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Autore: A g n e    23/02/2012    4 recensioni
AVVERTENZA ESSENZIALE: questa storia è stata scritta dieci (10) anni fa, in pieno fangirlante delirio per Il Signore degli Anelli. Avevo 13 anni ed era la mia prima ff, quando ancora non sapevo cos'era una ff.
In un momento di nostalgia ve la propongo, sostanzialmente per dare al mondo un esempio di cosa NON si scrive. Il testo è quello che era 10 anni fa, non lo correggo nè lo rimaneggio. Le note sono odierne.
Tre ragazzi, nati nel nostro mondo e catapultati inspiegabilmente in una sorta di universo parallelo, con una missone da compiere...
I tre si spinsero contro il muro, mentre la “bestiaccia” sfrecciava sotto i loro occhi, era una bellissima tigre bianca di non più di tre anni che appena si accorse dei tre fratelli si fermò a fissarli ringhiando minacciosa.
“Secondo voi è innocua?” azzardò Andy con un filo di voce.
“Perché non vai a chiederglielo?” ribattè sarcastico Nicki.”Ritorna in cucina, bella, su...”
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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RIAVVERTENZE RINECESSARIE per chi non avesse letto bene l'introduzione. TUTTO, in questa ff, eccetto le NdA finali, è stato scritto dieci anni fa. Non ho rimaneggiato nulla, nè corretto errori, eresie o ripetizioni di sorta. ATTENZIONE: elevata presenza di Mary Sue, Gary Stu, cattivi con nomi idioti, eroi scontatissimi. Sarebbe una simpatica parodia dei grandi racconti fantasy, se non fosse che l'ho scritta con la massima serietà che una tredicenne può avere. Oh beh. Io vi ho avvertiti. L'unico modo per sopravvivere alla lettura è intervallare il delirio con le NdA. Se poi nelle rece (che mi auguro per la vostra sanità mentale NON ci saranno o.o) voleste aggiungerne altre... non dico di no. Facciamoci quattro risate, suvvia.

 


 

L’iNiZio1.

Guardava fisso nel vuoto davanti a se, insensibile del vento freddo che gli sbatteva sugli occhi i capelli, come se lo avesse voluto distrarre. non aveva pensieri, lui.
Era passato molto tempo, o almeno a lui sembrava, da quando aveva conosciuto lo straniero, quell’uomo che gli aveva raccontato la storia dentro la quale si trovava,  così assurda a pensarci. Qualcuno aprì la porta. Ah, era solo Nicki. Tornò a voltarsi. "Max" lo chiamò. "per favore, vieni, Marcus ti sta cercando".
No, non ancora. Ti prego… Nicki gli lanciò un’occhiata interrogativa.
Max si alzò e si diresse verso il fratello. "Sieva?". Nicki annuì. Max corse dentro il castello.
“Marcus? Marcus!”. Marcus lo fermò trattenendolo per un braccio. Aveva un volto che non prometteva niente di buono. “Sieva?” domandò. “Niente. Nemmeno il Guaritore riesce a capirci qualcosa. E ora…”. Si interruppe bruscamente. Marcus fece per andarsene, poi si girò e disse: “Scusami Max. non sono molto in me, in questi giorni”. Max gli fece fare qualche passo, poi lo chiamò. “Marcus, guarirà. Vedrai”.
Marcus gli rivolse un debole sorriso. Sapeva che Max non credeva alle sue stesse parole. Ma lo capiva. Lo guardò allontanarsi.
Max uscì. Il vento della sera lo fece rabbrividire. Si sedette e chiuse gli occhi. I suoi pensieri vagavano a quella sera vecchia di giorni2.

Era una sera d’autunno. Max era seduto fuori casa a leggere un libro. Stava per addormentarsi, quando si avvicinò un uomo. Si guardava in giro con aria smarrita. Poi si girò verso Max, che a quello sguardo sussultò. Poteva sembrare sciocco, ma in quegli occhi grigi che brillavano nel buio, non c’era niente di amichevole. L’uomo si avvicinò. Max si strinse contro il muro.

“Max”. Una giovane voce distrasse il ragazzo dai suoi pensieri.
Si girò e vide il suo secondo fratello, Andy. Era identico a Nicki, tranne che per una lunga, sottile cicatrice lungo la guancia.
“Cosa c’è?”. “Non hai mangiato niente oggi. Sei strano, di questi tempi.”.
Max vide che gli offriva una piccola focaccia dolce. La prese e la guardò senza troppo interesse.
“Dai, mangia. Non stai bene?”
“No, no. E’ che…oggi non ho troppo appetito”
“E’ da giorni che non hai troppo appetito”disse Nicki con una nota di rimprovero nella voce “Mangia, poi vieni dentro. Devi dormire, sai?”
“Oh, che noioso che sei!” esclamò Max ridendo. Mise un braccio intorno alla spalla del fratello, stringendolo a sé. Andy ricambiò l’abbraccio, poi si alzò e si avvicinò alla porta del castello. Si fermò dopo pochi passi, si girò e disse: ” MANGIA, maledizione! E’ la terza volta che te lo ripeto!”.
Si scansò appena in tempo per non ricevere la focaccia in faccia.

Poco più tardi, Max entrò nel castello. Raggiunse la stanza dove dormiva con i fratelli,  entrò e si sedette sul letto. Nicki e Andy erano già addormentati. Si tolse gli stivali e i pesanti vestiti da giorno. Provò a stendersi sul letto, ma con tutta la buona volontà non riuscì ad addormentarsi. Sospirando, prese il mantello e uscì sul balcone.
Guardò, senza vederle le montagne intorno. Ma il suo pensiero corse ancora a quella sera.

Lo sconosciuto si avvicinò ancora. Quando fu a pochi passi si fermò. I suoi freddi occhi grigi lo squadrarono, poi gli rivolse la parola: “Ragazzo, sto cercando il figlio di Astrid e Raul. Dovrebbe chiamarsi Max” “L’ha…l’hai trovato. Max sono io”. Sul volto dell’uomo si dipinse un debole sorriso. “Perché mi cercavi?”chiese Max. “Non ti devo inspirare molta fiducia, vero?” disse l’uomo con un sorriso sardonico. “Scusami” Max arrossì “vieni, entra”, disse, senza nemmeno pensare che non era un’idea molto intelligente aprire ad uno sconosciuto a quell’ora di sera, ma comunque...3

Andy si svegliò improvvisamente. Uscì sul balcone e si andò accanto a Max. “Allora” disse “Cosa c’è?” “Ricordi quando Marcus…” “…è venuto a parlarci quella sera d’autunno?”4.

Lo guidò in sala, dove erano seduti Andy e Nicki. “I tuoi fratelli, immagino…”. Max annuì. “Nicki e Andy”. Lo sconosciuto sussultò quando vide Andy. I suoi occhi saettarono sulla sua cicatrice. A Andy non sfuggì questo movimento, ma non indagò oltre. Gli chiese invece: ”Qual è il tuo nome, e cosa ti porta qui?” “Il mio nome… pochi conoscono il mio vero nome, ma poi… cosa importa? Sono venuto a parlarvi di una cosa ben più importante… Sono venuto a parlarvi di vostro padre”.

Ci fu un lungo attimo di silenzio. Max pensava ancora a quelle parole, che gli erano sembrate uno scherzo. Non vedevano il loro padre da quando Andy e Nicki erano piccolissimi. Non ricordavano molto della sua vita con lui. E quel giorno… avevano scoperto dov’era.

“Che cosa? Nostro padre prigioniero in un universo parallelo di cui non ricordiamo l’esistenza? E’ uno scherzo?”5. Nessuno dei tre fratelli voleva credere a quella storia che, in effetti, non era molto credibile. “E poi, prigioniero per cosa?…” “Oh, andiamo, è solo uno scher…” “Per una guerra”. 

“E di questo ne abbiamo avuto la prova” “Sì…” disse piano Max “E’ stato allora che ho creduto al racconto di quella guerra che sembrava inventata…”.

“Vostro padre” disse piano l’uomo “è il re e comandante dell’esercito di una nostra terra. Questa terra è divisa in tre grandi regioni: Rednor, sotto il comando di vostro padre, Merion, con a capo un re degli Elfi, Lauren e Hastfield, al cui comando c’è Burg6, un uomo abbietto e malvagio. Queste tre regioni, un tempo, vivevano in pace, e la terra era per tutti in abbondanza, non esisteva la povertà7.
Ma un giorno il re di Hastfield morì senza eredi, dando fine ad una dinastia di re giusti.
Prese il potere Burg, appunto, e diede inizio ad una campagna di espansione; chi non si sottometteva al nuovo re, veniva giustiziato o ridotto in schiavitù.
Burg perfezionò l’esercito e iniziò l’espansione da Merion, che confinava con Hastfield. Merion era però spaccata in due da una catena di montagne, e la parte più vasta racchiudeva il potere centrale: siccome le due parti non avevano molti collegamenti, per Burg fu facile invadere e impadronirsi della parte più piccola, conquistando un più stretto controllo di Merion. Era troppo tardi per intervenire, tuttavia il potere centrale rafforzò le difese e attese un attacco. Attacco che non venne, perché Burg scelse di invadere Rednor, che constava un esercito più debole; le forze di Hastfield non tardarono a conquistarne una parte, chiamata tutt’oggi Little Black.
Le genti di Rednor, vedendo minacciata la loro regione, chiesero l’aiuto di Merion. Le due regioni si allearono, ma le cose precipitarono: un assalto dei Maden, gli abitanti di Hastfield, uccise gran parte dell’esercito di Rednor e sequestrò il comandante, vostro padre. E sono ormai quindici anni che questa situazione esaspera il paese”.

Lo straniero smise di parlare, e sul volto tre fratelli si dipinse un misto di incredulità e diffidenza.
Se era uno scherzo, l’uomo aveva sicuramente molta fantasia8. Ma era uno scherzo. Di sicuro. Si voltarono a guardarlo. “Non vi ho convinti”. Era esattamente quello che pensavano.
Loro padre era di sicuro da qualche parte, ma non prigioniero in un universo parallelo. La storia non stava in piedi.

“Posso darvi una prova” disse l’uomo all’improvviso.
“Ah, sì?”. L’uomo sorrise, un sorriso beffardo.
Annuì  e alzò la mano e sfiorò la cicatrice sulla guancia di Andy. Il ragazzo sussultò senza volerlo e distolse lo sguardo.
“Scommetto che nessuno sa come se l’è procurata”. In effetti nessuno lo sapeva. Gli rivolsero uno sguardo interrogativo.
“Quando la guerra cominciò a prendere una brutta piega9 vostro padre vi fece mandare via con vostra madre e un paio di soldati. Eravate quasi usciti da quel mondo, quando vi siete imbattuti in un manipolo di soldati maden10.
I nostri soldati tentarono strenuamente di respingere l’attacco, mentre vostra madre vi portava via; voi riusciste a scappare, ma i due soldati fecero una brutta fine.
Nella lotta uno dei Maden riuscì a raggiungere Andy con un colpo di spada. Fortunatamente gli fece solo un graffio”.
Andy si portò una mano alla guancia e per un momento, i tre non dissero nulla. Pensavano tutti alla stessa cosa. Nessuno di loro riusciva ad accettare il fatto che erano vivi perché altre due persone erano morte. La solita voce interruppe i loro pensieri.
“Dunque?” “Ma… se nostro padre è prigioniero, chi è al comando di Rednor adesso?” intervenne Nicki. L’uomo lo guardò. “Io stesso” rispose. “Quindi in questo momento non c’è nessuno al comando di Rednor? Bene, motivo in più per non credere alla tua storia”. “Non essere sciocco, ragazzino. Non ho lasciato la mia gente sola. Ha nominato un mio sostituto”.

“Una domanda alquanto stupida, non c’è che dire” disse Nicki alzandosi “Non che la risposta mi abbia convinto”.
“Sei sempre stato il più scettico, senza offesa” disse Max “Neanche quando siamo arrivati qui ti sei voluto arrendere all’evidenza”.
“Probabilmente ora ci sceglieremo nella nostra casa e dimenticheremo tutto. Ma comunque…”.

“In ogni caso” disse Nicki “come faremo ad arrivare in questo universo parallelo?”.
La domanda fu talmente carica d’ironia che lo straniero fece come il gesto di alzarsi e di andare contro Nicki11. Poi rispose, con un tono che non tentava di nascondere la sua irritazione. ”Voi niente. State solo fermi e chiudete gli occhi”.
I tre ubbidirono. Tra le mani dell’uomo si formò un globo luminoso sempre più grande, che avvolse tutta la stanza. Poco dopo si spense. Nella stanza non c’era più nessuno.
Poco dopo (ai tre sembrò tantissimo, troppo tempo) atterrarono piuttosto violentemente su una superficie boscosa. Si alzarono lentamente e si guardarono intorno. “Bene, si direbbe che siamo arrivati. Dov’è il nostro amico?”. Silenzio. “Tah-dah! Siete su scherzi a parteAHI!”12 gemette Nicki, che si era appena preso una gomitata da Andy “Stavo solo scherzando…” “Non ce n’è bisogno, Nicki” disse l’uomo, che era apparso all’improvviso dalla boscaglia. Ora aveva un sorriso molto più sereno. “Benvenuti a Rednor”.

“Ok, ok, diciamo che lì mi sono convinto” disse Nicki con un’espressione rassegnata.

Era un mondo strano: a prima vista sembrava uguale alla Terra, ma i tre si accorsero che lì il tempo sembrava essersi fermato.
Si udirono dei passi, e da un sentiero che si perdeva nel bosco apparvero due persone. Una di loro, che avrà avuto più o meno 30 anni,aveva lunghi capelli neri e occhi azzurro cielo. Sorrise e salutò l’uomo. “Salve, Marcus”. Marcus sorrise a sua volta e ricambiò il saluto. L’altro uomo aveva un’età indefinibile, tanto giovane e vecchio insieme sembrava il suo volto. Si avvicinò a Marcus e lo abbracciò. Aveva tratti del viso talmente delicati che non sembrava affatto un uomo normale. E in effetti non lo era. “Questi sono Christian, uomo di Rednor e Sieva, uno degli Elfi di Merion e mio fratello”. Fratello? Non si assomigliavano per niente.

“Fratello, poi…” disse piano Nicki “Non è possibile che due fratelli siano così diversi…A meno che non siano fratelli di sangue, ma fratellastri o cose simili… Ma Marcus non ci ha mai detto niente… Max, tu ne sai qualcosa?” “Io? No, no... io… non ne so niente”. In realtà Max sapeva che non erano fratelli di sangue. Lo sapeva bene. Si perse ancora nei ricordi.


NdA
1. La fantasiaaaa \0/ 
2. Per la serie, come infarcire il racconto con tutto il repertorio più becero dei menestrelli scemi.
3. MA COMUNQUE *si mette le mani nei capelli*
4. Aridaje col repertorio scemo. Tra l'altro, ora si mettono a parlare come Qui Quo e Qua o.o
5. BOM, qui c'era una speranza di finire il racconto e andarcene tutti a casa sani e salvi... e invece no.
6. Io ve l'avevo detto che i nomi dei cattivi erano idioti...
7. AWW. Ho descritto un locus amoenus ancor prima di studiare i lirici latini. Che cosa terrificante bella. 
8. Mi faccio pietà tenerezza da sola.
9. Cit. necessaria della mia migliore amica: "Sembra una camicia".
10. Questi poveretti sono decisamente inconsistenti. A volte sono Maden, altre volte sono maden. Non si capisce se sono un popolo, una civiltà, una razza o quant'altro.
11. LA SANITA' MENTALE DEL RE, siori e siore! Un ventenne lo insulta e lui fa per strangolarlo!!! \0/ Solo sui questi schermi!
12. caz**** del momento. 

Insomma. La follia. No, really. Se volete lasciare qualche rece, rideteci sopra assieme a me. Sennò lasciate perdere. Dubito anche che qualcuno sia arrivato vivo fin qui. 

   
 
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