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Autore: Il_Genio_del_Male    25/02/2012    10 recensioni
A Camelot non si può mai stare tranquilli. Quali altri imprevisti porteranno scompiglio nella vita dei nostri eroi?
[Dopo 'A midsummer night's dream... in Camelot' e 'As you like it' il delirio continua!]
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino | Coppie: Merlino/Artù
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Più stagioni
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- Questa storia fa parte della serie 'Once upon a time...'
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PAIRING: Merthur e molti altri.

RATING: La storia è ancora in fase di stesura, ma credo che oltre il giallo non mi spingerò.

GENERE: Comico, Romantico, Parodia.

AVVERTIMENTI: “Fiat slash, et slash fuit” (cit.) e OOC grande come una casa per tutti i personaggi.

DISCLAIMER: I personaggi non mi appartengono, né i diritti della serie (ahimè) che vanno tutti alla BBC; non guadagno niente dal mio fangirleggiare.

DEDICA: A coloro che hanno avuto fiducia in me, mi hanno supportata, sopportata e non si sono ancora stufati di star dietro ai miei deliri; in particolare Cloud che ha tanto insistito perché pubblicassi al più presto il primo capitolo.

NOTE: Alle vecchie e nuove lettrici, benvenute nel seguito di A midsummer night’s dream… in Camelot e As you like it!

Sarò breve, anche perché non ho molto da dire se non che l’ammmòòòre è nell’aria e che non esistono più le mezze stagioni. E che sono follemente innamorata di Benedict Cumberbatch –sapevatelo.

Buona lettura e che il Delirio sia con voi!

 

 

 

 

 

In una terra di miti e in un'era di magia, il destino di un grande regno si poggia sulle spalle di un ragazzo. Il suo nome: Merlin.

 

Ah no, scusate! Devo aver fatto un po’ di confusione con i copioni, l’altra sera. Sapete, Tonio Cartonio mi paga in natura (tsk, sempre a pensar male) per tutta la pubblicità occulta che gli ho fatto nelle long precedenti, sicché al momento mi ritrovo la camera da letto invasa da casse ricolme di bottiglie di Scivolizia, Tiramisuper e Blumele. Così, benché io sia astemia, ogni tanto mi capita di sorseggiare qualche pinta -solo perché odio gli sprechi, intendiamoci- e insomma, sapete com’è: la sete vien bevendo, una Pioggialatte  tira l’altra…

Ma certamente al gentile pubblico non interessa ascoltare il resoconto dei miei bagordi notturni. Fate pertanto finta che io non abbia proferito parola. Lasciatevi cullare dal suono della Voce Narrante (che poi sarei io) e allacciate le cinture, si parte. Destinazione: Camelot.

 

 

(Quindici anni dopo i fatti narrati in As You Like It.)

 

Il regno e la città di Camelot erano in fermento. L’indomani si sarebbe celebrato il quindicesimo compleanno dei principini reali, Castiel ed Elizabeth Pendragon-Emrys.

La campagna circostante, le strade ed i tetti delle abitazioni erano ricoperti da una spessa coltre di neve. Si era nel mese di dicembre ed il giorno seguente il popolo britannico avrebbe festeggiato Yule, conosciuto dagli esimi lettori con il nome di Natale. Capirete dunque perché i camelottiani non vedessero l’ora che la Vigilia trascorresse in fretta. I bambini, in particolare, aspettavano con trepidazione che giungesse mezzanotte. A quell’ora, infatti, il camaleonte Super Carletto si introduceva nelle case passando per i comignoli e depositava accanto al camino ricchi doni avvolti in carta colorata, uno per ciascun membro di ogni famiglia.

Nel corso della giornata, poi, venivano offerti divertimenti di ogni genere: tornei di tiro con l’arco e pugilato, giostre, duelli e incontri di lotta greco-romana con tanto di combattenti unti d’olio e abbigliati con corte tuniche che lasciavano ben poco all’immaginazione. E inoltre spettacoli pirotecnici, esibizioni circensi, spettacoli di magia, un discreto numero di bancarelle prese d’assalto dalla popolazione femminile di Camelot e diversi stand gastronomici, tra cui quello di Tonio Cartonio, che promettevano degustazioni gratis fino ad esaurimento scorte.

Alle cinque del pomeriggio -l’ora in cui i principi erano nati- veniva acceso un enorme falò al centro della radura nei pressi del castello (marcondirondirondello) che di sicuro i lettori ricorderanno, attorno cui la folla festante era invitata a raccogliersi. A quel punto, Materializzandosi o calando dal cielo in groppa ad Aithusa, la famiglia reale al completo faceva la sua maestosa entrata in scena. Uno schiocco di dita da parte di Re Merlin bastava ad Evocare un cumulo altissimo di regali destinati ai sudditi, che esplodevano in un boato di applausi e urla di apprezzamento, benedicendo a gran voce e nei loro cuori la magnanimità dei sovrani.

Nei loro primi sedici anni di governo Merlin ed Arthur avevano avuto modo di conquistarsi il rispetto e la benevolenza del popolo per la lealtà e la devozione mostrate nei confronti del regno. Avevano dato inizio ad un periodo di pace e prosperità, grazie ai patti di non belligeranza stipulati con i re delle contee confinanti e all’abolizione di imposte e balzelli inutilmente gravosi per le tasche dei cittadini più umili, nonché all’emanazione di un editto sulla libertà di pensiero e di culto che aveva aperto le porte di Camelot ad ambasciatori, diplomatici e visitatori di etnie e culture fino ad allora sconosciute in terra inglese.
Ai due sovrani, inoltre, andava l’ultimo ma non meno importante merito di aver messo al mondo i principi ereditari più nobili d’animo e promettenti che si potessero desiderare.

Il maschio, Castiel, aveva ereditato i capelli corvini, il fisico sottile ma forte e gli occhi blu di Merlin, le orecchie ed il naso dei Pendragon. Era bello come il cielo stellato durante la notte di San Lorenzo, come l’aurora boreale che si diceva fosse visibile in Paesi così freddi da essere ricoperti di neve e ghiaccio tutto l’anno.
Scriveva e parlava correntemente cinque lingue ed era un lettore onnivoro e insaziabile; era dotato altresì di poteri magici di cui si serviva unicamente per fare del bene. Per volere di Arthur era stato addestrato dai migliori cavalieri del regno, sicché era in grado di padroneggiare qualsiasi arma la situazione richiedesse, battersi in duello e gareggiare in un torneo -solitamente uscendone vincitore- e a cavalcare gli stalloni più bizzosi. Aveva imparato anche a cacciare ma, poiché come Merlin amava gli animali ed era vegetariano, aveva ben presto chiesto e ottenuto di essere esonerato dal partecipare ad un simile, sanguinoso passatempo.
Tuttavia, nonostante i suoi numerosi pregi e la sua indiscutibile avvenenza, il giovane principe era timidissimo ed introverso. Davanti ad una qualsiasi esponente del gentil sesso che non fosse sua sorella, l’amica d’infanzia Jessica, zia Morgana o nonna Hunith, egli diveniva rosso come un peperone e cominciava a balbettare e a traspirare copiosamente. Viceversa, con i suoi pochi amici fidati ed i compagni d’arme e di scorribande si trovava incredibilmente a suo agio, non disdegnando di azzuffarsi e rotolare nel fango con loro e, insomma, di prendere parte ai giochi turbolenti e rumorosi tipici dei maschi adolescenti. I genitori sapevano, per mezzo della profezia di Tom, che era destinato ad una vita sentimentale all’insegna della gaiezza (sarebbe stato strano il contrario, dopotutto) ma non volevano forzarlo a confidarsi con loro. Quando sarebbe stato pronto per affrontare l’argomento, l’avrebbero ascoltato e sommerso di raccomandazioni ansiogene e totalmente inutili.

Elizabeth era la maggiore tra i due (solo di dieci minuti, ma lei sosteneva, scherzando fino ad un certo punto, di aver conservato quel vantaggio rispetto al fratello) ed era molto legata a Castiel, sebbene fisicamente non avrebbero potuto essere più diversi. Se quella di lui era un tipo di bellezza notturna, lei veniva spesso paragonata ad un tramonto infuocato di rosa ed arancio. I suoi lunghi capelli rossi splendevano e crepitavano come fiamme vive, gli occhi verdissimi avevano lo stesso taglio obliquo e felino di quelli di Arthur e la bocca sensuale celava una chiostra di denti un po’ irregolari ma armoniosi. Alta e flessuosa, con un collo da cigno e mani affusolate ereditati da Merlin, aveva un unico cruccio di natura estetica: una simpatica spruzzata di lentiggini su naso e gote, che -parole sue- deturpavano il candore della sua pelle alabastrina altrimenti priva d’imperfezioni.
Era piuttosto vanitosa e amava i bei vestiti, i gioielli e le acconciature elaborate. Era sicura del suo fascino, eppure non se ne serviva per far innamorare di sé i giovanotti di nobili natali e non che le ronzavano intorno, ma unicamente per soddisfare il suo ego.
In comune con il fratello aveva la pronta intelligenza e una cultura notevole anche per quanto riguardava l’arte militare. Amava trascorrere i suoi pomeriggi liberi a cavallo, andando a cacciare in compagnia del padre, e manifestava una predisposizione per il comando ed un certo piglio autorevole che mancavano del tutto in Castiel. In fin dei conti, se Tom non si era sbagliato, Elizabeth era destinata ad un futuro di grande regina; Arthur e Merlin non avevano dubbi su quale dei loro figli avrebbe ereditato il trono di Camelot.

Ed il resto della famiglia reale?, vi starete chiedendo. Un attimo di pazienza, miei cari, e avrete una risposta ai vostri interrogativi.

Aithusa, da piccolo ammasso di ossa e squame si era trasformata in una bellissima dragonessa bianca di dimensioni ancora contenute, data la sua giovane età, benché in altezza superasse le due iarde e fosse già in grado di trasportare quattro persone adulte senza problemi. La sua adorazione per Nagini non era venuta meno con il passare del tempo. La femmina di cobra aveva raggiunto i due metri di lunghezza, il suo manto baluginava di riflessi porpora, oro e blu cobalto ed era rimasta di indole affettuosa e giocherellona. Entrambe le creature avevano imparato ad esprimersi nel linguaggio umano, telepaticamente e solo con chi garbava loro; di fronte agli estranei si limitavano a sbatacchiare le ali o a sibilare con diffidenza.

Gli orgogliosi genitori, dal canto loro, non avevano nulla di cui lamentarsi. Il tempo era stato clemente con loro, non avendo cuore di intaccarne la giovanile bellezza, sicché, a trentotto primavere inoltrate, i loro volti non mostravano che qualche sottile ruga d’espressione, le chiome erano ancora folte e lucide -senza neanche un capello bianco- ed il fisico muscoloso dell’uno e quello sottile dell’altro avevano mantenuto vigore e agilità.

Tutto procedeva per il meglio, in quel di Camelot, insomma.

Ma la quiete sarebbe durata ancora per poco.

 

 

Nel Fantabosco, il giorno seguente, fatti inspiegabili e misteriosi si verificarono.

Dal cielo ormai buio (era quasi l’ora del vespro e la luce del falò al centro della radura rischiarava  i dintorni) una cabina telefonica blu atterrò con un certo frastuono, coperto però dai rumori dal vocio della folla festante, tra gli alberi ed i pini innevati. Da essa uscì un uomo con un ciuffo scuro spiovente sugli occhi ed una giacca di tweed.

“Uh, freddino spizzichino” constatò, rabbrividendo visibilmente.

Dietro di lui spuntò una coppia di ragazzi. Il più alto dei due sfiorava il metro e novanta, aveva un’aria piuttosto innocua ed occhi miti di un verde rassicurante. L’altro era biondo e vagamente lentigginoso; le iridi, verdi anch’esse, scintillavano spavalde. Entrambi accolsero con sollievo l’aria fredda che li colpì in volto e si sfregarono le mani coperte da pesanti guanti di lana.

“Finalmente siamo arrivati! Un altro minuto dentro quella cabina e mi sarebbe venuto un attacco di claustrofobia” esclamò il biondino. “Non che non abbia apprezzato il suo aiuto, Dottore” aggiunse subito dopo, rivolgendosi al loro accompagnatore.

“Non preoccuparti, ragazzo” sorrise quegli. “Piuttosto, siete sicuri che questo sia il posto giusto?”

I due giovani si scambiarono un’occhiata di intesa. Il castello (marcondirondirondello), il grande falò, i fuochi d’artificio: tutto corrispondeva a quanto aveva raccontato loro Chuck.

“Nessun dubbio” rispose lo spilungone, sorprendentemente solenne per i suoi vent’anni. “E’ qui che i nostri destini si compiranno”.

 

 

 

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Colpo di scena: chi saranno mai i due stranieri venuti dal cielo? Quali altre strabilianti sorprese l’autrice ha in serbo per voi e per i nostri eroi?

Per scoprirlo, non vi resta che aspettare il prossimo aggiornamento.

Questa, se v’interessa, è la mia pagina autore su Facebook, per seguire in diretta i miei scleri (http://www.facebook.com/pages/Il-Genio-del-Male-EFP/152349598213950).

Un bacio a tutti!

*si eclissa*

   
 
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