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Autore: Bea_chan    03/10/2006    4 recensioni
Nelle viscere di Tokyo, il malfamato quartiere di Kurubito fa da sfondo alle faide dei clan avversari, tra corse illegali, complotti e alleanze, dove solo due fratelli possono decidere l'esito della partita...
Genere: Avventura, Azione, Dark, Drammatico, Generale, Malinconico, Romantico, Suspence, Thriller, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Horo Horo, Lyserg Diethel, Manta Oyamada, Ren Tao, Yoh Asakura
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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Ascensore
Palazzo Tao
Kurubito Nord
Tokyo


Fissò il suo riflesso con sguardo attento, nello specchio sbeccato in ascensore.
Si riavviò la folta frangetta biondo miele dagli occhi, sospirando.
Chissà di che umore sarebbe stato il suo interlocutore… con lui, non sapevi mai come comportarti. Un giorno era relativamente docile e ragionevole, mentre un altro giorno era persino capace di aggredirti.
Certo, il capo del Clan Tao non era tipo da immischiarsi con tipi come lui.
Ren Tao preferiva la caccia grossa…
La ragazza che lo accompagnava si appoggiò pesantemente alla parete dell’ascensore, mentre quest’ultima saliva velocemente di piano in piano, destinata a raggiungere quanto presto il Piano attico.
Ella scosse la chioma turchina, facendo scoppiare il pallone della gomma che masticava.
-Agitato?-
Il giovane cercò di ignorare la stretta che l’aveva colto allo stomaco.
Era così evidente…?
-No…-
-Bugiardo- ridacchiò –Non ti preoccupare, Oyamada, Ren è un tipo strano ma, in fondo, ti rispetta…- inarcò incredula le sopracciglia ben curate, mentre l’ascensore si fermava in uno scampanellio –Dovresti saperlo-
Manta deglutì, mentre stringeva i pugni ed usciva dall’ascensore.
-Lo spero, Pirika…- sospirò –Lo spero proprio-


***


Monastero
Kurubito Ovest
Tokyo


Il giovane entrò nella stanza a testa bassa, seguendo remissivo colui che l’aveva richiamato.
Respirò il penetrante odor d’incenso pregno nella camera buia, silenziosa e dall’atmosfera quasi irreale, mentre le porte si chiudevano lentamente dietro di lui.
Un enorme letto a baldacchino, drappeggiato di velo bianco e trasparente troneggiava in fondo alla stanza, una figura dolcemente addormentata riposava su candide lenzuola di seta.
L’uomo si chinò al suo orecchio, poco prima di uscire.
-Dieci minuti, Lyserg Diethel- avvisò, minaccioso –Sua Altezza Maiden deve risposare…-
Lyserg annuì, serio.
L’altro sembrò soddisfatto. Si girò e, con passo misurato, si diresse alla porta, uscendone poco dopo.
Il ragazzo, adesso, era completamente solo in quella camera.
Strinse i pugni guantati di bianco, facendo un passo avanti.
-Sua Altezza Jeanne, desideravate parlarmi?- chiese sommesso, accennando un inchino.
La sagoma sdraiata sul letto sembrò animarsi; la vide muoversi e stiracchiarsi debolmente, attraverso il sottile tulle, quasi impalpabile al tatto.
-Lyserg, vieni più vicino…- rispose sommessa quella voce angelica.
Il giovane si sentì leggero, poteva cogliere un sorriso nelle parole appena pronunciate. Camminò con passo felpato, le suole degli stivaletti neri quasi timorose di pestare il marmo bianco del pavimento, come se fosse anch’esso puro e intoccabile.
Si accostò al letto a baldacchino, inginocchiandosi sul destro e poggiando il gomito sinistro, a capo chino, sull’altro ginocchio, la mano destra posata sul cuore.
-Mi duole disturbarla, ma mi è stato detto che mi cercavate…-
Improvvisamente, Lyserg avvertì due mani piccole e fredde sul viso, una lenta carezza dolce e deliziosamente fredda sulla pelle. Sospirò, appagato.
-Esatto Lyserg, ho bisogno di programmare la prossima corsa contro il clan Asakura…-
Il giovane sussultò leggermente.
Sperò che non avesse scoperto della gara che si era svolta quella notte…
Si azzardò ad alzare lo sguardo.
La ragazza era vestita con una camicia da notte di lino, candida anch’essa, le dolci forme femminili appena accennate sotto la stoffa; i capelli lunghi e lisci sciolti sulle spalle, quel colore a metà tra il perla e il biondo chiaro, gli occhi profondi e indagatori, nella loro pacatezza così spietati.
Il diciottenne si sentì sinceramente inibito da quella quattordicenne, supremo capo del Clan X Laws e loro Somma Signora, Colei che si è arrogata, silenziosamente, il diritto di punire i peccatori.
Iron Maiden Jeanne, attorno alla quale si raccoglievano fanatici adepti della Giustizia, piloti formidabili in quel Quartiere malfamato, seguaci di Colei che vuol far di Kurubito il Paradiso.
Senza freno alcuno.
Il fine giustifica i mezzi…
Lyserg annuì leggermente, quasi timoroso di compier movimento che potesse far spostare le mani di Jeanne dal suo viso.
Che cosa ci faceva lui, in quel gruppo di esaltati?
Occhi bui, così vivi e paradossalmente crudeli, fissi nei suoi, smeraldine pietre sfaccettate.
Che cosa l’aveva spinto a lasciarli…?
Labbra appena rosse, ciliegie mature sui rami, tentazione proibita; Marco l’aveva avvertito che non bisognava mai e poi mai macchiare la sua delicata purezza.
La Vergine Candida.
Irraggiungibile ed inebriante bellezza, eterea e delicata in quel covo di dannati che era Kurubito.
Assolutamente non alla sua portata.
-Mi hai capito, Lyserg?-
Egli annuì, interrompendo il flusso disordinato dei suoi pensieri. Pensieri per i quali, più tardi, avrebbe chiesto una punizione, pensieri che non avrebbe mai dovuto formulare in Sua presenza.
-Contatterò al più presto Yoh Asakura, mia Signora- sussurrò, abbassando nuovamente il capo –Entro la fine della settimana avrete la vostra gara…-
Ella annuì, sorridendo.
-Voglio te come pilota- disse con calma, passandogli la mano nei morbidi capelli, pigmento poco più scuro dei teneri germogli primaverili –Sei bravo…-
Lui si morse la lingua, soffocando l’impellente desiderio che gli rodeva le viscere.
In fondo, chi era lui?
L’ennesimo demonio di Kurubito, accolto dagli X Laws solo perché incapace di decidere a quale schieramento appartenere; non era un arrogante e spregiudicato comandante come Ren Tao, né un carismatico ma ragionevole capo come Yoh Asakura.
E, soprattutto, non era come Lui
Strinse i pugni, ormai le carezze di Jeanne erano solo vaghe percezioni sensoriali, insignificanti paragonate alla rabbia che, divorante, gli stava facendo perdere il contatto con la realtà.
Hao Asakura.
Eccolo, il motivo.
Vendetta.
Demonio travestito da angelo per saziarsi di una vendetta covata da troppo tempo.
E Lei, Vergine Candida, che l’aveva accolto nel suo nido di apparente pace, accettando le sue ali nere.
Imperdonabile peccato ch’egli desiderasse spegnersi sul suo seno e rantolarle sulle labbra l’ultimo respiro…
-Grazie, mia Signora...-


***


Piano attico
Palazzo Tao
Kurubito Nord
Tokyo


Sospiro profondo, agitato.
Nuovamente la mano corse alla frangetta, riavviandola con un gesto secco dagli occhi, ormai azione dovuta al nervosismo che, nonostante tutto, gli attanagliava le viscere.
Bussò alla porta di legno, teso, sordi colpi che rimbombarono nel corridoio.
-Avanti-
Tono perentorio e impercettibilmente sarcastico, cadenza tetra nelle sillabe.
Oyamada spinse la porta, piano, entrando nella stanza e richiudendosela subito alle spalle; la poca luce che aleggiava nel locale era data dalla luna, piena e maestosa, affacciata alla grande finestra direttamente scoscesa nei vicoli di Kurubito Nord.
-Manta Oyamada- il sapore di un sogghigno in quelle parole –Che onore…-
Occhi ambrati e felini, in agguato nell’ombra come esperto predatore, seduto in una sontuosa poltrona di pelle nera, proprio alla sinistra del giovane.
Ren Tao, il padrone del ghetto Nord.
Manta deglutì piano, prendendo un respiro profondo e tentando di imporsi il suo solito e razionale autocontrollo.
Si voltò nella direzione ove proveniva la voce, incontrando direttamente un paio di iridi dorate.
-Ren, buona sera- salutò, cordiale, abbozzando un sorriso accomodante.
-Ehi, non saluti il sottoscritto?-
Il sorriso del ragazzo si allargò, udendo la voce falsamente offesa dell’altro occupante della stanza.
Annuì.
-Ciao HoroHoro-
Quest’ultimo scoppiò a ridere, afferrando direttamente Manta per il collo e scompigliandogli i capelli biondo scuro, rischiando di fargli lo scalpo.
-Piccoletto, da quanto! Ma…- lo allontanò impercettibilmente, osservandolo –Sei cresciuto…-
Manta sbuffò, rimettendosi in sesto, borbottando.
-Certo che sì, cosa credevi…-
-Eh.emh…- voce leggermente scocciata interruppe i due –Mi dispiace disturbare questo commovente raduno, ma ho delle questioni alquanto urgenti da discutere con Oyamada…-
HoroHoro sbuffò, appoggiandosi al muro.
-Insomma Ren, sei sempre il solito- mugugnio appena accennato –Asociale…-
Manta nascose un sorriso dietro la mano, mentre Ren fissava glaciale il giovanotto che l’aveva appena insultato.
Sopracciglio sinistro appena inarcato, perplesso, forse scocciato dalla situazione.
Sospirò.
-Come al solito, HoroHoro, non sai esimerti dall’essere te stesso…- scosse la testa, desolato –Il che è un male…-
-Ehi, non accetto certi insul…-
-Siediti, Oayamada-
Il fatto che Ren avesse completamente ignorato ciò che HoroHoro stava per ribattere non sorprese eccessivamente Manta, che fece come gli era stato, praticamente, ordinato.
Non era nella natura di Tao Ren chiedere.
Nato arrogante, le male lingue dei disperati del ghetto Nord sibilavano che tutta quella boria l’avrebbe portato all’inferno, senza sapere che era proprio ciò che anch’egli pensava.
E forse bramava.
-Dunque…- il giovane Tao si sporse di poco dalla poltrona, fissando Manta dritto negli occhi –Cosa vuole questa volta Asakura, per costringerlo a sfoderare il suo miglior contrattatore?-
Pallida luce sul volto del ragazzo, ironico sogghigno sulle labbra sottili. Palese divertimento.
HoroHoro si svaccò sul divano, accendendosi una sigaretta ed espirando il fumo, prima di ridacchiare.
-Questa volta Ren ha ragione, Manta..- si concesse un’occhiata a quest’ultimo –Yoh deve avere grossi affari in pentola…-
Manta sospirò, senza nemmeno slacciarsi il lungo cappotto.
-Si tratta dell’Okami Anna…- passò lo sguardo dall’uno all’altro –Ha una richiesta da farvi-
-Ah, Anna?- HoroHoro ridacchiò, scotendo con indolenza la sigaretta, lasciata a fumarsi da sola tra le dita –Lo sapevo che quella non sta stare senza di me…-
-Asakura si fa usare come un burattino, da quella donna..- Ren strinse gli occhi, ignorando nuovamente il commento sarcastico del compare –L’ho sempre detto che le donne sono la rovina dell’uomo..-
Manta ridacchiò, senza poggiarsi allo schienale della sedia.
-Beh, Anna aiuta molto Yoh..-
-Già, immagino come…-
-Taci HoroHoro- secco il tono del capo del Clan Tao, interruppe le lascive parole dell’altro.
Sospirò, fissando Manta, sopracciglio sinistro freddamente inarcato.
-Cosa vuole Kyoyama da me?- sibilò velenoso –Sa benissimo che non tratto con lei…L’unico degno di poter avanzare richieste al sottoscritto è Asakura..-
-La richiesta viene anche da Yoh, infatti- ribattè Manta, pacato, senza scomporsi.
Ren sospirò, tornando ad accomodarsi contro la nera poltrona, braccia conserte sulla vestaglia nero pece, aperta sul torace, ricami orientali verde scuro che si snodavano sulla stoffa.
HoroHoro decise nuovamente di far sentire la sua opinione. Gli anfibi poggiati al tavolinetto basso, di ebano, senza alcun ritegno, la sigaretta ormai quasi finita tra le labbra.
-Sentiamo…-
-Nessuno ti ha chiesto di intervenire-
-Cazzo Ren, sei veramente impossibile..- sbuffò, spiazzando Manta. Erano davvero pochi quelli che potevano permettersi di rivolgersi a Ren in quel modo…
Coloro che erano sopravvissuti si contavano sulle dita.
Un pigro sogghigno increspò appena le labbra del moro, mentre ancora fissava Manta.
-Perdona il linguaggio di questo zotico, Oyamada..- declamò come nulla fosse –Sentiamo questa richiesta-
Il biondino si agitò sulla sedia, quasi a disagio, i pugni stretti nelle tasche del cappotto.
-Ecco…questa notte c’è stata una corsa, uno nuovo..-
-Lo sappiamo-
Manta inarcò entrambe le sopracciglia, che sparirono sotto la lunga frangetta, alle parole di Ren; HoroHoro ridacchiava incurante, mentre spegneva la sigaretta in un posacenere di cristallo.
-Lo sapete..?-
Anche Ren sogghignò con aria strafottente.
-Il Clan Asakura evidentemente si è rammollito, se i quattro pivellini piazzati nella zona industriale li chiama “Sorveglianti”..-
-Già, diciamo che un nostro amico si è fatto per caso un giretto da quelle parti..-
-E ha rimediato un posto in prima fila per assistere alla corsa-
Il messaggero del Clan succitato corrugò le sopracciglia, evidentemente perplesso.
-Va bene…riferirò anche questo- annuì, appuntandosi mentalmente il problema –Quindi sapete anche cosa è successo..-
Entrambi annuirono semplicemente.
-E Ren ha anche una sua teoria…- ridacchiò HoroHoro –Che forse, faresti meglio a sentire…-
-Grazie, Usui- la voce secca e mortalmente tediata del ragazzo lo interruppe per l’ennesima volta –Ma se Asakura è tonto, mi duole ammetterlo ma quella donna non lo è proprio…-
Manta annuì.
-Infatti, okami Anna ha già espresso la sua opinione in proposito..-
-Che a noi non interessa- sibilò Ren, fissandolo dritto negli occhi.
Iridi ambrate, minacciose, mentre HoroHoro si accendeva l’ennesima sigaretta. Era nervoso…
-Non ti permetto di pronunciare il suo nome, in questo luogo…- affermò il giovane Tao, con voce dolcemente velenosa –Questo quartiere l’ho ottenuto con la forza, ma intendo tenermelo, chiaro?-
Oyamada ricambiò lo sguardo, pacato, annuendo ancora.
Ricordi e memorie di violenti scontri e corse clandestine, tre kilometri di asfalto bruciato per ottenere un pugno di case e un dedalo di vicoli.
Ma niente attira come la Gloria

-Perciò, fai la tua richiesta, Oyamada..- sorrisetto lascivo, mentre tornava ad appoggiarsi allo schienale della poltrona –E io vedrò se acconsentire-
HoroHoro scoppiò in una bassa risata.
-Io ho già capito cosa vuole il caro Yoh..- espirò assieme al fumo della sigaretta.
Ren rimase silente, fissando Manta con sguardo indagatore, mentre questo annuiva.
-Giusto HoroHoro..- sorrise, rassicurante –Il Clan Asakura chiede formalmente al Clan Tao di stipulare un’alleanza per il bene comune-
Il giovane Tao incrociò le braccia sull’ampio torace, sospirando pesantemente.
Silenzio d’attesa, spasmodico respiro di colui che attende il verdetto.
Indi, inarcò un sopracciglio, ironico, un sorrisetto supponente sulle labbra.
-Trenta secondi..-
Manta sbattè le palpebre, educatamente perplesso.
-Cosa…?-
-Ti do trenta secondi per uscire da qua e portare la risposta ad Asakura, prima che decida di ritrattare e fare qualcosa…- il sogghigno si accentuò impercettibilmente –Qualcosa che comprenda l’uso di un’arma…-
Mentre HoroHoro scoppiava a ridere, sguaiato, Oyamada si alzò, incespicando nel pregiato tappeto sul pavimento e dirigendosi rapido all’uscita, dandosi occhiatine prudenti alle spalle.
La porta si richiuse e, in lontananza, si sentirono i passi affrettati di chi ha scelto di usare le scale…
-Quanto sei perfido, Ren..-
Questo ridacchiò indolente, un luccichio divertito nelle iridi, mentre si accomodava meglio nella poltrona.
-Lo so..ma spaventare Oyamada è una delle poche cose che mi mettono di buon umore…-


***


Zona portuale
Kurubito Sud
Tokyo


Ritta in piedi, quella figura, nel buio di una notte senza luna.
Onde infrante sul molo, sussurro del vento a carezzare la lunga chioma castana, sciolta sulla stoffa nera di un cappotto di panno.
Sguardo cupo rivolto alle onde, perso all’orizzonte.
Gli occhi di un assassino.
-Hao sama…-
Voce cantilenante, infantile, fanciullino dalla pelle scura aggrappato al bordo del cappotto.
Sei anni appena, la stessa cieca fiducia nei suoi confronti.
Forse l’unico che lo sia davvero…
Il ragazzo rivolse un sorriso velato al bambino, fissandolo con la coda dell’occhio.
-Dimmi Opacho..-
-Cosa fa qua fuori? Prenderà freddo-
Hao Asakura, ancora una volta, si stupì del fatto che un bambino così piccolo avesse più senno di molti adulti da lui conosciuti. Egli stesso compreso.
Ancora un sorriso, labile nota di scherno sulle labbra sottili, mentre tendeva una mano guantata di scuro a carezzare la folta chioma riccia del bimbo.
-Non ti preoccupare, stavo solo pensando..-
Opacho gonfiò le guance, indispettito, incrociando le braccine al petto, fasciato di un cappottino rosso fuoco.
-A Opacho non piace quando Hao sama pensa troppo..- gli rivolse uno sguardo penetrante –Dopo, Opacho sente troppo male quando ascolta i pensieri di Hao sama..-
Il giovane rimase in silenzio, assorto.
Si voltò nuovamente verso il mare, un luccichio scarlatto nelle buie iridi sotto il ciuffo castano.
Nere voragini, sostenere il di lui sguardo significherebbe precipitare all’inferno.
-Hai ragione, Opacho..non si deve pensare-
Inarcò tetro un sopracciglio, mentre il vento della notte diventata di più forte, arruffando la lunga chioma castana del ragazzo.
-Si deve agire, senza tante cerimonie-
Il bimbo annuì, battendo una volta le manine.
-Giusto Hao Sama..- sorrise, innocente –Così i pensieri diventano infuocati-
Hao sogghignò, prendendolo in braccio e voltandosi, facendo per ritornare al magazzino, covo del Clan Star.
-Non sai quanto hai ragione, Opacho- ridacchiò appena –Non sai quanto…-
Asakura aveva qualcosa in mente, di certo.
Opacho potè avvertire chiaramente i pensieri del moro divenire ardenti e vorticanti.
Deliziosa euforia dei sensi.
E forse, un pochino, ne ebbe paura…


…to be continued…


***
Dire che sono in ritardo sarebbe veramente ridicolo…°°;
Ho perfino perso il conto…credo che l’ultima volta che ho aggiornato è stato quasi un anno fa..xD; Chiedo umilmente venia alle lettrici, se ce ne sono ancora..ç__ç
Mi spiace davvero, non ci sono scuse ^^;;
Ma spero che almeno questo capitolo sia valso l’attesa..^.-
Passiamo ai ringraziamenti ^-^

Lolly: ecco, l’ho continuata ^^; Certo, c’ho messo davvero parecchio, ma credetemi, gli impegni erano davvero tantissimi ç__ç e visto l’impegno e la trama, abbastanza complessa, di questa fanfic voglio dedicarci la massima attenzione..Fai il classico xD? Allora mi capirai eccome xD; e dire che sono già al quarto anno..come passa il tempo U.U Un bacio, grazie ancora ^.-

Kris: accontentata ^.^ dopo quasi..accidenti, un anno di ritardo °°;; sono veramente imperdonabile xDD Grazie mille anche a te =*

Yuki: merita, dici ^^;? Beh, intanto ecco il secondo, sperando che il prossimo non si aggiorni ancora tra un anno xD Ma non credo, visto che ho già in mente lo svolgimento del terzo..>.> Baciotti ^*^!

Yoru: emh..non vedi l’ora di leggere il seguito…^o^;; scusami tanto se ti ho fatto aspettare ^.- Spero che questa capitolo sia valso la lunghissima attesa xD Smakkete =**

Harriet: nyah, arigatou ^//^ E per il resto, beh, direi che gli spoiler relativi al manga non ci saranno, visto che il manga è finito giusto il mese scorso xD Ma vi posso dire che questa fanfic segue solamente il manga U.U in quanto, ritengo l’anime davvero orrendo -.-; un insulto alla versione cartacea..senza offesa per chi ha seguito l’anime XD Indi, anche le divisione dei clan seguono questo criterio ^.- Besos ^*^

Mao chan: il seguito, pronto per te e per Rikku ^-^ Fresco fresco..dici che è verosimile >.>? Non so, sfortunatamente non sono mai andata a Tokyo ç__ç anche se vorrei tanto andarci, shi shi ** Diciamo che mi sono basata molto su un’immagine…xD già, questa fanfiction è ispirata da un’immagine xD Smakk =**!

Shark Attack: grazie, grazie mille ^.^ Quindi, tu adesso saresti al terzo anno, giusto..°°? Argh, per me l’anno scorso è stato un inferno -.-; cioè, decisamente difficile xD Ma ce l’ho fatta, e adesso solo un anno e poi..addio liceo **;

Didith
: thanx, cara ^.- Dove l’ho pescato, dici? Tutto frutto della mia testolina bakata, che altro xD Ovviamente, varie ispirazioni (canzoni, film..immagini xD) Curiosa di sapere come va a finire xD? Siamo appena all’inizio ^.- Kiss!

ColdFire: nyah, carissima, io e te ci sentiamo già per l’altra mia fanfic xD Che dire, hai ragione..volevo cimentarmi in qualcosa di diverso, e se ci sarà una storia d’amore..beh, vi dico solo che c’è un determinato pairing che mi attrae parecchio, ma è mooolto inverosimile..^^; indi, sorpresa xD E l’ho continuata, visto ^.-? Grazie ancora, baciottoli ^**^!

Bene, direi che per il momento è tutto ^.-
Spero, la prossima volta, di aggiornare al più presto, giusto per non farvi soffrire..^-^;;
Rimango, mie signore, la vostra umile fanwriter U.U
Sayonara°*

  
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