Videogiochi > Dragon Age
Segui la storia  |       
Autore: Nidham    23/02/2012    4 recensioni
Breve elucubrazione della mia ladra nel momento piu' triste del videogioco, quando una scelta porta a tragiche conseguenze. Fatemi conoscere il vostro parere, visto che è anche il mio primo tentativo^^
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“Ti amo.” Furono le prime parole che udii, quando riemersi dall'incoscienza dorata in cui eravamo sprofondati.

Dal campo arrivava indistinta la voce degli uomini, confusa col rumore sordo delle stoviglie. Evidentemente non era ancora passata l'ora del rancio ed io arrossii, pensando a quanti avrebbero potuto vederci, mentre ci eravamo dimenticati del resto del mondo.

“Hai fame?” mi chiese, scostandomi un ciuffo di capelli dalla guancia.

Disteso al mio fianco, leggermente sollevato su un gomito, con soltanto i pantaloni addosso, appariva rilassato e sereno come mai era stato negli ultimi giorni.

Scossi la testa e mi strinsi di più al suo corpo, decidendo di ignorare il pudore e il buonsenso che mi gridavano di rivestirmi e tornare al campo, secondo il mio dovere.

Alistair sorrise e mi trascinò sopra di sé, cullandomi al petto e coprendomi col suo mantello.

“Vorrei poterti tenere per sempre così” sussurrò, con gli occhi persi verso la volta stellata, “vorrei sentire l'erba morbida sotto di me e il calore del tuo corpo sul mio ogni notte e ogni giorno”

Non volevo frasi d'addio o promesse malinconiche, ma quelle parole, per quanto assurde, non facevano male e non contenevano dolore o rimpianto.

Alzai il volto a osservare il suo, sorpresa da tanta pacata rassegnazione, quasi volessi trovare dipinta, sui suoi lineamenti, la verità che pensavo nascondesse nelle parole.

Ma scoprii solo un sorriso leggero e uno sguardo limpido e quieto.

“E' una notte bellissima, non credi?”

Seguii la direzione del suo sguardo e fui colta da reverente meraviglia, perché le sue parole erano follemente vere.

Ad un passo dalla distruzione e dalla guerra, circondati dalle tenebre di un Flagello che si era spinto troppo oltre, minacciando di annientare tutto ciò che più amavamo, quella notte possedeva ancora una profonda bellezza, racchiusa nello squarcio di cielo stellato sopra di noi e nella luce argentea di un'ultima falce di luna.

“Per tutta la vita ho passato giorno dopo giorno a rimpiangere ciò che avevo perduto, o che non avevo mai avuto. Mi sono lagnato e compianto e ho sprecato il tempo mio e di chi mi stava vicino per aspettare un momento perfetto, in cui tutto fosse esattamente come l'avevo immaginato... Non avrei potuto essere più stupido!” Lo disse come un semplice dato di fatto, senza esitazioni, scuse o rincrescimento.

“Non è peccato soffrire per ciò che abbiamo perso...”

“Ma è peccato buttare la propria vita nel ricordo del passato o nella speranza di un ipotetico futuro, quando abbiamo tutto un presente da costruire e da vivere!”

Mi fissò con un'intensità nuova, scevra di dolcezza, ma carica di amore.

“Questo l'ho imparato da te e non so dove tu abbia trovato la pazienza per insegnarmi.” Sorrise, trasformando i suoi ringraziamenti solenni in una battuta di spirito.

“Non sei stato un allievo molto attento, questo è sicuro.” Alzai il dito, con fare ammonitore, adeguandomi al suo tentativo di allegria.

“Me l'hanno sempre detto tutti i miei insegnanti” sospirò, con finta rassegnazione, “ma non ne avevo mai avuti di carini come te”

Risi, candidamente, nascondendo il volto contro la sua spalla e non vedendo il lampo di disperazione che gli attraversava lo sguardo.

“Qualsiasi cosa succeda, ci saranno sempre stelle sopra di noi e nessun Arcidemone potrà essere tanto grande da nasconderle ai nostri occhi”

Annuii, aspirando il profumo caldo della sua pelle, che sapeva di forza e fragilità, di coraggio e disperazione ed era tanto simile al mio da confondermi e confortarmi ad un tempo.

Avrei voluto dirgli che mi sarebbe mancato, ovunque fossi finita dopo quella battaglia... avrei voluto dirgli che l'amavo e che gli auguravo ogni felicità, dopo di me. Ma ero troppo vigliacca per un addio, anche se ero certa che presto l'avrei rimpianto. Ero troppo vigliacca per non sperare che le parole non dette, per una volta, rimanessero comunque tra di noi, come un soffio di vento imprigionato in una sfera di vetro, fragile e indistruttibile nella sua perfezione.

Lo baciai con foga, strappandolo ai suoi pensieri. Non volevo parlasse ancora, non volevo rischiare di rompere l'incanto in cui mi stava cullando.

Ma Alistair stava diventando molto più coraggioso di me e aveva un'altra parola da pronunciare, anche se era l'ultima che mi sarei aspettata di sentir uscire dalle sue labbra.

Divincolandosi gentilmente dal mio abbraccio, si alzò in ginocchio, portandomi a sedere di fronte a lui, con solo il mantello stretto al petto a coprirmi.

Mi fissò sorridendo e poi divenne estremamente serio e solenne, tanto che stavo per aprire bocca e chiedere cosa mai avesse in mente, quando la sua affermazione bloccò ogni mio pensiero e ogni mia volontà.

“Sposami.” Disse con voce sicura e profonda.

“Sposami”... non una domanda, ma una preghiera e un ordine, cui seppe rispondere solo il frusciare delle foglie intorno a noi, mentre io spalancavo la bocca in un'assoluta e confusa meraviglia.

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Dragon Age / Vai alla pagina dell'autore: Nidham