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Autore: Mann    23/02/2012    0 recensioni
Konoha è stata ricostruita, l'Akatsuki è ancora in circolazione, una grande guerra sta per scoppiare tra tutti i paesi. Ma per adesso c'è ancora la pace e i giovani Genin sono il futuro per la guerra a venire. una storia di tre ragazzi in particolare sulle loro imprese per diventare i più grandi Ninja mai esistiti prima.
Genere: Azione, Comico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akatsuki, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden, Dopo la serie
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Dopo due ore nessun Genin era stato ancora scoperto.
Anukuti si era allontanata decisamente troppo, credeva di essere giunta al limite della boscaglia, quindi tornò indietro. Volle dirigersi il più vicino possibile a Lufu, forse con lui si sentiva sicura. Tornò indietro, alla ricerca del compagno. Erano passati all'incirca una trentina di minuti, quando notò qualcosa luccicare dietro a un cespuglio sotto l'albero dove si era fermata a riposare.
 -Che colpo di fortuna!- disse tra se e se, credendo che fosse la sfera da raccogliere. Quindi scese dall'albero e subito, una volta a terra, si affrettò a raccogliere l'oggetto che da vicino gli sembrò sempre più reale. La sfera scomparve e Anukuti si guardò intorno notando la figura di una donna uscire da dietro un cespuglio. Era Niyata. Impugnava un Kunai e un filo sottilissimo di nylon nell'altra mano.
 -Ciao Anukuti-
la ragazza tremava, capendo che probabilmente la donna che aveva davanti utilizzava l'arte illusoria, la genjutsu, e che probabilmente la sfera che aveva notato prima era solo una trappola per catturarla. E così fu. Niyata corse verso la ragazza, immobilizzata dalla paura, e la colpì con una ginocchiata al ventre. Anukuti cadde a terra, svenuta.
Nel frattempo anche Lufu incontrò il suo rivale, ovvero Julen. Sapeva che non avrebbe potuto sconfiggerlo in combattimento, ma voleva fargli vedere che se la cavava, che avrebbe potuto sfuggirgli.
 -Sei ancora sicuro di te Lufu?- provocò il maestro, che per tutta risposta ricevette degli shuriken dell'allievo. Costretto a pararli con un kunai, notò che Lufu aveva lanciato gli attrezzi per distrarlo e che era una strategia per fuggire al suo maestro.
Julen lo seguì, sparato alla massima velocità, ma sembrava che Lufu conoscesse alla perfezione quel posto, come se sapesse di essere seguito e che avesse studiato appositamente il luogo. Poi il corpo del Genin si sdoppiò,  una copia voltò a destra, l'altra a sinistra. Il vero Lufu si voltò per assicurarsi che il Jonin avesse sbagliato copia e sussurrò -Ci è cascato- poi si voltò e vide il maestro accovacciato sul ramo dell'albero di fronte.
 -Troppo banale Lufu. Le copie quando vengono colpite svaniscono in una nuvoletta bianca. Mi è bastato lanciarle uno shuriken per capire che non eri tu. -
Lufu, in ira, scattò verso l'avversario come se volesse attaccarlo. Gli scagliò un pugno diretto al volto, parato con una  mano, poi un calcio parallelo al terreno e a mezz'aria, parato anche quel colpo con l'altra mano, quindi Lufu decise di sbilanciarsi, come se volesse cadere dai 10 metri di quell'albero trascinandosi con se il maestro. Lo afferrò per il colletto del gilet e il maestro fu costretto a cadere assieme all'allievo. Julen rivolgeva la schiena a terra, fissando la faccia di Lufu che lo guardava con un espressione di ira furibonda, di odio. Julen toccò terra, il rinculo della caduta fece lasciare a Lufu la presa, cadendo al fianco del maestro. Il Genin si alzò da terra dopo un attimo, guardando, stupito e spaventato, il maestro. Aveva le pupille degli occhi all'insù, tagliate a metà, la bocca aperta che mostrava i denti, la lingua e l'ugola.
 -È morto?- si domandò ad alta voce, terrificato. Guardava il morto, lo fissava, quasi non riusciva a crederci: aveva ucciso un essere vivente. Poi ricevette la risposta alla sua domanda.
 -No, non sono morto- il cadavere scomparve nella solita nube bianca e Lufu si ritrovò con un kunai alla gola. Spaventato, guardò dietro di sé e vide il maestro, poi spostò lo sguardo sul kunai. Era rosso, con una sfumatura arancione.
 -È questo il Kunai da cercare, vero?-
 -Si- rispose il maestro -Ti ho preso...verrai legato assieme ad Anukuti-
 -È stata presa anche lei?-
 -Da Niyata- Julen tagliò corto, e diede un colpo al coppino del ragazzo, facendolo svenire.
Chiro era in piedi in mezzo a due grossi tronchi, appoggiato ad uno di essi.
 -Ma dov'è quel teppistello?- si chiedeva mentre cercava Karusoko, ma inconsapevole che il ragazzo si stava avvicinando al Jonin furtivamente e con un Kunai in mano. Gli si avvicinava perché aveva visto la rosa attaccata alla sua cintura dal lato della schiena. Solo che apparve Julen e il Genin fu costretto a nascondersi di fretta dietro un cespuglio, sdraiato. Si mise ad ascoltare cosa avessero da dirsi i due. Fu Julen a parlare per primo.
 -Ciao-
 -Ciao Julen, che ti porta qui?-
 -Anche Lufu è stato legato, manca solo Karusoko, sai dov'è?-
 -L'ho braccato per un'ora intera! Ma è bravissimo a fuggire! Sono riuscito pure a perderlo-
 -Certo che non sai fare niente tu-
 -Io sono il più veloce di te e di Niyata, fidati, quel ragazzo è davvero un portento. Ma toglimi una curiosità, come avete sconfitto gli altri due Genin?- chiese Chiro-
 -Niyata ha catturato Anukuti con una sfera finta, un'illusione. Mi sembra che abbia anche trovato l'oggetto. Io ho spaventato Lufu fingendo di esser stato ucciso da lui, mostrandogli il kunai. Poi l'ho fatto svenire-
Due obbiettivi in un colpo solo, pensò Karusoko. Pose il kunai nell'apposita tasca, prendendo invece una pillola nera e lanciandola ai piedi dei due Jonin. Una folta nube grigia ricoprì l'aria, i due Jonin, sorpresi dal fatto, non si accorsero in tempo che Karusoko gli stava rubando i due obbiettivi del gioco. Svanito il fumo, i due Jonin si guardarono attorno, poi Chiro osservò la sua cintura.
 -La rosa!- si accorse che era stata rubata. Julen fece altrettanto e cercò il kunai, tirandolo fuori dalla tasca e sospirando rumorosamente, ma proprio in quel momento nel quale aveva abbassato la guardia, uno shuriken colpì l'oggetto facendolo cadere di mano al suo maestro. Una figura che si muoveva a una velocità davvero incredibile afferrò l'arma prima che cadesse a terra. Poi guardò Julen e Chiro.
 -Karusoko?- disse Julen
 -Brutto moccioso!- Chiro stava per tirargli un pugno, ma Karusoko parlò prima che potesse sferrare il colpo.
 -Le regole dicevano che se noi vi prendevamo l'oggetto voi sareste stati come morti e non avreste potuto intralciarci. I due rimasero in silenzio. Karusoko era riuscito a prendere la rosa e il kunai tutto da solo e contemporaneamente, incredibile!
 -Dai, ti accompagniamo dai tuoi amici?-
 -Grazie-
ci volle un'ora per tornare dai suoi due compagni, il tempo stringeva: gli mancavano ancora due ore e mezza e si sarebbe dovuto sbrigare per trovare la sfera, prenderla e tornare indietro. Karusoko sorrise nel vedere gli altri due Genin legati come due salami.
 -Karusoko?- fece impressionato Lufu -Come hai fatto?-
 -A rubare la rosa e il kunai a Chiro e Julen? Ho pensato a una strategia e gli ho “uccisi”-
Anukuti era ammirata dal suo amico, mentre Lufu era ancora incredulo. Lui aveva preso il voto massimo agli esami e non era nemmeno riuscito a toccarlo il kunai; Karusoko era uscito col voto sopra a quello minimo e aveva preso sia la rosa che il kunai.
 -Qual'è il tuo trucco?- Karusoko non rispose, oltre ad essere triste e a non trovar le forze per parlare non aveva tempo, doveva sbrigarsi a prendere anche la sfera, quindi scomparve, corse ad una velocità strabiliante, tanto che i due Genin si chiesero dove fosse finito.
Passarono due ore, il tempo stringeva, entro mezz'ora doveva essere di nuovo al campo. Era appollaiato su un ramo, mentre fissava in basso la sfera cristallina, che rifletteva i raggi del sole che passavano attraverso le foglie. Era troppo scontato che quella non fosse una trappola, lui non era così stupido da buttarsi a prenderla, a fallire come avevano fatto i suoi compagni. Aveva già fatto una ricognizione del posto cercando Niyata, ma non l'aveva trovata. Passarono altri cinque minuti, quando gli tornò in mente il discorso tra Chiro e Julen.
-Niyata ha catturato Anukuti con una sfera finta, un'illusione- queste parole erano uscite dalla bocca del suo caposquadra. Karusoko legò un filo all'anello di un kunai, poi lo lanciò, concentrandosi come se fosse il pugnale stesso, come se la punta della lama fosse la sua mano tesa in avanti. Il kunai si stava avvicinando sempre di più alla sfera, finalmente la toccò, constatando che fosse reale. Karusoko per non romperla, tirò il filo facendo ritarare il kunai, il quale cadde a terra. Karusoko scese dall'albero, raccolse il kunai e andò a prendere il terzo obbiettivo, la sfera. Una volta in mano, dall'albero alla quale era appoggiata uscì Niyata. Ecco perché durante la ricognizione nei dintorni non l'aveva vista, era quella la trappola. La donna afferrò per il collo il ragazzo.
 -Ma bravo. Tu eri andato in direzione della rosa, come mai sei qui? Ti sei perso?-
Karusoko non rispose, tentò di liberarsi, ma invano. Non sapeva cosa fare, pareva tutto perduto, lei non si staccava dall'albero e dopo aver impugnato un coltello stava per trafiggerlo. La lama si avvicinava sempre di più alla gola del Genin, quando al tocco con la carne del giovane quest'ultimo utilizzò la tecnica della sostituzione, lasciando al suo posto una carta bomba...accesa.
Niyata sospirò, la bomba stava per scoppiare e lei sarebbe finita se non fosse scappata. Passò da albero ad albero, non poteva pensare alla sfera, doveva pensare alla sua vita, a sfuggire a ciò che quel ragazzino gli aveva fatto. La carta bomba esplose.
Chiro, Julen, Lufu e Anukuti si volsero verso l'enorme esplosione avvenuta in lontananza. Stava succedendo qualcosa.
Passarono ancora dieci minuti, Karusoko era svenuto per l'esplosione e probabimente ciò era successo anche a Niyata. Guardò l'orologio. Gli mancavano quindici minuti. Quindici minuti alle dodici, doveva sbrigarsi, non ce l'avrebbe mai fatta. Raccolse la sfera, che per miracolo, sotto la sua veste, era rimasta intatta. Poi prese due pillole, una per aumentare la forza degli arti, l'altra apposta per aumentare la forza e la rapidità delle gambe. Sarebbe diventato davvero veloce. Ma per aumentare ancora la velocità decise di concentrare il Chakra alle piante dei piedi. Scattò e cominciò a correre. Era un razzo, velocissimo, talmente veloce che pareva il vento, un uragano. Le foglie e anche i rami più grossi si smuovevano al suo passo, ovunque lui posava il piede si distruggeva, si spezzava. Era sfinito. Il suo corpo non era abituato ad una simile velocità; gli acidi lattici gli stavano facendo diventare i muscoli come se fossero delle pietre immobili. In meno di dieci minuti raggiunse i suoi compagni e il caposquadra. Al limite della boscaglia, dove non c'erano altri rami dove appoggiarsi, fece un lungo volo, cadendo a terra  e strisciando il volto sul terreno, sfregandolo per pochi secondi che però gli parvero essere infiniti. Finalmente si fermò, ai piedi di Chiro, con la sfera in mano, a terra sfinito e con la parte destra della faccia ormai spalmata sull'erba.
 -Ce l'ho fatta- poi svenì, esausto, sfinito per la corsa finale.
 
  
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