Anime & Manga > Card Captor Sakura
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Autore: Shannara_810    30/09/2006    12 recensioni
Se un giorno vi saranno da catturare delle Carte Magiche lasciate che a farlo siano un ragazzo e una ragazza. Lasciate che provino odio, invidia e gelosia. Lasciate che formino un’alleanza. Lasciate che provino amicizia e amore. Ryouka Lunar
Genere: Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Eriol Hiiragizawa, Li Shaoran, Sakura, Sakura Kinomoto, Tomoyo Daidouji, Un pò tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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                                     Capitolo 3: Ricordi dal passato

“Questo unguento dovrebbe alleviargli il dolore e facilitarne la guarigione. Purtroppo rimarrà una cicatrice ma non credo che sarà molto vasta”. Distese la pomata di erbe con tutta la delicatezza di cui era capace. “Ecco. Puoi bendargli il petto, Sakura”.

Eriol aveva appena terminato di esaminare la ferita di Shaoran, disteso ancora incosciente sul divano di casa Kinomoto, e aveva trattato la grave scottatura con un suo particolare preparato. Forse era un bene che il suo giovane discendente fosse ancora svenuto perché sicuramente il dolore che avrebbe provato se fosse stato cosciente sarebbe stato terribile.

Osservava il ragazzo respirare a fatica, mille gocce di sudore che gli imperlavano la fronte e provò per lui una grande pena. Non era riuscito ad intervenire in tempo. Se fosse accaduto qualcosa ad uno dei suoi amici non se lo sarebbe mai perdonato. Ma, sapeva che avrebbe comunque potuto fare poco… Nessuno di loro poteva opporsi alla magia di Ryouka Lunar e, pensò, nemmeno Clow Leed sarebbe uscito incolume da uno scontro diretto.

Perché il Sigillo della Luna si era spezzato? E soprattutto perché ora? Queste domande continuavano ad assillarlo. Da quello che ricordava attraverso le memorie dell’uomo che era stato nella sua vita precedente, tutto ciò che riguardava la grande maga era scomparso misteriosamente, inghiottito dall’oscurità di una notte senza stelle.

Tutta la sua magia, le sue creazioni erano svanite senza lasciare traccia subito dopo la sua morte… com’era possibile, allora, che la più grande opera di Ryouka, le Moon Cards, fossero ricomparse proprio qui a Tomoeda senza che lui non ne avesse avuto nemmeno un presagio?

Questa volta erano riusciti a scamparla ma per quando? Non erano sopravvissuti grazie alla sua bravura, Eriol non si faceva illusioni… semplicemente THE FIRE aveva deciso per qualche strana ragione di lasciarli andare.

Ruby e Spinel avevano riassunto le loro forme provvisorie e ora si affaccendavano a medicare con bende e cerotti Cerberos e Yue. Tomoyo aiutava come meglio poteva. La ragazza era uscita da quella brutta situazione fortunatamente incolume ma lo spavento era stato forte… La sua piccola, coraggiosa Tomoyo. Senza nemmeno rendersene conto, era rimasto incantato ad osservarla, le guance che ora iniziavano a bruciargli. C’era da ridere: Eriol, la calcolatrice e imperturbabile mezza-reincarnazione di Clow, innamorato…

Scosse la testa costringendosi ad allontanare quel pensiero e concentrarsi sul ragazzo ferito. Non era il momento giusto per lasciarsi distrarre da quelle sensazioni ma le parole di Kaho, quelle parole che si erano scambiati poco prima della sua partenza, lo avevano colpito come un macigno. Era confuso: l’attrazione che aveva nutrito Kaho, l’affetto per Tomoyo, tutto si era mescolato in un complicato rompicapo dalla quale non riusciva a venire fuori. Ma questo non era il momento adatto.

“V-va b-bene così?” Era stato un sussurro lievissimo. Le mani di Sakura tremavano e profonde lacrime le solcavano il viso. Ancora una volta, Shaoran era rimasto ferito per colpa sua. Se lui fosse… se lui fosse…

Il ragazzo dai capelli neri spostò la sua attenzione sulla sua quasi-figlia. Gocce calde scivolarono sulle bende candide mentre lei tentava di annodarle senza riuscirci.

“Lascia che ti aiuti”. Prese le fasce e terminò il lavoro. La sentì singhiozzare sempre più forte, lei che si era presa il viso tra le mani e ora piangeva incontrollabilmente.

“Sakura…” Tentò di consolarla, poggiarle una mano sulla spalla ma la giovane si ritrasse. Ora tremava, stringendosi le braccia intorno al corpo cercando di riscaldare il gelo che si sentiva dentro.

“È stata tutta colpa mia. Se solo fossi stata più forte, se solo non fossi così goffa e bisognosa di protezione, ora Shaoran non sarebbe ridotto così!”

“Non dire così. Tu non avresti potuto fare niente. La magia delle Moon Cards è troppo potente per chiunque”.

“Ma io…”

“Credi che il mio giovane discendente potrebbe sopportare di vederti soffrire così? Credi che avrebbe potuto lasciarti in pericolo?”

“Però…”

“Per una volta, l’inglesino ha ragione, mia Ying Fa”. La voce che li aveva interrotti era aspra e roca ma a loro parve il canto più bello e melodioso che avessero mai udito. Shaoran aveva aperto gli occhi, la bocca contorta in una piccola smorfia di dolore che però non avrebbe mai dato a vedere. L’orgoglio del Clan Li non lasciava posto a nessun segno di debolezza.

“Sono felice che tu stia bene, Li-Kun”. Eriol sorrise nel vedere il ragazzo finalmente sveglio. Era un sollievo. Il cinesino rispose con un lieve cenno del capo prima di tentare di mettersi a sedere. Avrebbe voluto dirgli di non sforzarsi ma le motivazioni di quel ragazzo erano chiare come il sole. Se si fosse mostrato sofferente, Sakura sarebbe stata ancora più male. Per questo non disse nulla. Semplicemente l’aiutò a sedersi, facendo in modo che il suo peso non aggravasse la ferita.

“Shaoran…” Nuove lacrime si riversarono su quel bel volto candido e per Li furono come cento pugnalate al cuore. Per lui, non esisteva sofferenza più profonda che vedere il suo Fiore di Ciliegio in lacrime. Nessuno avrebbe mai dovuto farla soffrire, non l’avrebbe mai permesso. Sfiorò quelle calde gocce dolcemente, con la semplice punta delle dita. La sua piccola Sakura.

“Vieni qui”. L’attirò fra le sue braccia, poggiando il capo sul suo, proteggendola in un abbraccio senza tempo. La lasciò piangere, sfogare tutto il terrore che aveva provato, consolandola semplicemente standole vicino. “Va tutto bene. Va tutto bene, mia Sakura”.

“Ho avuto tanta paura. Credevo di averti perso…” Le lacrime sembravano non voler smettere di rigarle il volto, come se tutta la tristezza del mondo si fosse riversata in lei. La sola idea di aver potuto perdere il suo Piccolo Lupo era inaccettabile. Sarebbe morta se gli fosse mai accaduto qualcosa.

Restarono così per un tempo infinito, l’attenzione di tutti i presenti su di loro.

“Io vado…vado a controllare gli altri”. Imbarazzato anche se riusciva a nasconderlo bene, Eriol era praticamente fuggito, il suo viso che lentamente cominciava ad essere avvolto dalle fiamme. Per un istante aveva visto se stesso in quella posizione, una dolce fanciulla dagli occhi scuri tra le sue braccia.

“Sono carinissimi, vero Eriol-kun?” Il sorriso di Tomoyo era un balsamo per le sue preoccupazioni… anche se rivoltogli dietro una telecamera. Fu un bene. Non sarebbe riuscito a guardarla direttamente senza rischiare una situazione molto, molto imbarazzante. Doveva pensare a Sakura e Li. Sì…Concentrare la sua attenzione sulle loro figure ancora abbracciate sul divano.

Così si limitò ad annuire, incapace di nascondere una lieve espressione divertita innanzi al musone accigliato di Cerberus e alla celata approvazione di Yue. Che strana coppia di guardiani… tutti coperti di bende e cerotti decorati da cuoricini colorati.

“Ruby, Spinel se avete finito con le medicazioni perché non preparate del the. Questa sarà una notte molto lunga”. I due guardiani obbedirono, sghignazzando sull’aspetto un po’ ridicolo delle loro controparti ma ciò non gli fu di sollievo. Erano nei guai fino al collo e stavolta non sapeva proprio come avrebbero potuto cavarsela.

Il suo volto era tornato a rabbuiarsi e questo non sfuggì all’occhio attento di Tomoyo. Con finta distrazione e senza mai abbandonare la sua fida telecamera lasciò scivolare la sua mano libera sopra quella del ragazzo che la strinse senza guardarla. Ora come ora aveva bisogno di lei.

La sua attenzione non si staccò mai dalla giovane coppia di innamorati che si teneva stretta sul divano, nonostante quel contatto che tanto agognava. Li avrebbe protetti, decise la mezza - reincarnazione di Clow, sempre.

“Su, ora non piangere più, Sakura”. La scostò da sé lo spazio necessario per rivolgerle un sorriso rassicurante. “Adesso è tutto passato”. Le baciò la fronte, trasmettendole tutto l’amore che provava per lei, rassicurandola che non l’avrebbe mai lasciata. Avrebbe fatto di tutto per il suo Fiore di Ciliegio, anche morire.

Non conosceva il futuro, non sapeva cosa sarebbe successo ora… ora che la sua spada era stata spezzata, che i suoi poteri minacciati, ma di una cosa era certo: avrebbe protetto la felicità di Sakura più di ogni altra cosa.

L’intensità di quello sguardo di miele la fece avvampare. Shaoran avrebbe fatto di tutto per lei e non voleva essere da meno. Si asciugò il volto bagnato con la manica del pigiamino in cui si era cambiata e si sedette accanto a lui, un braccio intono alla sua vita, il capo poggiato con dolcezza sulla sua ampia spalla. Niente sarebbe stato troppo forte se l’avessero affrontato insieme.

“Siamo tornati con le provviste!” Nakaru sprizzava energia da tutti i pori. Apparecchiò la tavola con otto tazze di the e altrettante fette di torta al cioccolato. Touya doveva averla acquistata proprio quel pomeriggio. Aveva un aspetto davvero invitante. “Mi raccomando, Spiccino, non esagerare con i dolci altrimenti sappiamo tutti cosa può succedere!”

Suppy-chan la guardò indignato, afferrò una forchetta ed addentò un bel boccone di torta. Subito le sue guance divennero due ciliegie mature. “È deliziosa!”

“Davvero?” Cerberus, tornato Kero-chan, era svolazzato sul tavolo accanto a lui iniziando a spazzolare la sua parte. La loro era una vera e propria gara. “Scommetti che finisco prima di te… Spiccino!”

“Non chiamarmi così!”

I ragazzi si accomodarono intorno al tavolino, seduti sul gigantesco divano ad L mentre Yue, esasperato, si sedette su un grosso cuscino proprio di fronte al Card-captor con il simbolo del Sole.

“Hai nominato queste Moon Cards. Ma cosa sono? Io non ricordo che il Maestro ce ne abbia mai parlato”. Il suo sguardo era fisso in quello del giovane Hirigagizawa.

“Ha ragione”. Kero mugugnò con la bocca piena di torta. “Credevo che Clow Leed fosse l’unico ad aver creato delle carte magiche. E, mi spiace ammetterlo, quel leone di fuoco era di gran lunga superiore al FIREY di Sakura”.

La ragazza, a quelle parole, si strinse ancora di più nell’abbraccio del suo Shaoran.

“Questo perché le Moon Cards furono create prima delle Clow Cards, da qualcuno molto molto potente”. Eriol si tolse gli occhiali tentando di trovare le parole giuste per raccontare quella storia. Non era facile: le emozioni che Clow aveva provato per Ryouka Lunar erano ancora molto forti e sebbene lui non fosse più quella persona, alle volte quelle sensazioni minacciavano ancora di travolgerlo. Sospirò, quando ad un certo punto avvertì qualcosa di caldo cercare nuovamente la sua mano. Tomoyo gli era accanto e ancora una volta tentava di trasmettergli la sua forza.

“Le Moon Cards furono create da una maga eccezionale, forse anche più potente dello stesso Clow Leed. Il suo nome era Ryouka Lunar”. Prese una tazza di the e ne bevve un lungo sorso.

“Qualcuno più potente di Clow?!” Esclamarono in coro i cattura-carte, la loro amica e i due guardiani. Il giovane mago annuì.

“Sì. Nemmeno Clow conosceva la reale estensione dei poteri di Ryouka sebbene i due fossero legati da una profonda amicizia ma anche da un’accesa rivalità”. Spostò il suo sguardo malinconico su Sakura e Shaoran. “In un certo senso erano molto simili a voi due”.

I ragazzi in questione arrossirono.

“E questo cosa vorrebbe dire?” Kero era dubbioso.

“Che il signor Clow e la signorina Ryouka erano molto innamorati”. Concluse Tomoyo con un sorrisone. Eriol assentì.

“Per molto tempo, Clow non rivelò mai i suoi sentimenti, accontentandosi semplicemente di essere amico-rivale della persona che stimava più di chiunque altro. Trascorsero molti giorni felici insieme,studiando la magia e mettendo alla prova le loro capacità finché un giorno le cose cambiarono. Clow non riuscì più a reprimere i sentimenti che nascondeva dentro di sé. Era strano, ma intorno a Ryouka aleggiava sempre un alone di tristezza, una sorta di malinconia che nessuno poteva cancellare. Lui non conosceva molto del suo passato. La maga era una persona molto misteriosa. Era nata da padre cinese e madre giapponese ma era cresciuta lontana, in Irlanda, nell’antica terra delle fate. Era stato lì che aveva perfezionato le sue arti magiche finché non aveva deciso di trasferirsi a Londra. Seguendo il vento del Nord, gli aveva detto.

Alcuni anni dopo loro incontro, Clow decise di dichiararsi. Ma, vedete, egli era una persona molto diversa dall’uomo che in seguito avrebbe creato le Carte Magiche”.

“In che senso, diverso?” Chiese Shaoran.

“Era giovane e in gioventù si commettono molti errori che la saggezza dell’esperienza potrebbe facilmente prevenire. Egli credeva che la magia fosse infallibile. Che tutto poteva risolversi se ci si lasciava guidare da essa. Ma Ryouka non era dello stesso parere. Lei era una delle veggenti più potenti mai nate al mondo eppure credeva in qualcosa di molto più potente della magia. Lei credeva nel cuore delle persone…”

“Ryouka…”

“Buongiorno, Clow”. La maga dagli occhi di smeraldo stava annaffiando uno splendido roseto. Il sole d’estate, che filtrava dalle gigantesche vetrate di quella piccola ma accogliente serra, faceva risplendere la sua pelle d’alabastro anche se esso era insignificante innanzi alla luce del suo sorriso.

Il potente mago iniziò a giocherellare con il suo soprabito, tentando in qualsiasi modo di calmare i suoi nervi tesi. Vederlo così agitato la fece ridere anche se provò a nasconderlo…Non riuscendoci molto bene, purtroppo.

“Io… Io volevo dirti…” Era titubante. Si sentiva completamente perduto davanti alla profondità di quegli occhi che gli leggevano dentro.

“Lo so”. Ryouka gli si era avvicinata ed aveva poggiato una mano contro la sua guancia. “Io prevedo il futuro, ricordi?”

“Quindi tu hai sempre saputo?”

Sì, lei aveva sempre saputo e profondo era stato il dolore per non poter contraccambiare quei sentimenti, almeno per il momento. Lo amava, lo sapeva. Ma il cuore di quell’uomo era troppo confuso per poter capire il suo. Era una scelta che la faceva soffrire ma l’aveva fatta proprio per il bene dell’uomo che ora le stava davanti.

“Sì e ho tanto sperato che tu riuscissi a capire”.

“Cosa? Cosa dovrei capire?” C’era disperazione in quella voce.

L’espressione di Ryouka s’indurì di colpo. “Dimmi, grande mago Clow Leed. Se dovessi scegliere fra il tuo cuore e la magia che cosa sceglieresti?”

Per lui, quella domanda non aveva senso.

“Perché mi chiedi questo?! Sai bene quando il cuore umano sia confuso e bugiardo! Solo la magia può riportare ordine in questo mondo!”

L’asprezza nella voce della donna si sciolse in una profonda tristezza. “Io non credo. Anche la magia più potente non può soffocare la forza scaturita dai sentimenti. Tu dici di amarmi eppure non riponi fiducia nella forza del cuore. Allora come si può amare solo a metà?

Dici di provare dei sentimenti nei miei riguardi ma mi chiedo, alle volte, se questi siano reali oppure un modo per sfuggire alla tua solitudine.  Io ti voglio bene, Clow. Ti voglio bene con tutta l’energia della mia anima eppure non posso accontentarmi solo di una parte del tuo cuore. Così come non potrei donarti solo una parte del mio. Non sarebbe giusto”. Una lacrima rigò il suo bel viso. “Non ti chiedo di perdonarmi, ma solo di capirmi. Non mi è stato concesso molto tempo in questa vita e c’è una cosa molto importante che devo fare. Per me stessa e per la persona a cui tengo di più. Ti chiedo perdono”. Sfiorò con dolcezza le labbra del mago, in un bacio lieve come i petali di un fiore di ciliegio.

“Ami, forse, qualcun altro?”Non poteva crederle.

“Sei una persona straordinaria, Clow Leed. Il miglior amico che potessi chiedere. Però, c’è qualcuno che ho amato e continuo ad amare più di me stessa. Qualcuno del mio sangue, del mio spirito. E per la memoria di quella persona, io ho un importante compito da svolgere”.

Ma l’amarezza di quella delusione era stata troppo per il mago. La tristezza per il rifiuto si era tramutata in ira. Senza nemmeno voltarsi indietro, era fuggito dalla serra, da Ryouka, dal suo cuore…

“Povero, signor Clow”. Delle lacrime rigavano il bel viso di Sakura e lo stesso per quello di Tomoyo.

Shaoran strinse ancora di più la sua ragazza, accarezzandole i capelli e baciandole teneramente il capo. Poteva capire il profondo dolore del suo antenato. Amare così disperatamente qualcuno e sapere di non essere primo nel suo cuore. Era qualcosa di straziante. D’un tratto avvertì le dita di Sakura carezzargli una guancia e si trovò a perdersi in quel mare di smeraldo. Lei doveva aver intuito cosa stesse pensando, ne era certo. Baciò quelle dita con riverenza e riportò la sua attenzione su Hirigagizawa.

La piccola Daidoji avvertì una profonda tristezza provenire dal suo amico e si avvicinò un po’ di più a lui. La mano di Eriol era calda contro la sua, nascosta a tutti dal tavolino da the. Si sentiva molto vicina a quel ragazzo. L’aveva aiutata molto in quegli anni e col tempo, aveva iniziato a provare per lui qualcosa di speciale.

Quando Li-kun era tornato in Giappone si era d’improvviso ritrovata in secondo piano nel cuore di Sakura. La sua amica si comportava come prima, certo, ma Tomoyo si era accorta di sentire quasi una sorta di gelosia verso quei silenziosi sguardi che i due innamorati si scambiavano. Quel loro ritrovarsi in un mondo speciale, esclusivo, con un semplice sfiorarsi di mani.

Non era gelosa del loro amore, no, ma d’un tratto aveva capito di sentirsi sola senza qualcuno con cui condividere tutto l’amore che sapeva di portare dentro di sé.

In quel turbinio di emozioni, le lettere di Eriol-kun erano state una piacevole oasi, un rifugio pacifico. Era riuscita a parlare con lui di cose che le erano state impossibili confidare persino a Sakura. Gli aveva aperto il suo cuore e col tempo era sbocciato in lei un tenero amore per quel ragazzo dai soffici capelli neri. Ma non si faceva illusioni: lui amava Mizuki-san e il suo amore era solo impossibile.

Con il pollice accarezzò quella grande mano calda e sorrise tristemente pensando a come Li-kun era stato coraggioso tanti anni prima, confortando il cuore spezzato di Sakura nonostante il suo stesso dolore. Ma Li era sempre stato una persona forte. Lei sarebbe stata capace di tanto?

“Poi cosa accadde?” Yue interruppe lo scorrere dei loro pensieri.

Eriol sospirò ancora. “Ryouka Lunar partì. Non so dove andò ma Clow non seppe più nulla di lei per quasi otto anni. Viaggiò per il mondo e in quegli anni il maestro poté riflettere sulle ultime parole che si erano scambiati, tentando di afferrare la profonda verità che era celata in esse.

Le stagioni si avvicendarono lente finché ella non fece il suo ritorno, proprio dove tutto era cominciato…”

“Salve, Clow”. Lo salutò lenta. Era pallida e profonde occhiaie le segnavano il bel viso. Tremava.

“Ryouka”. Le corse incontro, abbracciandola forte, impedendole di cadere al suolo. La sua forza vitale era al limite. Lei si strinse contro il suo petto, respirando a fatica e tentando di scaldarsi tra quelle forti braccia.

“Sono felice di rivederti, Clow”. L’aiutò a sedersi su una soffice poltrona, posta nell’angolo più soleggiato di quella serra mentre egli s’accomodò di fronte a lei, prendendole le mani delicate.

Una figura incappucciata comparve dalle ombre, avvicinandosi a loro ed inginocchiandosi ai piedi della donna.

“Cosa posso fare per te, mélanim?” Era una voce gentile ma forte, la voce di una donna che aveva lottato molto ma che però non voleva mostrare il suo viso. Solo un paio di occhi di Cielo scintillavano guardinghi da quel cappuccio.

“Voglio presentarti una persona, imouto. Lui è il mio amico Clow Leed”. Ryouka gli sorrise ma quella creatura lo metteva a disagio. Irradiava una strana energia, un’energia che lo spaventava ma Ryouka sembrava felice di averla al suo fianco.

“Piacere di conoscerla, Clow-san”. La donna gli porse una mano coperta da un guanto nero e lui la strinse incerto. La figura rise a quella titubanza.

“Ho smesso di nutrirmi di sangue umano, molto tempo fa Clow-san. Al giorno d’oggi non è saggio con tutte le malattie che ci sono in giro. Sono un demone di parola… E poi, Ryouka-chan  mi ha messo a dieta: verdura, proteine e tanti carboidrati”.

Alla sua espressione fra il sorpreso e lo spavento rise ancora di più. “Pensavo che si fosse accorto che non sono umana. Da quello che mi ha raccontato la mia mélanim la facevo più sveglio”.

“Imouto!” Finse di sgridarla la maga. “Vorresti gentilmente preparare del the? Io e Clow dobbiamo parlare”. Un colpo di tosse le fece portare una mano al petto mentre un rivolo di sangue le sgorgava dalle labbra candide.

“Ryouka!” Il mago le porse un fazzoletto e la donna lo strinse alla bocca. L’ombra le portò una mano alla tempia e mormorò alcune parole per lui incomprensibili. Subito Ryouka riuscì a respirare un po’ meglio.

“E tanti pasticcini?” Le chiese.

“E tanti pasticcini”. Annuì con un tenue sorriso.

La donna misteriosa sparì oltre la porta della serra mentre i due maghi rimasero avvolti in un malinconico silenzio.

“Cosa ti sta succedendo, Ryouka?” Clow non era mai stato così preoccupato. Aveva un brutto presentimento. Un sottile terrore si stava facendo strada in lui e niente riusciva a scacciarlo. Il loro futuro era avvolto dalle tenebre. “Accogliere un demone in casa tua!”

La donna gli sorrise mesta. “La mia imouto non è un demone qualsiasi. Lei possiede la scintilla, un’anima, e non ce l’avrei fatta senza di lei in questi mesi. Fa parte della mia famiglia”.

L’uomo si alzò di scatto e s’allontanò da lei, appoggiando una mano contro il vetro freddo della finestra, facendo vagare il suo sguardo sul paesaggio innevato.

“Ryouka…”

“Io sto morendo, Clow”. Gli disse con voce pacata.

“Cosa?!” Non voleva crederci. Non poteva crederci.

“La mia vita è giunta al termine. Non ho rimpianti perché l’ho vissuta a pieno. Però prima di andarmene volevo fare la pace con te. Volevo mostrarti il frutto delle mie ricerche e sperare che tu un giorno possa portarle avanti”.

Clow Leed tornò a sedersi accanto a lei e con grande riverenza le prese le mani gelide tra le sue, tentando di trasmetterle anche un po’ del loro calore.

“Ho viaggiato molto in questi anni, approfondendo i miei studi sull’arte degli sciamani. Tornando nella patria delle fate, la terra in cui sono cresciuta. Sai, la mia imouto mi ha descritto la sua  terra d’origine. Degli spiriti che la abitano, vivendo al fianco degli uomini, in simbiosi con essi. Ed io ho cercato di portare un po’ di quella magia in questo mondo”.

Il demone rientrò nella serra portando con sé una delicata teiera di porcellana su un vassoio d’argento. Servì i dolci su decorati piatti di maiolica e si accomodò alle spalle della sua amica, attendendone la prossima mossa.

“Imouto, ti prego, prendi per me il Libro”.

Fece come le era stato chiesto e in breve un libro dalla copertina bronzea era stato riposto fra le mani candide della grande maga. La donna ringraziò e lo mostrò a Clow. Uno strano gatto bianco dalla fronte adornata da una gemma verde pareva osservarlo e un brivido gli percorse la schiena. Il libro era sigillato.

Ryouka portò una mano al collo ed estrasse dalla sua veste uno strano globo di smeraldo adornato dalla figura intarsiata di un drago. Portò quella gemma innanzi a sé e si alzò in piedi ma la sua debolezza rischiò di impedirlo. La figura ammantata di nero fu al suo fianco prontamente e la sostenne. Il viso di Ryouka fu contorto da un’espressione di profonda sofferenza.

“Chiave del sigillo, rivelati nella tua vera forma. Sciogli il sigillo della luna e aiutami e sconfiggere le Tenebre. Rescissione del sigillo. REALISE!”

La stanza fu investita da un’accecante luce verde. Quando questa si disperse tre nuove figure ora erano comparse davanti a loro. Brillanti carte magiche danzavano intorno alla loro padrona e per un attimo gli parve che Ryouka fosse tornata quella di un tempo. Fra le mani stringeva una lunga spada, a metà fra un bastone magico ed una vera arma. Un dragone di smeraldo circondava il simbolo della luna.

Un gigantesco puma bianco, dalle grandi ali argentee, lo fissava attento. Il suo corpo era adornato da uno stupendo pendaglio con il simbolo della luna e, se non fosse stato per quella brillante gemma smeraldina che gli decorava la fronte, non l’avrebbe riconosciuto. Era il gatto del libro.

Una donna stava al fianco del felino. Una bellissima fanciulla dagli abiti orientali, i lunghi capelli color lavanda, gli straordinari occhi violacei. Anch’ella possedeva uno smeraldo che le adornava la fronte. Lo scrutava piena di sospetto.

Infine, c’era un piccolo draghetto candido che, invece, lo ignorò completamente, andando a posarsi tranquillo sulla spalla della sua padrona, gorgogliando contento. Erano uno strano trio.

Gli occhi di Ryouka ora brillavano di Luce e la stessa gemma che adornava i suoi guardiani risplendeva sulla sua fronte. Era questo il vero potere della Luna.

“Loro sono i guardiani delle mie Moon Cards… Le carte magiche che ho creato applicando tutto ciò che ho imparato nella mia vita.  Queste carte serviranno a proteggere ogni creatura che popola questo mondo e loro aiuteranno il nuovo padrone ad assolvere al suo destino. Il puma bianco è Diamond Sun, la protettrice del Sole. Sarà lei a trovare il nuovo padrone ed a guidarlo verso il difficile cammino che lo attende”. Accarezzò la groppa del felino che strusciò la testa contro la sua veste candida, strappandole un sorriso.

“Questa, invece, è Crystal Moon, la guardiana della Luna. Metterà alla prova il nuovo candidato valutandone le capacità. Ma sono sicura che la persona che ho scelto non mi deluderà. Sarà una persona molto speciale a prendere il mio posto”. Sfiorò il viso della ragazza e questa chinò leggermente il capo, in segno di saluto.

Clow avrebbe voluto fermarla, impedirle di spiegargli il suo piano ma non poteva. Sarebbe stato come accettare il suo destino e lui non ne aveva la forza. Eppure guardando il suo viso sereno, felice, sapeva di non poter fare più nulla. Lei aveva già deciso.

“Infine, questo è il mio piccolo Ryu. Il suo compito è il più importante di tutti. Vero, piccolo mio?” Il draghetto miagolò felice.

“Vieni, Clow. Guarda la mia magia”. Le Moon Cards seguirono la loro padrona all’esterno, nella gelida neve invernale e al suo ordine rivelarono tutta la loro potenza.

Alcune con forma umana, altre con forma di animali mitologici, tutte loro iniziarono a danzare in cielo, tramutando quel grigio paesaggio invernale in uno stupendo giardino d’estate. Mille fiori presero a sbocciare e un profumo dolcissimo li avvolse tutti.

Anche i guardiani si unirono a loro, anche l’ombra misteriosa, ed insieme presero ad intonare un canto di speranza. Petali colorati iniziarono a scendere sui due maghi e Ryouka appoggiò il capo sulla spalla dell’uomo.

“Ti piacciono, Clow?”

“Sì, sono bellissime. Sei stata straordinaria, Ryouka”. Le baciò la fronte e la donna arrossì lievemente.

“Domani sarà luna nuova e potrò liberare i miei poteri. Quei poteri che sarebbero dovuti essere lasciati al mio tenero fratellino ma che, invece, inizieranno a vagabondare finché il prescelto non farà la sua comparsa. E poi potrò riposare”. Chiuse gli occhi e si lasciò cullare dal battito del cuore dell’uomo che amava.

“Io non posso perderti, Ryouka”. Un dolore lancinante gli straziava il petto ma non sapeva cosa dire, cosa fare. “Io ti amo”.

Lei aprì gli occhi e gli sorrise, piena d’affetto sincero. “Anch’io, Clow”.

“Non è giusto. Non ora che ho finalmente capito l’importanza del cuore degli uomini!” La implorò.

Un’ombra le offuscò la vista per un istante, simbolo dell’arrivo di una visione. Il suo sorriso mutò ancora, stavolta in una risata argentina. “Anche tu creerai delle carte magiche e prevedo che causeranno non pochi problemi. Ma sai una cosa? Coloro che prenderanno il nostro posto vivranno l’esperienza più straordinaria della loro vita. Ho visto una luce bellissima, amore mio. Una luce che farà avverare tutte le mie speranze. Ma non essere triste. Noi ci rivedremo ancora, Clow. Non in questa vita e non con queste forme ma ci rivedremo. Ed, allora, niente potrà dividerci. Però…”

“Però…”

Gli accarezzò il viso. “La prossima volta cerca di non metterci tanto a capire i tuoi sentimenti, Ok?”

Il mago arrossì, imbarazzato mentre Ryouka accarezzava le sue labbra con le proprie.

“Doveva essere stata una persona straordinaria”. Fu Shaoran ad spezzare il silenzio che li aveva avvolti, liberandosi di quella coperta di tristezza che li aveva sommersi.

Chi più, chi meno, tutti avevano le lacrime agli occhi. Sakura, Tomoyo e persino Nakaru piangevano senza sosta, tanti e tanti fazzoletti stretti nelle loro mani che però erano insufficienti ad arginarle.

Kero e Suppy tiravano rumorosamente su con il naso, cercando di trattenersi mentre Yue si mordeva un labbro. Il maestro non gli aveva mai parlato di Ryouka Lunar e gli faceva rabbia sapere quale dolore egli si era portato dentro fino alla fine.

“Ryouka Lunar morì il giorno dopo. Subito dopo la cerimonia di trasmissione dei poteri”. Gli occhi di Eriol brillavano per le gocce salate che tentava di non versare. “Clow le fu accanto fino alla fine…”

“Ryouka!”

Una sfera di energia smeralda si sollevò verso la volta stellata, l’incredibile luce che fino ad un istante prima aveva avvolto il corpo di Ryouka ora si era dissolta.

Lentamente ella discese verso il suolo, accolta fra le amorevoli braccia di Clow per un ultimo addio. Il demone con l’anima era al loro fianco.

“Ora è tutto finito”. Solo pochi istanti, solo questo le rimaneva.

“Sì” Clow Leed piangeva come non aveva mai fatto nella sua vita.

Con le ultime forze che le erano rimaste Ryouka asciugò quelle stille salate, tentando di infondergli conforto. La morte non è mai il male, mai.

“Non essere triste per me, Clow. Ora vado dalla mia famiglia e aspetterò con ansia il giorno in cui potremo restare sempre insieme. Vivi, vivi per me e sii felice. Non essere triste, Clow”.

Spostò il suo sguardo sulla sua imouto che le prese la mano. “Ti affido le mie carte finché il momento non sarà giunto. Abbine cura”.

“Sì, mélanim”.

Ryouka regalò loro il suo sorriso più bello prima di lasciare per sempre questo mondo. “Arrivederci, amici miei” E così chiuse i suoi occhi verdi, per sempre.

“RYOUKA!”

Un grido lancinante squarciò il cielo. Clow Leed aveva perso il grande amore della sua vita. Le lacrime non smettevano di scorrere sul suo viso mentre l’ombra si era alzata in piedi, il corpo esanime di Ryouka tra le braccia, avvolto dal suo pesante mantello.

“Smettila di piangere, Clow-san. Lei non vorrebbe vederti infrangere la tua promessa”.

L’uomo si voltò verso la ragazza senza volto e la guardò con astio. Quella voce non tradiva la più minima emozione.

“Come puoi essere così indifferente!”

“Non sono indifferente… Ho solo imparato che la morte non è la fine ma solo un nuovo inizio. Tu continuerai a vivere, Clow Leed, e diverrai un grande mago, ricordato negli anni a venire, ricordato per sempre. Vivi come le hai promesso. Io ho un compito da svolgere e non tornerò in questa realtà finché il momento non sarà giunto. Ryouka e le Moon Cards verranno con me”.

Una sottile nebbia aveva iniziato a sollevarsi e presto aveva preso ad avvolgerli entrambi, facendo scomparire tutto ciò che incontrava sul suo cammino.

“Ora dove la porterai?”

“Ryouka mi ha mostrato il luogo dove vuole riposare ed io la condurrò lì. Poi continuerò a viaggiare fino a quando il nuovo padrone non verrà scelto. Non ci incontreremo più, Clow-san. Almeno finché questo tuo corpo di carne e ossa non avrà lasciato questa terra”.

La nebbia divenne sempre più fitta e li avvolse completamente. Quando finalmente iniziò a diradarsi, solo Clow restava in quel giardino oramai abbandonato…

“Questa, amici miei, è la triste storia di Ryouka Lunar”. Concluse la mezza-reincarnazione di Clow. Osservò il grande orologio a pendolo che batteva le due. Erano trascorse ben quattro ore da quando aveva iniziato il suo racconto. Tutti si guardavano smarriti, non sapendo cosa dire. In un certo senso si sentivano molto vicini al grande mago, riuscendone a capire tutto il dolore per la grave perdita subita.

“Non è giusto. Non doveva finire così”. Sakura si strinse tra le braccia del suo Piccolo Lupo, piangendo senza riuscire a fermarsi. Se lei avesse perso Shaoran sarebbe morta di dolore. Le era inconcepibile pensare di poter vivere senza di lui. Come aveva potuto Clow-san farcela in quei lunghi anni della sua vita?

“Clow continuò ad amare Ryouka fino alla fine dei suoi giorni e mai poté trovare qualcuno che reggesse il confronto”.

Yue, che fino ad allora era rimasto in silenzio, portò il suo sguardo freddo sul giovane mago dai capelli neri. “Questo però non ci dice come fermare THE FIRE”.

“Infatti, non possiamo. Solo il nuovo padrone può”.

“Che cosa?!” Ora fu il turno di Kero-chan di intervenire. “Dovremmo lasciargli bruciare l’intera città allora!”

Il ragazzo scosse la testa. “Non ho detto questo, Kero. Possiamo solo cercare di prendere tempo. Il Prescelto o la Prescelta non sarà lontano se il sigillo è stato sciolto. L’unica cosa che mi chiedo è come sia possibile che io non abbia avvertito nessuna grande magia arrivare in questa città. E nemmeno il sigillo spezzarsi. Ho solo sentito la grande energia emanata dalla carta”.

Si guardarono confusi.

“Io credo che la miglior cosa sia dormirci su”. Tomoyo, dai grandi occhi rossi e gonfi, stringeva con forza il suo fazzolettino. “Siamo tutti molto stanchi e scossi e non potremmo fare molto in questo stato. È poi domani c’è scuola”.

“Hai ragione, Tomoyo. Perché non rimanete qui?” Sakura era ancora molto turbata. “Tu hai già avvertito casa, vero amica mia? E poi Touya non tornerà prima di domani mattina”. Questa frase era rivolta perlopiù nei riguardi del suo Shaoran. Comunque, dopo lo spavento che si era presa, suo fratello dove solo provare a essere scortese con il suo ragazzo. Lo avrebbe steso, di sicuro. “Tomoyo e Nakaru possono dormire in camera mia mentre Yue… ehmm… Yukito può prendere la stanza di mio fratello. Shaoran e Eriol possono sistemarsi nella stanza degli ospiti”. Il cinesino non era molto contento dell’idea.

La proposta, tuttavia, fu accolta con gioia: sarebbero rimasti a casa Kinomoto per la notte. Avevano proprio bisogno di un buon sonno ristoratore.

Shaoran provò ad alzarsi ma una nuova fitta gli mozzò il respiro dal petto, facendogli perdere di colpo la forza nelle gambe. Fu solo l’intervento di Yue ad evitare il peggio. Lo afferrò prontamente, portandogli una mano sulle spalle e sostenendolo.

“SHAORAN!”

“Shh, va tutto bene Sakura”. Ma questa sua rassicurazione non convinse nessuno. Il dolore gli si leggeva chiaramente in viso.

“Mostrami la sua stanza, padrona. Ha solo bisogno di riposare”.

La ragazza li condusse nella stanza degli ospiti e in breve ognuno fu sistemato per la notte. Un nuovo lettino aggiunto per Suppy nel cassetto di Kero, un nuovo giaciglio creato con la magia di Eriol per Nakaru e pigiami per tutti grazie all’utilizzo delle carte di Sakura. Yue era tornato Yukito e la buona notte era stata augurata.

Erano trascorse altre due ore e il silenzio che regnava in quella stanza era per lui soffocante più del dolore che imperversava in ogni fibra del suo essere. Shaoran Li osservava preoccupato il suo talismano ricoperto da mille incrinature chiedendosi come avrebbe fatto a proteggere il suo Fiore di Ciliegio in quelle condizioni. Ora era davvero inutile.

“Dovresti cercare di riposare. Fasciarsi la testa prima del tempo non ti sarà d’aiuto”. La voce do Eriol lo raggiunse nell’oscurità e fu sorpreso di trovare il giovane mago ancora sveglio.

“Non riesco a dormire”.

“Lo capisco. È stata una giornata difficile per tutti”.

Il cinese sbuffò a quella sua irritante sicurezza. “Se sei sveglio anche tu, allora ho una buona ragione per essere preoccupato…” Numerosi minuti trascorsero senza dirsi nulla. “Tu… tu credi che abbiamo qualche speranza di riuscire?”

Non avrebbe voluto chiederglielo ma per una volta in vita sua aveva bisogno di sentirsi rassicurato… anche se da quel ragazzino che non faceva altro che torturare i suoi nervi…

“Non lo so, mio giovane discendente. Per una volta nemmeno io posso vedere cosa il futuro ci riserva…”

Quella risposta sembrò placarlo perché Li-kun si voltò dall’altra parte e chiuse gli occhi, esausto.

Tuttavia, il sonno continuava ad eludere Eriol come un ladro. Ogni volta che chiudeva gli occhi, rivedeva il viso di Kaho e non poteva fare a meno di udire le parole che avevano spazzato via ogni sua certezza…

“Eriol-sama”. Come al solito Nakuro lo aveva distolto dalla pace che la lettura gli donava. La vita in Inghilterra procedeva lenta e, alle volte, anche noiosa.

“È arrivata una nuova lettera dal Giappone! È di Tomoyo-chan!”

Era scattato in piedi all’udire quel nome e, quasi senza accorgersene, le aveva strappato la lettera dalla mani. Non capiva perché ma il cuore aveva preso a battergli all’impazzata. Era sempre così quando lei gli scriveva.

Ora era lì, su quella vecchia poltrona a fissare la lettera che aveva tra le mani senza avere il coraggio di aprirla. Che gli stava succedendo?

Una risata soffusa di donna lo sciolse da quella sorta di trans. Kaho lo osservava dalla soglia della porta, una pesante valigia la suo fianco. Perché?

“Kaho…”

“Sono venuta a salutarti, Eriol”. La donna era serena, una nuova pace interiore la animava.

“Dove vai?”

“Credo sia giunto il momento che le nostre strade si dividano…”

“Non è possibile”. La interruppe, non poteva farlo. Non pensava a loro due? A cosa avrebbe provato? “Io ti…”

“Non dirlo, Eriol”. Gli posò due dita sulle labbra. “Sai anche tu che le cose sono cambiate. Sei cresciuto, Eriol.  Ed è giunto il momento che tu cerchi il tuo posto nel mondo. Io sono solo un messaggero di potere ed era logico che mi sentissi attratta dal Clow che era rinato in te”.

“Ma io non sono Clow!” Urlò. Mai come in quel momento quel paragone gli aveva causato tanto dolore.

“È  per questo che devo andare via.  Restare insieme legati solo da un’attrazione magica non è giusto: né per me né per te. Non possiamo permettere che la magia controlli la nostra vita. Qualcosa mi dice che tu sei destinato a qualcuno di molto speciale”.

“Ma, Kaho…” Avrebbe voluto fermarla eppure una parte di sé lo implorava di lasciarla andare, di seguire per una volta la voce del suo cuore…non del cuore di Clow Leed ma di quello di Eriol.

Kaho gli baciò una guancia, guardandolo teneramente, come una madre orgogliosa guarda il proprio bambino. “L’amore non è lontano, Eriol. Spetta a te far luce sui tuoi sentimenti…”

Guarda dentro te stesso… alla voce di Kaho Mizuki si sovrappose quella di Ryouka Lunar. Che lei avesse visto i suoi tormenti? Ma no… no, lei aveva visto il futuro di Clow non il suo.

“Io non sono Clow… Non sono Clow… “ Continuò a ripetere in un sussurro nella notte. In quell’istante scoprì di poter odiare tanto il nome di quell’uomo, di un odio molto profondo.

Morfeo lo avvolse tra le sue spire ma gli parve per un istante di udire una voce chiamarlo dal buio.

Non metterci tanto a capire il tuo cuore, Eriol…

“Tomoyo…”

                                                     Continua…

Note: ho finito anche il terzo capitolo. Avrei voluto arrivare almeno fino al nuovo scontro con la Moon Card, ma poi parlando,anzi, scrivendo della storia tra Ryouka e Clow Leed mi sono appassionata al loro triste amore. Spero che sia venuto bene.

Pulce, credimi ho fatto prima possibile per terminarlo ma comunque mi riservo qualche piccolo cambiamento.

Grazie a tutti per avermi recensito: rossanasmith, LizDreamer, francy91, Tsuzuki88, Anto Chan, Sakura hime, Sae, kari 89, Mozzi84, Elychan e laukurata89, spero di non aver dimenticato nessuno. Non sapete quanto mi faccia piacere che la storia stia riscuotendo un così tanto successo. Almeno posso superare un po’ l’amarezza per la nuova trovata di quei geniacci della Mediaset. Avete saputo che non vogliono trasmettere l’ultimo episodio. Quello che tutti noi stiamo aspettando con così tanta trepidazione da ben 69 puntate? Speriamo che qualcuno provi pietà per noi e ci faccia un miracolo.

Un ultimo ringraziamento a KillKenny: ti piacciono gli sviluppi tra Eriol e Tomoyo? Questo capitolo era anche un omaggio a loro. Ah, imouto vuol dire sorellina. Altra piccola chicca di giapponese.

Recensite e sayonara, alla prossima!

  
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