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Autore: Niniane_88    23/02/2012    11 recensioni
Che cosa sarebbe successo se Jasper fosse riuscito a mordere Bella durante la festa per il suo diciottesimo compleanno raccontata all'inizio di New Moon? La mia storia parte proprio da questo presupposto. Bella si trasforma in vampiro e la famiglia Cullen è costretta a farla sparire. In Alaska, a Denali, la ragazza si risveglierà: ma riuscirà a essere felice nella sua nuova esistenza? Edward non riesce ad accettare la sua trasformazione e si allontana gradualmente da lei; Jasper invece, in preda ai sensi di colpa, ma anche animato dalla volontà di riscattarsi, si adopera per starle accanto ed educarla alla dieta dei Cullen. Lentamente, gli equilibri della famiglia si spostano e un nuovo, inaspettato sentimento d'amore inizia a fiorire. Intanto Victoria è ancora nell'ombra, intenzionata a vendicare James e i Quileute sospettano la rottura del patto. A far luce sul lontano futuro, solo una confusa visione di Alice...
La voce rotta e disperata taceva. Taceva da ore. Ne sentivo la nostalgia e la cercavo. Ero certa che appartenesse a qualcuno di importante… Edward? Ma non capivo perché Edward avrebbe dovuto sentirsi disperato.
Tre giorni… quanto mancava perché mi trasformassi del tutto? Perché mi stavo trasformando, vero? Saremmo stati insieme per sempre, ne ero certa, insieme come avevo sempre desiderato. Allora perché non mi parlava più? Perché? Edward, dove sei?
L’altra voce, quella tenebrosa e pacata mi parlava spesso.
- Coraggio, Bella, manca poco.
Mi aggrappavo a quel suono senza poter comprendere chi mi parlasse. Non avevo mai udito quella voce.
- Coraggio, cara…
… era una voce così bella…

Disclaimer: i personaggi di questa storia non mi appartengono, sono stati tutti creati da Stepheny Meyer.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Isabella Swan, Jasper Hale, Un po' tutti | Coppie: Bella/Jasper
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon, Successivo alla saga
Capitoli:
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Angolo dell'Autrice: buonasera,care lettrici! La scorsa settimana avevo troppe cose da dire e credo di non aver fatto abbastanza pubblicità al video trailer di questa storia realizzato da nanerottola, la quale si meriterebbe un monumento per il suo lavoro davvero riuscito! Andate a vederlo, vi avevo messo il link a fine capitolo 31, ma non funziona, comunque basta digitare "Luna di Mezzanotte" e lo trovate! Se siete iscritti a youtube lasciate un commentino, ci farebbe molto piacere!

E adesso, buona lettura!



Capitolo XXXII: Fratelli

Bella

   - Immagino che adesso dovremo decidere cosa fare con la rossa. – disse Jacob.
   Carlisle sospirò: - Jacob, io non amo la violenza, ma purtroppo temo che l’unica vera soluzione sia ucciderla. La morte del suo compagno, per lei, ha significato vendetta, nient’altro che vendetta e non si farà scrupolo alcuno a proseguire con il suo piano. E noi non possiamo permetterle di compiere un massacro a Forks.
   - Se ho capito bene, voi avete fatto fuori il suo compagno l’anno scorso ed era stato lui a mandare Bella in ospedale e non una caduta dalle scale, come avevate fatto credere a Charlie.
   - Esatto.
   - Cos’era successo esattamente? – chiese Jacob, curioso.
    Carlisle gli raccontò in breve i fatti avvenuti la primavera precedente, omettendo solo un particolare, cioè che avevo rischiato non solo di morire, ma di essere trasformata in vampiro a causa di James. Capii che non voleva attirare domande inopportune da parte di Jacob.
   Quante bugie dovremo ancora inventare per mantenere la pace? non potei fare a meno di chiedermi.
   Al termine del racconto, Jacob si voltò a guardarmi.
   - Sei andata incontro a un vampiro che voleva ucciderti? – chiese incredulo – Bella, tu non cosa sia l’istinto di auto conservazione…
   Alzai gli occhi al cielo, esasperata: - Jake, se ti dicessero che tuo padre è in pericolo di vita e che l’unico modo per salvarlo è offrirti di morire al suo posto, tu cosa faresti?
   - Immagino che agirei come te. – ammise lui, pensieroso. – Ma quando è successo tutto questo casino, tu non eri un vampiro, eri solo una ragazza indifesa… E’ pazzesco, quello che hai fatto, davvero!
   Jake scosse la testa un paio di volte, incredulo, prima di continuare: - E così questa Victoria vuol vendicarsi e siccome non può ucciderti tanto facilmente, adesso che sei diventata fortissima e dura come il marmo, vuole provarci facendo fuori Charlie e anche qualcun altro… giusto?
   - Giusto. – intervenne Jasper – A questo proposito, devi sapere che i vampiri che stanno aiutando Victoria nel suo intento sono neonati. Non credo che tu e il branco sappiate come si combatte contro un neonato.
   Jacob lo guardò in tralice, evidentemente infastidito dal fatto che Jasper, con le sue parole, stesse mettendo in dubbio le capacità del branco, ma poi chiese in un tono quasi gentile che mi sorprese: - E’ diverso che con i vampiri adulti?
   - Molto diverso. – confermò Jasper, serio.
   - Mio figlio ha molta esperienza in questo campo. – s’intromise Carlisle – In passato ha fatto parte lui stesso di un esercito di neonati e si è occupato di addestrarli a combattere, quindi sa anche come sconfiggerli. Credo che il branco farebbe bene ad accettare qualche consiglio da parte sua.
   Jacob osservò Jasper con curiosità.
   - Avevo notato il tuo modo di combattere. – disse – Prima, quando mi hai sfidato… ho capito che avevo davanti un avversario temibile.
   Jasper gli rivolse un mezzo sorriso: - Posso dire lo stesso di te, Jacob.
   Guardai prima l’uno, poi l’altro, sbalordita: sperare che diventassero amici era forse un po’ troppo, ma sembrava che ad un certo livello si capissero alla perfezione. Forse perché entrambi erano nati per combattere e per essere condottieri….
   - Pensi che potrei mostrare al branco le tecniche di combattimento da usare contro i neonati? – continuò Jasper, sereno - Sono convinto che possano essere utili anche a voi, quando siete in forma di lupo s’intende.
   - D’accordo. – rispose Jacob – Inizieremo domani. Avete una qualche idea di quando la rossa potrebbe tornare?
   - Al momento no, - disse Alice, avvicinandosi – le visioni mie e di Gabriel sono un po’ confuse. Posso dire con certezza che non ha rinunciato e che tornerà, ma sembra che non abbia ancora deciso come e quando… o forse sta cercando di confondermi. Sono anche costretta ad aggiungere che la vicinanza a un licantropo non mi aiuta a vedere. Ho bisogno di allontanarmi da voi per poter sfruttare al massimo il mio dono.
   - Abbiamo comunque un po’ di tempo. – intervenne Gabriel con un sorriso – Sono previsti tre giorni interi di sole, cosa piuttosto rara qui a Forks. Victoria non potrà agire di giorno e dovremo tenerla d’occhio solo di notte.
   - Dovremo circondare casa Swan. – disse Jacob, annuendo – E anche la stazione di polizia e il liceo. Siamo in tanti, faremo in modo di non lasciare mai la città incustodita. Seth e Leah saranno certamente in grado di aiutarci, soprattutto lei… quando l’ho vista correre sono rimasto di sasso, nessuno di noi è altrettanto veloce! Ben presto dovrebbe aggiungersi al branco anche un altro ragazzo della riserva, si chiama Quil e credo che manchi davvero poco alla sua trasformazione… Ma è meglio non fare conto sulla sua presenza… - rimuginò.
   Carlisle sospirò di nuovo, come se fosse stanco e forse, in qualche modo lo era, dopo tutto quello che avevamo passato nelle ultime ventiquattr’ore: - Bene, credo che per ora sia giunto il momento di separarci. – disse – Jacob, se per il branco va bene, potremo incontrarci domani alle sei. Il sole sarà già sufficientemente basso da permettere a voi di osservarci mentre ci alleniamo, ma non sarà ancora scesa la notte, per cui non dovremo preoccuparci di Victoria. In ogni caso, Alice e Gabriel ci avvertiranno immediatamente in caso di pericolo.
   - D’accordo, dottore. – disse Jake – Ora è meglio che vada ad occuparmi di Seth e Leah, insieme a Sam. Ho il permesso di avvicinarmi a casa vostra, se avessi bisogno di comunicare con voi?
   - Certo, Jacob. - rispose Edward, al posto del padre – Anche a qualche chilometro di distanza, io dovrei riuscire a sentire i tuoi pensieri e poi, naturalmente, sentiremo il tuo odore, quando sarai più vicino.
   - Chiamala pure puzza, leggi-pensieri! – sghignazzò Jacob – Comunque, mi sta bene anche la telepatia.
   - Allora, arrivederci, Jacob. – disse Jasper.
   - Arrivederci, comandante! – replicò Jacob, ammiccando – Ciao, Bells!
   - Veramente sono un Maggiore… - cominciò Jasper.
   - Mi hai chiamata Bells… - osservai io, simultaneamente.
   - Preferivi succhiasangue o sanguisuga? – mi chiese Jake, con un ghigno.
   - Certo che no!
   - Allora non lamentarti!
   Con queste parole, molto più amichevoli di quanto mi sarei aspettata, Jacob tornò ad essere un grande lupo color bronzo e un attimo dopo, sparì tra gli alberi, seguito a ruota da Embry, Paul e Jared.
   Per alcuni secondi, nella radura regnò il silenzio più totale. Poi Esme disse, con una strana voce tremante:
   - Non posso credere che sia davvero finita…
   Carlisle la circondò con le braccia, tenero e protettivo e lo stesso fecero Emmett e Gabriel, con Rose e Alice.
   Jasper mi si accostò, ma il braccio di Edward lo fermò, prima che potesse anche solo sfiorarmi.
   - Dobbiamo andare a casa. – disse il vampiro dai capelli bronzei, in tono fermo – Venite.
   Mi circondò le spalle con un braccio, come aveva fatto prima e con delicatezza, ma anche con decisione mi trascinò in avanti, insieme a lui.
   Sconcertata e infastidita da quell’atteggiamento per me incomprensibile, mi voltai a guardare Jasper che emise un ringhio sommesso.
   Alice gli fu accanto in un attimo.
   - Tranquillo, Jazz, Edward ha un valido motivo per comportarsi così. – sussurrò, posandogli una mano sul braccio – Quando saremo a casa, capirai.
   - Lo spero… - sibilò tra i denti il mio compagno.
   Per tutto il tragitto sentii il suo sguardo di fuoco fisso su Edward e su di me e respirai di sollievo, quando fummo in vista della grande casa.
   Edward mi lasciò andare appena varcata la soglia e nello stesso istante la mano di Jasper serrò il mio polso in una morsa quasi dolorosa.
   - Jazz, calmati… - sussurrai, allarmata, cercando di liberarmi.
   Jasper non mi ascoltò, né mi lasciò andare.
   - Cosa significa tutto questo? – ringhiò a Edward.
   Il fratello si limitò a sorridere: -  Jazz, smettila di insultarmi nei tuoi pensieri, non ho alcuna intenzione di rivendicare diritti su Bella.
   - E allora perché ti stai comportando in questo modo? – sbottò Emmett, mettendosi a fianco di Jasper e lanciando a Edward un’occhiata più che minacciosa.
   Edward ci guardò ad uno ad uno, incredulo e ferito:
   - Ma non capite? – chiese – Se avessi detto a Jacob cos’è successo veramente in questa casa la sera del compleanno di Bella, non avremmo mai ottenuto la collaborazione del branco! Se gli avessi detto che ben tre di noi hanno perso il controllo, quando Bella ha cominciato a perdere sangue, come credete che avrebbe reagito? Avrebbe pensato che siamo inaffidabili, che non sappiamo controllarci e che quello che è successo a Bella potrebbe accadere di nuovo, a qualcun altro! Ho preferito addossarmi tutta la responsabilità, infondo avrei dovuto essere io il più sensibile all’odore di Bella. Ma se preferite, - continuò, in tono molto più freddo e controllato – tornerò indietro e gli dirò tutta la verità!
   La sua dichiarazione fu seguita da un silenzio carico di incredulità.
   Povero Edward. Aveva ragione, eccome se aveva ragione…  Ci aveva protetti tutti e noi non eravamo nemmeno riusciti a capire le sue reali intenzioni. Io per prima.
   - Scusaci, Edward… - mormorai, mortificata – Non avevamo capito…
   - Sì, scusa, fratello… - aggiunse subito Emmett, rilassando i suoi possenti muscoli – Non volevo offenderti.
   - Il tuo è stato un gesto molto coraggioso. – disse Carlisle, dando a Edward un’affettuosa pacca sulla spalla – Avremmo dovuto capire e fidarci di te, figliolo, perdonaci.
   - Ma certo, papà. – rispose Edward, commosso.
   L’atmosfera si sarebbe rasserenata in quel momento, se un nuovo ringhio di Jasper non ci avesse fatti sussultare tutti.
   - Va bene, Edward… - sibilò – Hai fatto ancora una volta la parte dell’eroe e ti siamo tutti molto riconoscenti. Ma questo non spiega il perché tu abbia abbracciato Bella in quel modo.
   La sua mano era ancora stretta attorno al mio polso, possessiva. Cercai nuovamente di liberarmi, ma senza risultato.
   - Jasper, lascia andare Bella! – ordinò Emmett, secco – La stai spaventando.
   Jazz spalancò gli occhi e solo allora parve rendersi conto di ciò che stava facendo. Allentò la presa sul mio polso e portò la mia mano alle labbra.
   - Scusa, tesoro, non volevo… - mormorò con dolcezza, prima di baciarla.
   - Cosa?!
   Sia Jasper che io ci voltammo, sorpresi.
   Edward ci stava guardando come se ci vedesse per la prima volta in vita sua.
   - Cosa… cosa sta succedendo tra voi? – esalò.
   Jasper ghignò, palesemente soddisfatto: - Ancora non l’avevi capito? I miei pensieri non ti hanno rivelato niente? Bella è la mia compagna, adesso.
   Edward si voltò verso Alice.
   - Perché non me l’hai detto? – urlò, inferocito.
   - Ti invito a non urlare contro mia moglie. – disse Gabriel, apparentemente calmissimo – Potresti pentirtene.
   - Se anche te l’avessi detto, sarebbe cambiato qualcosa? – disse invece Alice, alzando le spalle – Non credevo che ti saresti tanto agitato.
   Edward guardò prima lei, poi Carlisle, poi me e Jasper e le nostre mani intrecciate.
   - E pensare che vi ho protetti due volte… - disse, con voce rotta – mi sono finto il compagno di Bella solo per non attirare altre domande da parte di Jacob… mi avrebbe staccato la testa a morsi se avesse saputo che dopo aver trasformato Bella, l’avevo abbandonata e avreste combattuto di nuovo… l’ho fatto per tutti noi… e adesso scopro che è successo… questo?
   A quel punto cominciai davvero ad arrabbiarmi. Che cosa, esattamente, lo sconvolgeva tanto?
   - Vorresti spiegarmi cosa c’è di tanto disdicevole? – chiesi in tono tagliente – Tu ed Alice ve n’eravate andati da un pezzo, quando Jasper e io ci siamo innamorati. Non vi abbiamo mai traditi, se è a questo che stai pensando.
   Edward scosse la testa con impazienza: - Non sto pensando al tradimento, Bella! – esclamò – Tu non puoi stare insieme a Jasper!
   Cosa? – Come hai detto? – ringhiai.
   - Jasper ti ha manipolata! – urlò Edward, fuori di sé – Ha usato il suo potere per farti innamorare di sè, non capisci? L’ha fatto fin dall’inizio, da quando la tua trasformazione è iniziata!
   Carlisle superò le urla del figlio: - Edward, sei impazzito? Jasper non farebbe mai una cosa del genere!
   Edward si voltò di scatto verso di lui: - Bella non può essere innamorata di Jasper, è il suo creatore, lei ha sempre avuto paura di lui!
   - Questo è quello che hai sempre creduto tu! – sbottai, ancor più alterata.
   - Anche Carlisle è il creatore di Esme! – intervenne Rosalie, sconcertata quanto me  – Questo non le ha impedito di innamorarsene.
   - Carlisle non manipola le emozioni! – sbraitò Edward – Non è la stessa cosa! Mentre Bella si trasformava, pronunciava il nome di Jasper e io ho sempre sospettato che fosse stato lui a indurla a farlo! Perché non mi credete?
 
   Jasper

   Basta.
   Non anche questo.
   Non ne avevo passate abbastanza? Mi ero preparato ad una battaglia contro Victoria, avevo affrontato una battaglia contro un branco di licantropi imbizzarriti, avevo guardato Bella rischiare la vita per salvarmi…
   Quante volte mi ero auto accusato di essere eccessivamente impulsivo? O al contrario, troppo paziente e inerte?
   O entrambe le cose, perché niente è peggio che sopportare, a lungo e senza lamentarsi mai, per poi esplodere, all’improvviso quando gli altri meno se l’aspettano. E’ qualcosa che non porta mai nulla di buono, alla fine.
   Lo sapevo benissimo, ma questo non mi aveva mai impedito di ricadere in quell’errore, dozzine di volte.
   Accadde anche allora, perché Edward aveva parlato nel momento sbagliato, quando ormai non c’era più posto per la pazienza, nella mia mente spaziosa e tanto articolata.
   Tutto l’astio che avevo accumulato in seguito alla trasformazione di Bella, tutto il disgusto verso me stesso e verso di lui, che avevo covato dentro me e poi rinchiuso ermeticamente in un cassetto, nel mio cuore, tornò ad opprimermi e mi comportai esattamente come una bottiglia di spumante, agitata troppo a lungo prima di essere aperta.
   Esplosi.
   Nello spazio di un secondo avevo eliminato la distanza tra me e mio fratello, l’avevo sbattuto violentemente a terra e le mie mani si erano serrate intorno alla sua gola.
   Strinsi.
   Sapevo benissimo che non si può uccidere un vampiro soffocandolo, ma per un attimo lo dimenticai: non fu il vampiro che ero, ad agire. In quel momento fui soltanto un ragazzo esasperato, stanco di essere insultato e accusato di un crimine che non avevo commesso. Avrei potuto tollerare qualsiasi cosa, ma non potevo accettare che mi si dicesse in faccia che il mio amore per Bella era falso, che l’avevo manipolata per averla… era un infamia.
   Due braccia fortissime, quelle di Emmett senza dubbio, mi allacciarono alla vita e tirarono. Altre due braccia, quelle di Gabriel, intervennero in aiuto di mio fratello.
   Poi due mani morbide e delicate si posarono sulle mie e le staccarono con dolcezza dalla gola di Edward.
   Ancora accecato dalla rabbia udii la voce più bella del mondo:
   - Jasper, amore, lascialo, ti prego…
   Bella…
   Sentii, più che vederlo veramente, che il mio piccolo cigno era chino su di me e lasciai che le sue mani guidassero le mie, riportandomi alla ragione.
   Non so come, mi ritrovai in piedi, a due metri da Edward, affiancato da Emmett e Gabriel, entrambi vigili e concentrati. Bella era davanti a me e mi guardava: i suoi occhi dorati non esprimevano né rabbia, né disgusto, né paura, solo amore e sollecitudine.
   - Jasper, va tutto bene. Va tutto bene... – disse con voce dolce, come se stesse cantando una nenia, sempre uguale, quasi ipnotica. – Guardami, tesoro, va tutto bene, sono qui, è tutto finito.
   Non riuscii a rispondere, ma annuii, per farle capire, in qualche modo, che stavo meglio, che non avrei ammazzato Edward, che mi dispiaceva…
   Bella dovette capire, perché mi aprì le braccia e allora la raggiunsi in un passo e la strinsi forte a me, affondando il viso nei suoi capelli profumati. Lei ricambiò il mio abbraccio e mi accarezzò con dolcezza le spalle, come per consolarmi.
   Poi si staccò da me, sorridendomi un’ultima volta e si voltò verso Edward, in piedi accanto ai nostri genitori, per fulminarlo con l’occhiata più cupa che avessi mai colto in lei.
   - Tu! – disse, con voce bassa e vibrante – Non osare mai più parlare in questo modo del mio ragazzo, hai capito? Se dovessi sentire un’altra parola contro di lui, da parte tua, sarò io a staccarti la testa con le mie mani! Sono stata chiara?
   Edward chinò il capo.
   - Forse ho esagerato… - ammise, ancora scosso – E credo di essermi meritato questa reazione incontrollata da parte di Jasper, ma cerca di capire, ero preoccupato…
   - Non mi interessa la tua preoccupazione! – sibilò Bella, furente – Tu ti preoccupi per le cose sbagliate, sei sempre stato così, Edward! Jasper non ha fatto che colpevolizzarsi, dopo la mia trasformazione, ma non è stato lui a far sì che mi tagliassi con la carta da regalo, e non è stato lui a lanciarmi contro il muro! E non mi ha mai manipolata! MAI! – ringhiò.
   - Io non volevo che tu ti facessi del male… - rispose Edward, sconvolto da questa nuova Bella, che non conosceva – Ti ho spinta via perché temevo che Jasper ti attaccasse…
   Ritrovai la voce.
   - Eh no, fratellino, se tu mi avessi dato il tempo di uscire dalla stanza, prima di difendere Bella, come dici tu, non sarebbe successo nulla, perché io non l’avrei attaccata per una stupida goccia di sangue! – dissi, ancora tremante di rabbia – E vorrei sapere con che coraggio tu, che l’hai abbandonata perché non hai accettato che non fosse più la ragazzina totalmente dipendente da te, adesso mi accusi di aver manipolato le sue emozioni, addirittura i suoi sentimenti… Ti sembro a tal punto un mostro?
   Bella raggiunse Edward in tre falcate e si alzò in punta dei piedi per guardarlo dritto negli occhi.
   - Io amo Jasper. – disse con voce chiara – Hai capito? Io. Amo. Jasper. E nessuno mi ha costretta a questo.
   Non attese la risposta di mio fratello. Rigida, tornò verso di me, ignorando le occhiate perplesse e quasi spaventate degli altri.
   - Vieni, Jazz. – disse – Andiamo a caccia.
   Mi tese la mano e io la presi, senza dire niente; lasciai semplicemente che mi conducesse all’aperto, dove sapevo che insieme a lei avrei ritrovato un po’ di pace e avrei dimenticato la follia che aveva rischiato di travolgermi.


Care lettrici, vi annuncio con grande sollievo che abbiamo superato il capitolo più drammatico di tutta la storia! Spero, che nonostante l'argomento molto... arancione... vi sia piaciuto! Nel prossimo, l'atmosfera tornerà a rasserenarsi e vi anticipo che al capitolo 34 accadrà qualcosa di interessante che riguarda solo e soltanto i nostri piccioncini preferiti, che in questi ultimi capitoli ne hanno davvero passate di tutti i colori. Care fans di Edward, non arrabbiatevi per la scena appena letta, io non voglio affatto male a questo personaggio, solo che il cerchio doveva chiudersi: nei primi capitoli, se ricordate, tra lui e Jasper c'era dell'astio mai espresso pienamente... il confronto era inevitabile.

Vi prego di lasciarmi le vostre recensioni e se non vi rispondo subito è perché da sabato 25 a mercoledì 29 sarò all'estero. Risponderò appena torno e vi ringrazio in anticipo.

Un forte abbraccio alle mie fedelissime e a tutte le altre recensitrici, nonché alle lettrici silenziose!

Alla prossima!
Niniane




   
 
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