Era ormai da qualche ora che Feliciano sedeva su quella
panchina all’ombra del grosso albero dietro di essa. Era appena tornato da un
giro in paese e voleva rilassarsi un po’ nella solitudine di quel giorno, mangiandosi
le sue succose caramelle: almeno fino a quando non vide un puntino, poi una
riga, poi una figura sfocata e poi Germania
avvicinarsi a lui. Sudato, stanco e sporco di terra, eppure sempre con la sua
tipica postura composta.
Ma come diamine faceva?! Sotto quel sole poi… E se si fosse sentito male? E se
lui non fosse stato sotto quella panchina? Chi l’avrebbe aiutato? Oh, Germania,
solo tu puoi essere così pazzo da passare un’intera giornata a correre sulla
terra cocente e rimanere impassibile davanti a tutto e a tutti, come se non
avessi fatto il minimo sforzo! Ma in fondo, non era forse questo che rendeva
speciale quel tedesco?
Così, gli allungò il pacchetto di caramelle, sorridendo.
“Ne vuoi una?”, gli chiese.
Il canto dei grilli copriva il suono del
respiro della piccola Italia.
Shinsei Roma la
guardava, estasiato.
“E se…” pensò “E se la baciassi?
Nel sonno, non se ne accorgerà..”.
Così dicendo si chinò sulla ragazzina,
prendendole la mano e socchiudendo
gli occhi azzurri.
Germania si posizionò accanto a lui e mangiò la sua
caramella. Sembrava… pensieroso.
Pescò anche lui una caramella dal pacchetto e la assaporò. Gialla,
profumata, al limone. A primo impatto sentì il sapore del limone punzecchiargli
la lingua, mordicchiarla con la sua freschezza, poi iniziò a masticarla meglio
e sentì quanto poteva essere dolce un sapore del genere nonostante provenisse
da un simile agrume.
Così era Ludwig, come un limone: fuori la buccia molto ruvida, resistente,
fredda; all’interno una morbidissima e profumata polpa, che produce un succo
così piacevole da bere e così dolce. Un gusto che abbraccia il palato e
rinfresca il corpo.
Pensava a questo mentre guardava Germania con la coda dell’occhio. Era convinto
che se l’avesse baciato, avrebbe sentito lo stesso sapore frizzargli in bocca.
Sentendosi sfiorare la mano, Italia aprì gli occhi lentamente.
“Shinsei…
Roma?” disse con voce rauca.
Shinsei Roma si sentì in imbarazzo, togliendo la mano di scatto
e girandosi
dall’altra parte. Si sentì prendere il cappello da dietro
e vide Italia tirarlo per le spalle ed abbracciarlo.
“Ita..lia..” riuscì a sussurrare.