“Joseph
Adam Jonas, sei veramente intenzionato a portarmi ad una stupida
festa, organizzata da quel gruppo di senza cervello dei giocatori di
basket solo per ridere delle altre persone?” chiedo al mio
amico,
che sento ridere dall'altra parte della cornetta. Almeno lui
è
felice, perchè io sicuramente non lo so. Anzi, in questo
momento
sono l'opposto della felicità: perchè vuole
costringermi a
partecipare ad uno stupido party in maschera organizzato da quello
schizzato di Karl Hunt, giocatore della squadra di basket della
nostra scuola di giorno e stupratore maniaco di notte? Non voglio, e
non sono nemmeno tanto sicura che gli altri mi vogliano.
“Dai,
Arizona Kailee Chambers, sono sicuro ti divertirai. E poi ci
sarà
anche Nick, cos'altro devo dirti per convincerti?” continua
Joe,
che cerca di convincermi in tutti i modi. Alla fine accetto, stanca
di sentire la sua voce lagnosa.
“Okay,
Jonas verrò, ma staremo alle mie condizioni questa volta,
okay?
Niente vestiti troppo eccentrici, per prima cosa. Poi non ti
azzardare più a chiamarmi con il mio secondo nome, sai che
non
voglio. E inoltre, smettila di convincermi con la carta Nick
perchè
non potrà funzionare per sempre, chiaro?”
“Chiaro, allora da
cosa ci vestiamo?” riesco a sentire dalla sua voce che
è felice
come un bambino il giorno di Natale. Ma perchè ci tiene
tanto a
questa stupida, e continuo a sottolineare il fatto di quanto sia
stupida, questa festa? Sono sicura che Nick non sarà per
niente di
vedere la sua stalker pure alle feste.
“Non lo so, vediamoci al
negozio di cianfrusaglie tra mezz'ora, va bene? Qualcosa troveremo
sicuramente in mezzo a tutto quell'inferno.” dico.
“Okay,
allora a dopo. Passo e chiudo sergente Chambers.” mi saluta
Joe,
riattaccando la cornetta. Io poso il telefono sulla scrivania,
chiedendomi se Joe sia davvero così, o abbia una malattia
che lo fa
sembrare così scemo. Opto per la prima, però. Mi
preparo in fretta,
e scendo al piano di sotto dove mia madre e mio padre stanno
guardando un documentario.
“Dove
stai andando, dolcezza?” chiede mio padre.
“Vado
al negozio della signora Hamley per comprare un vestito da mettere
alla festa di domani sera, mi aspetta Joe.” spiego ai miei
genitori, che mi stanno guardando come se stessi commettendo un reato
grave.
“Okay,
tesoro, va pure, ma torna a casa al massimo per le sei e mezza,
chiaro?” chiede mia madre, che è abbracciata a mio
padre. Scena
abbastanza abbominevole, troppe smancerie per i miei gusti.
“Certo
mamma, compro e torno subito a casa.” garantisco.
“Ti
servono dei soldi, tesoro mio?” chiede mio padre, e io
annuisco
così lui prende dal suo portafoglio una banconota da 20
dollari, e
poi me la allunga.
“Allora
a dopo.” li saluto, e poi esco, dirigendomi a passo spedito
verso
il negozio della signora Hamley, un'anziana simpatica e
chiacchierona, che vende qualsiasi oggetto inutile che possa esistere
sulla Terra.
Quando
arrivo, Joe è già lì e mi viene
incontro abbracciandomi così
forte da farmi quasi cadere. “Attento Jonas! Non mi fare
cadere, o
altrimenti ti castro. Chiaro? Sono leggera io, mica un bisonte come
te!” lo ricatto.
“Sarai leggera come una piuma, ma parli come
un camionista di 200 chili, sai? Comunque sono troppo contento per
risponderti male, e perciò ti ringrazio solamente
perchè hai
accettato. Grazie.” e poi mi schiocca un bacio sulla guancia,
lasciandomi leggermente sorpresa. Come mai tutto questo affetto?
“Che
stai combinando?” chiedo, con aria sospetta. “Non
me la racconti
giusta. Hai conosciuto qualche ragazza che ti ha dato appuntamento
alla festa di domani, forse?”
“Nessuna
ragazza, ma Nick mi ha invitato e avevo voglia di fare qualcosa di
diverso dal solito, e così ho accettato. Va bene?”
mi spiega, e
poi stampa sulla sua faccia un sorriso a 32 denti. E' uscito di senno
tutto d'una volta? Non lo riesco a capire, ultimamente. E poi Nick
l'ha invitato? Ma che sta succedendo? Sembra che tutto quello che
conoscevamo, tutte le nostre certezze, i muri che ci eravamo
costruiti stiano crollando. Forse è vero, si sta avvicinando
la fine
del mondo.
“Okay,
mi hai convinto. E spero anche io che troverai una ragazza disposta a
sopportarti come faccio io, sai? Ma ne dubito, è troppo
difficile
sopportarti. Mi dovrebbero fare santa!” sbuffo.
“Allora
da cosa ci vestiamo?” mi chiede, di nuovo felice come prima.
“Okay,
mi sembra strano che tuo fratello ti abbia invitato, ma non
facciamoci troppe domande e pensiamo a cosa metterci per questa
festa. Magari potremmo vestirci da famiglia Addams, che ne
pensi?”
propongo, mentre gli indico una lunga parrucca nera.
“No, non
mi piace come idea. Perchè invece non ci vestiamo da Alice
nel Paese
delle Meraviglie? Cioè, tu da Alice e io da Cappellaio
Matto.”
indica un cilindro gigante e penso subito sia un'ottima
idea.
“Dopotutto tu sei già matto, perciò ti
manca solo il
cappello e a me basterà un vestito blu, un grembiule e una
parrucca
bionda.” dico, mentre con le dita faccio una specie di elenco
del
necessario.
“La
parrucca ce l'hai già, eccola!” Joe mi porge una
parrucca bionda,
perfetta. Siamo già a metà dell'opera.
“Bravo, Jonas, ora
cerchiamo il resto!” dico, e poi continuo a cercare il
necessario
tra i mille costumi presenti in quel negozio che tra un po' scoppia
talmente è pieno.
Faccio
un respiro profondo e poi scendo dalla macchina di Joe, per entrare
nella grande casa di Hunt, una mega villa a tre piani, con
tavernetta, terrazzo e una piscina grandissima alla quale è
attaccata una più piccola vasca idromassaggio. Niente male
direi, a
confronto casa mia sembra la casa di Charlie della Fabbrica di
Cioccolato.
“Okay,
che facciamo ora?” chiedo a Joe, che però mi
accorgo sta già
andando a ballare come un matto, giustamente è il Cappellaio
Matto,
in mezzo al salotto.
Benissimo,
lui balla e io cosa farò? Non ho assolutamente voglia di
ballare,
così esco in cortile per ammirare la piscina e tante ragazze
sbronze
con il fisico mozzafiato e tanti ragazzi palestrati che gli ficcano
la lingua in bocca come per cercare qualcosa nella loro gole. Peggio
di American Pie.
“E
tu cosa saresti? Una contadina?” mi giro, e mi accorgo con
mio
staordinario dispiacere che è Lucy, vestita da coniglietta,
anzi
svestita. Ha solamente una tutina nera aderentissima, due scarpe con
tacco 13 e due orecchie che spuntano dai suoi capelli, tirati
all'indietro da una coda ordinatissima, manco fosse Lady Gaga.
“No,
sono Alice, sai quella che finisce nel Paese delle Meraviglie? E tu
chi saresti? Una squillo di periferia? Bel costume, comunque, ti si
addice.” le rispondo, per poi sorridere e voltarle le spalle.
Sento
la sua mano sudicia sulla mia spalla e così mi giro di nuovo
per
squadrarla meglio. “Che cavolo vuoi, si può
sapere?” chiedo
spazientita.
“Sei proprio una sgualdrina, sai?” mi dice con la
sua vocina stridula.
-Senti
chi parla- penso, ma non faccio in tempo a risponderle che vedo
arrivare Nick dietro di lei, vestito da moschettiere, con tanto di
spada finta e cappello con piuma biaca incorporato. “Lucy,
è
meglio se vai a farti un giro.” le consiglia.
“Con
te, Nicholas? Andiamo in camera della sorella di Karl!” gli
sussurra Lucy, mentre si avvicina a lui e comincia a toccarlo.
“No,
grazie, vai via e non dare fastidio a Nixie. E' mia amica, e tu
invece non lo sei, anzi sei una troia. Perciò vattene,
ora!” dice
Nick, che con un gesto fermo e deciso la allontana, e poi si avvicina
a me. “Tutto bene, Nixie?”
Annuisco,
e poi lui mi chiede se voglio qualcosa da bere e accetto. E'
così
carino, strano vero che io lo pensi. Ma vestito così lo
è ancora di
più, se possibile, perchè sembra il Principe
Azzurro, il mio
Principe Azzurro.
“Allora,
ti piace questa festa?” mi chiede, poi si guarda in giro per
vedere
un po' la gente che popola la villa e sorseggia il suo drink, un mix
di alcolici offerti dalla casa. Io invece mi limito ad una coca-cola
con un po' di vodka dentro, non voglio strafare e magari, anzi
sicuramente, rendermi ridicola davanti a lui. “Carina,
dai.”
Nick
mi sorride e mi attira verso se, cingendomi i fianchi con le mani.
Non sono pronta per questo contatto, non mi sembra ne il luogo ne il
momento adatto, e così mi tolgo. Lui se ne accorge, e mi
guarda.
“Scusa non dovevo, davvero.”
“Non ti devi scusare, solamente
che non mi sembra il caso ora, ma mi piace averti accanto, e anche
tanto!” gli dico, e mi sorprendo di me stessa. Tutto questo
coraggio da dove l'ho tirato fuori? Dalla tana del coniglio, forse.
L'attenzione
di Nick però è catturata da qualcos'altro, o
meglio qualcun'altro,
o meglio suo fratello Joe completamente ubriaco che si sta rendendo
ridicolo davanti all'intera scuola, cantando a squarciagola
un'insulsa canzone degli anni ante-guerra, mentre balla in piedi sul
tavolino del salotto.
“Poveri
noi.” Commento, guardando l'abominevole scena.
“Povero
Joe, più che altro, è un completo deficiente, ma
è comunque mio
fratello.” Così Nick va verso Joe e con uno scatto
fulmineo lo fa
scendere dal tavolo, e poi insieme usciamo di casa.
“Mi
sa che la festa è finita!” dice Joe, mentre lo
carichiamo sul
sedile posteriore della sua auto.
Nick
prende le chiavi dalla tasca dei pantaloni di suo fratello
“Forse è
meglio se guido io.” Così ci dirigiamo verso casa.
Joe ogni due
secondi ha conati di vomito, ma fortunatamente riesce a trattenere
tutto l'alcool bevuto quella sera, almeno fino al mio portico, dove
vomita proprio accanto all'aiuola di mia nonna.
“Perfetto,
davvero grandioso!” commento.
Joe
mi guarda con due occhi da bambino colpevole. “Scusami, ma
almeno
ora mi sento meglio, non ti consola sapere ciò?”
“Per niente,
sei un coglione!” gli dico, mentre sbatto la portiera della
macchina.
“Nixie,
aspetta!” mi urla Nick. “Mi dispiace per le
aiuole.”
“Anche
a me, ma ora non è il momento adatto per parlare, con sto
idrante
che spruzza vomito a tutto andare. Ci sentiamo Nick, scusa!”
Lui
mi sorride. “Ti chiamo domani, va bene?”
“Certo
che va bene, buonanotte Nick. E notte anche a te, idrante.”
dico,
mentre mi allontano e sento lo sguardo di Nick fisso su di me. Buon
segno, come dice sempre Kimberly.
Entro
in casa con le farfalle che danzano nel mio stomaco e ciò
che mi
trovo davanti mi lascia senza parole. “Che cosa ci fai
qui?”
“Volevo farti una sorpresa, perciò
sorpresa!”
SOOOORPRESA! Ecco a voi il nuovo capitolo, dopo tantissimo tempo. So già che fa schifo, e so che ci ho messo mezzo secolo per aggiornare perciò mi scuso già in anticipo ma come ho già detto per il nuovo capitolo di The Story of Us (l'altra mia FF che parla dei One Direction) in questo periodo sono piena di compiti, verifiche e interrogazioni e non ho mai tempo di aggiornare. Non volevo lasciarvi però senza capitoli per troppo tempo, visto che le prossime due settimane saranno infernali e non so se riuscirò ad aggiornare perciò ecco questo capitolo che fa schifo! Volevo troppo scrivere su una festa in maschera, perchè adoro queste cose, ma non sapevo bene come inserirla e così ecco che mi è venuta questa idea, che però non è andata a buon fine. In questo capitolo non succedono molte cose, a parte Joe ubriaco che dovevo per forza metterlo da qualche parte hahahaha e poi se ve ne siete accorti (e se ve ne siete accorti vuol dire che sto scrivendo bene, yay me!) il rapporto tra Nick e Nixie si sta facendo via via più stretto. Non voglio accellerare troppo le cose,però, perchè altrimenti la FF finirebbe subito, e poi sarebbe un po' surreale, visto che Nick non l'ha calcolata per tantissimo tempo, non credete? Okay, alla fine del capitolo c'è una piccola sorpresa, chi sarà mai? Non è tanto difficile da scoprire LOL Credo di aver detto tutto in questo commento più lungo del capitolo stesso, perciò non mi resta che sperare che questa capitolo non vi abbia fatto vomitare pure a voi e che lo recensiate per capire cosa ne pensate <3 Baci, Mara :)