Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: Dernier Orage    22/02/2012    2 recensioni
Frammenti di vetro o lomografie di vita quotidiana.
* Geometrie Umane (1987)
* What I Need (1999)
* I Soldati che Restano (2037)
* I'm a stranger here (1997)
* Whatever happens, I love you (1990)
* Rappelle-toi (1978)
* Altrove (2027)
* Il tatto nell'audacia (1981)
* Quanto può essere profonda una persona? (1982)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'No Human Can Drown '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A




Whatever happens, I love you





Saint-Denis, Luglio 1990

- Neanche per questo vale la pena vivere?-
E’ proprio una bella giornata: per combattere l’afa del luglio parigino Marc ha portato Ismael al nord, in riva ad un lago. Hanno steso dei lenzuoli sull’erba, all’ombra dei platani. La luce dorata filtra attraverso le foglie, l’acqua non è limpida, appena ti immergi si solleva il fondale terroso e se non ti risciacqui subito alla fontanella rimani polveroso per tutto il pomeriggio. La banchina di legno è pericolante e delle corde coprono gli spazi lasciati dalle tavole mancanti. Come puntini piccoli nello spazio riescono a vedere altri tre gruppi di persone dall’altra parte del lago, dei bambini che giocano in acqua e dei vecchi.
- Una giornata in tua compagnia?- Ismael sembra così inappropriato, troppo bianco con il costume blu, le lunghe gambe piegate, le palpebre abbassate pesantemente e il sorriso leggero.- Sì, assolutamente sì.-
Marc si sente orgoglioso e pensa al sottile piacere che prova nel prendersi cura di lui. Lo conosce da cinque anni e lo ha amato a modo suo fin dal primo sguardo, nei dopocena nel circolo anarchico, un ragazzo giovanissimo che bevendo Calvados correggeva le corrispondenze con i gruppi italiani e spagnoli o traduceva ciclostilati sovietici e la sua presenza sfocava quella degli altri, li rendeva uno sfondo uniforme in tinte brune. Ismael odiava tutto, odiava la sua educazione classica e borghese, il piano, la scherma e la canne de combat, l’equitazione, stupidi vizi da pseudo aristocratici. L’ipocrisia di sua madre e la strana indifferenza che deformava l’immagine amorevole di suo padre.
La prima volta che è riuscito a parlargli è stato perché Ismael aveva la febbre ed era rimasto a casa, Marc non vedendolo seduto nel suo angolo aveva chiesto spiegazioni, quasi fosse stato per fargli uno scherzo, privarlo della vista di quel viso per due o tre ore, Morgan gli aveva lanciato le chiavi di casa e detto l’indirizzo, aggiungendo poi di riferirgli che sarebbe rimasto a dormire nella sua stanza, in un appartamento che condivideva con altri cinque studenti. Marc lasciò perdere la riunione, in sella alla moto arrivò fino sotto al suo portone, ripetendosi tra le labbra l’indirizzo come se fosse stato possibile dimenticarlo: 9 rue Deparcieux.
Ricordava ancora perfettamente i battiti accelerati, la gola secca e i colpi di tosse via via che saliva le scale fino all’ultimo piano. Il cigolio della serratura e dei cardini. Il profumo speziato e basso come un suono grave che proveniva dall’interno della casa. Con i polpastrelli accarezzò il montgomery blu notte appeso all'attaccapanni all’ingresso, appoggiato al muro c’era un ombrello di pesante tela cerata e il manico in legno. La luce soffusa proveniva da una porta alla fine del corridoio, si trattava di un’ampia sala con due poltrone, un divano, un piano verticale e il fuoco quasi spento nel camino. Ismael era seduto su una poltrona, avvolto in una coperta. Rimase con lui tutta la notte, curandolo e tenendogli compagnia. Preparandogli una spremuta e mescolandola con la camomilla. Cercando delle coperte da mettergli sopra o tamponandogli i polsi e la fronte con delle pezze bagnate. Avevano parlato un poco di musica classica, si era fatto promettere qualche pezzo della Sinfonia n.1 di Mahler al piano, dopo aver scoperto che era il preferito di entrambi, appena Ismael si fosse sentito meglio.
Il primo vero appuntamento fu in un bistrot vicino a Place Vendôme, allungato con una passeggiata sulla ghiaia dei giardini delle Tuileries. Ismael indossava una camicia bianca, un pullover blu e un cache-col, il collo bianco e sottile reclamava baci nascosto dalla seta bordeaux. Era bellissimo circondato dal fumo azzurrino nell’aria chiara di fine febbraio. Marc glielo disse che era bello come un attore e gli faceva un’impressione pazzesca, prendendogli una mano tra le sue e facendogli sentire l’effetto al cavallo dei pantaloni.

Nel frattempo Marc è diventato un medico, ha preso la specializzazione in pneumologie, come il padre, ha avuto qualche relazione importante, altre meno, si è sempre diviso tra varie storie, non ha mai tradito nessuno. E’stato vicino a Ismael quando Morgan si è ucciso, l’anno prima. Non lo ha mai abbandonato e scontrarsi con i suoi problemi e i suoi complessi di inadeguatezza attuali lo indispone. Hanno fatto l’amore e l’hanno chiamato fare sesso, hanno vissuto sotto lo stesso tetto per poco, certe volte sono pure riusciti ad andare in vacanza assieme oppure passavano settimane prima che l’uno o l’altro avesse bisogno di compagnia.
Rispecchia perfettamente la concezione di amore di Marc.





And when they've all said their piece
It's still you I love
NOW JUST LIKE THEN








   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Dernier Orage