Okay, so che
è passato un po’ di tempo. Un po’
TROPPO tempo, direi.. Ma ho ripreso questa fan fiction solo qualche
settimana
fa, dopo aver creduto che l’ispirazione e la voglia di
scrivere mi fossero
completamente passate. E invece no! Ho ripreso non solo le FF che avevo
lasciato incomplete, ma ne ho anche iniziata un’altra, che
è già a buon punto.
E devo dire che mi piace molto J
(Ve ne farò leggere un pezzetto in anticipo!)
In ogni caso,
non importa se vi siete persi nel
seguire questa storia, e se è passato troppo tempo.. Io
voglio continuare a
postarla fino alla fine, dato che mancano ormai pochi capitoli.. e
pazienza se
nessuno continuerà a seguirla. Io sono qui per tutte quelle
persone che hanno
continuato a chiedermi di continuarla e che ci hanno sempre creduto.
Dunque, buona
lettura a chi ha ancora voglia di
leggerla. I prossimi capitoli verranno postati prestissimo, ve lo
prometto.
P.S. Non ho il
tempo per ringraziarvi
personalmente, anche perché non sono con il mio pc in questo
momento. Ma la
prossima volta posterò i ringraziamenti!
Capitolo
quindicesimo.
Sento bussare
alla porta della mia stanza con
insistenza, ma non ho la minima intenzione di aprire. Non riesco a
smettere di fermare
queste stupide lacrime da quando ho origliato quella conversazione tra
Ginny e
Blaise, mezz’ora fa. Certo che sono proprio
un’idiota a disperarmi in questo
modo! Ma che accidenti mi aspettavo?
Le parole di
Blaise continuano a vorticare
pericolosamente nella mia testa...
-Blaise,
stai scherzando?- aveva
detto Ginny al suo ragazzo. –Draco è pazzo di
Hermione, e anche lei lo è, l’hai
visto benissimo anche tu.-.
-Beh,
io ti sto dicendo solo
quello che so Ginny.. non prendertela con me adesso!- aveva risposto
infastidito lui. -Non hai visto che Draco è diverso in
questi giorni?-
Era
diverso? Perché io non me ne sono accorta?
-Senti,
io te l’ho detto solo per
fare un favore alla tua amica. Hermione è una brava ragazza,
e non vorrei che
ci rimanesse male, quando Draco la mollerà senza alcuna
spiegazione -.
-Draco
non può aver passato tutto
questo tempo con Hermione solo per una stupida scommessa con te,
Blaise! Ma
cosa c’è di divertente poi?Scommettere come dei
bambini, quando di mezzo ci
sono i sentimenti di un’altra persona-.
-Era
solo un gioco all’inizio,
Gin! Lui continuava a dire che era noiosa, asfissiante e che detestava
passare
del tempo con lei, ed io lo provocavo dicendogli che lo diceva solo
perché non
riusciva a portarsela a letto. E allora abbiamo scommesso. - aveva
spiegato
come se fosse la cosa più normale e innocente del mondo.
-Forse
all’inizio era una
scommessa.. d’accordo! Ma adesso...- aveva cercato di dire
Ginny.
-Ma
se si è anche scopato Pansy nel
frattempo!- l’aveva interrotta Blaise.
Una
scommessa! Una stupidissima scommessa! Razza di vile, imbecille,
maledetto
stronzo! Getto il cuscino contro la porta, e sento la voce di Ginny che
continua a chiamarmi impaziente: -Hermione! Hermione dai, apri questa
porta o
giuro che la faccio saltare in aria!- E da quando conosce un
incantesimo?
Prendo la bacchetta, esasperata, e faccio scattare la serratura della
porta, dalla
quale Ginny entra tutta agitata. Mi rannicchio sul mio letto,
chiudendomi
dietro una muraglia di silenzio, sperando che se ne vada in fretta e
che mi
lasci in pace.
-Hermione..
Oh, Hermione, mi dispiace che tu sia venuta a saperlo in questo modo.
Sarei
venuta da te a dirtelo subito!- Tante grazie, ma questo non migliora la
situazione. -Sono sicura che debba esserci un’altra
spiegazione. Lo sai anche
tu che Draco ha dimostrato di essere un’altra persona
ultimamente, ed io l’ho
visto sinceramente felice quando stava con te. Non rovinare tutto per
una
sciocchezza.-
-Una
sciocchezza, dici? UNA SCIOCCHEZZA? Prova a stare tu con Blaise sapendo
che ti
ha portata a letto solo per una stupida scommessa con il suo compagno
di stanza
senza cervello!- Mi giro furiosa dalla sua parte, mentre le lacrime
riprendono
a bagnarmi il viso.
-Va
bene, forse è stato così all’inizio..ma
poi si è affezionato davvero a te,
Hermione, e non dirmi di no, perché ne sei consapevole anche
tu- Ribatte lei.
-Si
è scopato la Parkinson, mentre stavamo insieme Ginny!-
Continuo a urlare e a
piangere come una forsennata. A questo, però, non sa trovare
una spiegazione
logica, e rimane in silenzio, pensierosa.
-Ora
capisco perché mi faceva tutte quelle battutine.. ed io ero
così stupida,
Merlino.. Le dicevo che lei non sapeva niente di Draco. Quante risate
si
saranno fatte con quell’altra arpia della Greengrass! Sono
una stupida..- Mi
asciugo con rabbia gli occhi con la manica della giacca, e continuo a
singhiozzare come un’idiota.
-Tesoro..-
Ginny si fa avanti e mi abbraccia con delicatezza.
-Non
voglio più avere niente a che fare con lui, Ginny. Non
voglio più rivolgergli
la parola, mai più- Abbasso la voce, e mi stringo contro la
mia migliore amica,
per tentare di tenere ancora assieme i pezzi di me stessa,
perché in questo
momento sento che potrei sbriciolarmi senza neanche accorgermene.
***
Oggi
non sono scesa a pranzo, non ne avevo voglia. Vederlo lì,
allo stesso tavolo di
Pansy, mi avrebbe solamente fatto saltare i nervi, e avrei finito con
lo
scaraventare il contenuto del mio piatto in testa a qualche povero
innocente.
Ginny mi ha portato qualcosa da mangiare quando è tornata in
camera, ma è rimasto
tutto intatto, come lei l’ha portato. Non
ho fame, ho un enorme peso sullo stomaco.
Adesso
sono stesa sul mio letto con il libro di Antiche Rune aperto sulla
faccia;
avevo intenzione di studiare, per scacciare via i pensieri, ma non ho
proprio
la testa per farlo. Ho riletto una frase per quindici volte di seguito,
e non
l’ho neanche capita. Ma è possibile?
Toc,
toc, toc.
E
adesso chi diamine è?
Toc, toc, toc. -
Hermione? - Harry! Ci mancava solo
lui adesso. Forse
se fingo di essere morta se ne andrà. Merlino solo sa cosa
farebbe a Draco, se
gli raccontassi tutto.
TOC,
TOC, TOC, TOC.
E basta! Non c’è nessuno!
-
Hermione, sono Harry! So che sei lì dentro, quindi apri
subito o butto giù la
porta! - Anche lui? Ma cos’è questa violenza
contro la mia porta innocente?
-
Sto dormendo - mormoro con voce non proprio assonnata.
-
Certo, ed io sono un Mangiamorte -
-
L’ho sempre sospettato, sai? -
Lo
sento ridacchiare da dietro la porta, e un sorriso riesce a increspare
anche le
mie labbra.
-
E comunque, è un motivo in più per non aprirti -
-
Eddai, Hermione! - perde la pazienza lui.
Sbuffo,
chiudendo il libro, e lancio un incantesimo alla porta per aprirla.
-
Contento? - Gli domando, dopo che è entrato e si
è richiuso la porta alle
spalle. Resta qualche minuto in piedi a osservarmi con sguardo
pensieroso e poi
viene avanti. Probabilmente le mie occhiaie non lo convincono per
niente. Credo
che, effettivamente, stiano per arrivarmi ai piedi.
-
Hai un aspetto tremendo – conclude, infine, dopo
un’analisi accurata.
-
Ti voglio bene anche io - sorrido, o meglio tento di farlo.
Probabilmente questo
non lo convince del fatto che io stia bene, perciò fa
qualche altro passo nella
stanza e viene a sedersi accanto a me, sul bordo del letto.
-
Perché non sei scesa oggi a pranzo? -
-
Ho l’influenza, anzi è meglio che non ti avvicini.
Potrei contaggiartela -
Annuisco io, cercando di sembrare convincente, e nascondendogli il mio
sguardo.
-
La smetti di sparare cazzate? -
Mi
volto verso di lui, e lo guardo stupita per un secondo. Ma è
il mio migliore
amico, è ovvio che si sia accorto che qualcosa non va, e che
non si beva una
cavolata simile.
-
La smetti di farmi l’interrogatorio? - ribatto, piccata.
-
Che ti ha fatto? -
-
Vedo che non demordi -
-
Hermione! -
Gli
lancio uno sguardo truce, e lui fa lo stesso. Che m’invento
adesso?
-
Non mi ha fatto niente - rispondo, incrociando le braccia scocciata,
come una
bambina.
-
Conosco molti modi per indurti a parlare, Hermione.. Posso arrivare
anche alla
maledizione Imperius, se il veritaserum non dovesse dare i risultati
sperati.-
Mi imita incrociando le braccia. Ma da quando è
così rompiballe?
-
Senti, tra me e...- sento come un groppo in gola - Malfoy...
è tutto finito. E
non ho voglia di stare qui a parlarne. Fatti bastare questo, chiaro? -
Harry
mi guarda non troppo sorpreso, quella spiona di Ginny
gliel’avrà già raccontato
di sicuro.
-
E’ una cosa definitiva? -
Deglutisco.
-
Assolutamente. -
-
Non ti dirò che mi dispiace, sappilo. -
Gli lancio uno sguardo ferito. Che bella
sensibilità che hai, Harry!
-
Tante grazie! - rispondo acida. - Evita di metterti a cantare, se
puoi.- e mi
giro dall’altra parte, sentendo le lacrime pungermi
nuovamente gli occhi. Harry
non è tanto sorpreso dalla mia “rottura”
con Draco; sono stata l’unica ad
averci creduto, è evidente.
-
Senti, Hermione.. mi dispiace che tu stia male, è ovvio. Ma
non posso dire di
essere triste perché, finalmente,
tu
e quel troglodita non avete più niente a che fare. Sai
esattamente come la
penso. - Mi posa un braccio sulle spalle, addolcendo il tono.
-
Preferirei che non me lo ricordassi - gli rispondo tirando su col naso.
Dovrei
dirgli che ha ragione, che aveva
ragione sin dall’inizio, ma non intendo dargli questa
soddisfazione. Draco è
uno stronzo, me lo aveva detto, ed io, cocciuta, non l’ho
ascoltato. Mi sta
bene!
Sento
che mi stringe una mano con delicatezza, e improvvisamente ho di nuovo
una gran
voglia di piangere e di gettargli le braccia al collo, ma mi trattengo.
Non
voglio che si preoccupi troppo per me. Stringo, perciò,
debolmente la sua mano
e faccio un respiro profondo per darmi una calmata.
-
Scendi a cena con me? - mi chiede dopo qualche minuto.
Lo
guardo indecisa per qualche secondo. Non vorrei per niente al mondo
vedere la
sua faccia, e quella del carlino, ma di certo non posso nemmeno
rinchiudermi
per sempre qui, e morire di fame.
Sospiro
e annuisco. Non essere vigliacca, Hermione!
-
Mi dai cinque minuti per rimettermi in sesto?-
-
Solo se sono cinque, perché muoio di fame- mi risponde con
un sorriso di scuse.
Non cambierà mai!
-
Promesso - faccio mezzo sorriso, lui mi stampa un bacio sulla fronte e
si alza
dal letto.
-
Ti aspetto in sala comune - dice prima di uscire e di chiudersi la
porta alle
spalle. Faccio un respiro profondo, e mi alzo dal letto dirigendomi in
bagno.
Ho un aspetto tremendo, ha ragione Harry! Sono pallida e ho dei cerchi
violacei
intorno agli occhi. Per quelli non posso fare niente, ma per i capelli,
per
fortuna, sì. Prendo la bacchetta e in un attimo li sistemo
in una coda che mi
fa assumere un aspetto un po’
più
normale. Mi rinfresco il viso con l’acqua fredda, e sono
pronta ad andare.
Forza,
forza!
Harry
mi ha aspettato in sala comune, come aveva detto, e con lui trovo anche
Ron che
non si azzarda a farmi nemmeno una domanda. Probabilmente Harry
l’ha avvisato.
Apprezzo il silenzio di Ron, e gli lancio un sorriso per ringraziarlo.
Usciamo
dalla sala comune, scendiamo le scale e ci avviamo verso la sala
grande, mentre
i due parlano di una partita Tassorosso-Corvonero del giorno prima,
forse solo
per dire qualcosa e alleggerire l’atmosfera.
Mi
raccomando, Hermione. Fredda e glaciale, niente muso lungo, niente
lacrime,
niente mutismo, niente di niente. E’ quello che si merita.
Entriamo
nella sala grande, già piena, ed io, tra Harry e Ron, non ho
il coraggio di
voltarmi verso il tavolo dei Serpeverde. Cammino, fingendo
indifferenza, e mi
siedo velocemente al mio tavolo, dando le spalle alle Serpi, mentre Ron
si
siede accanto a me, e Harry di fronte. Dopo qualche minuto, del cibo
compare
sull’enorme tavolo, ma sento la nausea assalirmi. Non ho
fame, e vorrei solo
alzarmi da qui, ma eroicamente resisto, e annuisco quando Ron mi chiede
se
desidero che mi riempia il piatto di purè. Ne prendo una
forchettata senza
entusiasmo e la porto alla bocca, sotto lo sguardo inquisitore di Harry.
-
Hai intenzione di farmi da balia adesso? - gli dico infastidita.
-
Controllo solo che tu mangi - sorride, alzando le spalle, mentre Ron
continua a
riempirmi il piatto di chi sa cosa. Si sono coalizzati, maledetti.
La
cena passa abbastanza tranquilla, e a un certo punto Seamus
è riuscito a farmi
anche scoppiare a ridere. E’ davvero imbranato quel ragazzo!
-
Beh, che ne dite di una partita a scacchi adesso? - Propone Ron, mentre
ci
alziamo dal tavolo. Harry accetta di buon grado, promettendogli di
stracciarlo,
ma io sbuffo. Non ho mai sopportato quel gioco. Vorrà dire
che li guarderò
giocare per tutta la sera, come sempre in pratica.
Stiamo
per uscire, ma a un tratto, con la coda dell’occhio, vedo
qualcuno alzarsi
velocemente dal tavolo dei Serpeverde e venire verso di noi. Non riesco
a
voltarmi per assicurarmi che sia lui, ma sento Harry afferrarmi per il
braccio..
e capisco.
-
Hermione! - sento la sua voce che mi chiama per fermarmi, ma cerco di
ignorarla
e accelero il passo, non riuscendo, però, a controllare il
battito impazzito
del mio cuore. Che vuole?
Lo
sento sbuffare spazientito, e a un tratto me lo ritrovo davanti, a
bloccarci il
passaggio.
-
Malfoy, togliti di torno. - Gli intima Harry, senza lasciarmi il
braccio.
Lo
sguardo di Draco lampeggia, guardando prima la mano di Harry e poi me.
- Fatti
i cazzi tuoi, Potter. - lo liquida lui, per poi rivolgersi a me. - Sei
impazzita per caso? E’ tutto il giorno che ti cerco - Sembra
confuso e in cerca
di spiegazioni. Io lo guardo e cerco di non lasciarmi sfuggire nessuna
emozione,
come mi ero ripromessa prima di scendere a cena.
-
Faresti meglio a non cercarmi più da adesso - gli rispondo
fredda.
-
Che cosa? - sembra incredulo. Davvero non sospetta niente? Che faccia
tosta! - Ma
che accidenti è successo?! - continua serio.
-
Niente di irreparabile. Andiamo, Harry - dico, ricominciando a
camminare e
uscendo dalla porta della Sala Grande, seguita dai miei due amici. Ma
il
Serpeverde sembra non aver compreso l’antifona, e ci segue.
Mi prende per un
braccio e mi blocca. - Non pensare che mi accontenti di una risposta
del
genere. Vieni con me adesso, e dimmi che ti prende - fissa i suoi occhi
su di
me, e la sua stretta, così come il suo tono, non
è prepotente o violenta..
solo... intensa. Sento il peso sullo stomaco riaffiorare, e non riesco
a
reggere il suo sguardo. Non respiro se mi guarda così.
-
Malfoy, non voglio ripetertelo: togliti dai piedi! Lei non vuole
parlare con
te- interviene nuovamente Harry, scandendo bene le parole, per poi
cercare di
allontanarlo da me con una spinta.
-
Non azzardarti a mettermi le mani a dosso, sfregiato - comincia a
scaldarsi anche
Draco. Devo fare subito qualcosa, o stasera finisce male. Perciò sono
costretta a mettermi subito tra
loro, fermandoli con le mani. - Ma finitela una buona volta! - sbotto
infastidita dai loro eterni battibecchi. Non la finiranno nemmeno
quando
avranno ottant’anni e saranno due vecchi decrepiti.
-
Non me ne vado finché non ti deciderai a parlare con me -
minaccia Draco, e
sento Harry fremere nuovamente.
-D’accordo,
d’accordo!- mi arrendo infine. Harry mi guarda incredulo, ed
io gli lancio
un’occhiata rassicurante. - Ho solo due minuti, Malfoy..vediamo
di
sbrigarci - Mi rivolgo fredda verso Draco, che, nel sentire il suo
cognome, mi
guarda in un modo che non riesco a decifrare.
-
Noi ti aspettiamo qui - proferisce Harry con tono deciso. Di sicuro
vuole
tenere d’occhio Draco. Annuisco e comincio a fare qualche
passo per il
corridoio con il biondo che mi segue, sempre più nervoso.
Dopo qualche metro mi
fermo e incrocio le braccia, guardandolo.
-
Dobbiamo parlare davanti ai tuoi amichetti? - domanda infastidito.
-
Te l’ho detto, ho due minuti scarsi.. non
c’è bisogno di andare chi sa dove.-
Tono freddo e distaccato, Hermione. Indifferenza.. è questo
quello che si
merita. Non lasciare che ti veda soffrire.
Lui
mi guarda confuso e... triste? - Hermione..che sta succedendo?-
Perché
mi guardi così, Draco?
Prendo
un respiro, e in esso raccolgo tutti i miei buoni propositi - Succede
che non
voglio più avere a che fare con te, Malfoy- ancora una volta pongo
l'accento sul suo cognome con enfasi.
Il
suo sguardo è indecifrabile. - A.. cosa.. è
dovuta questa tua decisione?-
sembra quasi che anche lui stia cercando in tutti i modi di mantenere
il
controllo. E nel suo tono c’è una nota di
rassegnazione che non riesco a
capire.
-
Non abbiamo niente in comune. Questa cosa
è durata fin troppo, sono stanca- Definire cosa
tutto quello che è successo nelle ultime settimane tra me e
Draco è la cosa più
difficile che abbia mai fatto. Ma è per il mio bene.. non
devo permettergli di
convincermi con le sue parole vuote.
Lui
sgrana gli occhi e si avvicina di scatto a me, stringendomi i polsi con
le
mani, e guardandomi negli occhi. -Hermione...-
Dannazione,
Malfoy, smettila! Non guardarmi così! Non fingere che
t’importi! Non posso
permetterti di farmi male in questo modo!
Chiudo
gli occhi per un secondo, sentendo il suo respiro caldo sul mio viso,
ma faccio
forza contro la mia volontà e mi libero della sua presa.
-
Non preoccuparti per il compito, lo consegnerò io alla
McGranitt e metterò
anche il tuo nome - concludo infine annuendo. - Passa una buona serata
-
E
mi allontano immediatamente, avviandomi verso i miei amici, che ci
hanno tenuti
d’occhio per tutto il tempo. Li raggiungo e sorrido
debolmente.
-
Andiamo - sussurro, e, prima di andare, mi volto per mezzo secondo
verso Draco,
che è rimasto immobile con lo sguardo fisso sul vecchio
pavimento del
corridoio. Scuoto la testa e mi volto nuovamente, certa di aver fatto
la scelta
giusta, e fiera di non essermi lasciata incantare dalle sue parole.
Io
sono Hermione Granger, cosa crede?