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Autore: orphan_account    28/02/2012    6 recensioni
Dal primo capitolo:
Mi chiamo Alexandra, ma potete chiamarmi Alex. Ho quindici anni e una lista di cose che voglio fare prima di morire. Su un totale di più o meno 50, per ora ne ho completate sei. Quindi, vi chiederete, dov'è il problema? Ecco, è che questo non rientrava nella lista...
Dal tredicesimo capitolo:
Mi chiedo dove sarei ora se non mi avessero costretta a venire qui. Sicuramente mi sarei persa tutto questo, e non li avrei mai incontrati. Ho idea che insultare... lui... sia stata una delle migliori idee del secolo.
Però un po' mi dispiace...
[...]
"Stai scherzando." gli dissi con voce atona. La sua risata riempì la stanza.
"Decisamente no, sono serissimo." disse lui scompigliandomi i capelli.
Questa era una follia, pura e semplice: "Ma questa da dove l'hai tirata fuori?"
Mi prese la mano. Era calda e sicura: "Vedrai."
Si sentì un urletto: "Posso venire con voi? Ti prego Zayn, ti prego!"
"Uhm, come vuoi Louis."
STORIA IN REVISIONE
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Indietro al POV di Alex!

Ero... semplicemente annoiata. Nonostante quello che si diceva dei primi concerti, perché sì, questo era il mio primo concerto, non stavo provando niente, tranne forse la frustrazione provata nell'ascoltare musica scadente prodotta da cinque ragazzi esaltati e non poterla fermare. Almeno Marianna si stava divertendo.

Le luci roteanti e i rumori mi stavano rintronando fino al punto che non capivo più niente di ciò che stava succedendo.

Le parole che sentivo mi entravano da un orecchio e mi uscivano dall'altro.

Fino a che... Esatto, perché ad un certo punto nella mia dannatissima testa si infiltrarono note che non sentivo da un bel pezzo. Ma da davvero tanto tempo...

Dolci, troppo dolci, note che non sentivo da quando mi avevano diagnosticato la leucemia.

Ricordi si impadronirono della mia testa, fino a farmi annegare in un singolo pensiero.

Quella canzone era la mia. Un impeto di possessività mi riempì.

Per qualche tempo mia sorella era stata ossessionata da questa canzone, tanto che conoscevo tutte le parole a memoria. Era la canzone che stava ascoltando quando mi aveva confessato chi le piaceva. Era la canzone che stava ascoltando quando era tornata a casa in lacrime perché il suo 'ragazzo' l'aveva mollata. Era la canzone che stava ascoltando quando era arrivata di corsa all'ospedale dopo che mia madre l'aveva chiamata perché ero svenuta a scuola...

E ci stava anche stranamente bene, nella mia situazione.

Come avevo ormai capito fosse abitudine in tutte le loro canzoni, il primo a cantare fu Liam.

Let's dance in style, let's dance for a while
Heaven can wait we're only watching the skies
Hoping for the best but expecting the worst
Are you going to drop the bomb or not?

Quel giorno a scuola faceva un caldo assurdo, e io non mi sentivo bene a priori.

Erano passate varie settimane dalla comparsa dei primi lividi violacei sulle braccia e sulla schiena, e da un po' mi sanguinava il naso ad intervalli regolari. Sapevo che forse avevo qualcosa di grave, ma alla fine l'avevo attribuito al caldo eccessivo.

Quel giorno a ginnastica ero svenuta mentre facevamo i giri di riscaldamento.

Avevo ripreso coscienza dell'udito prima della vista, e mentre ancora vedevo tutto nero avevo sentito dei singhiozzi spezzati, provenienti da più di una direzione.

Subito dopo avevo riacquistato la vista, per vedere il quadretto di una famigliola in lacrime. E tanto bianco, un ambiente sterile e asciutto, che apparteneva inconfondibilmente ad un ospedale.

Poi fu il turno del tatto, e sentii un letto duro e bitorzoluto sotto la schiena.

Cos'è successo” chiesi, spaesata, ma la mia voce era così flebile che subito mi spaventai.

Silenzio. Nessuno parlò per interminabili minuti.

Diversi scenari disastrati mi passavano per la mente. “Hai una malattia incurabile, Alex.” , “Stai per morire”, “Hai il cancro.”.

Queste erano solo alcune delle tantissime possibilità che mi vagavano per la mente.

Un lato della mia mente mi diceva che era stato di sicuro un colpo di caldo, ma l'altro era convinto che sarei morta di lì a breve.

Non si stava in silenzio davanti ad una malata se erano buone notizie!

Speravo ce fosse tutto a posto, ma quel silenzio interminabile mi stava uccidendo.

Allora?”

Si sentiva solo il silenzio assordante. Ditemelo e facciamola finita!

Entrò un medico alto, forse cinquantenne. Si sistemò gli occhiali e sospirò, girandosi a guardare verso di me.

Come si sente?” mi chiese mentre si avvicinava per annotare qualcosa sul foglio che aveva in mano.

Voglio sapere cosa sta succedendo.” forse non era completamente vero, ma dovevo dire qualcosa, no?

Il medico, dottor Malito, come diceva la targhetta, mi lanciò un'altra occhiata cauta.

Signorina, sono spiacente di doverle dire che ha la leucemia.”

E fu ancora silenzio intorno a me...

Let us die young or let us live forever
We don't have the power but we never say never
Sitting in a sandpit, life is a short trip
The music's for the sad men


...Le avevano provate tutte. Ma i miei familiari non avevano il mio stesso gruppo sanguigno, non c'era un donatore disponibile e io mi rifiutavo categoricamente di fare la chemioterapia.

Nei primi tempi ero stata preda di un assurdo senso di smarrimento, unito al rifiuto di credere che avevo le ore contate, letteralmente.

Non volevo morire, men che meno così giovane. Io volevo continuare a vivere, a sapere cosa mi aspettava. Ovvio, non avevo il potere di cambiare le cose, potevo solo sperare che in questi tre anni trovassi un donatore e che andasse tutto per il verso giusto.

Poi, ad quattro mesi dalla notizia, mi rassegnai a quello che era il mio destino. Non avevo più tempo da sprecare, ne avevo poco e volevo trarne il massimo guadagno.

Sarei morta giovane, non c'era scampo, ma per lo meno qualcuno mi avrebbe ricordata. O almeno, così speravo...

Forever young, I want to be forever young
Do you really want to live forever?
Forever, forever young

...Avevo compilato la mia famosa lista-di-cose-da-fare-prima-di-morire. Ora stavo cercando di completarle tutte. Ma era in momenti come questi, quando il gruppo preferito di tua cugina si mette a cantare la colonna sonora della tua vita, che finalmente capivo cose molto importanti.

Un giorno, quando mia cugina sarà vecchia, tirerà fuori una mia foto e la guarderà. E chi lo sa, forse si metterà a piangere perché le manco, perché non abbiamo mai potuto fare tutte quelle cose che di solito si fanno tra cugine. Ma il suo ricordo di me sarà di una ragazza pungente a cui non importava niente di morire, non di una vecchietta rugosa che non si ricorda niente di quello che fa.

Non mi sarei mai dovuta preoccupare di invecchiare, di morire da sola, con nessuno attorno perché nessuno si ricorda che esisto, di sentire al telegiornale che è morto il tuo idolo, di scovare un uomo adatto a mettere su famiglia. Dall'altro lato, però, non ci sarei mai stata a vedere il matrimonio di mia sorella, al funerale dei miei genitori, a vedere per la prima volta un possibile nipotino, a mettere su una carriera, ad avere dei figli miei, a ridere e rilassarmi con mia cugina.

Perché io sarei stata morta per quel giorno...

Some are like water, some are like the heat
Some are a melody and some are the beat
Sooner or later they all will be gone
Why don't they stay young

Prima o poi ci saremmo rivisti, però, no? I credenti dicono che ci sia un paradiso. Magari esisteva veramente, e quando anche Marianna fosse morta l'avrei rivista lì. O magari sarei finita all'inferno. O forse nemmeno esistevano, e dopo la morte si vagava come spiriti irrequieti sulla terra, ad osservare i nostri familiari ricostruirsi una vita. Ognuno aveva la sua opinione.

Tutti tranne me...

Non riuscivo più a concentrarmi su niente, nemmeno sulle note di 'Forever Young'.

Tra l'altro, i miei occhi erano pieni di lacrime che non vedevo che una macchia indistinta davanti a me. Avevo brividi dappertutto e la gola completamente chiusa. Lo stomaco mi stava attorcigliando su se stesso ed ero così tesa che mi sembrava che mi sembrava che mi sarei spezzata.

Solo dopo essermi accertata di essere ancora tutta intera, mi accorsi che Marianna mi stava abbracciando. Mi abbandonai all'abbraccio, grata di avere qualche faccia conosciuta a supportarmi in questi momenti di panico.

Andrà tutto bene.” mi sussurrò nell'orecchio lei mentre mi dava dei colpetti rassicuranti sulla schiena.

Non voglio andarmene.” le dissi di rimando, odiando quando mi si ruppe la voce a metà frase.

Senti, vado in bagno, torno subito.” le dissi subito dopo, e senza aspettare una risposta mi avviai verso il bagno più vicino.

Era grande e spazioso, ma la luce artificiale parecchio scadente non migliorò di certo il mio umore. Mi guardai nello specchio sopra i lavandini.

Beh, dai, non ero nemmeno messa troppo male, almeno il trucco non si era sbavato.

Era già qualcosa.

Mi risistemai un attimo e accesi il cellulare per scrivere un messaggio a mia sorella.

Ti voglio bene. Mi manchi.

Ecco, inviato, probabilmente penserà che mi sono fumata qualcosa, ma non importa.

Misi il cellulare in silenzioso e tornai subito da Marianna, perché se no mi sarei depressa a tal punto da fare qualche stupidata.

Qualche spintone e parecchie occhiate curiose dopo, riuscii a tornare al mio posto.

Solo per sentire il tizio con le bretelle urlare: “Grazie a tutti per essere venute! Vi amiamo!” E uscirono di scena così, sventolando un braccio e lanciando occhiolini a destra e a manca.

Urla e grida riempirono tutto il locale, fino a che le fan non capirono che la serata era veramente finita e a quel punto uscirono tutte, anche se lentamente.

Noi due e le altre quattro ragazze della sezione riservata seguimmo un altro buttafuori fino ad una porta che leggeva 'Backstage – accesso consentito solo al personale autorizzato'.

Marianna stava mantenendo un minimo di compostezza, ma le altre erano in visibilio.

A parere mio, se anche solo uno dei cinque tizi si fosse avvicinato, loro sarebbero svenute.

Per qualche strana ragione, mentre mi accingevo ad aprire la porta che divideva noi sei da loro cinque, avevo uno strano batticuore. Stava andando troppo veloce e stava facendo decisamente troppo casino.

 

 

N.d.A. Dadadada! Questo capitolo è il punto rivoluzionante dell'intera storia! Però ditemi cosa ne pensate, perché questo capitolo lo trovo... strano, ecco. E anche se potrebbe sembrare noioso ad alcuni, in realtà è molto importante, oltre ad essere quasi tutto un enorme flashback... Dopo questo spero seriamente di riuscire a renderla un po' più movimentata :)

Questo capitolo lo voglio dedicare a mia cugina, senza la quale questa storia non esisterebbe e anche  Mei_Linn e NoemiDirectioner__ per il continuo supporto :) Grazie!! E se non avete letto le loro storie, fatelo, perché meritano!

P.S. Il testo della canzone non è mio! È “Forever Young” dei One Direction. (beh, in realtà la loro è una cover, ma avete capito cosa intendo dire...)

P.P.S. So che per ora ho messo molto Liam, qualche cosa su Niall e Harry, e NIENTE di Zayn e Louis; ma non vi preoccupate, dopo diventa più equa come suddivisione.

   
 
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