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Autore: laisaxrem    28/02/2012    2 recensioni
La storia dell'amore di Remus Lupin e Ninfadora Tonks raccontata di pari passo con gli avvenimenti finali del sesto libro (22 giugno 1997) alla morte dei protagonisti (2 maggio 1998)
dal testo:
"« Oh. Ma cosa vedo? Il nostro amico Remus Lupin, il Lupo Mannaro addomesticato » disse sprezzante.
« Greyback » sussurrò Lupin. « Non posso dire che sia un piacere rivederti... »
« Come sei sgarbato » disse, uno sgradevole sorriso sul volto. Poi posò lo sguardo su Tonks e il suo ghigno divenne ancora più orrendo. « Ma vedo che hai portato con te uno spuntino. Davvero un bel bocconcino. Magari me ne lascerai un pezzetto... » aggiunse leccandosi le labbra e mostrando i denti.
Lupin si mise davanti a Tonks, la bacchetta levata, pronto a farle scudo col proprio corpo, se necessario.
« Non osare avvicinarti a lei » farfugliò l’uomo, sollevando più in alto la bacchetta. « Non osare avvicinarti a nessuno dei miei amici ».
« Oh-oh » lo schernì Greyback. « Vedo che sei combattivo. Credi di potermi battere, ragazzo? »
« Sei solo un mostro... »
« Sono lo stesso mostro che sei tu » osservò il lupo. « Te lo sei scordato? Sono stato io a crearti. Tu sei esattamente come me »."
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Un po' tutti | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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Ed eccomi qui! Vi ho fatto aspettare tanto, lo so, però era proprio un capitolo difficile da scrivere.
Spero che vi piaccia. Buona lettura.
 

 

Capitolo5

La Tomba Bianca

 
Nei due giorni che seguirono tutte le lezioni, tutte le attività della scuola, persino gli esami, furono sospesi o rimandati.
Alcuni genitori portarono via immediatamente i propri figli. Ma alcuni studenti, come Seamus Finnigan, si rifiutarono categoricamente di lasciare la scuola prima del funerale di Silente.
Molti studenti, poi, soprattutto tra i più giovani, si spaventarono molto quando videro arrivare un’immensa carrozza blu notte trascinata da enormi cavalli volanti. Dalla carrozza scese Madame Maxime, una bella donna gigantesca dalla pelle olivastra e i capelli neri che Lupin sapeva essere un mezzo-gigante. Appena scesa, al limitare della foresta, si tuffò tra le braccia di Hagrid, che la strinse, consolandola.
Ma non c’erano solamente ospiti stranieri a Hogwarts. Una delegazione del Ministero, Ministro compreso, alloggiava nel castello in attesa del giorno del funerale.
Le giornate d’inizio estate erano splendide e Lupin le passava in compagnia della persona che più amava.
Grazie alla costante presenza di Tonks, Lupin riusciva a non pensare a ciò che era successo e a ciò che li attendeva. A volte il peso della verità gli cadeva addosso, ma Tonks riusciva ad evitare che crollasse; le bastava poco: un bacio, una parola, un abbraccio.
Più passava il tempo più Lupin capiva che il loro amore cresceva, forte e profondo, e più si rendeva conto di dipendere da lei allo stesso modo in cui dipendeva dall’aria.
Il giorno del funerale Lupin si svegliò che il sole non era ancora sorto.
Incapace di rimanere disteso sotto le coperte, si vestì ed uscì nell’aria fresca dell’alba, andando a sedersi vicino al lago.
Di lì a qualche ora avrebbero dato l’ultimo addio all’uomo più potente e più umano che avesse mai conosciuto, che lo aveva sostenuto anche quando nessuno lo avrebbe fatto, che lo aveva capito e che non aveva avuto paura e ribrezzo della sua condizione.
Più pensava all’uomo che era stato Silente, più la tristezza e lo sconforto si impadronivano di lui.
In quell’istante capì che non poteva più rimanere seduto.
Si alzò. Le mani gli tremavano.
Si voltò e fece qualche passo per tornare al castello. Poi si bloccò, si voltò di scatto e si mise a correre verso il lago, tuffandocisi dentro.
Aveva sempre amato l’acqua e nuotare gli aveva sempre dato pace.
Nuotò fino al centro del lago, fino a che le energie gli vennero meno. Poi estrasse dalla tasca la bacchetta e creò con essa una bolla d’aria attorno alla propria testa e si lasciò affondare.
Giunto sul fondo del lago, rimase lì, a fissare la superficie increspata dell’acqua.
Era attonito, incredulo: come poteva Silente, il mago più potente, l’unico che Voldemort avesse mai temuto veramente, come poteva quell’uomo essere morto? Come poteva, un Mangiamorte qualunque, per quanto abile, essere riuscito nell’impresa che non era mai riuscita nemmeno a Voldemort stesso?
Lupin scosse la testa. Estrasse di nuovo la bacchetta dalla tasca e si mise a lanciare incantesimi, facendo esplodere l’acqua e facendola brillare di mille luci.
Quando ebbe esaurito tutte le energie che aveva in corpo, tornò in superficie e lentamente fece ritorno alla riva.
Voleva tornare al castello ma pareva che le gambe non volessero ubbidire agli ordini del suo cervello, perciò si sedette di nuovo sulla riva del lago guardando il nuovo sole che era ormai sorto.
« Ero sicura che ti avrei trovato qui » disse una voce alle sue spalle.
L’uomo si voltò di scatto e vide che a parlare era stata Tonks.
« Posso sedermi? » gli chiese lei, e lui annuì con il capo.
Tonks si sedette accanto a lui osservando il lago.
Rimasero così, a guardare l’orizzonte, per parecchi minuti.
Poi Tonks si voltò e lo osservò. Gli alzò il volto con una mano fino a che lui non la guardò negli occhi.
« Non è colpa tua, Remus » disse lei.
Lupin distolse lo sguardo e cercò di sottrarsi al suo contatto ma lei glielo impedì.
« Avrei dovuto capire. Avrei dovuto impedirglielo » sussurrò lui. « Avrei dovuto dare ascolto a Harry ».
Si bloccò. Non riusciva più a parlare.
« Avrei dovuto parlare con lui. Avrei dovuto... » balbettò. « Se avessi capito... se non fossi stato troppo concentrato su di me... sui miei problemi... forse avrei potuto... forse ora lui sarebbe... sarebbe ancora... »
Lupin abbassò la testa per nascondere le lacrime che iniziavano a pungergli gli occhi. Non voleva e non doveva lasciarsi andare. C’era bisogno di qualcuno di forte. Tonks aveva bisogno di qualcuno di forte.
« Remus » sussurrò Tonks prendendogli una mano fra le sue. « Remus, guardami. Non è stata colpa tua. Non è stata colpa di nessuno. Nessuno di noi avrebbe potuto immaginare che Piton avrebbe fatto ciò che ha fatto ».
E poi lo abbracciò.
E il calore e l’amore che lei gli trasmetteva lo colmavano. Ricambiò l’abbraccio e sentì che il nodo che gli stringeva il petto in una morsa si scioglieva lentamente.
Il sole era ormai alto quando Lupin e Tonks si incamminarono mano nella mano verso l’altra sponda del lago dove erano magicamente comparse centinaia di sedie.
Presero posto in silenzio.
Piano piano le sedie iniziarono a riempirsi.
Remus vide molti degli abitanti di Hogsmade a molta altra gente ancora che conosceva solo di vista. Accanto a loro si erano seduti Kingsley, Bill, sorretto da Fleur, e il resto dell’Ordine, incuranti della presenza del Ministro della Magia. Si erano scambiati poche parole, tutti immersi nei propri pensieri, nei propri ricordi. Nel proprio dolore.
Lentamente anche gli studenti ed i professori arrivarono. Lupin non aveva mai visto centinaia di ragazzi in un silenzio così assoluto.
Individuò subito Harry e Ginny, mano nella mano, Hermione, Ron, Luna che sorreggeva un Neville ancora piuttosto malridotto. E poi riconobbe tutti i suoi studenti, i ragazzi a cui aveva insegnato. In un occasione normale sarebbe andato a salutare Dean Thomas, Seamus Finnigan e tutti gli altri ragazzi. Ma erano ad un funerale. Il funerale di Albus Silente. E nessuno sembrava pensare ad altro.
Quando anche l’ultimo ragazzo si fu seduto una musica triste ed allo stesso tempo bellissima li circondò. Lupin conosceva quel suono e quasi automaticamente si voltò verso il lago: anche le sirene ed i tritoni stavano dando il loro omaggio a Silente. Poi tutti si voltarono: Hagrid stava percorrendo il corridoio lasciato tra le file di sedie, il corpo freddo, immobile, di Silente stretto tra le braccia, grosse lacrime a velargli gli occhi
Lo posò su una lastra di marmo bianco, con delicatezza, quasi come se non volesse romperlo; poi si diresse lentamente verso l’ultima fila di sedie dove il gigante Grop lo aspettava.
Poi il Cerimoniere ufficiale del Ministero si alzò, si mise davanti alla tavola, ed iniziò a parlare di Silente.
Lupin smise di ascoltarlo già alla terza parola.
Quell’uomo non conosceva Silente. Tutto ciò che stava dicendo erano solamente parole vuote, un discorso banale imparato a memoria per ricordare un uomo straordinario.
Lupin si voltò a guardare la donna accanto a sé. Tonks stava piangendo. Calde lacrime le scendevano lungo le guance e ciocche di un nero lugubre si mischiavano a quelle del solito rosa cicca.
Remus le mise un braccio attorno alle spalle e se la strinse al petto, accarezzandole un braccio e baciandole il capo.
L’uomo fece vagare lo sguardo tra i presenti. Kingsley abbracciava forte Hestia, Ron cingeva Hermione con un braccio, Molly era stretta ad Arthur, Fleur aveva il viso nascosto nella spalla di Bill. Vide lacrime, abbracci, baci, carezze e non poté fare a meno di pensare che, in fondo, Silente aveva ottenuto ciò che voleva: c’era un po’ più d’amore nel mondo, in quel momento, anche se soffocato dal dolore. E l’uomo si ritrovò a pensare che forse non sarebbe bastato per fermare quella guerra che aveva portato via già fin troppe persone.
Lupin, immerso nei propri pensieri, si era appena accorto che anche le sirene ed i tritoni che abitavano il lago erano affiorati per ascoltare le parole del Cerimoniere. Persino i centauri erano usciti dal folto della foresta.
Quando il mago ebbe finito il suo discorso tornò a sedersi ma nessun altro prese il suo posto, nemmeno il Ministro. Lupin non se ne stupì più di tanto.
Poi, tutto d’un tratto, le fiamme avvolsero la lastra sulla quale Hagrid aveva posato il corpo esanime del vecchio Preside. Molte persone urlarono ma quando il fuoco scomparve, al suo posto era comparsa una tomba di marmo bianco.
L’istante successivo le sirene tornarono nelle profondità degli abissi ed i centauri lanciarono una pioggia di frecce prima di ritirarsi a loro volta.
Lentamente i presenti cominciarono ad alzarsi. Lupin vide che Harry si allontanava dai suoi amici, veniva raggiunto da Scrimgeour e discuteva con lui. Quando vide il ministro andarsene arrabbiato si rilassò.
Pochi secondi dopo la McGranitt si era avvicinata e aveva detto che aspettava tutto l’Ordine nel suo ufficio un’ora più tardi.
Remus si alzò e si avvicinò alla tomba che conteneva l’uomo che era stato come un secondo padre per lui. Rimase lì per un po’ a pensare, a riflettere. Poi raggiunse nuovamente la donna che amava e la strinse a sé.
« E così » iniziò Tonks, asciugandosi le ultime lacrime che le rigavano il volto, « è tutto finito ».
« No, amore mio. La vera battaglia inizia ora ».

 
 
 
 
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Nota dell’autrice.
Lo so lo so. Quella cosa del lago non è da Lupin. Lì è sicuramente OOC. Però a me piace pensare che anche lui debba sfogarsi ogni tanto, quando è solo. E credo che quello fosse un momento particolarmente delicato.
E anche la frase finale sa un po’ di detto e ridetto però mi piaceva finire il capitolo, mostruosamente corto, con una frase ad effetto.
Detto questo vi saluto. Spero di potere aggiornare presto così da concludere il più in fretta possibile questa storia.
Ringrazio i 184 lettori del primo capitolo, i 66 del secondo, i 39 del terzo ed i 37 del quarto (soprattutto i trentasette che sono sopravvissuti fino ad adesso). Grazie.
E un grazie particolare a chi ha recensito o messo la storia tra le preferite/ricordate/seguite.
L
  
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