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Autore: Maybelle91    23/02/2012    0 recensioni
Una donna, una donna all'apparenza forte, che conoscerà un uomo capace di rovinarle la giornata con uno sguardo.. o migliorarla con un sorriso.
Capace di sembrare la vittima, quando è il carnefice.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Esitarono entrambi un secondo, prima di incontrare rispettivamente lo sguardo dell'altro, e allora fu un istante prima che si persero nell'infinito degli occhi della persona con cui condividevano quello spazio cosi ridotto.. cosi.. intimo.
Sorrisero entrambi, la flebile luce della luna illuminava i capelli neri e ramati di lei, lui era come intrappolato nel suo corpo massiccio.. incapace di proferir parola, incapace di esistere per davvero.
Fermati Allie, senti il battito del tuo cuore, nelle tue orecchie risuona.
Lei restò inerme, in quella situazione per chiunque imbarazzante, a lei ridò la vita.. quella vita che credeva aver perso con la morte di..
No, non poteva permettersi di ricordare, doveva semplicemente godersi quegli istanti, fino a che le labbra di lui non incontrarono le sue e un sottile velo di saliva li unì.
Lui la stringeva a sé, e lei non desiderava altro, come se solo a quel modo potesse sentirsi realmente a casa.
Lei era Bambi, lui era la sua mamma, poteva cullarla al suo seno.. la tranquillità era praticamente palpabile.
Poi tutto svanì nell' arco di un laconico sospiro, solo gli incubi riuscirono a salvarsi.
Lei era nuovamente a casa sua, sotto alle coperte, quelle stesse coperte roventi a volte gelide altre.. sola.
Quella solitudine che era la sua prerogativa, insaziabile sanguisuga.
Quella braccia forti se ne erano andate, e già sentiva ardere dentro lei la tentazione di alzarsi e rileggere alla nausea il bigliettino da visita lasciatole.
I polmoni atrofizzati da un sospiro gelido, era viva, nonostante tutto.
All'ombra dei sogni, si sentiva nuda, un essere evanescente perso nel buio della notte..
Chiamavano ricordi persi nella fessura di una ferita troppo profonda, incorporee sensazioni, forse si sarebbe risvegliata un giorno;
perché dagli incubi ci si risveglia sempre.
12 maggio
Faceva caldo, fin troppo per i suoi gusti.
Aveva taciuto per cosi tanto tempo..
Vide il convivente dinnanzi a lei, le sorrideva in accappatoio.
Aveva fatto male -molto male- alle sue figlie, e lei lo odiava per questo, ma ormai non sapeva come liberarsene.
Era travolta da un vento, un vento che portava con sé residui di emotività, vita frantumata dai fanti del tempo.
Parlarono a lungo, in realtà lei non ascoltava una sola parola che lui proferiva, ma lui non se ne rendeva conto e andava bene cosi.
Quanto tempo era passato da quando non doveva temere un uomo? Qualche mese?
Sembrava un eternità, tempo folle, imperturbabile scorreva nella scatola cranica di lei.. istanti.. giorni.. settimane.. mesi.
Sarebbe andata avanti cosi la situazione.. ma ancora per quanto tempo poteva sopportare i repentini cambiamenti d'umore del mostro che aveva accanto?
Per quanto tempo poteva ancora sentirsi il mostro senza aver alzato nemmeno un dito?
Tutt'altro che languido, la sbatteva contro il muro, veniva dentro di lei.. la stuprava, forse.
Ad ogni modo lei non se ne preoccupava, l'anestetico più potente era nella sua anima, irradiava luce e lui nemmeno se ne rendeva conto.
Restava il suo angelo caduto fra le macerie..
Avvolti dal calore che l'altro emanava, stretti ed abbracciati ad osservare le stelle, come lei aveva imparato fosse bene fare senza accennare all'ira che aveva frantumato su di lei fino a dieci minuti prima.. lo aveva già scordato, non le restava che una lacrima solitaria a rigarle il volto, nient'altro poteva correre in suo aiuto.
Era una chiacchierona in un branco di sordi, in fondo lo era sempre stata.
Stiamo tutti cadendo, e senza un minimo di onore. Così come tessere di un domino, una dopo l' altra. Ci avviciniamo sempre di più al limite.
Quella sottile linea in cui ci troviamo.
Tra sogno e incubo, tra paradiso e inferno, tra le verità e le menzogne.
Impalpabile, forse invisibile, quella sottile linea che scatena le nostre paure.
Che ci distrugge.
  
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