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Autore: jas_    23/02/2012    36 recensioni
«Visto che le piace così tanto fare l’insegnante, credo che non le dispiaccia se dovrà dare ripetizioni di matematica a Malik che non ha ancora preso una sufficienza dall’inizio dell’anno» osservò Miss Barely, con uno strano sorriso dipinto sul volto, come se fosse fiera dell'idea che aveva appena avuto.
«Sta scherzando spero!» sbottai alzandomi di scatto dalla sedia.
Avrei dovuto spendere il mio prezioso tempo a spiegare a quello lì, che si atteggiava come se fosse Dio sceso in terra, perchè qualcunque numero moltiplicato per zero facesse, appunto, zero?
Pensai tra me e me indignata.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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«Che ci fai lì impalata? Vieni dentro.»
La voce di Zayn mi riscosse dal momentaneo stato di shock in cui mi trovavo, annuii nervosa prima di entrare in casa Malik.
«Vado a vestirmi, fai come se fossi a casa tua» mi avvertì lui, prima di sparire su per le scale, veloce come una scheggia.
Mi guardai intorno spaesata, dirigendomi verso il salotto per poi appoggiare lo zaino in un angolo. Mentre aspettavo che Zayn tornasse, cominciai a guardare le numerose foto di famiglia posizionate ordinatamente su un armadio che occupava tutta una parete del salotto.
Zayn appena nato, Zayn all’asilo, Zayn in groppa a un elefante, Zayn al mare, e altre foto che ritraevano delle ragazze con i suoi stessi occhi e la carnagione scura, probabilmente erano le sue sorelle, pensai.
Gli assomigliavano incredibilmente, ed erano belle quanto lui.
Mi soffermai in particolare, su uno scatto fatto a Londra, abbastanza recente, di Zayn che rideva spontaneamente sotto lo sguardo divertito delle sue tre sorelle. Non riuscii ad evitare di sorridere di rimando, l’espressione che aveva il suo viso era alquanto buffa e sincera. Non l’avevo mai visto così, non che fosse un ragazzo cupo – era l’esatto opposto – ma anche quando rideva, sembrava non sbilanciarsi mai troppo, si limitava a mostrare il suo sorriso perfetto, socchiudere leggermente gli occhi e arricciare il naso. Lì, invece, era letteralmente piegato in due.
«Quella foto è della primavera scorsa.»
Sentii la voce di Zayn esageratamente vicina al mio orecchio, sussultai spaventata prima di voltarmi verso di lui.
Era più vicino di quanto avrei immaginato. I nostri corpi si sfioravano, esattamente come i nostri volti. Ero praticamente bloccata tra lui e l’armadio. Deglutii in preda al panico causato dai pochi centimetri che dividevano il mio naso dal suo. Lui sembrò non farci caso, continuando a raccontare della figuraccia che aveva fatto sua sorella Safaa, e che gli aveva provocato un attacco di ridarella incontrollabile.
«Questa foto invece – indicò un quadretto posto lì accanto – è stata fatta il giorno del mio ottavo compleanno. Avevo bruciato il cappellino che mi aveva regalato mia nonna con le candeline» spiegò divertito.
Sorrisi immaginandomi una vecchia signora che impazzisce nel vedere il suo regalo andare a fuoco, «eri davvero un bel bambino» mi lasciai scappare, poi.
«Ero? Sono!»
«Ti ho dato il dito, Malik, non prendere il braccio.»
«Non prendo niente io, sto solo dicendo la pura verità.»
Lo fulminai con lo sguardo, senza tuttavia riuscirci. Ero rimasta ipnotizzata da quelle due iridi color cioccolato che mi scrutavano divertite.
Non avevo mai visto i suoi occhi così da vicino, e dovevo ammettere che avevano un colore alquanto strano e altrettanto stupendo. Erano di un marrone chiaro, simile al caramello, con delle striature più scure di tanto in tanto, che si facevano sempre più vicine.
Deglutii non essendo in grado di fare nient’altro, mi sentivo immobilizzata, come se il mio cervello avesse perso la capacità di comunicare con i miei muscoli. Abbassai lo sguardo verso le sue labbra rosee e piene che sembravano cercare le mie, prima di far leva sulla briciola di autocontrollo che mi era rimasta e allontanarmi bruscamente, andando a sbattere violentemente addosso al tavolino che non avevo notato prima.
«Attenta!» mi avvertì Zayn, lo ignorai.
«Non credo che Elise approverebbe» borbottai incrociando le braccia al petto
«Non deve venirlo a sapere per forza» lui si grattò la testa prima di rispondermi, con un non so che di provocante.
Dissentii con veemenza, «non è quello il punto. Non mi spaventa Elise, l’ho affrontata una volta e stai tranquillo che niente mi impedisce di farlo una seconda, ma io non sono una di quelle ragazzine con gli ormoni scombussolati che aspetta soltanto l’occasione giusta per saltarti addosso» soffiai spazientita, «quindi levati dalla testa qualunque strana idea che ti possa saltare in mente.»
Zayn alzò le spalle tranquillo, «non c’è bisogno che ti scaldi così. Mi piaci, okay? Hai un non so che di affascinante e in quel momento avevo voglia di baciarti, ma stai tranquilla che mi è già passata. Sei più acida di un limone scaduto» disse l’ultima frase con un tono talmente basso della voce che feci fatica a distinguere le parole.
Prima che il mio cervello riuscisse a metabolizzare tutti i concetti che Zayn aveva esposto in quelle due frasi, mi sentii avvampare.
Io piacevo a lui? E lui mi voleva baciare?
Dovetti deglutire per rimandare il cuore – che mi era finito in gola – al proprio posto.
Che Zayn fosse sfacciato era un fatto risaputo, ma che esprimesse così tranquillamente i suoi sentimenti mi lasciava alquanto basita.
Inoltre non sapevo come interpretare quelle parole, potevano essere vere tanto quanto poteva averle dette giusto per non farmi avere l’ultima parola. Non mi sarei sorpresa per niente.
«Sì certo, vai a raccontarla a qualcun altro» ribattei acida, superandolo per prendere lo zaino appoggiato per terra.
«Okay hai ragione.»
Mi alzai di scatto voltandomi a guardarlo, «cosa vorresti insinuare?»
«Che non mi piaci. Cioè, sei carina e tutto ma sei troppo saputella per i miei gusti, e alquanto strana, e lunatica, e troppo schietta.»
Allargai le braccia scoppiando in una risata isterica, mentre osservavo il soffitto perfettamente tinteggiato di bianco. Tipico di Malik, pensai.
«Io lunatica? Ma ti sei visto? Strana ci può stare, schietta pure, ma lunatica.. Per non parlare di carina..»
«Perché?» mi domandò incerto, «non dico che io non sia lunatico, ma tu non sei da meno. E per quanto riguarda il carina, non sei una modella ma secondo me hai il tuo fascino. Non farti ingannare dalle apparenze e soprattutto da quello che dice la gente.»
Il tono di Zayn si fece serio tutto l’un colpo, facendomi anche preoccupare per un istante.
Stava insinuando che fisicamente, in un caso remoto potevo piacergli?
In un certo senso mi sentii felice, le cattiverie che aveva detto Mercy non stavano né in cielo né in terra, avrei voluto registrare Zayn così da sbatterle in faccia quelle parole e provare che lei aveva torto, e che era completamente accecata dall’invidia e dalla gelosia, perché in un certo senso io avevo ciò che lei desiderava più di qualunque altra cosa: Zayn.
«Sai bene?» mi domandò lui preoccupato.
Annuì rinvenendo dai miei piani di vendetta, «stavo solo pensando a cosa possa fare l’invidia, a volte.»
Zayn annuì lentamente, «ho capito a cosa ti riferisci. Sappi che preferisco mille volte te a Mercy. Ha un non so che di spaventoso quella ragazza. Oltre che a essere una pettegola e un’oca è davvero cattiva e sembra che le piaccia avere sempre tutto sotto controllo. Io odio le persone così.»
Gli sorrisi gratificante, «perché Elise non è un’oca?» convenni poi.
«Sì, ma almeno lei è brava a letto» disse divertito.
Strabuzzai gli occhi decisamente sorpresa da quell’affermazione.
«Ti prego non dirmi che sei andato a letto con Mercy.»
Lui annuì soddisfatto, «diciottesimo compleanno di Harry. Letto matrimoniale dei suoi. Un fiasco.»
Arricciai il naso immaginandomi la scena, alquanto schifata. Mi era difficile pensare a quella insieme a Zayn. Era come cercare di mettere insieme due calamite, impossibile.
«Une delle peggiori esperienze della mia vita, davvero. Cioè, mi sembrava di stare insieme a una..»
«Okay ho capito risparmiami i dettagli macabri» lo interruppi bruscamente, «vorrei ancora dormire stanotte.»
«Scusa» mormorò lui sinceramente dispiaciuto.
Scossi la testa lasciando perdere, le informazioni che mi aveva dato erano un buon pretesto per ricattare Mercy o umiliarla, sia in privato che davanti a tutta la scuola ma non mi abbassavo a certi livelli.
Mi aveva fatto sentire uno schifo, e mi sarei dovuta ricordare di farle i complimenti per come mi aveva umiliata, ma non avrei nemmeno perso tempo nel cercare di ricambiare il favore. Avevo di meglio da fare e preferivo lasciarla annegare nelle sue infondate sicurezze.
«Andiamo a fare matematica, và» dissi prima di dirigermi verso il tavolo.
«Non vorrai davvero studiare!» protestò Zayn, seguendomi.
Mi voltai a guardarlo, «cosa vorresti fare, scusa? Contare le pecore?»
«No, pensavo piuttosto a un giro a Hyde Park.»
Ci pensai su per un attimo, lanciai uno sguardo fuori dalla finestra dove un sole caldo e luminoso – che si vedeva raramente a Londra, splendere così possente – sembrava cercare anche lui di convincermi ad accettare la proposta di Zayn.
Sospirai consolata, prima che assentissi veramente, lui mi aveva già attirata a sé stringendomi in un caloroso abbraccio.
Ricambiai titubante dandogli alcune pacche sulla schiena, insicura, mentre il suo profumo inebriante mi invadeva le narici.
Quel giorno Zayn stava mettendo seriamente a rischio il mio autocontrollo.
Mi schiarii la voce imbarazzata non appena ci staccammo, «meglio andare» borbottai.
 
«Dove stai andando, scusa?» domandai a Zayn, mentre si dirigeva verso il garage adiacente a casa sua.
«Non vorrai prendere il pullman!»
«In realtà io pensavo di usufruire delle mie capacità motorie, finché sono in tempo.»
Zayn mi ignorò, alzando la porta della rimessa e sparendoci dentro, prima di tornare – alcuni minuti dopo – in sella a una vespa blu, luccicante.
Gli scoppiai a ridere in faccia non appena lo vidi.
«Che c’è di divertente?» mi chiese lui corrucciato.
«Non vorrai davvero che io salga su quel rottame!»
«Rottame?»
Beh, in realtà sembrava messa abbastanza bene come moto, non aveva nemmeno un graffio ma io non sarei mai e poi mai salita su quel veicolo a due ruote con Zayn, ci tenevo ancora alla mia pelle.
«Non fare la piagnucolona, metti il casco!» mi intimò lui, lanciandomi l’oggetto in questione.
Lo presi al volo rigirandomelo tra le mani prima di alzare lo sguardo e incrociare il suo, penetrante come sempre.
«Ho un’ingiustificata fobia per le moto, okay?» ammisi infine, cominciando a gesticolare animatamente. «Sono perseguitata dalla paura di fare un incidente, i motociclisti sono sempre i primi a farsi male e ho delle immagini di persone che giacciono inermi sull’asfalto che non riesco a levarmi dalla mente quindi ti prego, scendi di lì e andiamo a piedi, anche se ci mettiamo un quarto d’ora in più.»
Zayn si tolse il casco, appoggiandolo sul manubrio della sua Vespa continuando a guardarmi in silenzio, neanche se fossi un alieno. Mi sentii stranamente a disagio, solitamente reggevo con sfacciataggine il suo sguardo ma quella volta non riuscii a fare a meno di cedere. Quel silenzio mi stava mettendo l’ansia, più di quanta non ne avessi già.
«Stai tranquilla, vado piano. Non ci succederà niente, forza» cercò di persuadermi lui, con una dolcezza nella voce che non gli avevo mai sentito prima.
Mi dondolai da un piede all’altro incerta sul da farsi, da una parte avrei preferito arrivarci in ginocchio, a Hyde Park, dall’altra, però, Zayn mi trasmetteva una certa sicurezza che mi spinse a muovere un passo verso di lui.
Mi misi lentamente il casco, senza distogliere i miei occhi dai suoi.
«Guida piano e con prudenza se non vuoi scendere da questa moto con la voce più alta di due ottavi» lo minacciai a denti stretti.
«Stai tranquilla, sei appena salita in sella con Schumacher.»
«Veramente lui guidava le Ferrari.»
«E’ lo stesso» disse lui, prima di dare un’accelerata secca alla moto e immettersi sulla strada.
Mi strinsi immediatamente a lui sentendo una vampata di calore invadermi, dallo spavento che avevo preso.
Gli tirai un pugno sulla spalla con tutta la forza che avevo in corpo, «ma che, sei scemo?» strillai poi, imbestialita.
«Stai calma» mi gridò lui, per sovrastare il rumore della moto che deviava velocemente le macchine, «non ci succederà niente!»
«Non mi interessa! Mi avevi promesso che saresti andato piano e se non rallenti all’istante giuro che scendo anche se non siamo fermi» lo sgridai, continuando incessantemente a dargli pugni sulla schiena che, però, lui sembrava non sentire nemmeno.
Frenò lentamente, rallentando di molto l’andazzo, «va bene così?»
Sospirai ancora spaventata per poi annuire flebilmente.
«Stringiti a me e chiudi gli occhi che in cinque minuti siamo arrivati» mi intimò lui.
Ci pensai su un attimo prima di obbedire, gli cinsi la vita con le braccia e appoggiai la testa sulla sua schiena, chiudendo gli occhi e concentrandomi soltanto sul vento che mi scompigliava i capelli e sul calore che emanava il corpo di Zayn.
Quando mi dimenticai che ero in sella ad una moto, mi sentii addirittura bene, e fu una specie di dispiacere sentire il motore spegnersi.
«Lo so che sono comodo, ma ora puoi anche staccarti» osservò Zayn divertito, scrollando le spalle.
Mi staccai di scatto scendendo dalla moto con un balzo, «ho visto la morte in faccia venti volte minimo, questa, Malik, me la paghi!» strillai arrabbiata come una iena, stringendo le mani in due pugni.
Zayn sorrise divertito socchiudendo leggermente gli occhi, «ma smettila che saresti rimasta così per ore» mi prese in giro, prima di prendermi la mano e trascinarmi all’interno del parco.

 

***


Buondì! :D
Non fate caso all'ora in cui sto aggiornando (sono tipo un quarto alle sei), ma volevo postare ieri sera soltanto che non mi andava internet e stamattina mi sono svegliata prima per ripassare ma avendo già finito ne ho approfittato per mettere il capitolo uù #amatemi
L'ho scritto ieri sera di getto, in realtà non doveva uscire così ma fa niente HAHAHAHA
Non ho niente da dire a riguardo, spero vi sia piaciuto, devo ammettere che a me non dispiace **
I commenti però li lascio a voi, fatemi sapere che ne pensate, come al solito :)
Siete stupende,
Jas

P.S. MA AVETE VISTO CHE SIA ADELE CHE QUELLE CINQUE CAPRE HANNO VINTO I BRIT AWARDS? IO SONO TROPPO FELICE PER LORO - SOPRATTUTTO PER I ONE DIRECTION, CHE SONO MESI CHE CI FANNO UNA TESTA PER VOTARLI AHAHA - ERANO S T U P E N D I.

 

   
 
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