Due:
i litri di caffé che aveva buttato giù da quella mattina. Due: le farfalle che giocavano a rincorrersi appena oltre la
portata della sua mano. Due: gli occhi scuri che ogni
notte abitavano i suoi sogni nell’ultimo periodo. Due. Si, erano due
anche le settimane trascorse da quel fottutissimo
giorno in cui aveva potuto lambire quelle labbra così morbide, piene e dolci.
Le SUE labbra.
Eppure,
da allora, non c’era stato nulla. Neanche un insulto, ognuno troppo preso dal
proprio conflitto interiore. “Bene e Male” Quale delle due parti
poteva assumere quel gesto? Troppo importante per essere
accantonato ma impossibile da gestire. Ma era convinto di non essere stato
l’unico; era convinto che anche LEI aveva sentito
quel soffio dannato percorrergli l’anima.
“Un’anima
dannata”
Infatti lei era il
suo peccato capitale per cui avrebbe potuto vendersi l’anima.
Come aveva fatto a
ritrovarsi in quel pasticcio? Da quando
Non era più in grado di
ragionare razionalmente, su questo non c’era dubbio…ma…possibile che solo un
semplice bacio gli avesse demolito tutta una vita di sicurezze sui sentimenti e
sulle reazioni, che ormai conosceva bene, del gentil sesso? Lui che di ragazze ne aveva avute a grappoli, il latin lover di Hogwarts, un
vero e proprio sex simbol che ne aveva fatte di cotte
e di crude che, per un casto bacio con una Grifondoro, si complicava la vita,
già poco semplice, e veniva ossessionato dal silenzio che aleggiava tra loro?!
“Amore…?!” Era restio a pensarlo ma
perché mentire a se stesso e, soprattutto, a quale scopo?
Non aveva alcun senso.
Forse, senza che lui
s’accorgesse di nulla, quella strana ragazza era entrata in punta di piedi nel
suo cuore, con nessuna pretesa, solo per donargli un sorriso radioso che non
chiedeva nulla in cambio. Proprio a lui a cui avevano insegnato a non dar nulla
per nulla, a non accettare niente se non gli veniva
chiesto altro in cambio. Semplicemente un sorriso.
E
quel sorriso l’aveva colpito e affondato.
Jacques Prévert – Pericoloso e tenero il volto dell’amore
Pericoloso e
tenero
il volto dell'amore
m'è apparso la sera
d'un lunghissimo giorno
Forse era un
arciere
con l'arco
o un musicante
con l'arpa
Non so più
Non so
niente
La sola cosa che so
è che mi ha ferita
forse con una freccia
forse con una canzone
La
sola cosa che so
è che mi ha ferita
ferita al cuore
ferita per la vita
E brucia come brucia
la ferita dell'amore.
Completò
l’ultimo verso graffiando con la punta della piuma contro la carta ruvida
dell’ingiallita pagina di un quadernetto, poi, con un gesto aggraziato,
aggiunse a piè pagina le sue iniziali.
D.
M.
Richiuse il libricino,
attento a inserire la profumata foglia di magnolia
alla giusta pagina.
Una soffice nuvola rubò al
cielo un sottile raggio di luna. L’alba ormai era vicina ma
di dormire lui non ne voleva proprio sapere. Ormai era uno strazio chiudere gli
occhi e abbandonarsi a Morfeo. L’illusoria sensazione di poterla
avere, poterla fare sua e poi accorgersi che era tutto un sogno. Ma si
poteva essere più sfigati? Altro che san Potter!
Almeno Draco aveva un buon motivo per lamentarsi.
Si alzò deciso a tornare
in Sala Comune, spolverandosi il morbido pantalone di velluto
scuro e riponendo nella tasca interna del mantello in piccolo e consunto
libro che racchiudeva il loro amore. Amore?! Se così si poteva chiamare…e soprattutto se lei
contraccambiava.
A passo lento e cadenzato
si diresse verso una piccola radura, laddove era nascosto da occhi indiscreti
un passaggio segreto che conduceva direttamente ai sotterranei, senza il
rischio di farsi sgamare da Gazza.
Era sicura che fosse lui a
passeggiare nel chiarore che precede l’alba. Il suo cuore mancò un battito. Quella
chioma bionda e quel portamento elegante. Dire che stravedesse per Draco dal giorno in cui si erano
incontrati nella stanza delle necessità era dir poco. Ma la
sua timidezza…quella si che faceva male alla sua salute. Voleva
corrergli incontro enunciandogli tutti i sintomi che la pervadevano ogni qual
volta era in sua compagnia. Al diavolo quella sua testa pensante. Temeva sempre
che lui potesse respingerla negando tutto ciò che era successo quel pomeriggio.
Così, senza accorgersene,
piano piano si era allontanata del tutto dal
Serpeverde, evitando anche gli aspri insulti che da sempre avevano
caratterizzato i loro incontri. Non più una parola. Da più di due settimane. Ma lei continuava a sperarci. Hermione Jane
Granger era una romanticona e continuava ad aspettare
una mossa dal suo ribattezzato principe azzurro: Draco.
In fondo non c’era nulla
di male nell’ammettere che Draco le piacesse un pochino. Ok, un po’ più di un
pochino. E ancora più in fondo non c’era nulla di male
a confessare che sperava che presto il suo quadernetto le sarebbe tornato
indietro con qualcosa in più scritto tra quelle pagine. Tutto
sommato non chiedeva poi molto. E poi come si
dice in certi casi?
“La speranza è l’ultima a
morire”
Ma hello
miei cari lettori! Chissà perché sto prendendo il vizio di aggiornare la sera
tardi….mah…
Comuuunque vi chiedo umilmente
perdono per il ritardo del postaggio ma la scuola mi sta davvero stressando (e siamo appena alle
prime 2 settimane).
Come al solito il chap
non è lungo, ma ormai è diventata una mia caratteristica scrivere chap nn troppo lunghi., povere le
mie lettrici a cui do sempre così poco da leggere. Scusatemiiii
Vabbè, stasera che ho 1 po’ più
d tempo passo a ringraziare a uno a uno le persone
così gentili che mi hanno lasciato 1 commento:
nightyrock:
sulla coppia non ti do anticipazioni, vedrai in seguito (cm sn
cattiva xD) cmq sn contenta che appaghi il tuo bisogno d romanticismo J
Wonderful: ormai tu 6 un’assidua
commentatrice e ti ringrazio davvero per sopportare
questo strazio d storia e commentarlo. Grazie grazie grazie
Hermione 09: anche a te grazie x il commento e sn contenta che ti piaccia questa
storia
Gemellina: anche tu ormai assidua commentatrice, mi fa piacere
che continui a leggere la storia e che nn t annoi J
Di nuovo grazie anche a chi legge e non commenta.
Baciuozzi –Magic
Life-