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Autore: misspongibobbi    28/02/2012    2 recensioni
“Di una cosa sarò sempre sicura, Payne” sussurrò Charlie guardando il suo migliore amico “lei non ti amerà mai come ti amo io. Mai”.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Liam Payne
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rieccomi col secondo capitolo! #echissene
Non mi fa particolamente impazzire, ma il finale è fico ù.ù
Spero che vi piaccia :D
Baci, Mary

“Ok, adesso scendo e glielo dico” disse Charlie dirigendosi decisa verso la porta;
“Ehm, forse sarebbe meglio dirglielo domani? Si, meglio domani” disse la bionda fermandosi a pochi centimetri dalla porta di casa;
“No, ora scendo e glielo dico! Sono stanca di soffrire per lui” ma proprio mentre stava per abbassare la maniglia della porta, cominciò a ragionare;
“No, non mi sembra il caso. E’ di sotto con Roxanne e non ho la minima intenzione di rovinare la loro relazione……ok lo ammetto! Voglio che si lascino, ma non voglio che Liam soffra, o almeno non troppo”
Dopo quello strambo soliloquio, Charlie si buttò sul letto a peso morto cercando invano di addormentarsi, nonostante sapesse benissimo che quella sarebbe stata un’ennesima nottata in bianco.



La suoneria del suo cellulare la fece svegliare a malavoglia
“E chi è che rompe le palle adesso? Voglio dormire!” gemette con la voce impastata per il sonno. Cercò di afferrare il cellulare con la faccia buttata sul cuscino e , dopo alcuni tentativi e qualche botta alla mano, riuscì ad afferrare quell’aggeggio infernale
“Pronto chi è? Chiunque tu sia, grazie per avermi svegliata” mugolò Charlie ancora assonnata
“Idiota, sono io” disse una voce che la bionda non riconobbe. Chi poteva mia essere?
“Tu chi scusa? Senti, non rompermi le palle che ho passato una nottata di mer”
“Charlie, sono Liam. E sono qui fuori perché ti stavo aspettando per andare a scuola, come tutti i giorni da ben otto anni” disse il ragazzo interrompendola. Si capiva benissimo che stava cercando di trattenere invano le risate.
La ragazza si alzò ricordandosi improvvisamente e si dirise verso la finestra che affacciava sul cortile: c’era proprio il suo amico ad aspettarla giù. Appena la vide affacciarsi alla finestra, le fece un cenno di saluto molto ironico.
“Perché non mi hai svegliata, cretino?” esclamò Charlie ancora mezza sconvolta e alquanto assonnata
Pensò che Liam stesse ridendo, e ne ebbe la conferma guardandolo dalla finestra “Non c’è niente da ridere, deficiente! Se continui ti do un calcio!” lo minacciò con scarsi risultati
“Dai scema, non avevo voglia di andare a scuola. E a quanto pare anche tu non avevi tutto questo priscio, o forse sbaglio?”
Charlie sospirò contemplando l’immagine del suo amico attraverso la finestra. Era proprio cotta a puntino, ma non voleva ammetterlo con sé stessa.
“Che ne dici di salire tra dieci minuti? Il tempo di lavarmi e di mettermi qualcosa addosso. Magari vediamo un film, parliamo un po’”
“Va benissimo, scricciolo. Adesso fammi chiudere la chiamata perché mi stai fucilando tutto il credito residuo. Se non ti volessi così bene ti avrei già uccisa”
Charlie attaccò con un sorriso ebete stampato sul viso e corse in bagno a lavarsi e cambiarsi. Legò i capelli in una semplice coda di cavallo, si mise un paio di shorts e una felpona rossa e si truccò con un filo di matita. Con lui non era necessario vestirsi in maniera impeccabile ,perché avevano un rapporto molto intimo che andava molto oltre l’aspetto esteriore.



Dopo qualche minuto, Charlie andò ad aprire la porta. Proprio come immaginava, Liam era lì fuori ad aspettarla.
Invece di entrare subito, rimase a guardarla come se fosse incantato da lei. La guardava con aria sognante, con un leggero sorriso sulle labbra.
Charlie, alquanto incredula e imbarazzata, decise di rompere il silenzio “Payne, che c’è? Ho un brufolo sulla guancia, una caccola gigante che mi esce dal naso per caso?”
Liam riprese coscienza come se fosse appena uscito da una sorta di trance “Scusami, mi ero un attimo incantato”
“Da cosa?” chiese la bionda incuriosita
“Da te, e chi sennò?” rispose il ragazzo come se fosse la cosa più naturale le mondo
“Sai, ultimamente sei diventato proprio strano” disse Charlie chiudendo la porta di casa “o forse sono io che sto cambiando”
“Buona la seconda, scricciolo” rispose l’amico dandole un piccolo bacio sulla guancia “anche perché un uccellino mi ha bisbigliato all’orecchio che una personcina di nome Charlotte aveva qualcosa da dire al suo migliore amico”
Charlie si girò di scatto sconvolta. Natalie gli aveva spifferato tutto? No, era assurdo. Non avrebbe mai fatto una cosa del genere, soprattutto a lei.
“Credo che l’uccellino sia solo un frutto della tua immaginazione, Payne” sussurrò la ragazza sudando freddo. Sperava che Liam non se ne accorgesse, ma purtroppo lui sapeva benissimo quando c’era qualcosa che non andava per il verso giusto
“Charlie, perché stai tremando? Qualcosa non va?” chiese il ragazzo guardandola negli occhi
Quegli occhi marroni erano sempre stati il suo punto debole. Non riuscendo a trattenersi, scoppiò a piangere tra le braccia dell’amico.
“No Liam, non va bene proprio niente!” disse l’amica singhiozzando “sono soltanto un’ingenua!”
“E perché saresti un’ingenua? Sei la ragazza più dolce, sensibile e pazza che esista sulla faccia della terra. E io ti adoro per questo”
Charlie fece un profondo respiro. Aveva intenzione di dirglielo una volta per tutte.
“C’è un ragazzo che amo da morire, ma per lui sono solo un’amica. Una grandissima amica” disse tutto d’un fiato
Liam la guardò sconvolto “Ti prego, dimmi che è uno scherzo. O almeno dimmi chi è questo ragazzo così vado a dargli un pugno in faccia per averti fatta soffrire così tanto. Non posso vederti in queste condizioni per uno stronzo qualsiasi”
“Saresti capace di diventare autolesionista?” mugolò piano con la faccia poggiata sulla spalla dell’amico.
“Come scusa?” domandò Liam “potresti ripetere con più calma? Non credo di aver sentito bene”
Charlie ebbe un attimo di panico. Liam aveva sentito tutto e stava facendo finta di non aver sentito, oppure non aveva sentito davvero? Non si sentiva di certo pronta a dirglielo, o almeno non in quel momento. Pensava che sarebbe stato tutto più spontaneo, più diretto, più semplice.
La ragazza sospirò e lo guardò negli occhi pieni di lacrime. Non sapeva se stava per dirgli tutto o per sparare un’altra cazzata, ma sapeva che avrebbe rischiato comunque.
"Liam, ho detto che..."
   
 
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