lasciando Scorpius da solo a pensare. Si era infilato in bel pasticcio, ma irrazionalmente pensava di dover andare avanti con quella pazzia: in fondo Madelaine sarebbe arrivata solo sei giorni dopo e questo pensiero gli provocò un brivido. L’unica cosa da fare era andare a dormire e non pensarci più…

 

SPAZIO DELL'AUTRICE

E questo era il quarto capitolo! I Topi di Bristol torneranno spesso, ma saranno solo una delle cose che Lily e Scorpius scopriranno di avere in comune: si sono inteneriti parecchio in questo capitolo, no? E diciamo che il bello deve ancora venire!

A domenica

Ninilke

  
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