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Autore: itsjones_    28/02/2012    1 recensioni
..stavo bene così, per conto mio, poiché avevo imparato a fidarmi solo di me stessa.
Questo almeno finchè non conobbi Jacob Twist.
L’ho già detto che fu l’estate più calda da ben oltre dieci anni?
Genere: Malinconico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9.

Blackout.





 




«neh,Jake tu ci pensi mai alla morte?»
«alla morte dici?»
«s-sì»
«io penso a quanto mi divertirò questa sera alla fiera di paese.. la morte non è divertente, non ci sono nemmeno gli assaggini gratuiti»

Sentii un sussulto nel vuoto, capii solo allora di essermi addormentata e di essere, in quel momento in uno strano stato di dormiveglia. Non avevo idea di quanto avessi dormito,ma mi sentivo in forma sebbene sentissi un agghiacciante torcicollo pervadermi l’intera zona della giugulare.
«smettila di dormire»
Aprii gli occhi,prima l’uno e poi l’altro,lentamente «mh?»
«ma si, ma si..hai dormito tutto troppo e sei più pesante di prima sai?» rise Jake come divertito da una situazione di cui non avevo ancora la piena visuale
«che intendi?» chiesi solo, alzando la testa, per poi capire di essere sdraiata nel letto e non dove mi ero lasciata molte ore prima. «guarda che non ho più-»
«tredici anni,l’hai ripetuto un bel po’ di volte..» m’interruppe lui con un sorrisetto beffardo sulle labbra un po’ secche.
Sospirai e ammiccai un sorriso per poi ributtarmi a capofitto sul cuscino.
Nel mio cellulare c’erano sette chiamate senza risposta e tutte provenivano dal mobile del mio ragazzo, ma non diedi loro molta importanza, avrei detto che non stavo bene oh che avevo semplicemente poco campo per mandare messaggi. Non gli avrei parlato del bacio con Jake, non gli avrei parlato di Jake, avrei rimosso nuovamente tutto tornata a casa, una volta scoperta la verità.
«anche il seno t’è cresciuto» ridacchiò ancora Jacob prendendo una bottiglia dal frigo della cucina,di quelle piccole,che avevo portato io per il viaggio.
«dici?» arrossii fissando il mio petto gonfio ed arrossendo di colpo «ricordi il mio..le mie tette?»
Fine come mio solito.
«no,in realtà, è solo una sensazione» finii tra un sorso e l’altro.
Poi aprii la porta ed uscii di casa, il primo sole entrò di colpo, illuminando tutto l’ingresso di arancione sfocato. «che caldo insopportabile» disse,stirandosi
«peccato che non ci sia nessun altro,ricordo che prima al mattino mi bastava aprire la finestra per sentire il gradevole odore di pane caldo e ciambelle appena sfornate»
«questo posto è morto»
Lo fissai,intristita dalle sue parole.
«mi manca»
Si girò non appena finii di pronunciare quella frase, «già..manca molto anche a me» poi tossi e lasciando la porta spalancata se ne andò nel corridoio che si illuminò al suo passaggio
«vado a farmi una doccia,aspettami qui,mh»
Sospirai. «Jake»
«si,mh?»
«anche tu mi sei mancato»
Non mi voltai,ma sperai mi avesse sentito
«tu, il nostro tempo insieme.. quanti giorni sono passati,quanti ne ho sprecati,sola»
Non lo sentii più, così mi voltai per controllare,ma Jake era sparito tra le scale senza far il minimo rumore. Sorrisi. Forse era meglio così.
Mi sistemai la maglia che si era stropicciata nella notte e mi appoggiai all’anta guardando il dolce sole che se stava in bilico nel cielo sfumato.
Fu proprio allora,che la vidi da lontano, l’auto grigia targata ’90 di William,entrare nel vialetto vicino frenando di colpo. Così, mi precipitai a salutarlo a passo veloce.
Ma mi bloccai a pochi metri,quando notai che non era solo. Infatti, altre due persone scesero dall’auto insieme a lui,un uomo e una donna. Lui si chiamava Liam Robinson, era un coetaneo di William e anche un suo sottoposto,oh meglio il suo allievo nel campo. Aveva i capelli castani molto scompigliati che gli regalavano un aspetto alquanto sbarazzino per la sua età e un viso piuttosto allegro da chi è ancora giovane, sia dentro che fuori, la prima cosa che notai fu infatti il leggero salto che fece scendendo dall’auto. Lei, Juliet Privet,di origini Francesi, era il classico tipo di donna che ci sa fare con le armi pesanti, bassina e piuttosto snella. Portava i capelli rosso ramato legati in una coda alta e gli occhi coperti da un paio di occhiali da sole a specchio.
«ehy parker» sbuffò William infilandosi in bocca una sigaretta: di quelle ‘fatte in casa’ «ho portato con me due colleghi,spero non ti dispiaccia»
Cercai di sorridere,nonostante avessi il sole puntato negli occhi e mi presentai in modo cortese ai due nuovi individui.
«dì un po’, alla fine l’hai trovata..quella cosa?»
Sospirai e feci segno di no con la testa «fortunatamente no»
I due si guardarono non capendo quale fosse il motivo di tale conversazione.
«volete un caffè? Qualcosa?» chiesi,allora
«molto gentile,ma abbiamo mangiato per strada» abbozzò Liam con un mezzo sorriso scolpito nel viso roseo
Ricambiai e misi le braccia conserte,per quanto potesse essere agosto a Blue Lake aveva sempre tirato un vento piuttosto gelido nel primo mattino.
«cosa avete intenzione di fare?» chiesi guardando prima William e poi gli altri due
Lui scrollò le spalle «diamo un’occhiata in giro, qualche ora fa abbiamo interrogato un certo Benjamin,un tipo strano,abita appena fuori da qui e..»
Benjamin Reymont abitava in una casa molto modesta a pochi kilometri da dove ci trovavamo adesso,con la moglie deceduta seppellita nel giardinetto dell’abitazione, se ne stava li,tutto solo,tutto il giorno al pascolo con le sue amate pecore e il suo grasso pastore tedesco.
«credo sia matto» concluse poi, «non ha spicciato parola, se non ‘le fiamme ingoiano tutto,ma io sono qui..al sicuro’ cose così, senza senso..»
Tossicchiai,non ricordavo bene il vecchio Benjamin,ma l’avevo visto diverse volte, con il suo trattore sporco far compere a Blue Lake. Ma non pensavo fosse ancora vivo,date le circostanze.
«è meglio che andiamo» sbuffò la ragazza facendo segno di rimontare nell’automobile
«..e dove?» chiesi io,allora
I due scrollarono le spalle all’unisono e poi William si mosse nella direzione opposta alla mia «diamo un’altra occhiata in giro, ci vediamo questo pomeriggio» poi si voltò,nuovamente e sorrise,montando alla guida dell’auto e rimettendo in moto,seguito dall’altro.
Un’altra gelida ventata mi percosse,facendo venire altri brividi di freddo lungo la mia schiena,coperta soltanto dalla camicia da boscaiolo a quadri rossi e bianchi.
Rimasi soltanto pochi secondi immobile, quando Jake mi poggiò la sua grande e tiepida mano sulla spalla.
«qualcosa non va?»
Scossi il capo
«che volevano quelli?»
«fanno ricerche. In poche parole,cercano di capire cosa,chi e come ha ridotto questo posto così»
Jake sospirò e con la mano strinse la mia spalla infreddolita «stai attenta»
A quel punto mi voltai,come confusa «che intendi?»
Prese aria a pieni polmoni e poi si allontanò un po’ «credo stia per arrivare un bel temporale,è meglio se torniamo in casa adesso»
Annuii, e prendendo la sua mano che nel frattempo era diventata fredda rientrammo in casa Twist.

Quando fummo dentro mi accorsi,quasi immediatamente, che l’odore di muffa e di chiuso era completamente sparito e adesso nell’aria riecheggiava un intenso aroma di prato verde e di pulito.
«hai rimesso a posto?»
Jake che nel frattempo mi aveva preceduta,mi fissava scostante dalla porta della cucina «questo posto ne aveva bisogno non credi?»
Mi limitai ad annuire e rimasi in silenzio.
«vorrei farti vedere una cosa» sussurrò porgendomi la mano un po’ sudata «vieni»
Non feci domande lo segui,lasciando ancora una volta che il mio cellulare squillasse invano.
C’era un luogo, in quella casa che non conoscevo,in cui il mio piede non aveva mai toccato il pavimento scricchiolante. La ‘piccola’ cantina,la cui porta se ne stava tra l’ingresso e le scale.
«che c’è qui?» chiesi mentre Jake era impegnato a cercare le chiavi nella tasca dei suoi Jeans.
«ora lo vedrai»
La porta si aprii ed incurante del resto ci ficcai subito la faccia dentro, senza però vedere niente,per via del buio totale. Lui si parò davanti a me ed andò avanti,sempre stringendomi la mano per farmi avanzare. Così lo seguii,un po’ alla cieca lungo le varie scale di legno.
«ecco» esclamò afono alla fine dei dieci scalini
«continuo a non vedere niente» risposi con tono sarcastico
Nello stesso istante però,Jake accese un interruttore che mi permise di vedere l’interno della stanza.
Era una cantina come tante, come quella di villa Orange. Ma aveva qualcosa,in se che la faceva sembrare ed essere diversa. Sulle pareti erano appese delle farfalle, riposte accuratamente dentro contenitori di vetro lucido. I loro colori facevano sembrare quel posto meno tetro,ma davano anch’esse una strana aria macabra.
«questa notte mentre stavi dormendo,ho fatto un giro della casa e ho trovato questo posto» disse Jake guardandosi intorno come me.
Sospirai «sei stato tu?»
Lui si voltò «non lo so» poi si allontanò da me e cominciò a perlustrare la zona; non era una stanza colma di roba, ma a parte le farfalle vi era una vecchia libreria colma di libri ed una lunga scrivania di legno scuro,su cui erano riposti vari oggetti,come carta da lettera,matite,penne,un vecchio orologio ed una piantina ormai marcia.
La vista di quei poveri animali morti ed appesi,così al soffitto non poteva che darmi i brividi «che posto strano» continuai,senza però,una reazione da parte di Jacob
Era troppo impegnato a controllare la scrivania,così anch’io mi avvicinai per dare un’occhiata e fu soltanto allora che mi accorsi della piccola cornice appoggiata su di essa. La foto al suo interno ritraeva due bambini sui dodici anni con i piedi immersi nell’acqua del lago.
«chi ha fatto questa foto,Jake?»
Lui rimase in silenzio e la fissò bene «siamo noi?»
Io annuii.
«questa cosa mi inquieta.. io..ho paura..io»
«com’eri bella»
Mi fermai. E mi girai a guardarlo,perdendomi in quello sguardo tenero e dolce che fissava quell’immagine. «quella volta sei caduta in acqua..stavi per affogare»
Quelle parole mi strapparono un mezzo sorriso: «mi hai ripresa in tempo»
Jake si portò entrambe le mani alle tempie,come per prevenire un grosso mal di testa e rimase immobile. In quello stesso momento un tuono fece scuotere la casa e dopo pochi secondi l’intenso rumore della pioggia m’invase entrambe le orecchie. Proprio come Jake aveva detto. Poi buio.
Un blackout.
«merda! e adesso?» esclamai cominciando a protendere le mani in avanti per capire dove stavo andando «Jake,è meglio se torniamo su»
Lui non rispose.
«Jake,oh mio dio dove sei?» esclamai,cercandolo con le mani alla cieca «dove sei?»
Cominciai ad avere paura,ma mi prese sul serio,soltanto quando con un colpo netto sentii una porta chiudersi di colpo.
Ero sola. Dov’era Jake?
«MERDA» urlai presa dal panico, odiavo il buio e quel posto mi intimoriva più di quanto non facesse la mia attuale situazione.
Ma tutto finii presto. Passò non più di un minuto che la porta si riaprii,cigolando lievemente e mostrando un ombra scura e alta.
Chi era?
Sentii i suoi piedi percorrere veloci le scale facendole tremare ad ogni passo,sempre di più finchè non fu arrivato e si piantò vicino a me. Potevo sentirlo respirare,in quel silenzio angosciante.
«dio, STELLA»
Poi riconobbi la voce, e la luce si riaccese.
«tomàs! Che ci fai qui?» esclamai correndo ad abbracciarlo,ero solo felice di vederlo,di non essere sola.
«il tuo cellulare è morto o cosa? Scema ti ho chiamato un sacco di volte..ma tu,tu non hai mai risposto» fece,ricambiando l’abbraccio,con forza.
«scusa» dissi soltanto,inebriandomi con il suo profumo un po’ forte.
«ero preoccupato,questo posto è orribile,ti ho cercata per tutto il paese,non c’è nessuno,e questa era l’unica casa con la porta aperta..menomale avevi la porta nell’ingresso e..»
«la porta era aperta?»
Lui annuii «si,perché?»
Chi aveva aperto la porta?
«allora hai visto-» poi mi bloccai,non dovevo parlagli di Jake, si sarebbe infuriato sicuramente.
«chi? Chi devo aver visto?» chiese però,su mio grosso errore. «Stella,di chi parli?»
Rimasi in silenzio ed abbassai lo sguardo, continuando a fissare le farfalle appese, finchè non mi accorsi che su ognuna di queste era appeso un piccolo, ma comunque visibile cartellino con su scritti vari mesi,giorni ed anni. Impallidii.
«che cosa mi stai nascondendo








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piccolo spazio personale.

 ToShine_ ahahah,probabilmente ora mi odierai perchè succedono un fottio di altre cose u.u col tempo tutte le tue domande avranno una risposta. x

  
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