Nickaname:
NoeHP ( sia nel forum, che nel sito)
Titolo: Even the devil rates you
Genere: Angst
Avvertimenti: One-shot
Rating: giallo
Personaggio scelto:
Tom Marvolo Riddle
Altri personaggi:
Mirtilla Malcontenta
Introduzione: Sei
cosi pieno di peccati che anche il diavolo ti giudica…
NdA: La storia
vede come protagonista Tom Marvolo Riddle durante il suo quinto anno di
studi.
Racconta il suo primo omicidio, e la scalata che lo condurrà
verso
l’immortalità. Nella fanfic sono presenti
flashback ( sono quelli in corsivo
^^) Poi che altro dire? Ah, si volevo ringraziare la mia miglior amica
Martina
perché in questo periodo mi sta veramente aiutando
tantissimo! Quindi grazie di
tutto Marty!!!!
Needless to say
I guess you know I hate
you
You're so full of sin
Even the devil rates
you
(Karma Killer_ Robbie
Williams)
Tom Riddle fece una smorfia
impercettibile vedendo la
scena assolutamente appagante che gli si presentava davanti. I suoi
occhi brillavano
più che mai, emanando un fulgore sinistro che li rendeva
ancora più enigmatici
e impenetrabili di quanto non lo fossero già. Ma quella
volta, le sue iridi
solitamente nere erano diverse:
rilasciavano, alla poca luce del bagno delle ragazze, un colore
rossastro
simile a quello del sangue. La bocca era contorta da un ghigno, che
terminava
con due piccole fossette proprio sulle guance del ragazzo.
Il giovane mago non aveva mai sorriso a nessuno.
Ridere era quell’irritante sensazione che solo gli
sprovveduti erano in grado provare... Gli ingenui e i Grifondoro ne
erano un
esempio abbastanza palese. E Tom non si sarebbe lasciato scappare un
sorriso o
comunque un accenno ad una risata, solo perché sentiva di
farlo.
Tom Riddle non
rideva perché non era come gli altri. Taciturno,
presuntuoso, a volte arrogante,
determinato e possessivo: questi erano gli aggettivi
che lo rendevano
semplicemente un Riddle. Ogni pensiero amaro che Tom aveva formulato
nel corso
degli anni passati all’Orfanotrofio si riversò
fuori in quelle ore; la
frustrazione per non essere riuscito a niente fino al compimento del
suo
undicesimo compleanno, solo rubare piccole scatolette di latta ai
propri amici,
il dolore che provò quando scoprì di essere un
Mezzosangue, e il fatto di poter
riuscire a fare cose che gli altri non sapevano fare: usare
la magia contro chi si comportava male con lui, tutti questi
sentimenti di cui non si vergognava lo stesso, alla fine esplosero in
una marea
di piccole brillanti idee, per poter in qualche modo poterla fare
pagare a
tutti. E quella sera, quella maledettissima sera, dopo tutti i sorrisi
svaniti
e mai mostrati a nessuno, trovò eccitante poter lasciarsi
sfuggire un sorriso.
Uno di quelli da tenere solamente per sé stessi
perché troppo intrisi di vanità
per poterli mostrare agli amici. Era un ghigno corrotto dalla scena che
da solo
si stava godendo nel bagno delle ragazze. Il Serpeverde stava in piedi
vicino
al lavandino, mentre i suoi occhi scrutavano la figura che giaceva
distesa in
terra; il corpo minuto della ragazza era accasciato sul freddo
pavimento di
pietra, le sue iridi inespressive, che sembravano chiedere aiuto, tra
l'altro bellamente
negatole dal suo aggressore.
Mirtilla Malcontenta, capelli scuri sempre raccolti in
due codine, smistata tra i Corvonero, nata Babbana, era morta.
Tom la osservava soddisfatto. Nessun dispiacere né
rancore, solo un innato senso di compiacenza che si andava a espandere
dentro
sé. Contemplava la sua prima vittima, esaminando
accuratamente ogni piccolo
particolare del viso della ragazza e pensando alla riuscita del suo
ottimo
lavoro. Era stato in grado di compiere un gesto talmente deplorevole
che non
gli importava comunque. In quel momento che sembrava non voler finire
mai, la bramosia
di Riddle diventava sempre più evidente:
l’espressione frenetica, il cuore che
batteva velocemente, un brivido di fermento che scivolava lungo la
schiena
erano sintomi più che espliciti del suo stato
d’animo. Accadeva tutto così
velocemente: per di più, ignorava la presenza del Basilisco
che strisciava
sotto i corridoi del bagno, nelle tubature, diretto nella sua casa
sotterranea.
Il lieve rumore rauco del suo strascichio risuonava a mala pena tra
quelle
mura.
D'altronde non poteva di certo biasimarlo: il suo animaletto
aveva fatto un ottimo lavoro.
Le gocce
d’acqua
che cadevano dal rubinetto nel lavandino del bagno e il singhiozzio di
una
ragazza erano gli unici rumori percepibili. Mirtilla era in lacrime
davanti al
lavello: Olive Hornby l’avrebbe pagata cara per quello che le
aveva detto quel
pomeriggio riguardo ai suoi occhialetti tondi dalle
lenti spesse.
“ Maledetti
occhiali! ” disse lei sfilandoseli da sopra le orecchie e
gettandoli a terra
con ferocia. Poi riprese a piangere, inginocchiandosi per terra.
Da dietro una
colonna, il giovane Riddle ansioso osservava; il suo momento era
vicinissimo...
decise di agire in quell’stante. Sussurrò una
frase, impossibile da tradurre
poiché questa uscì dalla sua bocca quasi
strisciando, come se fosse un
serpente: Il serpentese era un dono non comune ed era considerato dai
primi
maghi della storia estremamente negativo per chi lo
possedeva…
Tom Riddle voleva vendicarsi dei torti subiti, ma, al
contempo, voleva battersi per riportare in auge l’antico nome
della famiglia
Gaunt: essere l’erede di Serpeverde lo faceva sentire capace
di ogni azione,
anche di uccidere per raggiungere
quello che era diventato il suo obbiettivo primario.
Diventare immortale.
Quando si era imbattuto nella parola Horcrux, ne era
rimasto talmente affascinato da voler chiedere aiuto persino al
professor
Lumacorno, ma lui si era rifiutato categoricamente. Tom, invece, non si
era
fermato davanti niente e nessuno, fino ad arrivare a quella sera, a
quel
momento.
Uccidere fa a brandelli l’anima…e il mago che
intende
creare un Horcrux usa quel danno a suo vantaggio per riporre la parte
mancante
d’anima in un oggetto da custodire gelosamente: un pensiero incessante che
vorticava nella testa
di Tom da diversi mesi.
Il rumore di una
porta cigolante risuonò per il bagno delle ragazze. Mirtilla
con occhi
arrossati e gonfi stava appoggiata contro il lavello. Sentì
quel rumore e in
pochissimo tempo il cuore le balzò in gola; alzò
il capo facendo più silenzio
possibile, gli occhi fissi sul marmo del lavandino. Non potevano essere
le sue
amiche, le avrebbe riconosciute subito se fossero state loro.
“ E’ un ragazzo…
Olive Hornby è venuto a chiedermi scusa! E si aspetta che io
le accetti! …
” Fu
quello che pensò la ragazzina.
Ma quello
non era Olive
Hornby. Dietro Mirtilla stava il mostro comandato da Lui. Il basilisco,
pronto
ad uccidere chiunque con il suo sguardo.
Fu un secondo a
trasformarsi nell’eternità quando la ragazza si
voltò verso lui per urlargli
contro. Uno sguardo di troppo, un pensiero che la povera Mirtilla non
fu nemmeno
in grado di formulare. La sua vita troncata a metà. Cadde con un tonfo sordo, vicino
all’enorme
monumento che portava alla Camera dei Segreti. Gli occhi ancora ricchi
di
lacrime che da quel giorno in poi sarebbero state rinchiuse al loro
interno, la
bocca semiaperta e quegli occhiali lasciati per terra con una lente
rotta,
erano tutto quello che rimaneva di Mirtilla Malcontenta.
Tom Riddle uscì dal
nascondiglio ridendo e si avvicinò al mostro che, con occhi
infiammati,
guardava il cadavere per terra. L’acqua che gocciolava dai
rubinetti fu
l’ultimo rumore che Mirtilla riuscì a sentire.
Freddo. L’unico amico di
Tom, l’unico che riusciva a
sopportare, forse perché nella sua anima talmente ghiacciata
c’era posto solo
per un unico desiderio: l’immortalità.
Sì, il freddo gli era amico, l’unico rimastogli
fedele.
Sorrise guardando il corpo inerme per terra e pensando alla sua prima
vittima.
Un gioco da niente…
Fui
strappato via dal mio corpo, diventai meno che spirito, meno del
più miserabile
fantasma… eppure ero vivo…
(Tom
Marvolo Riddle_ Harry Potter e il principe Mezzosangue)